Sonia
Brunetti
Luzzati,
pedagogista
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Sogni degli ultimi giorni di
scuola: “Nell’ora di matematica, quando vedevo lassù il professore
scartabellare il registro e cercare probabilmente il mio nome, quando
confortavo quella visione di forza, di terrore e di realtà con la mia
inconcepibile ignoranza, mi auguravo, trasognato per
l’angoscia, di potermi alzare facendomi invisibile, di passare come uno
spettro fra i banchi, di volare davanti al professore, leggero come la
mia scienza matematica, di attraversare in qualche modo la porta e di
riapparire là fuori libero all’aria buona che in tutto il mondo a me
noto non conteneva tante tensioni come in quell’aula. Ma ciò non
avveniva.” (Franz Kafka, Lettere a Milena).
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“Voglio
tornare all’essenza
di Trieste, una città laboratorio di convivenza”. Punta sul contributo
essenziale delle minoranze il nuovo sindaco di Trieste Roberto
Cosolini (nelle foto di Giovanni Montenero, al suo primo ingresso nel
palazzo municipale e in basso assieme al governatore del Friuli Venezia
Giulia, Renzo Tondo, alla Risiera di San Sabba, unico campo di
sterminio che operò in Italia), eletto alla guida del capoluogo
giuliano lunedì scorso al
termine del ballottaggio che l’ha visto opposto al candidato del
centrodestra Roberto Antonione. Ai lettori del Portale dell'ebraismo
italiano illustra uno dei principali obiettivi del suo
mandato: rinverdire l’affascinante miscela di popoli e culture della
vecchia Mitteleuropa. Un mondo tollerante in cui l'ebraismo triestino è
stato e continua ancora oggi ad essere protagonista. “La Comunità
ebraica è una componente fondamentale di Trieste e ad essa dedicherò
grande attenzione” conferma Cosolini. “Il mio sogno – prosegue il primo
cittadino – è quello di tornare alla situazione di inizio Novecento
quando Trieste conobbe un periodo di grande ricchezza e splendore con
l’arrivo in città di numerose comunità che vi portarono cultura e
imprenditorialità. Superati anni di forti contrapposizioni ideologiche
possiamo adesso finalmente riproporre quel contesto sociale”. Cosolini
vede nella valorizzazione delle minoranze un perno essenziale del suo
mandato: “Le minoranze sono la nostra forza e le nostre migliori
ambasciatrici nel mondo. Questa è la città multiculturale e
multireligiosa per eccellenza, la città che è stata veramente europea
ancor prima della nascita di una Europa unita. Alle proposte culturali
della Comunità ebraica così come a quelle delle altre
minoranze guarderò quindi con forte interesse e
partecipazione sulla scia di un impegno personale che porto avanti da
tempo”. Cosolini ha poi invitato la redazione del portale dell’ebraismo
italiano in visita al municipio triestino in occasione dei lavori di
Redazione Aperta che si svolgeranno per il terzo anno consecutivo tra
Trieste e Opicina in luglio. “Siete i benvenuti” ci ha detto.
Tra i tanti felicitatisi in questi giorni per la sua elezione, anche il
presidente della Comunità ebraica di Trieste Andrea Mariani.
“L’elezione del nuovo sindaco Roberto Cosolini e del nuovo presidente
della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat - commenta - ci rasserenano
per il futuro vista la forte vicinanza dimostrata da entrambi nei
confronti della Comunità ebraica. Una vicinanza sancita con la presenza
a molti eventi da noi organizzati negli ultimi anni, da una evidente
predisposizione alla cultura senza schieramenti di parte e da una
visione rivolta sia alla crescita interna che all’apertura verso
l’esterno”.
“Sia Cosolini che Bassa Poropat - prosegue Mariani - sono
persone dalle caratteristiche umane speciali, che dimostrano grande
disponibilità al confronto e intelligenza conoscitiva. Sono certo che
con il loro lavoro congiunto ci sarà un progresso a tutti i livelli,
soprattutto nel campo della cultura e nell’attenzione verso le
minoranze culturali e religiose”.
"Con l'elezione di Roberto Cosolini - commenta Guido Vitale,
coordinatore dei dipartimenti Informazione e Cultura dell'Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane e buon conoscitore della realtà locale
perché a lungo giornalista a Trieste impegnato sul
terreno della cronaca locale - al di là degli esiti del voto la città
giuliana torna alla sua vocazione di polo di multiculturalità e di
capitale delle minoranze. La sua salita al governo della città è un
fenomeno che va oltre gli schieramenti politici e
costituisce il riconoscimento di doti umane e professionali
fuori dal comune, della sua capacità di vivere giorno per giorno e di
comprendere le genti disparate e ricche di identità che di Trieste
costituiscono il maggiore patrimonio".
