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17 luglio 2011 - 15 Tamuz 5771
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l'Unione informa
ucei 
moked è il portale dell'ebraismo italiano
 
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Benedetto Carucci Viterbi Benedetto
Carucci
Viterbi,
rabbino

Così si esprime Mosè, secondo Rashi, nel chiedere a Dio un successore: "Signore del mondo, Tu conosci il pensiero di ogni persona e sai che è diverso da quello di ogni altra. Nomina una guida che sia in grado di sopportare ciascuno secondo il suo pensiero". Per guidare il popolo di Israele è necessario essere in grado, pur nella fatica, di cogliere ed accettare la posizione di chiunque. 

David
Bidussa,
storico sociale delle idee


David Bidussa
Chi nasce in italia, è italiano. Chi paga le tasse, ha diritto di voto. Sono i due pilastri su cui si regge la campagna "l'italia sono anch'io". La prima proposta di legge introduce lo "ius solis": sono cittadini italiani i nati in  italia che abbiano almeno un genitore legalmente soggiornante che ne faccia richiesta (oggi vale lo "ius sanguinis": si è italiani solo se si nasce da genitori italiani). Ogni tanto, senza dimenticare cosa accade altrove, non sarebbe fuori luogo concentrarsi sui diritti che non esistono qui e provare ad avere un rapporto non ideologico ma pratico con la realtà del luogo in cui si vive e a cui vanno date risposte pratiche. Altrimenti, accalorarsi molto per ciò che accade altrove assume la fisionomia di un alibi.
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davar
Giornata della Cultura Ebraica 2011- On line il sito
culturaE’ online il sito dedicato alla Giornata Europea della Cultura Ebraica.
Potete visitarlo cliccando: www.ucei.it/giornatadellacultura.
La Giornata, giunta alla dodicesima edizione, quest’anno ha per titolo “Ebraismo 2.0: dal Talmud a internet”.
Al fine di per poter dare un prospettiva il più ampia possibile del patrimonio culturale, architettonico e artistico italiano anche in chiave “online” e tecnologica, oltre ai tradizionali spazi di contributi scritti, immagini, etc.  abbiamo inserito nel sito diverse novità che vi invitiamo ad esplorare.
Tra queste il Virtual Tour, uno strumento che integra Google Maps, Google Street View, Google Panoramio e il patrimonio monumentale, artistico, architettonico ebraico italiano. Un esperimento “in divenire”, che sarà via via integrato con nuove immagini e funzioni e perfezionato nel tempo, nel tentativo di costituire una mappatura interattiva e multimediale dell’Italia ebraica, utile anche dopo la Giornata.
Non mancano i collegamenti ai diversi social network (Facebook, Twitter, Youtube, Flikr) attraverso i quali abbiamo attivato un canale dedicato alla Giornata, e naturalmente i collegamenti con radio ebraiche online.  
Altre novità che troverete al suo interno: lo spazio Web Cam, riservato alle località che il 4 settembre vorranno offrire “a tutto il pianeta” una visuale di quanto hanno organizzato. Uno spazio che potrà rimanere attivo anche durante tutto il resto dell’anno.
Buona navigazione!

Sira Fatucci

Kol ha Italkim - L’attesa del trenino e il sogno di normalità
treninoTutte le grandi capitali, europee e non, possiedono una metropolitana veloce o un trenino con carreggiata preferenziale che permette alla gente, specie di mattina quando il traffico è caotico, di raggiungere il centro della città e il lavoro con una certa facilità. È questo il motivo per cui, quando quasi dodici anni fa l’allora sindaco di Gerusalemme Ehud Olmert decise che anche in questa città ci sarebbe stato un trenino (o se volete un tram) che l’avrebbe attraversata da un capo all’altro, la proposta fu accettata con entusiasmo. La metropolitana invece fu subito esclusa perché lo scavo a Gerusalemme è praticamente impossibile per la presenza di resti archeologici, soprattutto tombe antiche, quasi ovunque. Mai persona, nemmeno la più pessimista, avrebbe però pensato che il progetto si sarebbe protratto per più di undici anni, che avremmo visto il percorso sfatto e rifatto più volte come la tela di Penelope, mentre il traffico veniva costretto a incredibili dirottamenti. Ma ecco che tutto sembra concluso felicemente: il ponte sospeso di Calatrava su cui deve passare il treno svetta ormai da anni e perfino i più scettici ormai ci si sono affezionati. Le prime vetture sono apparse lungo il percorso con a bordo pochi e semi addormentati impiegati dei trasporti che dovevano provare la sicurezza delle vetture (nella foto una delle prime simulazioni ufficiali). C’era perfino la data di inaugurazione ufficiale: dopo Pesach. Ma non succede niente! La data si sposta a agosto poi a dicembre. Intanto il trenino passa e ripassa a vuoto (a proposito: ci sono già stati vari scontri con alcune macchine perché alla gente non è ancora chiaro che il treno va, anche se vuoto...). Tuttavia anche così questo trenino mette allegria, fa sognare e sperare che anche a Yerushalaim come in tante altre città europee tutto sia tranquillo e soprattutto “normale”.

