se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai  click qui

 10 giugno 2011 - 8 Sivan 5771
linea
l'Unione informa
ucei 
moked è il portale dell'ebraismo italiano
 
alef/tav
linea
Alfonso Arbib Alfonso
Arbib,
rabbino capo
di Milano


I giorni successivi a Shavuòt sono considerati in qualche modo giorni di festa. Infatti, quando c'era il Bet Hamikdàsh, alcuni sacrifici della festa potevano essere presentati anche nei sette giorni successivi. Ci troviamo qui nella situazione in cui un giorno feriale è contemporaneamente un giorno di festa. I Chakhamìm paragonano il momento del Matàn Torah a un matrimonio. È il momento del matrimonio fra Dio e il popolo ebraico e fra il popolo ebraico e la Torah. Perché un matrimonio possa funzionare è necessario che funzioni nei giorni successivi alla festa, nella vita quotidiana. 
Sonia
Brunetti
Luzzati,
pedagogista



Sonia Brunetti Luzzati


"L'educazione non crea nulla di nuovo, ma piuttosto rivela ciò che è nascosto all'interno di una persona". (Rav Kook) 

torna su ˄
davar
Qui Trieste - Andrea Mariani nel governo della città
Cosilini - MarianiEntra far parte della compagine di governo della città di Trieste e lascia la presidenza della Comunità ebraica giuliana il Consigliere dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Andrea Mariani.
L'annuncio è stato dato dal nuovo sindaco di Trieste, Roberto Cosolini, questa mattina al momento di rendere pubblici, nel palazzo municipale di piazza Unità d'Italia, i nomi dei componenti della nuova Giunta che prende le redini della città.
A Mariani, che assume l'incarico di Giunta come indipendente, è stato assegnata la responsabilità di assessore alla Cultura. Pochi minuti prima, lo stesso Mariani, si era recato alla Sinagoga triestina per rassegnare le dimissioni dall'incarico di presidente della Comunità. Nell'ambito del Consiglio dell'Unione, fra l'altro, Mariani ha la responsabilità di macroarea per le comunità del Nord Est italiano.
Molti i messaggi di felicitazioni pervenuti al leader ebraico italiano, sia in campo nazionale che nell'ambito della città.
Fra l'altro in occasione delle recenti elezioni municipali che hanno segnato un cambio della guardia al governo della città, il nuovo sindaco Cosolini aveva dichiarato a l'Unione informa: “La Comunità ebraica è una componente fondamentale di Trieste e ad essa dedicherò grande attenzione. Il mio sogno è quello di tornare alla situazione di inizio Novecento quando Trieste conobbe un periodo di grande ricchezza e splendore con l’arrivo in città di numerose comunità che vi portarono cultura e imprenditorialità. Superati anni di forti contrapposizioni ideologiche possiamo adesso finalmente riproporre quel contesto sociale”. Cosolini vede nella valorizzazione delle minoranze un perno essenziale del suo mandato: “Le minoranze sono la nostra forza e le nostre migliori ambasciatrici nel mondo. Questa è la città multiculturale e multireligiosa per eccellenza, la città che è stata veramente europea ancor prima della nascita di una Europa unita. Alle proposte culturali della Comunità ebraica così come a quelle delle altre minoranze guarderò quindi con forte interesse e partecipazione sulla scia di un impegno personale che porto avanti da tempo”.
Mariani dal canto suo aveva dichiarato: “L’elezione del nuovo sindaco Roberto Cosolini e del nuovo presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat ci rasserenano per il futuro vista la forte vicinanza dimostrata da entrambi nei confronti della Comunità ebraica. Una vicinanza sancita con la presenza a molti eventi da noi organizzati negli ultimi anni, da una evidente predisposizione alla cultura senza schieramenti di parte e da una visione rivolta sia alla crescita interna che all’apertura verso l’esterno”.
“Con l’elezione di Roberto Cosolini - aveva infine affermato il coordinatore dei dipartimenti Informazione e Cultura dell’UCEI Guido Vitale,  buon conoscitore della realtà locale perché a lungo giornalista a Trieste impegnato sul terreno della cronaca locale - al di là degli esiti del voto la città giuliana torna alla sua vocazione di polo di multiculturalità e di capitale delle minoranze. La sua salita al governo della città è un fenomeno che va oltre gli schieramenti politici e costituisce il riconoscimento di doti umane e professionali fuori dal comune, della sua capacità di vivere giorno per giorno e di comprendere le genti disparate e ricche di identità che di Trieste costituiscono il maggiore patrimonio”.

