Sergio
Della Pergola,
Università Ebraica
di Gerusalemme
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Agosto. Pensieri torridi di un
dietrologo. Sul Corriere della Sera del 18 agosto, a pagina 2 (non a
pag. 39), Giuliana Ferraino scrive sulle cause della crisi
finanziaria-economica. Titolo: "Soros, Paulson e Cohen: ecco i signori
che agitano le borse". Sottotitolo: "Il caso hedge fund". Il finale a
effetto: "La vendita allo scoperto a scopo ribassista è una delle
tecniche preferite per guadagnare in tempi di crisi. I nomi più famosi?
George Soros. John Paulson. Steven Cohen. La lista è assai
lunga". Dunque, Soros: un vecchio ebreo ungherese che vive in
America e sostiene molte cause comunitarie (fra cui JStreet/JCall).
Dunque, sì. Poi Cohen: con quel nome, ovviamente sì. Paulson: difficile
giudicare, forse no. Ma nell'articolo si parla anche di altri
protagonisti della calda estate finanziaria. Il professor Tobin,
l'autore della proposta di tassare le transazioni finanziarie, dunque
una proposta anti-speculativa: bene, anche lui sì. Contro di lui, il
duo Merkozy. Angela Merkel: sicuramente no. Nicolas Sarkozy: certo, con
quel nonno di Salonicco. E sta con Carla: che di cognome fa Bruni
Tedeschi. Entrambi eleggibili per la Legge del Ritorno (basta avere un
nonno). Allora forse sì. Ma, dunque, chi agita le borse? Ce l'hanno o
non ce l'hanno questo controllo quei signori? E se gli autori, nonché i
beneficiari, delle vendite al ribasso non fossero solo quei signori, ma
soprattutto le maggiori banche negli Stati Uniti e in Europa?
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Nel corso di una intervista
radiofonica al programma La Zanzara su Radio 24, l’eurodeputato Mario
Borghezio si è così espresso:
“Il fascismo ha fatto cose civilissime, tipo l’introduzione
della tredicesima, l’istituzione del dopolavoro. Poi ha fatto un grande
piano di opere pubbliche, un motore eccezionale. Al netto delle leggi
razziali e della guerra, il regime ha realizzato molte iniziative
fondamentali per la modernizzazione del Paese”. Nel merito delle affermazioni dell'esponente leghista il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane Renzo Gattegna ha dichiarato:
"È improponibile e singolare la storia fatta con i se dell’onorevole
Borghezio. Il fascismo, al netto delle leggi razziali e razziste, non è
esistito. Difatti quelle leggi non sono state approvate per caso dalla
Camera dei fasci e delle corporazioni che anzi le votò all’unanimità
scrivendo una delle pagine più infamanti del Novecento italiano. Se
anche per assurdo potesse essere nettato delle leggi razziali e
razziste, a rendere detestabile il fascismo rimarrebbero comunque
l’alleanza con il nazismo e la collaborazione nella realizzazione della
Shoah. Proseguendo con la paradossale opera di pulizia, a lordarlo
inequivocabilmente una lunga lista di violenze, bastonature, oli di
ricino, confini e assassini di oppositori politici come Giacomo
Matteotti e Nello e Carlo Rosselli. Ecco perché le
affermazioni di Borghezio risultano inaccettabili e particolarmente
gravi e pericolose in quanto pronunciate da una persona che ricopre un
ruolo di rappresentanza dello Stato italiano"
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Verso Durban III - Prosegue la guerra economica a Israele
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Pomodori,
peperoni, carote, meloni, fragole, ma soprattutto i fiori sono il
prodotto ortofrutticolo più boicottato in Israele. L'Agrexco, azienda
leader israeliana nell'esportazione di questi prodotti, è appena finita
in bancarotta, in parte a causa proprio del boicottaggio. Venti
organizzazioni e catene commerciali in tredici paesi europei avevano
aderito al boicottaggio delle merci Agrexco, perché lo 0,4 per cento
sarebbero prodotte in alcune fabbriche al di là della Linea verde,
nella valle del Giordano e a Tekoa. Da quando Israele è entrato nel
business dei fiori negli anni Settanta è arrivato perfino al secondo
posto al mondo nella loro produzione, dopo l'Olanda. L'Unison, il
sindacato degli oltre un milione e mezzo di dipendenti pubblici
inglesi, aveva appena promosso il bando di Agrexco. Questo è soltanto
l'ultimo successo in un solo anno del movimento globale che promuove il
boicottaggio d'Israele. Il fondo petrolifero norvegese si è ritirato
dalla compagnia Africa-Israel e dalla Danya Cebus, citandone il
