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Amaro al mare
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Il Tizio della Sera non riesce
a capire quando parte questa famosa flottiglia. E’ molto tempo che lui
legge che si stanno preparando, che partono, partiranno, e
ora dovrebbero partire, però non è riuscito a capire quando dovrebbe
avvenire che partono nel senso letterale del verbo
partire: cioè le navi si staccano da terra, non sono più qui e
si allontanano verso lì.
Non per altro, se poi uno sa quando partono, poi uno si fa un’idea di
quanto debba patire. Diteci quando è il partire e quanto è il patire.
Così finisce la litania: “Guarda che adesso parto, stai attento che
parto, peggio per te, ora parto e non dire che non te l’avevo detto”.
Già, patire, partire…mormora shakespearianamente commosso il Tizio che
nonostante siano le nove del mattino ha bevuto un bicchierino e mezzo
di digestivo. Oioi, sospira assorto il Tizio, che con rispetto parlando
sta facendo un buonprò alle erbe. Il Tizio non ce l’ha coi pacifisti,
capperi, saranno 100 gradi, è che potrebbero essere in pericolo, ma che
bevono lassù in montagna, la dinamite? E così, per il Tizio, per la
famiglia Ventura, per gli Spizzichino del piano di sopra, i Camerino di
piazza Bainsizza, i Volterra di Piombino, i Leone di Cuneo, i Nahum di
Ancona, leggere della flottiglia sul giornale, oppure vedere di nuovo
al telegiornale le immagini dell’anno scorso, è patire: per chi sta
sulle navi, per l’ incertezza di quello che può succedere, per le cose
che si sentono su israeliani e palestinesi - per difendere gli
israeliani, molti credono necessario parlare male del popolo
palestinese, dei pacifisti e anche di come disegna male quel
vignettista, quanto non fa ridere e com’è sboccato. Almeno sapessimo
quando partono, macchè: zitti. Basterebbe un comunicato ufficiale
dei pacifici, anche in codice, incomprensibile, criptato,
capire che partiranno in data segreta ma a loro
chiarissima: “La flottiglia parte il giorno tot da tet,
all’ora tat, sul molo tit. E questo è tut”. Invece non è così, per
ingannare l’ attesa continua il thriller giornalistico e masochista di
un bell’incidente in acque internazionali. I giornali hanno cominciato
un esperimento spazio- temporale: stanno facendo finta che sia l’anno
scorso e che non sanno che a bordo della flottiglia c’erano dei turchi
malintenzionati, e così l’esercito israeliano uccide persone inermi che
erano venute dalla Turchia per pettinare i soldati di Tzahal con delle
sbarre di ferro. Mentre siamo in sala d’attesa e aspettiamo che la
flottiglia parta, vengono pubblicati gli epistolari marinari.
Sono lettere dal molo della flottiglia, o forse dal segreto di una
soffitta, o da un bar segreto di piazza Vittorio. Sono
lettere in italiano all’ammiraglio israeliano che si chiama Eliezer, le
scrive quel disegnatore che fa le vignette da Santoro e il Tizio si
sganascia. E a proposito, non è perché un disegnatore ha idee
sbarazzine su pace, Palestina e Israele, adesso non è più spiritoso
come dice la gente spiccia su Facebook. Quel disegnatore a lui sembra
uno strano bambino colossale che ha la barba lunga, beve il whisky e
dice vaffanculo al governo. Adesso questo bambino colossale
ha una paura di partire che fa novanta. Ti credo che ora hai strizza di
partire con quella barca, benedetto figliolo, pensa il Tizio, che a
proposito sta rimettendo nell’armadio la roba per il mare dato che
quest’anno non ci va perché ha strizza di spendere più di cinquanta
euro la settimana. Avrei paura anch’io di prendere queste barche,
confida il Tizio al disegnatore come se quello lì lo
conoscesse bene e lo stesse ascoltando, hai visto anche
l’anno scorso che è successo con l’ altra flottiglia. Lo so che sei
convinto di farlo per il bene del mondo, della Palestina e persino di
Israele - e a proposito, da parte tua dire una cosa simile è
stato un atto di coraggio. Ma scherziamo, parlar bene del
popolo ebraico, roba da terroristi sionisti. No, riflette il
Tizio, non doveva farlo questo, parlar bene degli ebrei, è stato
imprudente. C’è caso che con l‘aiuto del buon Dio va tutto bene, in
mare non ci sarà alcun incidente, lui arriva a Gaza sano e
salvo, e mentre sorride sulla spiaggia e dice: “Ragazzi, ecco
gli aiuti!” lo arrestano perché ha detto che gli ebrei sono
brave persone. Scusa V., ma te le vai a cercare. Caso mai a Gaza si
mettesse male perché hai parlato bene degli ebrei, dì che sei
un vignettista ed era satira. E ora, fammi mettere un po’ di naftalina
dentro la maschera da sub, che alle mie tarme prima di dormire piace
masticare la gomma.
