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28 luglio 2011 - 26 Tamuz 5771
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Riccardo Di Segni
Riccardo
Di Segni,
rabbino capo
di Roma


Le letture della Torah di queste settimane (Bemidbar 25:3-5 e Devarim 4:3) citano con il nome di Ba'al Pe'or una divinità cananea, caratterizzata, secondo il Talmud, da forme di culto osceno, che avrebbe attirato molti ebrei nel deserto causando una sequela di drammi e punizioni. Già nella Bibbia i nomi delle divinità venivano deformati, sia per evitare di nominarli come erano, sia per ironizzare: ba'al, il signore, diventava boshet, la vergogna; ba'al zevul (una radice che indica l'abitazione sacra, l'eccellenza) trasformato in zevuv, la mosca. I nomi biblici delle divinità pagane sono poi diventati nella demonologia cristiana nomi di diavoli, da Belzebù (Ba'al zevuv o zevul) a Belfagor (ex Ba'al Pe'or, noto per una novella di Machiavelli). Da più di 60 anni Belfagor è il nome di una prestigiosa rivista culturale, in questi ultimi giorni sotto attacco per un articolo molto critico su Israele. Strano destino dei nomi.
Sergio
Della Pergola,
Università Ebraica
di Gerusalemme


Sergio Della Pergola
La Norvegia è il primo paese al mondo (davanti ad Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti e Irlanda, Israele segue al 15° posto e l'Italia al 23° su 169 paesi) nell'Indice di Sviluppo Umano – la misura delle Nazioni Unite dei livelli d'istruzione, di salute, e di reddito reale della popolazione. La Norvegia è anche al secondo posto al mondo (dopo Costa Rica, alla pari di Danimarca e Irlanda, e davanti a Finlandia e Canada, Israele segue al 30° posto e l'Italia al 38° su 143 paesi) nell'Indice di Soddisfazione della Vita – una misura complessiva della felicità delle persone proposta dalla New Economics Foundation. La Norvegia assegna ogni anno il Premio Nobel per la Pace ed è attiva nella mediazione dei conflitti internazionali. È anche un grosso produttore di petrolio, e non facendo parte dell'Unione Europea non è coinvolta nelle beghe dell'Euro. Con simili dati, i norvegesi sembrano quasi un popolo eletto, che conosce la giusta via, faro per le nazioni, ma un poco appartato, come timorato. In Norvegia non vi è piena separazione fra stato e chiesa, essendo costituzionalmente vincolante la religione protestante luterana. Un certo rischio di autocompiacimento e perfino di autoreferente superiorità morale, se esisteva, è stato azzerato in poche ore questa settimana. L'elezione, evidentemente, se non è facile da conquistare, è ancora più difficile da conservare. Anche gli eletti possono covare cupi mali e sordide tare. Di certo non è questa la più inquietante fra le molte possibili chiavi di lettura dell'angoscioso massacro di Oslo, ma può essere istruttivo considerarla.