Miriam Della Pergola, Pagine Ebraiche, luglio 2011
 

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pilpul
Davar Acher - Opinioni e azioni
Ugo VolliLa legge contro il boicottaggio di Israele è molto dura: carcere fino a 5 anni (in certi casi 10) e pene fino a 50.000 dollari o cinque volte il valore della merce boicottata, se è superiore; interdizione alle società che si uniscono al boicottaggio di operare. E' giusto dunque protestare contro questo atto di "maccartismo" (così Gomel venerdì su queste pagine)? C'è un piccolo problema, che queste previsioni di pena non stanno nel provvedimento approvato la settimana scorsa dalla Knesset, ma nell'"Export Administration Act", una legge americana del 1979, quando il presidente degli USA era il pacifista Jimmy Carter e vigeva in America il primo emendamento a difesa della libertà di espressione. La legge è ancora vigente e per quel che ne so non è mai stata portata davanti alla Corte Suprema, perché la sua costituzionalità è data per scontata. Il provvedimento israeliano è molto più mite, riguarda solamente le amministrazioni pubbliche israeliane o "sotto amministrazione israeliana" e permette solamente, in caso di boicottaggio, di aprire una causa contro gli organizzatori per una modica cifra (10.000 euro circa di massimo) per il semplice appello al boicottaggio, senza dover dimostrare i danni specifici, che sono sempre difficili da accertare in questi casi perché il legame causale fra il boicottaggio e le perdite per esempio di turismo o di affari non è facile da stabilire. Inoltre stabilisce che chi boicotta Israele o un suo territorio non può ricevere dallo Stato israeliano finanziamenti o contratti.
Ma si tratta di un provvedimento liberticida, che reprime la libertà di espressione? Chiaramente no. Vi è infatti una differenza fra esprimere opinioni e incitare ad azioni che danneggiano qualcuno. Il mondo ebraico l'ha sostenuto con forza riguardo a negazionismo e razzismo (altra cosa è dire che esistono le razze, che gli esseri umani sono disuguali e – poniamo – che gli abitanti dell'isola d'Elba sono la miglior razza umana: una sciocchezza enorme, che non può essere punita. Altra cosa è invitare a eliminare – poniamo - gli abitanti dell'isola del Giglio, che sono inferiori agli elbesi: questo è un incitamento che deve essere poibito). L'invito al boicottaggio rientra certamente in quest'ultima categoria, è un'azione e non un opinione. Svolto contro uno stato democratico o un altro corpo elettivo per obbligarlo a cambiare le sue politiche, è inoltre profondamente antidemocratico, perché cerca di rovesciare le scelte legittimate dalle elezioni con la forza dei media. Gli ebrei inoltre ricordano come una ferita ancora aperta che i primi atti pubblici della Shoà furono dei boicottaggi selettivi: esclusione da scuole e università, espulsione da associazione, accademie e sodalizi, "Kauft nicht bai Juden". Anche in Italia il mondo ebraico si è mobilitato, qualche mese fa, quando è emerso un boicottaggio antisraeliano dalle Coop, ha preteso e ottenuto l'attestazione che esso non era stato messo in atto. Ma come cercare di impedire il boicottaggio esterno delle istituzioni israeliane (le università, marche note come "Ahava" ecc.), se la stessa forma di "lotta" era legale in Israele? Come permettere che una parte della società israeliana cerchi di forzare le scelte democraticamente assunte dalla Knesset e dal governo (e condivise dalla maggioranza dell'elettorato, a quanto dicono i sondaggi) e cercare di provocare una "guerra civile" contro i "coloni", come ha scritto per esempio il regista Judd Ne’eman (Ma’ariv, July 7, 2011)? Il senso della legge sta qui e non è liberticida né "maccartista", è un'autodifesa moderata e prudente della società democratica israeliana contro le aggressioni dei suoi nemici.
Bisogna chiedersi allora il perché di questo finto e ridicolo scandalo sul "maccartismo", magari proposto da parte di ebrei che avevano appena suscitato un altro scandalo dichiarando di non sentire le vittime del terrorismo palestinese loro "fratelli" perchè "coloni" – una divisione del popolo ebraico corrispondente alla "guerra civile" di Ne'eman e compagni. Vi è una ragione generale e una particolare. Quella generale è che sempre la guerra asimmetrica comprende azioni mirate a produrre reazioni da parte del suo obiettivo o a mostrarne l'impotenza: così è stato, fatte le debite differenze, per gli attentati delle BR, per la flottiglia, per la contestazione della Tav in Piemonte, per le azioni della sinistra israeliana contro la barriera di protezione, per i tentativi recenti di violare il confine israeliano con Libano e Siria. La reazione verrà dipinta come "repressione" "sproporzionata", "paranoica", "violenta". E potrà partire un'altra campagna.
La ragione specifica è che Israele in questo momento è sottoposto a un'azione di delegittimazione su tutti i fronti, sostenuta all'esterno da arabi e ultrasinistri e all'interno di Israele da Ong i cui finanziamenti vengono dall'estero e a volte hanno inquietanti vicinanze con fonti islamiche (e c'è contestazione sulla volontà della Knesset di indagare su questi legami) e dall'estrema sinistra che cerca in questa maniera di rimediare alla sua totale debolezza elettorale. I nemici di Israele di tutte le salse, dentro e fuori il mondo ebraico, si prestano a questo gioco. Meraviglia che queste posizioni trovino spazio sui media comunitari ebraici.

Ugo Volli

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Argentina a Iran: Consegnateci i terroristi
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Alberto Nisman, il procuratore argentino incaricato dell'inchiesta sull'attentato del 1994 al centro ebraico Amia di Buenos Aires (85 morti), ha chiesto all'Iran di consegnare all'Argentina tutti i sospettati in questa vicenda. La domanda è stata presentata a Teheran dallo stesso Nisman dopo che l'Iran ha assicurato di  "condanna(re) tutte le azioni terroristiche, in particolare quella contro la Mutua ebraica argentina (Amia) e si dichiara solidale con le famiglie delle vittime".



 
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