Il
Tizio della Sera
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A Pontida e altrove
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Visto che alcuni fra coloro che
scrivono su queste pagine hanno dedicato il proprio spazio agli eventi
di Pontida, approfitto anch’io per fare una riflessione in merito,
certamente non in termini partitici. In Europa stanno acquisendo sempre
maggiore consenso partiti a sfondo nazionalistico, dai Veri Finlandesi
di Timo Soini, al Partito per la libertà di Geert wilders in Olanda, al
Front National di Marie Le Pen attesa a un decisivo appuntamento
elettorale nel 2012 e attualmente data in vantaggio (19 per cento a 17
per cento) rispetto a Sarkozy, alla Fpoe dell'austriaco Strache (primo
partito europeo di ultra destra a raggiungere la maggioranza dei
consensi nel proprio Paese dal termine della Seconda Guerra Mondiale),
fino al partito Fidezs di Victor Orban in Ungheria o, per guardare alla
sua destra, il terrificante Jobbik, che conta già tre seggi al
parlamento europeo in forza del suo 16,7 per cento di consensi ottenuto
alle ultime elezioni continentali (si tratta di gente che il giorno
della prima seduta parlamentare si è presentata con la divisa della
Guardia Magiara). In Europa, si affacciano dunque sullo scenario
politico ed ormai istituzionale, formazioni di tipo territoriale che
cercano sinergie (Strache, Soini e la Le Pen lo dicono esplicitamente)
nello sviluppo di politiche anti-immigrazione, euroscettiche e nella
rivalutazione di identità tradizionali. Molti di questi partiti hanno
dichiaratamente adottato la Lega Nord come modello e la cosa non deve
stupire essendo l’Italia spesso stata un laboratorio politico che ha
esportato modelli nell’intero continente. Ecco perché ritengo che il
dibattito interno alla Lega sul modo in cui, eventualmente,
riposizionarsi nello scenario politico italiano post-berlusconiano
abbia un significato europeo, potendo informare sulla futura natura
delle nostre democrazie, che per la prima volta ammetterebbero al
proprio interno forze non riconducibili alla tradizione del
costituzionalismo europeo. Inutile dire che per un ebreo il significato
di quanto accade si amplifica ulteriormente, perché, se è vero, come
ricordava qualche tempo fa Ugo Volli su queste stesse pagine, che la
stampa tende a rimuovere le differenze fra questi partiti, è anche
facile individuare lo stesso schema xenofobo declinato all’interno di
diverse specificità culturali (difficile applicare questo schema nello
stesso modo in Olanda o in Ungheria). Diverse sono le parole, ma
analoghi i toni, che tendono ad usare come clava da scagliare sullo
straniero le proprie tradizioni. Quando si apre la deriva xenofoba,
l’ebreo raramente è il primo della lista, ma sicuramente è il secondo
perché è lo straniero per definizione. E devo dire che poco mi
consolano le dichiarazioni filoisraeliane o le visite allo Yad Vashem
di alcuni rappresentati di questi partiti, oppure le sinergie con
alcuni ambienti ebraici in funzione antislamica, che solo mi ricordano
la delusione degli ebrei fascisti nel 1938. Era davvero così difficile
accorgersene prima? Temo che questa destra europea tanto sostenitrice
di Israele un giorno dirà, visto che gli ebrei finalmente hanno uno
Stato cosa ci stanno a fare in Europa? Dunque, osserviamo Pontida!
Davide
Assael, ricercatore
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Da
Tel Aviv il rimedio per l'Alzheimer
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La cannella previene
l'Alzheimer. A rivelarlo uno studio realizzato dall'Università di Tel
Aviv guidato dal dottor Michael Ovadia del dipartimento di Zoologia, da
cui è emerso che un estratto ricavato dalla spezia contiene proprietà
che possono inibire lo sviluppo della patologia. La ricerca, condotta
su un gruppo di topi, ha messo in evidenza che una soluzione a base di
cannella è in grado di prevenire lo sviluppo di questo morbo, che fa
registrare un caso ogni 7 secondi e interessa 24 milioni di persone nel
mondo. La sperimentazione sui topi è durata quattro mesi, alla fine dei
quali i ricercatori hanno scoperto che lo sviluppo della malattia era
«notevolmente rallentato», e che la longevità dei topi malati era
simile a quella dei topolini sani.
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