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davar
Redazione aperta - "Informazione, tutela e responsabilità"
Redazione apertaCosa significa lavorare nel giornalismo italiano? Quali sono le garanzie contrattuali di questa professione? Siamo alla decima giornata di Redazione Aperta. Nell’edificio della Scuola ebraica di Trieste, Franco Siddi, segretario generale della Fnsi, sindacato dei giornalisti italiani, risponde con realistiche delucidazioni a queste istanze condivise senza dubbio dalla maggioranza precaria e disoccupata del mondo giornalistico. “ I giornalisti sono la più grande risorsa per tutelare quei diritti chiamati libertà d’informazione e d’espressione” spiega Siddi. Oggi il campo dell’editoria si trova in uno stato di crisi, il costo del lavoro è cresciuto esponenzialmente. L’Fnsi, come sottolinea il segretario generale insieme a Carlo Muscatello, presidente dell'Assostampa del Friuli Venezia Giulia, ha perciò il compito di migliorare le garanzie sui margini di guadagno ma, soprattutto, di assicurare un contratto giornalistico a tempo indeterminato che vada al di là di quella dilaniante atomizzazione sociale presente nel lavoro italiano, ancora imbrattato di eccessivi dislivelliRedazione aperta retributivi.
Il sindacato dei giornalisti italiani, fondato nel 1908 e ricostituito nel 1943, è l’unico d’Italia a non far parte di Cigl, Cisl e Uil. Come sottolinea Siddi, “questa è  la condizione fondamentale per garantire l’autonomia e la libertà decisionale, senza la quale oggi non avremmo concluso il rinnovo economico contrattuale, che permetterà un aumento di 105 Euro uguale per tutti, senza distinzione di ruolo”. Ciononostante la situazione italiana è ancora incerta, la professione giornalistica, pur dotata di un Ordine, non riduce il suo criterio d’appartenenza al solo titolo, creando così un vasto mondo di ambiziosi lavoratori nettamente superiore alle possibilità d’assunzione da parte delle redazioni (il cui sistema interno – come sottolinea Siddi – andrebbe revisionato). Il giornalismo italiano ha subito bruscamente quell’inaspettato e violento processo di trasformazione del mondo dell'informazione nato dalla crisi. Ma “senza i giornalisti non c'è alcuna possibilità di ripresa neanche per l'industria del settore editoriale” conclude il segretario generale. È necessario un aggiornamento radicale del sistema, bisogna puntare ad un nuovo modello di business che sappia includere la multimedialità ormai globalmente diffusa nel sistema informativo.
Le porte del lavoro al giornalismo spesso sono complicate da aprire, numerose sono le chiavi necessarie. Non bisogna illudersi, ma è fondamentale persistere con fede. L’informazione, il passaggio di notizie, sono i mezzi cui una società connette innumerevoli realtà sfaccettate, tramutando il quadro storico della vita quotidiana. Essere giornalisti significa anche avere la responsabilità di ciò che si trasmette al lettore, bisogna andare al di là delle apparenze esterne per comprendere quelle verità nascoste che spiegano i meccanismi di un fatto. Questo è il messaggio trasmesso da rav della Rocca, direttore del Dipartimento Educazione e Cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, attraverso il commento a un trattato del Talmud Bavlì, all’incontro avvenuto con la Comunità ebraica di Trieste e Redazione aperta alla Residenza Morpurgo di Villa Opicina. Rav Della Rocca, nel capoluogo friulano, dopo i saluti al nuovo consiglio della Comunità triestina
(nella foto scattata da Giovanni Montenero), ha spiegato come la causa della distruzione di Gerusalemme in realtà, metaforicamente parlando, risalga a una lite tra due uomini nata da una piccola incomprensione. La scintilla che portò a una svolta storica di estrema importanza per il popolo ebraico, che tutt’oggi si ripercuote, non è altro che la concatenazione dei comportamenti di individui che hanno mancato alle loro responsabilità. La colpevolezza non è mai attribuibile a un singolo, giacché tutti, più o meno direttamente, sono coinvolti nei fatti quotidiani. Come spiegava già Siddi, l’informazione va tutelata, ma soprattutto, aggiunge il rav, deve essere corretta, profonda e vera; è il mezzo tramite cui l’insieme di coloro che la diffondono riescono a cambiare il mondo.

Francesca Olga Hasbani

Redazione aperta - Siddi (Fnsi): "I giornalisti, una risorsa"
SiddiIl futuro del giornalismo, il ruolo dei giovani, l’informazione di qualità. Il segretario generale della Fnsi Franco Siddi (nell'immagine scattata da Giovanni Montenero), a colloquio con la redazione del Portale dell’ebraismo italiano nei giorni di Redazione Aperta, si è soffermato sui punti salienti della professione rivendicando piena dignità per la categoria. “I giornalisti sono una risorsa, anzi, la risorsa di ogni azienda editoriale e non un mero centro di costo” ha detto Siddi. “Da questa risorsa, che genera i contenuti dell'informazione veicolata dall'industria editoriale, dipende qualsiasi possibilità di sviluppo e il valore aggiunto del settore”. Siddi è entrato nel merito delle recenti dichiarazioni del presidente della Fieg Carlo Malinconico che in una nota relativa all’andamento nel primo trimestre delle società editrici quotate in borsa aveva sottolineato i fattori di criticità del settore e, affrontando il capitolo dei costi, aveva sottolineato tra le riduzioni anche quelle per il lavoro giornalistico definendolo “il principale centro di costo”. Su questo punto Siddi ha espresso un’opinione diversa: “Il giornalismo ha pagato e sta pagando un grande tributo alla crisi e alla tumultuosa trasformazione del mondo dell'informazione”. “Ma senza i giornalisti – l’ammonimento del segretario – non c’è alcuna possibilità di ripresa neanche per l'industria del settore editoriale. Ulteriori compressioni dell'occupazione giornalistica non sono compatibili con qualsiasi ipotesi di ripresa che necessariamente deve prevedere la sfida su un nuovo modello integrato, che significa anche nuovo modello di business”. Guardando ad altre piattaforme e in particolare al mondo del web, Siddi ha inoltre parlato di “strada dell’integrazione multimediale” come percorso da affrontare “con coraggio, con investimenti i cui risultati non vanno valutati in un arco di un trimestre o di un solo anno”. Ed il successo, secondo il nostro interlocutore, dipende necessariamente da una informazione “di qualità, credibile e affidabile per la quale sono indispensabili i giornalisti più di quanto non lo siano le rotative e o i computer”. “Senza i giornalisti correttamente chiamati a lavoro e rispettati nella loro autonomia professionale – le  sue conclusioni –  nessuna impresa editoriale può pensare di tornare a margini di redditività come nel recente passato. Eticamente, e dal punto di vista sociale, per qualsiasi azienda è sbagliato considerare il lavoro un mero centro di costo e questo vale ancor di più per le imprese editoriali”. 

