se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui

14 giugno 2011 - 12 Sivan 5771
linea
l'Unione informa
ucei 
moked è il portale dell'ebraismo italiano
 
alef/tav
linea
Roberto Della Rocca
Roberto
Della Rocca,
rabbino

La Torah narra dell'estrema umiltà di Moshè in relazione a due eventi. Nel primo (Numeri, 11; 26-29) si racconta di un messaggero che riferisce a Moshè di due uomini, Eldad e Medad, che "...profetizzano nell'accampamento...". Yehoshua, il fedele discepolo di Moshè, allarmato da questa iniziativa profetica non autorizzata, consiglia il Maestro di arrestare i due dilettanti. Moshè, invece, mantiene la calma e dice a Yehoshua: "... sei tu geloso per me? Magari tutto il popolo del Signore fossero profeti!...” E’ questo uno dei momenti in cui l'umiltà di Moshè giunge al suo apice. Lui, il primario dei Profeti, non pensa neppure per un attimo che la profezia possa essere un suo monopolio esclusivo, e che chiunque faccia profezie debba ricevere preventivamente la sua autorizzazione. In un mondo di Torah autentico non c'è spazio per gelosie e competizioni.
Dario
 Calimani,
 anglista


Dario Calimani

All’uomo di fede risulta ovvio che riconoscere l’uomo significa riconoscere D-o. Meno ovvio gli risulta che riconoscere D-o dovrebbe significare in primis riconoscere l’uomo. 
torna su ˄
davar
Qui Milano - Italia e Israele, partner nell'innovazione 
PubblicoConvegnoNella rassegna che per dieci giorni a Milano racconta l'Israele che non ti aspetti, con approfondimenti sulla scienza, la tecnologia, la cultura, il cinema, a Palazzo Mezzanotte, cuore del potere economico italiano, va in scena il business con l'Italian-Israeli Business Forum. Centinaia di professionisti e imprenditori si sono ritrovati per discutere e dare impulso a quello che nel 2010 è stato un interscambio da 2,9 miliardi di euro, con un incremento del 14,8 per cento rispetto al 2009. E se il cappello dato all'iniziativa è quello di Partners in Innovation, i settori maggiormente interessati sono proprio quelli che hanno lanciato lo Stato ebraico come eccellenza nel mondo: la tecnologia legata all'acqua, la sanità, la sicurezza, la robotica, i nuovi media. Tanti i rappresentanti delle istituzioni che hanno portato il proprio saluto all'iniziativa, che, è stato sottolineato, prosegue un cammino già fruttuosamente avviato non solo a livello nazionale ma anche locale. Oltre al ministro dell'Industria israeliano Shalom Simhon, e a Catia Polidori in rappresentanza del Ministero dello Sviluppo economico, erano presenti il presidente della Provincia Guido Podestà e l'ambasciatore d'Israele Gideon Meir, il presidente di Assolombarda Alberto Neomartini, Paolo Zegna in rappresentanza di confindustria e Ronni Benatoff della Camera di commercio italo-israeliana. Mentre il presidente della Regione Roberto Formigoni ha stretto accordi di collaborazione in ambito  commerciale e di ricerca fra Lombardia e Israele che fanno seguito a quelli siglati lo scorso anno in ambito sanitario. Ma al di là dei momenti ufficiali, il successo dell'iniziativa si misura nel numero degli imprenditori che aggirandosi freneticamente per i corridoi, smart phone e ventiquattrore alla mano, si sono incontrati per discutere di affari, perché nel 2011 l'interscambio fra Italia e Israele possa rivelarsi ancora più proficuo.

