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25 agosto 2011 - 25 Av 5771
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alef/tav
Riccardo Di Segni
Riccardo
Di Segni,
rabbino capo
di Roma


Questo Shabbat leggeremo in Devarim 14:1 l'espressione lo titgodedu, che letteralmente significa non farsi tagli o lesioni corporali, come era uso pagano in occasione di lutto. La tradizione rabbinica estrae la regola dal contesto e la interpreta come divieto di dividersi in gruppi, in cui ciascuno fa come gli pare anziché seguire una regola comune. Difficile pensare a una norma rabbinica più trascurata di questa nella pratica. Forse un esempio di ironia...

Sergio
Della Pergola,
Università Ebraica
di Gerusalemme


Sergio Della Pergola 
Agosto. Pensieri torridi di un dietrologo. Sul Corriere della Sera del 18 agosto, a pagina 2 (non a pag. 39), Giuliana Ferraino scrive sulle cause della crisi finanziaria-economica. Titolo: "Soros, Paulson e Cohen: ecco i signori che agitano le borse". Sottotitolo: "Il caso hedge fund". Il finale a effetto: "La vendita allo scoperto a scopo ribassista è una delle tecniche preferite per guadagnare in tempi di crisi. I nomi più famosi? George Soros. John Paulson. Steven Cohen. La lista è assai lunga". Dunque, Soros: un vecchio ebreo ungherese che vive in America e sostiene molte cause comunitarie (fra cui JStreet/JCall). Dunque, sì. Poi Cohen: con quel nome, ovviamente sì. Paulson: difficile giudicare, forse no. Ma nell'articolo si parla anche di altri protagonisti della calda estate finanziaria. Il professor Tobin, l'autore della proposta di tassare le transazioni finanziarie, dunque una proposta anti-speculativa: bene, anche lui sì. Contro di lui, il duo Merkozy. Angela Merkel: sicuramente no. Nicolas Sarkozy: certo, con quel nonno di Salonicco. E sta con Carla: che di cognome fa Bruni Tedeschi. Entrambi eleggibili per la Legge del Ritorno (basta avere un nonno). Allora forse sì. Ma, dunque, chi agita le borse? Ce l'hanno o non ce l'hanno questo controllo quei signori? E se gli autori, nonché i beneficiari, delle vendite al ribasso non fossero solo quei signori, ma soprattutto le maggiori banche negli Stati Uniti e in Europa?

davar
Fascismo - Gattegna: "Da Borghezio parole inaccettabili"
Renzo GattegnaNel corso di una intervista radiofonica al programma La Zanzara su Radio 24, l’eurodeputato Mario Borghezio si è così espresso:
 “Il fascismo ha fatto cose civilissime, tipo l’introduzione della tredicesima, l’istituzione del dopolavoro. Poi ha fatto un grande piano di opere pubbliche, un motore eccezionale. Al netto delle leggi razziali e della guerra, il regime ha realizzato molte iniziative fondamentali per la modernizzazione del Paese”.
Nel merito delle affermazioni dell'esponente leghista il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha dichiarato:

"È improponibile e singolare la storia fatta con i se dell’onorevole Borghezio. Il fascismo, al netto delle leggi razziali e razziste, non è esistito. Difatti quelle leggi non sono state approvate per caso dalla Camera dei fasci e delle corporazioni che anzi le votò all’unanimità scrivendo una delle pagine più infamanti del Novecento italiano. Se anche per assurdo potesse essere nettato delle leggi razziali e razziste, a rendere detestabile il fascismo rimarrebbero comunque l’alleanza con il nazismo e la collaborazione nella realizzazione della Shoah. Proseguendo con la paradossale opera di pulizia, a lordarlo inequivocabilmente una lunga lista di violenze, bastonature, oli di ricino, confini e assassini di oppositori politici come Giacomo Matteotti e Nello e Carlo Rosselli. Ecco perché le affermazioni di Borghezio risultano inaccettabili e particolarmente gravi e pericolose in quanto pronunciate da una persona che ricopre un ruolo di rappresentanza dello Stato italiano"

