se
non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui
|
25 luglio
2011 - 23 Tamuz 5771 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Riccardo
Di Segni,
rabbino capo
di Roma
|
Nella regola religiosa ebraica
(ma non solo in quella ebraica) se una persona fa un voto, e in un
momento successivo si rende conto che non può mantenere l'impegno
preso, ha la possibilità di farselo sciogliere da un'autorità o da un
collegio di tre persone. Queste lo interrogano e se riescono a cogliere
la debolezza, l'impossibilità e la criticità dell'impegno preso e non
rispettato, lo possono annullare come se non fosse mai stato fatto. Di
voti parla la lettura dello scorso Shabbat, ma non parla chiaramente
della possibilità dell'annullamento da parte di un'autorità esterna,
cosa che invece è pratica comune e accettata. La Mishnah e il Talmud (B
Chagiga 10a) spiegano questa contraddizione con una frase sorprendente:
"lo scioglimento dei voti vola nell'aria e non ha su cosa basarsi"; in
pratica l'origine dell'istituzione non è nella Torah scritta ma in
quella orale. Altri Maestri invece non sono d'accordo e propongono
varie fonti possibili nella Torah, non molto convincenti peraltro. Di
altri sistemi importanti (come il Sabato) lo stesso brano spiega che
"sono montagne appese a un capello", cioè grandi sistemi giuridici con
pochissimi riscontri scritturali. È il paradosso della nostra
tradizione che è scritta e orale e nella quale entrambi i sistemi sono
sacri e interconnessi. Ma è anche una rappresentazione della nostra
condizione umana ed ebraica, "montagna appesa a un capello". |
|
|
Anna
Foa,
storica
|
|
Difficile oggi
parlare d'altro che della tragedia terribile che sconvolge la
Norvegia. E che, al di là del dolore, ci scombussola tutti,
perchè, come già scriveva ieri su queste colonne Bidussa, ci pone
di fronte al fatto che gruppi che tendevamo a considerare
essenzialmente folklorici come quelli neonazisti, come i
nuovi crociati dei siti antisemiti e razzisti alla Holywar,
si rivelano improvvisamente capaci di una strage
inimmaginabile e devastante. Avevamo preso l'abitudine di
scrollarci di dosso con sufficienza questi deliri, di non dar loro
peso. Avevamo ascoltato, ad esempio, un nostro
europarlamentare della Lega parlare alla folla di "merdaccia
levantina e mediterranea" e di "bianchi cristiani", pensando
che erano solo sciocchezze. Ed ora, che cosa dobbiamo pensare?
Come possiamo reagire a questo veleno che circola, senza che i
divieti lo riescano a frenare, che spinge alla violenza e
al delitto le menti degli psicopatici, ammesso che l'assassino
di Oslo sia tale e abbia davvero agito da solo, che crea
gruppi che si rivelano pericolosi come i terroristi islamici,
che attentano allo stesso modo alla democrazia e alla libertà di cui
godiamo? C'è chi dice che si potrebbe abolire la presenza
dell'altro per eliminare anche la violenza contro l'altro, che
le crociate contro gli immigrati si possono eliminare abolendo
o limitando l'immigrazione. È questa la lezione che ci
apprestiamo a trarre dalla tragedia norvegese?
|
|
|
torna su ˄
|
|
|
Redazione
aperta - Gattegna: "Informazione, dialogo, futuro"
|
|
Chiudendo
la prima settimana
di Redazione aperta, al termine di una giornata di lezioni e di lavoro,
i numerosi giovani riuniti a Trieste insieme ai giornalisti del Portale
dell’ebraismo italiano hanno incontrato in serata
i vertici dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Il nuovo
presidente della Comunità di Trieste Alessandro Salonichio e il
Consiglio appena insediatosi (erano presenti Mauro Tabor, Ariel Camerini, Nathan
Israel, Jacky Belleli), hanno accolto nella colonia Morpurgo
di Villa Opicina il presidente dell'UCEI Renzo Gattegna e la
vicepresidente Claudia De Benedetti, giunti a Trieste per visitare il gruppo di lavoro.
“I nostri nonni e i nostri genitori furono costretti a fuggire e a
nascondersi dalle persecuzioni nazifasciste - ha affermato Renzo
Gattegna - Oggi invece, nell’ambito di un paese libero e democratico,
la minoranza ebraica in Italia ha il compito di aprirsi alla società
civile per dialogarci. Qui risiede l’importanza strategica e culturale
di un giornale come Pagine Ebraiche. L’auspicio è che continui a vivere
grazie all’entusiasmo dei giovani”.