Rossella Tercatin
 

Qui Torino - Tullio Levi: "La mia analisi del voto" 
TullioLeviDopo sei anni alla Presidenza della Comunità Ebraica di Torino, ho deciso di non ricandidarmi affinché forze giovani proseguissero sul cammino tracciato e perché ho ritenuto che l’evidente svolta che è stata impressa alla vita ebraica torinese fosse apprezzata in tutta la sua ampiezza dai membri della Comunità.
Con mio sommo rammarico i risultati elettorali hanno dato un’indicazione diversa che vorrei brevemente analizzare.
Il nuovo gruppo Anavim ha ottenuto l’elezione dei suoi otto candidati, mentre Comunitattiva, che aveva con me condiviso la conduzione della Comunità in questi anni, si è fermata a cinque.
In realtà Anavim ha superato Comunitattiva per un pugno di voti: David Sorani, il primo degli eletti di Anavim ha avuto diciannove voti in più di Edoardo Segre che è il primo degli eletti di Comunitattiva; l’ultimo degli eletti di Anavim ha ottenuto due voti in più del primo dei non eletti di Comunittattiva.
Comunitattiva – e io stesso - abbiamo peccato di ingenuità: abbiamo ritenuto che i risultati ottenuti soprattutto sul fronte di una comunità inclusiva e nella quale si respirava finalmente una nuova aria, fossero sufficienti per garantire il successo.
Così non è stato: a Torino coloro che partecipano più o meno attivamente alla vita comunitaria sono forse duecento persone; cinquecentoventisette sono stati i votanti di queste elezioni e di questi centoventi hanno votato per corrispondenza in quanto residenti fuori Torino. Costoro hanno votato in blocco (70 per cento) per Anavim e il loro voto ha condizionato il risultato elettorale. Perché ciò ha potuto accadere? La risposta è molto semplice: Comunitattiva si è “cullata sugli allori”, mentre la campagna elettorale di Anavim è stata molto attiva soprattutto nei confronti di coloro che non frequentano o frequentano saltuariamente la comunità.
Questa è la mia analisi e credo sia difficilmente confutabile in quanto si basa su dati di fatto.
Nel momento in cui la società italiana dà evidenti segni di risveglio dal torpore che l’ha afflitta per tanti anni e consente di tornare a sperare per il suo futuro, la Comunità di Torino che da quel torpore si era ridestata, ha optato per la restaurazione. Peccato davvero!

Tullio Levi
 

torna su ˄
pilpul
Diversi ma uguali
Tobia ZeviDomenica Benedetto XVI ha accolto in Vaticano una folta delegazione di rom europei; tra loro anche una donna sopravvissuta ad Auschwitz che ha raccontato al papa la sua storia. L’incontro è stato organizzato dalla Comunità di S. Egidio, da sempre attenta a questo tema scomodo e spesso colpevolmente trascurato e strumentalizzato dalla politica. Nel corso dell’appuntamento non sono mancati canti e balli della tradizione zigana.
Ne abbiamo già scritto su queste colonne. I rom sono il vero banco di prova della civiltà di un paese, perché oggi occupano il fondo della gerarchia sociale. Se pensiamo alle recenti elezioni («zingaropoli») riscontriamo la vergognosa campagna quotidianamente portata avanti contro zingari, rom, nomadi. I rappresentanti di questo popolo invitati in Vaticano hanno espresso con chiarezza i loro obiettivi: uscita dalla marginalità, scolarizzazione, casa. É ovvio che il percorso di integrazione non è semplice né indolore, perché vi sono tra i rom sacche di illegalità diffusa. Ma occorre cominciare da un progetto, da uno scopo (civile), non da sgombri e da piani-nomadi che si risolvono nello spostamento da una periferia all’altra. I rom in Italia sono circa 120 mila, metà dei quali cittadini italiani e cristiani. Proviamo a pensare che hanno aspirazioni simili alle nostre, che vorrebbero benessere, dignità e futuro, e chiediamo ai politici di fare qualcosa, finalmente.
Solita domanda. Che c’entrano gli ebrei? In primo luogo anche i rom furono sterminati ad Auschwitz, e poi come minoranza dovremmo interessarci della qualità democratica del nostro paese. Ma c’è anche una terza ragione. Il maestro Gavriel Levi, che ho avuto la fortuna di ascoltare in un recente seminario, ha spiegato che esistono due principi ebraici che impongono di aiutare il prossimo: la zedakà (giustizia sociale) nei confronti dell’ebreo in quanto «fratello»; il sostegno al non ebreo in virtù del Kiddush ha-Shem (santificazione del nome). Secondo la tradizione ebraica, infatti, la dimostrazione empirica dell’esistenza di D. consiste nell’aver creato, a partire da un unico stampo, infiniti uomini e donne diversi uno dall’altro. Diversi ma uguali. Un bello slogan che è anche un’ambizione da coltivare.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas 