Adam Smulevich
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Luoghi di culto
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Cosa avremmo detto se durante
la recente campagna per le elezioni amministrative qualcuno, per
denigrare un candidato sindaco, lo avesse accusato di voler riempire la
città di sinagoghe? Certamente avremmo fatto un gran chiasso, con
ragione, invocando (giustamente) gli articoli 8 (Tutte le confessioni
religiose sono egualmente libere davanti alla legge) e 19 (Tutti hanno
diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in
qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di
esercitarne in privato o in pubblico il culto) della nostra
Costituzione. Possiamo starcene zitti solo perché stavolta si parla non
di sinagoghe ma di moschee? Anzi, dispiace un po’ leggere in un
intervento del Presidente della Comunità di Roma che “dobbiamo
difenderci dalle posizioni buoniste, sempre dentro le nostre Comunità,
che con l’entusiasmo di difendere il diritto agli islamici di aprire
propri luoghi di culto, ci si dimentica molto spesso di ricordare che
abbiamo la necessità di far chiudere quelle Moschee che sono ad oggi,
non solo e nella stragrande maggioranza, controllate da organizzazioni
affiliate ai “Fratelli Musulmani” e ad Hamas, ma che sono spesso covo
del terrorismo fondamentalista …”. Queste frasi proprio nei giorni
della campagna elettorale mi sono apparse poco opportune. Combattere il
terrorismo è una cosa, negare a qualcuno diritti garantiti dalla
Costituzione, e di cui noi ebrei siamo stati privati per secoli, è una
cosa del tutto diversa. Confondere i due piani mi sembra non solo un
errore in linea di principio, ma anche un atto politico poco
conveniente per noi: chi dà per scontato che i milanesi debbano aver
paura delle moschee parte evidentemente dal presupposto che l’Italia
sia un paese cattolico, con una forte identità cattolica a cui spetta
il monopolio degli spazi pubblici, e che chi professa religioni diverse
debba farlo il più silenziosamente e discretamente possibile, in modo
da non urtare la sensibilità della maggioranza. E’ questa l’Italia che
vogliamo?
Anna
Segre, insegnante
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Dibattito aperto |
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A proposito delle polemiche e
degli episodi avvenuti nell’ambito della
Comunità ebraica di Roma, sono molti i contributi che continuano ad
arrivare in
redazione. Esponenti ebraici italiani, opinion leader o
semplici lettori di cui vi proproniamo una rassegna ampia nella sezione
dossier del Portale dell’ebraismo italiano, che ospita tra gli altri
gli
interventi di Giorgio Gomel, Gheula Canarutto Nemni, Tobia Zevi,
Francesco Lucrezi, Il Tizio della Sera, Donatella Di Cesare, Ugo Volli,
Sergio Della Pergola, Anna Foa, Renzo Gattegna, Mino Di Porto, Gad
Lerner, Victor Magiar, Fiamma Nirenstein, Riccardo Pacifici,
Paolo Brogi, Francesca Nunberg, Daniel Funaro, Sandro Natan Di Castro,
I ragazzi di Havi’u et Hayom, Moni Ovadia, Giorgio Israel, Sharon Nizza, Gadi Luzzatto
Voghera, Roberto Jarach, Fabio Della Pergola, Gavriel Segre, Giuseppe
Damascelli, Riccardo Hofmann e Michele Steindler.
clicca qui per leggere il dossier
sul Portale dell'ebraismo italiano www.moked.it
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notizieflash |
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rassegna
stampa |
Morto l'armatore israeliano sospettato di fare affari con l'Iran
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È di questa mattina la notizia della morte di Sammy Ofer, 89enne
capostipite di una dinastia di armatori che hanno reso grande la flotta
commerciale israeliana nel Mediterraneo, finito nei giorni scorsi
nell'occhio del ciclone
per il sospetto che l’azienda Ofer Brother di cui era proprietario
assieme al fratello Yuli facesse affari con l'Iran. La scorsa settimana
la Ofer Brothers, holding che opera nel settore delle spedizioni
internazionali, era stata inserita dagli Stati Uniti nella lista nera
delle aziende sottoposte a sanzioni per rapporti illeciti con Teheran.
È stato infatti registrato l’attracco di almeno sette petroliere di
proprietà della holding nei porti iraniani di Bandar Abbas e dell'isola
di Khark tra il 2004 e il 2007.
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Menù slim per le notizie,
oggi. Ci sono giorni in cui il redattore si trova dinanzi a una mole
impressionante di articoli, quindi di voci, numeri, dati e date, dentro
i quali rischia di annaspare alla ricerca di un filo conduttore per il
cui tramite muoversi verso il mare tempestoso e tormentato delle
sollecitazioni del momento. Non è impresa facile leggere i giornali e
il commentarli. Non solo perché con le proprie parole si rischia di
scontentare sempre qualcuno (senza peraltro che sussista l’obbligo di
un unanimismo, che in sé non è mai una virtù) ma anche e soprattutto
perché sussiste il mito, che mai fu più infondato, di una “oggettività”
dei fatti della quale la carta stampata e, più in generale, il
variegato (e variopinto) mondo della comunicazione, dovrebbero essere
copia assorbente, rendendone asetticamente conto...»
Claudio Vercelli
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