Fiamma Nirenstein nella classifica opinion leader del JP
Fiamma NirensteinL'onorevole Fiamma Nirenstein, vicepresidente della Commissione esteri della Camera dei deputati, presidente del Comitato di indagine conoscitiva sull’antisemitismo e giornalista entra nella classifica dei 50 ebrei più influenti al mondo, compilata dal quotidiano Jerusalem Post. “L'inserimento del mio nome nella lista mi rende felice perché è il segno della grande attenzione alla battaglia contro la delegittimazione dello Stato di Israele e per la verità sulla splendida democrazia e sulla lotta per la sopravvivenza che io conduco da anni scrivendone e, più recentemente, cercando di erigere istituzioni e movimenti di pensiero”, così la Nirenstein ha commentato la notizia, promettendo che farà di tutto per meritare il titolo ricevuto. Il Jerusalem Post riconosce alla parlamentare italiana un'azione rilevante in favore di una politica per la difesa di Israele a Roma e fra le altre cose ricorda il successo della manifestazione da lei organizzata dal titolo “Per la verità, per Israele” (di cui peraltro sarà presto presentato un libro contenente tutti gli interventi e i messaggi di solidarietà e vicinanza ricevuti in quell'occasione). Nella lista appaiono fra gli altri i nomi dell'inventore del social network più famoso al mondo, Mark Zuckerberg, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il ministro della Difesa, Ehud Barak, il capo di Stato maggiore d'Israele, Benny Ganz e il presidente israeliano Shimon Peres.

Di seguito gli articoli del Jerusalem Post contenenti la lista completa

The world's most influential Jews: 1-10

The world's most influential Jews: 11-20

The world's most influential Jews: 21-30

The world's most influential Jews: 31-40

The world's most influential Jews: 41-50


Israele a Milano - “Lavoriamo per la pace"
Angelica Calò LivneAi firmatari dell'appello pubblicato dal Manifesto contro la settimana di cultura israeliana organizzata in Piazza Duomo a Milano.

E se capovolgessimo e stravolgessimo per una volta le carte in tavola? Se invece di combattere e accusare cercaste il modo di collaborare? Non pensate che gioverebbe molto più al popolo palestinese? Pensate un attimo: potreste convincere i capi dei consigli regionali palestinesi ad accettare l'aiuto di ingegneri israeliani per cambiare le tubature dell'acqua che sono in uno stato degradante e fanno disperdere tutta l'acqua che dovrebbe servire al fabbisogno giornaliero. Potreste aiutarli a condividere tutte le scoperte e le tecnologie elaborate in questi ultimi 63 anni di geniale lavoro nelle università e nei laboratori israeliani. Ad usufruire dei progressi nel campo medico e scientifico. Sicuramente ci sono belle teste tra i palestinesi che sarebbero più che felici di far parte di un team di scienziati , di fisici o di medici per dare un supporto alla propria comunità. Una volta rimanevo molto colpita e offesa dal livore che si leggeva tra le righe di molti vostri articoli sulla situazione in Medio Oriente, oggi, mentre leggevo il vostro appello, ho sentito un senso di pietà. Molto di ciò che scrivete ha un'aria patetica, come di chi non sa più a cosa attingere per risvegliare l'attenzione di chi lo circonda e comincia ad inventare storie. Vivendo in Israele incontro tutti i giorni la realtà di questo Paese che tanto aberrate e per giunta, vivendo in Galilea, circondata da villaggi arabi, mi trovo sovente a condividere il divano in sala d'attesa di un dentista, di un parrucchiere, di un'estetista o in piedi, in turno alle casse del supermercato con persone di ogni cultura, anzi il nostro dentista è un ottimo medico arabo musulmano del villaggio Jish e la parrucchiera viene dal villaggio arabo cristiano Fassuta...e ora che ci penso anche l'estetista! Non ho mai visto fenomeni di questo genere: "(...) il 20 per cento della popolazione di esso, sono disprezzati e discriminati in tutti i modi: non solo privati dei più importanti diritti politici e civili, ma anche dei diritti umani fondamentali". Ma via ragazzi! un giornale serio non può pubblicare un simile appello! Colmo di inesattezze. Un giornale di sinistra! Per me la sinistra è il simbolo del rispetto e dell'aiuto reciproco, è il compendio di tutti gli ideali di solidarietà, amore per l'uomo in quanto uomo. Io che vivo in un kibbutz, ancora completamente comunitario, ne so qualcosa di socialismo!
Vi siete trovati di fronte a un sindaco coraggioso, che ha capito che non può vietare ai suoi cittadini di esporsi alle novità che il mondo offre, che va a passo con il tempo.
Avete usato frasi nel vostro appello non ponderate, non provate: "(...) la pulizia etnica continua oggi, ininterrotta". Ma cosa intendevate? Di chi stavate parlando? Questo evento vuole dimostrare che tutte le nostre energie sono protese verso l'educazione, la costruzione, la difesa, l'assorbimento di nuovi immigranti ebrei e non ebrei dalla Russia, dall'Etiopia, dal Sudan. Anche immigranti che nessuno desidera!
Avete scritto: "I Palestinesi hanno diritto ad un loro Stato, con la struttura e confini che essi concorderanno con la Comunità Internazionale". Ma questo che legame ha con l'evento a Piazza Duomo? Anzi, se ci sarà collaborazione, Inshallah, Beezrat HaShem, fra qualche anno, questo evento si farà insieme:  Israele e Palestina, gioielli del Medio Oriente, nonostante la volontà dei Paesi arabi circostanti che hanno segregato questa povera gente i campi senza speranza, nonostante quelli come voi, che invece di aiutare eccitate il rancore, la frustrazione,l'angoscia.
Pensateci. Pensate a loro, ai palestinesi, non a voi stessi. Voi nei vostri salotti state tranquilli con un bel calice di vino a fare politica. I palestinesi non hanno bisogno della vostra politica. Hanno bisogno di aiuto. E il vostro appello era tutto tranne questo!