torna su ˄
notizie flash   rassegna stampa

Ucciso nell'androne di casa
E' giallo al Nomentano 

Era uno degli esponenti più in vista della Comunità ebraica romana. «Un uomo buono e stimato, che non ha mai fatto male a nessuno. Quanto accaduto è assurdo, terribile...», dicevano ieri sera gli amici ebrei, accorsi a decine sotto la sua abitazione in via Rodolfo Lanciani, vicino piazza Bologna, al Nomentano. Lacrime, incredulità e rabbia nel buio spezzato dai lampeggianti blu delle auto dei carabinieri: Joseph Coen, 74 anni, è stato trovato morto alle 20.30, nell'androne del palazzo in cui abitava: sul petto una profonda ferita da taglio, quasi certamente una coltellata. I carabinieri non escludono che il settantenne possa essere stato ucciso durante un tentativo di rapina. Ad attendere Coen a casa, di ritorno dall'ufficio, c'erano la moglie e i tre figli: sembra che la vittima abbia citofonato proprio alla coniuge per farsi aprire il portone, ma poi non è mai arrivato sul pianerottolo. Sono stati gli stessi familiari, preoccupati perché Coen non era ancora salito con l'ascensore, a scoprire il corpo nella guardiola del portiere. In pochi minuti decine di ebrei con la kippah si sono precipitati in via Lanciani. Una folla silenziosa, arrivata in auto e scooter, con gli occhi lucidi, che ha assistito all'arrivo della Squadra rilievi dei carabinieri: il corpo era riverso sul pavimento della guardiola, coperto di sangue. Alcuni familiari di Coen si sono sentiti male, tanto che i militari dell'Arma hanno chiamato un'ambulanza per farli soccorrere. «Non ci voglio credere, non può essere successo a una persona così buona», sussurra sgomento un ragazzo. Come lui ce ne sono tanti, soprattutto amici dei figli della vittima. Altri guardano la moglie di Coen sorretta da alcune parenti che esce dal portone, e si allontana con il volto segnato dalla disperazione. Dai primi accertamenti dei carabinieri sembra che addosso alla vittima sia stata trovata una somma di denaro: era questo l'obiettivo del rapinatore? Non è ancora chiaro. Gli investigatori, coordinati sul posto dal comandante provinciale Maurizio Mezzavilla e dal comandante del reparto operativo Salvatore Cagnazzo, hanno ascoltato alcuni vicini di casa dei Coen. Nonostante l'ora del delitto, però, nessuno avrebbe visto persone sospette allontanarsi dal palazzo grigio al civico 61. L'arma dell'omicidio non è stata trovata: per questo gli investigatori dell'Arma hanno fatto intervenire in via Lanciani alcuni mezzi dell'Ama per svuotare i cassonetti, mentre alcuni carabinieri controllavano i marciapiedi con le torce elettriche. «Un tempo questa strada era un posto signorile, adesso invece succede di tutto - racconta il titolare della gelateria accanto al palazzo del delitto -. Solo domenica scorsa un passante che si era fermato a prelevare i soldi al bancomat è stato aggredito e derubato, mentre io ho subito una rapina con la pistola puntata in faccia e il furto del registratore di cassa». Coen, come hanno spiegato i rappresentanti della Comunità presenti in via Lanciani, proveniva da una famiglia sacerdotale e anche lui frequentava la Sinagoga. «Lo conoscevo di vista, sapevo che era un pensionato - ha detto Riccardo Pacifici, presidente della Comunità, che ha avuto un colloquio con i vertici dei carabinieri proprio in via Lanciani per essere informato su quanto accaduto - una persona semplicissima, che adesso è morta e non sappiamo perché».
Rinaldo Frignani, il Corriere della Sera, 14 giugno 2011