Alice Fubini
|
|
DafDaf -
Pagine e colori, un anno di idee
|
|
Fuori una giornata
di pioggia battente, dentro, stretto intorno ad una moka,
enorme come solo in una colonia si può trovare, un gruppo
allegro, molto eterogeneo, al lavoro su una enorme quantità di
proposte, idee, progetti. E no, nonostante il luogo sia lo
stesso non si tratta in questo caso del gruppo di ragazzi
raccoltisi intorno a Guido Vitale in occasione di Redazione
aperta, bensì della riunione del comitato scientifico di
DafDaf: ad un anno da quando – sempre alla colonia di Opicina
ma allora in una splendida giornata estiva – ragionavamo
sul numero zero, ci siamo ritrovati per esaminare la strada
percorsa e per progettare il giornale futuro. I temi in
discussione erano molti e di natura molto varia ma, anche
grazie all’avvicendarsi durante la giornata di membri diversi
del comitato scientifico, non c’è stato un solo momento di
stanchezza o di noia. Troppo da fare, troppe cose da valutare,
troppe, assolutamente troppe idee bellissime tra cui scegliere per far
crescere ancor più DafDaf, un piccolo giornale che fra poco, anzi
pochissimo, compirà un anno. Un anno faticoso ma
entusiasmante, divertente e a volte difficile da gestire come
le cose che crescono rapidamente e che vorrebbero correre quando ancora
stanno imparando a camminare. A fine giornata, a riunione sciolta,
restano sul tavolo una enorme mole di spunti, suggerimenti,
progetti su cui lavorare, argomenti da approfondire, proposte
da valutare… il tutto ovviamente in tempi strettissimi. E la
sensazione di una grande responsabilità, e la grande allegria
che regalano il trovarsi in sintonia, il sentirsi appoggiati, sostenuti
e spronati a far sempre di più e sempre meglio. Grazie,
comitato!
Ada Treves
|
|
|
|
torna su ˄
|
|
|
Potere bianco
|
|
È dunque un norvegese
l’attentatore di Oslo, non un «islamico». Anzi è uno che rivendica la
propria autoctonia, la propria patria e nazione, contro gli stranieri e
contro tutti coloro che aprono, o vorrebbero aprire le frontiere, a chi
non ha legami di suolo o di sangue. È un bianco che vuole affermare il
potere dei bianchi e, per così dire, liberare l’Europa dagli invasori,
cioè dagli immigranti, dagli arabi, dai lavoratori stranieri, dagli
«altri». L’attentatore è tra noi, non fuori. White power e black metal
sono i termini della sua ideologia che costringe a inserirlo nella
galassia multiforme, e sempre più espansa, dell’estrema destra,
xenofoba, omofoba, razzista e profondamente antisemita. Solo chi non
conosce la situazione attuale della Germania, dei paesi dell’Europa
dell’est, come Ungheria, Ucraina, Polonia, e dei paesi scandinavi, può
meravigliarsi di quello che è avvenuto. La visione idilliaca della
Norvegia, ripetuta anche dai media, è una proiezione. Il ritorno
fanatico alla natura si mescola ad un sostrato pagano mai scalfito, il
richiamo nazionalista del suolo apre la strada al richiamo razzista del
sangue. Già nel 2002, in occasione del convegno della
Anti-Defamation League, Martin Bodd, rappresentante della Comunità
ebraica di Oslo, aveva descritto con preoccupazione il riaffiorare di
antisemitismo, razzismo, xenofobia (in Norvegia si contano circa 800
ebrei, pari al 2% della popolazione). Gli ultimi resoconti (ne avevo
ricevuto uno il 7 luglio) sono inquietanti. D’altronde i gruppi
norvegesi inseriti nel «National Socialist Black Metal», o anche solo
contigui, si sono rivelati tra i più feroci. Non stupisce che
l’attentatore si sia dichiarato non solo antimarxista, ma anche
anti-umanista. A ben guardare è proprio la tradizione umanistica, a cui
ha contribuito in modo decisivo l’ebraismo, ad essere messa in dubbio
oggi. Ma che cosa sarebbe l’Europa senza umanismo? L’Europa, con il suo
terribile carico di storia e lo spettro di Hitler, una realtà molto più
concreta di quanto l’illusione di qualcuno ci voglia far
credere? È grave parlare di un «folle» e del suo «delirio».
L’attentato è stato preparato con cura e con tempo. Il gesto estremo e
ripugnante non deve impedire di vedere l’ideologia che l’ha alimentato.
Né deve portare a sottovalutare il pericolo proveniente da un’estrema
destra, contigua al nazismo di nuova generazione, i cui adepti si
esercitano indisturbati in campi paramilitari e, senza strumenti
legislativi adeguati che possano colpirli (soprattutto in Italia!),
navigano nella rete per diffondere il loro veleno.
Donatella
Di Cesare, filosofa
|
|
|
torna su ˄
|
notizie
flash |
|
rassegna
stampa |
Reggio
Calabria, una targa
per gli ebrei espulsi dal Regno di Napoli
|
|
Leggi la rassegna |
Il 25 Luglio 1511,
esattamente 500 anni fa, la comunità ebraica residente a Reggio
Calabria da oltre un millennio lasciava la città a seguito dell’editto
di Ferdinando il Cattolico che decretava l’espulsione di tutti gli
ebrei dal Regno di Napoli. In occasione della ricorrenza
questo pomeriggio alle 18.30 il sindaco di Reggio Calabria Demetrio
Arena scoprirà una lapide commemorativa collocata in via Giudecca,
angolo lungomare Matteotti, in corrispondenza della antica porta della
Giudecca.
|
|
|
|
|
|
torna su ˄
|
|
è il giornale dell'ebraismo
italiano |
|
|
|
|
Dafdaf
è il giornale ebraico per bambini |
|
L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti
che fossero interessati a offrire un
proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it
Avete ricevuto questo
messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare
con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete
comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it
indicando nell'oggetto del messaggio “cancella” o “modifica”. © UCEI -
Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo
aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione
informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale
di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.
|