Omofobia, per Riccardo Pacifici "servono più garanzie"
PacificiLa Camera ha respinto la legge per combattere l’omofobia, che avrebbe introdotto nel Codice penale italiano un aggravamento di pena per gli autori di violenza nei confronti di una persona a causa del suo orientamento sessuale. Con 293 favorevoli, 250 contrari e 18 astenuti, tra cui il ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna, sono state accolte le pregiudiziali di incostituzionalità sul testo presentato in Parlamento, che a parere della maggioranza dell’Aula avrebbe dunque creato una situazione privilegiata rispetto alle vittime di analoghi reati non omosessuali, violando il principio di uguaglianza. Sul tema è intervenuto il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici “Non possiamo rimanere indifferenti e vedo una preoccupante incapacità di comprendere che su alcuni temi ci vogliono più garanzie - ha dichiarato Pacifici alla testata della Comunità romana Shalom - In generale l’Italia è in ritardo nell’accogliere diverse direttive europee che si prefiggono di difendere le minoranze, cioè gruppi culturali, linguistici, religiosi o sociali, dalla violenza o dall’istigazione all’odio, pratica diffusa in Europa soprattutto da gruppi dell’estrema destra. Credo quindi che sia giusto configurare il reato di omofobia, o l’aggravante omofoba, quando la violenza trovi la sua ragione nelle ideologie che disprezzano la diversità dei comportamenti e delle scelte personali. D’altra parte il legislatore ha da tempo introdotto nella normativa italiana lo specifico caso del reato di istigazione all’odio razziale e all’antisemitismo che sono state pensate a maggior tutela della minoranza ebraica. Credo quindi che il Parlamento dovrebbe esprimere una stessa sensibilità e tutela per le diversità sessuali”.

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pilpul
Quello che resta
Il Tizio della SeraLo stragista norvegese naturalmente ha un avvocato. L'avvocato ha parlato alle telelcanmere e la linea difensiva è che lo stragista sia un pazzo, il che come si sa attenuerebbe la pena. Il punto è se i nazisti abbiano nelle prooprie file solo persone che sono pazze, o il nazismo sia un sistema alla rovescia, una società per ora minima che intende regolare la società principale per mezzo di terrore, insulti efferati, stragi. Ancora oggi, esiste una vulgata secondo cui Hitler era un pazzo, ma alla base della crudeltà umana degli ultimi 100 anni, di cui il nazismo è perfetta metafora e infatti riaffiora inaffondabile, appare una questione spirituale che in senso classico possiamo dire politica. Spirtitualmente e politicamente il mondo di ora continene mercato anche quando dovrebbe contenere spirito: i film sono di genere, la letteratura di genere, la musica di genere, la televisione comunicazione di generi (politica, pubblicitá, sport, spettacolo: cioé target); lo studio, test dove apporre x sui generi del mercato in cui gli studenti abiteranno chiamandolo casa. Governa un'idea civile secondo cui bisogna lavorare 17 ore al giorno, senza regole, tutele, è normale vivere da schiavi. Quanto rimane fuori da tale sistema viene considerato obsoleto: la fede superstizione, la sola religione ammessa è la scienza; il socialismo un fallimento, il pensiero liberale un'ingenuitâ sfiorita, l'ecologia pura sovversione, e questo è vero. Rimane lo spazio per un pensiero subumano, primordiale, senza storia e memoria - il nazismo. Altro che follia: merda calzata e vestita.

Il Tizio della sera

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notizieflash   rassegna stampa
Israele - Razzo Qassam
esplode a sud di Ashkelon
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Tel Aviv - I residenti dell’Hof Ashkelon Regional Council si sono svegliati stamattina al suono dell’allarme antirazzi. A provocarlo è stato il lancio di un Qassam partito dalla Striscia di Gaza che è esploso in un’area disabitata a Sud della città. È il quarto Qassam che raggiunge il sud di Israele in pochi giorni. Nessun danno alle persone o alle cose.  
 
 
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