Ucciso a coltellate
giallo al Tiburtino  

E' stato trovato morto dai vicini di casa, riverso sul gabbiotto del portiere, al piano terra di uno stabile di via Lanciani. Giallo al Tiburtino: erano circa le venti e quaranta di ieri sera quando è stato scoperto il cadavere di un uomo. Le persone accorse in aiuto all'anziano commerciante di abbigliamento di 75 anni, Rafael Cohen, pensavano a un malore. Ma quando lo hanno finalmente girato, hanno trovato molto sangue sul petto e il segno di una ferita da arma da taglio. L'uomo, che abitava da tempo nel palazzo sulla Nomentana, in via Rodolfo Lanciani, era di origine ebraica: nella zona sono molti gli appartenenti alla comunità. Sul corpo è stata riscontrata una profonda ferita da arma da taglio anche se non è ancora stata trovata alcuna arma da taglio. «Credevamo che fosse un malore - hanno raccontato alcuni dei residenti del palazzo ai carabinieri - per terra non c'erano tracce di sangue. Era semplicemente accasciato sulla guardiola del portiere. Non abbiamo sentito gridare o chiedere aiuto. Solo quando è arrivato il medico del 118 per soccorrerlo abbiamo visto il sangue ed il segno della coltellata». Il nucleo investigativo di via In Selci sta visionando le riprese a circuito chiuso delle telecamere di alcuni negozi di via Lanciani. Alla mezzanotte di ieri carabinieri e polizia scientifica stavano ancora lavorando sulla scena del delitto di Rafael Cohen. Al momento gli inquirenti non escludono nessuna ipotesi, compresa quella di un tentativo di rapina ai danni dell'anziano. Secondo quanto si è appreso dai primi controlli l'uomo non aveva precedenti penali né debiti di gioco.
Cecilia Cirinei - Emilio Orlando,
la Repubblica, 14 giugno 2011

 


La notizia più significativa della rassegna è l'incontro fra le delegazioni dei governi italiano e israeliano a Roma, in cui Berlusconi si è impegnato a contrastare il riconoscimento unilaterale dello stato che i palestinesi cercheranno di ottenere quest'autunno all'Onu (Caprara sul Corriere, Buffa su Opinione, Bertoldi su Avvenire, redazione del Tempo). Un'altra notizia importante che riguarda Israele è la candidatura del governatore della banca centrale, Fisher, alla successione di Strauss Kahn alla testa del Fondo Monetario Internazionale, in concorrenza con la francese Lagarde (Il Foglio, Merli sul Sole). In Libano si è formato, dopo 5 mesi dalle elezioni un governo chiaramente dominato da Hezbollah (P.Dm sulla Stampa), mentre "sono sempre più aspri" i rapporti fra l'Egitto e Israele (Baquis sulla Stampa). Interessante l'articolo di Micalessin sul Giornale, che parte dalla Siria per ribadire la delusione sulla cosiddetta "primavera araba". Sullo stesso tema, da leggere Harris su Opinione. Gramaglia sul Fatto cerca di spiegare perché le stragi della Siria sul mercato della diplomazia internazionale siano molto meno soggette ad attenzione umanitaria dei problemi della Libia, che certamente è un paradosso suo cui riflettere. A proposito di Siria, è da notare un cambio nella politica turca, su cui riferisce con molta enfasi Panella sul Foglio. Da segnalare infine un assassinio che ha colpito la comunità ebraica romana: Joseph Cohen, 74 anni, è stato ucciso nell'androne di casa sua al Nomentano (Repubblica Roma, Corriere Roma).

Ugo Volli











torna su ˄
linee
Pagine Ebraiche 
è il giornale dell'ebraismo italiano
ucei
linee
Dafdaf
Dafdaf
  è il giornale ebraico per bambini
L'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it  Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio “cancella” o “modifica”. © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.