Angelica Calo Livne, educatrice al dialogo

torna su ˄
pilpul
La tranquillità del ciclo annuale
Anna SegreIn quest’ultima settimana di scuola (che per me è stata ancora più convulsa del solito a causa di Shavuòt) tutti gli insegnanti si affrettano a spiegare le ultime cose e a stendere relazioni sul programma svolto. Inevitabilmente tutti si ritrovano ogni anno più indietro di quanto pensassero e si rammaricano per tutti gli argomenti che sono stati costretti a tagliare o a trattare troppo sinteticamente.
Questo meccanismo, che si ripete quasi identico di anno in anno, mi ha portato a riflettere sui grandi vantaggi offerti dal ciclo annuale di lettura della Torah e dalla suddivisione in parashot. Cosa succederebbe se una comunità dedicasse sei mesi a leggere il libro di Bereshit e poi si ritrovasse a due giorni da Simchat Torah appena all’inizio di Devarim o ancora più indietro? O magari per compensare il ritardo decidesse di leggere nell’ultimo mese tre parashot alla settimana? Per fortuna le cose non funzionano così: per quante cose ci siano da dire sulla creazione del mondo, comunque le settimana dopo si parlerà del diluvio, e poi dei patriarchi, della schiavitù in Egitto, della liberazione, del patto, senza correre il rischio che in un certo anno si salti qualcosa per cause di forza maggiore. Ha diritto a parlare di Noè anche chi non dimostra una conoscenza soddisfacente su Adamo ed Eva.
Certo, il paragone è indubbiamente forzato, eppure mi pare contenga una lezione utile: anche noi insegnanti dovremmo talvolta liberarci dalla presunzione di credere che si possa esaurire un argomento una volta per tutte e dovremmo convincerci, invece, che a noi spetta semplicemente il compito di offrire alcuni spunti perché gli allievi possano un giorno approfondire quegli stessi temi autonomamente e liberamente.

Anna Segre, insegnante

torna su ˄
notizieflash   rassegna stampa

Mordechai Omer (1932 - 2011)
Cordoglio e dolore anche in Italia, dove era molto apprezzato, per la scomparsa del direttore e curatore del Museo d'Arte di Tel Aviv, Mordechai Omer. Un perdita pesantissima per il Museo che lui ha diretto negli ultimi vent'anni, contribuendo al suo successo e dedicandogli tutta la propria vita.


Energia alternativa - In  Israele
il primo campo fotovoltaico

Lo Stato israeliano lo aveva annunciato da tempo: “Il nostro obiettivo in campo energetico è di soddisfare entro il 2020 il 10 per cento del nostro fabbisogno energetico con fonti alternative”. Un primo e importante passo verso il raggiungimento dell'obiettivo è stato fatto. I media locali l'hanno salutata come una «pietra miliare nella rivoluzione del solare in Israele». Arava Power, una delle maggiori compagnie di energia solare israeliane, ha infatti inaugurato il primo campo fotovoltaico del Paese. Sebbene per uso domestico i pannelli solari siano già molto utilizzati, in Israele mai prima d'ora era stata realizzata una 'fattoria del sole'. L'impianto è di medie dimensioni, capace di produrre, a regime, 4.95 megawatt di energia: abbastanza da soddisfare le necessità elettriche di tre kibbutz, Ketura (presso il quale si trova l'impianto), Lotan e Grofit. I tre villaggi si trovano nella regione di Eilat, nel deserto del Negev. «Il terzo deserto più aspro al mondo - spiegano da Arava Power -, una delle zone con più alto livello di esposizione alle radiazioni solari del mondo».


 


Mattinale ripiegato sulle cronache di lungo periodo, quelle che sbocconcellano non singoli eventi ma una loro serie in successione. A tenere ancora banco è quel che resta della «primavera araba», delle sue evoluzioni ma anche delle possibili involuzioni. Così Paola Peduzzi e Daniele Raineri su il Foglio, Alberto Negri per quello che concerne la Turchia su il Sole 24 Ore, Dimitri Buffa su l’Opinione, Davide Frattini riguardo alla Siria sul Corriere della Sera e Lorenzo Cremonesi per la Libia sulla medesima testata, Gian Micalessin per il Giornale sull’Arabia Saudita. Citiamo di conserva e di sfuggita non perché le questioni poste non meritino attenzione, anche se l’iniziale carica dilacerante è andata inesorabilmente scemando; avremo modo di tornare su questi temi, mentre preferiamo rivolgere la nostra attenzione su altri eventi e, soprattutto, ricorrenze...»

Claudio Vercelli



torna su ˄
linee
Pagine Ebraiche 
è il giornale dell'ebraismo italiano
ucei
linee
Dafdaf
Dafdaf
  è il giornale ebraico per bambini
L'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it  Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio “cancella” o “modifica”. © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.