Verso Durban III - Prosegue la guerra economica a Israele
Pomodori, peperoni, carote, meloni, fragole, ma soprattutto i fiori sono il prodotto ortofrutticolo più boicottato in Israele. L'Agrexco, azienda leader israeliana nell'esportazione di questi prodotti, è appena finita in bancarotta, in parte a causa proprio del boicottaggio. Venti organizzazioni e catene commerciali in tredici paesi europei avevano aderito al boicottaggio delle merci Agrexco, perché lo 0,4 per cento sarebbero prodotte in alcune fabbriche al di là della Linea verde, nella valle del Giordano e a Tekoa. Da quando Israele è entrato nel business dei fiori negli anni Settanta è arrivato perfino al secondo posto al mondo nella loro produzione, dopo l'Olanda. L'Unison, il sindacato degli oltre un milione e mezzo di dipendenti pubblici inglesi, aveva appena promosso il bando di Agrexco. Questo è soltanto l'ultimo successo in un solo anno del movimento globale che promuove il boicottaggio d'Israele. Il fondo petrolifero norvegese si è ritirato dalla compagnia Africa-Israel e dalla Danya Cebus, citandone il coinvolgimento nella "costruzione di insediamenti". Alcuni giorni fa la Coop svedese ha smesso di vendere i macchinari della Soda Stream israeliana. Il maggior fondo pensione olandese, il Pensioenfonds Zorg en Welzijn, sta ritirando gli investimenti nelle compagnie israeliane (banche, aziende di comunicazioni e sicurezza). Un fondo pensione svedese ha abbandonato gli investimenti nella Elbit per il ruolo nella barriera di sicurezza. Il comitato etico di quattro fra i maggiori fondi pensione svedesi ha chiesto alla Motorola di cessare ogni attività nel West Bank (o sarà boicottaggio). Il fondo pensione norvegese e la tedesca Deutsche Bank hanno entrambe abbandonato gli investimenti nella Elbit. Il sindacato francese della Cgt scuola ha rotto le relazioni con l'Histadrut, il sindacato israeliano. Il Congresso dei sindacati scozzesi ha votato la mozione per il boicottaggio di Israele, così la Fédération Autonome Collégial, sindacato di insegnanti pubblici e privati del Québec. Il maggiore negozio della compagnia israeliana di prodotti di bellezza Ahava ha appena chiuso a Covent Garden (ogni giorno c'erano picchetti contro l'azienda). La banca inglese Black-Rock ha ritirato investimenti nelle città ebraiche in Cisgiordania in seguito alle pressioni di tre banche norvegesi che commercializzano prodotti finanziari della BlackRock. Un consiglio provinciale scozzese ha promosso il boicottaggio dei libri stampati in Israele. La Eden Springs, la maggiore compagnia di acqua in Israele, non avrà rinnovato il contratto con la London School of Economics. Anche il centro ospedaliero universitario valdese di Losanna, uno dei principali complessi ospedalieri europei, ha rinunciato al rifornimento di acqua minerale israeliana. Gli studenti dell'Università di Edimburgo hanno approvato il boicottaggio israeliano, l'Università sudafricana di Johannesburg ha tagliato ogni relazione con quella israeliana Ben Gurion, alla De-Paul University non sarà più servito l'hummus israeliano Sabra, la University of London Union (il maggiore gruppo studentesco europeo) ha votato il boicottaggio e il governo spagnolo ha bandito l'Università israeliana di Ariel dalle competizioni scientifiche. Il sindacato norvegese El & It, che rappresenta decine di migliaia di lavoratori dell'industria energetica e di comunicazioni, ha adottato il boicottaggio del sindacato israeliano Histadrut. L'azienda francese Veolia ha dismesso il suo ruolo nella costruzione della lina ferroviaria a Gerusalemme. Lo stesso ha fatto la Deutsche Bahn e ci sono forti pressioni sull'azienda italiana Pizzarotti. Decine di artisti musicali hanno cancellato i tour in Israele (Elvis Costello, Deep Purple, Gil Scott-Heron, Roger Waters). La cooperativa americana US Food di Olympia ha approvato il boicottaggio israeliano. I negozi della cioccolata israeliana Max Brenner sono sotto pesante boicottaggio in Australia. La guerra economica a Israele si sta intensificando a ridosso di "Durban III".

(Giulio Meotti, Il Foglio, 25 agosto 2011)

pilpul
Piattezza
Il Tizio della SeraPoi i nemici non sono andati in vacanza da nessuna parte del mondo. Le pallottole hanno volato, i missili sono piombati sulle case, i governi hanno minacciato, traccheggiato, taciuto e i media hanno ridefinito le gerarchie della realtà. Perché questi sono i nemici ovunque: le pallottole, i governi, i media.
Solo la morte non ha colpe. Anzi, poveraccia, ha dovuto fare gli straordinari. Peccato, perché le ferie di agosto sarebbero una bella settimana per sognare non dico l'immortalità, ma una pace eccezionalmente piatta.

Il Tizio della sera

notizieflash   rassegna stampa
Maccabi e Hapoel Tel Aviv
in campo per l'Europa League
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Tornano in campo le squadre israeliane impegnate nelle gare di ritorno degli spareggi per l’accesso all’Europa League. La qualificazione è a portata di mano per il Maccabi Tel Aviv che, nonostante la caratura dell’avversario, con il Panathinaikos parte dal sorprendente 3 a 0 conquistato una settimana fa in Israele. È chiamato invece alla rimonta l’Hapoel Tel Aviv, che davanti al pubblico amico cercherà di rimediare alla sconfitta per 1 a 0 subita sul campo dei lituani dell’Ekranas nella gara di andata.



 
 
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