coinvolgimento nella "costruzione di insediamenti". Alcuni giorni fa la
Coop svedese ha smesso di vendere i macchinari della Soda Stream
israeliana. Il maggior fondo pensione olandese, il Pensioenfonds Zorg
en Welzijn, sta ritirando gli investimenti nelle compagnie israeliane
(banche, aziende di comunicazioni e sicurezza). Un fondo pensione
svedese ha abbandonato gli investimenti nella Elbit per il ruolo nella
barriera di sicurezza. Il comitato etico di quattro fra i maggiori
fondi pensione svedesi ha chiesto alla Motorola di cessare ogni
attività nel West Bank (o sarà boicottaggio). Il fondo pensione
norvegese e la tedesca Deutsche Bank hanno entrambe abbandonato gli
investimenti nella Elbit. Il sindacato francese della Cgt scuola ha
rotto le relazioni con l'Histadrut, il sindacato israeliano. Il
Congresso dei sindacati scozzesi ha votato la mozione per il
boicottaggio di Israele, così la Fédération Autonome Collégial,
sindacato di insegnanti pubblici e privati del Québec. Il maggiore
negozio della compagnia israeliana di prodotti di bellezza Ahava ha
appena chiuso a Covent Garden (ogni giorno c'erano picchetti contro
l'azienda). La banca inglese Black-Rock ha ritirato investimenti nelle
città ebraiche in Cisgiordania in seguito alle pressioni di tre banche
norvegesi che commercializzano prodotti finanziari della BlackRock. Un
consiglio provinciale scozzese ha promosso il boicottaggio dei libri
stampati in Israele. La Eden Springs, la maggiore compagnia di acqua in
Israele, non avrà rinnovato il contratto con la London School of
Economics. Anche il centro ospedaliero universitario valdese di
Losanna, uno dei principali complessi ospedalieri europei, ha
rinunciato al rifornimento di acqua minerale israeliana. Gli studenti
dell'Università di Edimburgo hanno approvato il boicottaggio
israeliano, l'Università sudafricana di Johannesburg ha tagliato ogni
relazione con quella israeliana Ben Gurion, alla De-Paul University non
sarà più servito l'hummus israeliano Sabra, la University of London
Union (il maggiore gruppo studentesco europeo) ha votato il
boicottaggio e il governo spagnolo ha bandito l'Università israeliana
di Ariel dalle competizioni scientifiche. Il sindacato norvegese El
& It, che rappresenta decine di migliaia di lavoratori
dell'industria energetica e di comunicazioni, ha adottato il
boicottaggio del sindacato israeliano Histadrut. L'azienda francese
Veolia ha dismesso il suo ruolo nella costruzione della lina
ferroviaria a Gerusalemme. Lo stesso ha fatto la Deutsche Bahn e ci
sono forti pressioni sull'azienda italiana Pizzarotti. Decine di
artisti musicali hanno cancellato i tour in Israele (Elvis Costello,
Deep Purple, Gil Scott-Heron, Roger Waters). La cooperativa americana
US Food di Olympia ha approvato il boicottaggio israeliano. I negozi
della cioccolata israeliana Max Brenner sono sotto pesante boicottaggio
in Australia. La guerra economica a Israele si sta intensificando a
ridosso di "Durban III".
(Giulio Meotti, Il Foglio, 25 agosto 2011)
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Piattezza
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Poi i nemici non sono andati in
vacanza da nessuna parte del mondo. Le pallottole hanno volato, i
missili sono piombati sulle case, i governi hanno minacciato,
traccheggiato, taciuto e i media hanno ridefinito le gerarchie della
realtà. Perché questi sono i nemici ovunque: le pallottole, i
governi, i media.
Solo la morte non ha colpe. Anzi, poveraccia, ha dovuto fare gli
straordinari. Peccato, perché le ferie di agosto sarebbero una bella
settimana per sognare non dico l'immortalità, ma una pace
eccezionalmente piatta.
Il
Tizio della sera
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rassegna
stampa |
Maccabi
e
Hapoel Tel Aviv
in campo per l'Europa League
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Leggi la rassegna |
Tornano
in campo le squadre israeliane impegnate nelle gare di ritorno degli
spareggi per l’accesso all’Europa League. La qualificazione è a portata
di mano per il Maccabi Tel Aviv che, nonostante la caratura
dell’avversario, con il Panathinaikos parte dal sorprendente 3 a 0
conquistato una settimana fa in Israele. È chiamato invece alla rimonta
l’Hapoel Tel Aviv, che davanti al pubblico amico cercherà di rimediare
alla sconfitta per 1 a 0 subita sul campo dei lituani dell’Ekranas
nella gara di andata.
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