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  26 agosto 2011 - 26 Av 5771
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Alfredo Mordechai Rabello Alfredo Mordechai Rabello, giurista

Quando D-o desidera punire un uomo, lo priva della fede. (Baal Shem Tov)

Gadi Polacco,
consigliere
  Comunità
 di Livorno


Gadi Polacco
Si può seriamente dire di Jallud, uno che è stato a lungo il numero due del dittatore Gheddafi, che "ha svolto in Libia un ruolo equilibrato, non si è macchiato di delitti, non è corresponsabile di atti criminali, quindi avrà un ruolo da giocare se lo vorrà e lo vorranno i libici"?! Sono parole del Ministro Frattini che, purtroppo, a qualche giorno dall'inizio della ribellione libica ancora affermava, a Radio Anch'io, che in fondo in fondo, in qualche modo, una certa forma di consultazione popolare provinciale in Libia c'era...
Ormai Jallud ce lo propinano quotidianamente le Tv e, quasi quasi in fondo in fondo, ispira anche una certa simpatia perché penso sia il primo a chiedersi per quale motivo lo intervistino, ma fin che la barca va...

davar
Giornata della Cultura - Tradizione e modernità
Locandina GiornataSi avvicina a grandi passi l'appuntamento con la Giornata Europea della Cultura Ebraica, giunta quest'anno alla dodicesima edizione e declinata sul tema Ebraismo 2.0 dal Talmud al web. Un suggestivo confronto tra tradizione e modernità che domenica 4 settembre porterà come ogni anno decine di migliaia di italiani nei luoghi ebraici dello Stivale per una giornata di porte aperte e condivisione. Fulcro dell'edizione 2011 sarà l'ebraismo senese, sezione affiliata alla Comunità ebraica di Firenze che eredita il testimone di città capofila per l'Italia dalla "cugina" Livorno.  
Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito ufficiale della Giornata: www.ucei.it/giornatadellacultura

Alla scoperta degli itinerari culturali ebraici

La Giornata europea della cultura ebraica è diventata un appuntamento annuale della prima domenica di settembre, atteso ormai da migliaia di persone, che coinvolge e accomuna i gruppi più diversi ed eterogenei desiderosi di conoscere una cultura, quella ebraica, che è ancora – nonostante tutto 
poco nota.
L’idea alla base di questo evento è stata fin dall’origine quella di favorire la conoscenza dell’ebraismo, parlando della sua storia, mettendo in luce i suoi principi fondanti, le pratiche e i riti, il significato e il valore della sua identità culturale, l’importanza della lingua ebraica e, non ultima, la vitalità del gruppo ebraico in tutto il mondo. Per farlo, gli organizzatori hanno aperto le porte di sinagoghe e siti ebraici, musei e biblioteche, accompagnando questa operazione “porte aperte” con conferenze, incontri ed eventi nelle piazze e nei teatri che propongono musica, temi e soggetti culturali che non è facile ascoltare nel corso dell’anno. Un cammino di diffusione della conoscenza del mondo ebraico iniziato ormai dodici anni fa, che non mostra segni di stanchezza visto che, nel corso degli anni, il numero dei Paesi partecipanti è cresciuto in Europa di anno in anno fino ad arrivare agli attuali 27 Paesi con un numero dei visitatori che raggiunge le 200 mila persone nello stesso giorno.
Ed è proprio la dimensione europea che rappresenta per l’AEPJ (Association européenne pour la préservation et la valorisation de la culture et du patrimoine juifs), che organizza l’evento, il valore della manifestazione. Negli ultimi anni hanno infatti iniziato a prender parte alla Giornata europea della cultura ebraica anche Paesi dell’est europeo nei quali si sono riformati gruppi ebraici che hanno dovuto reinventare la loro vita di gruppo, ricostruire la loro identità e il loro passato dopo anni in cui avevano dovuto cancellare la propria identità. Si tratta di una nuova sfida dell’ebraismo europeo che l’AEPJ intende valorizzare ulteriormente, portando avanti nei prossimi mesi un secondo progetto che, dopo il riconoscimento ufficiale del Consiglio d’Europa, sta diventando realtà. Si tratta della creazione dell’Itinerario ebraico europeo che riunirà, nel corso di tutto l’anno, le principali località nelle quali esiste o è esistita una vita ebraica che ha lasciato monumenti e ricordi culturali, materiali o immateriali, parte ormai integrante del patrimonio europeo. In quest’itinerario l’Italia potrà avere senza dubbio un ruolo importante, vista la ricchezza del patrimonio artistico ebraico presente nel nostro Paese e l’attuale vitalità del suo ebraismo.
I due progetti, quello della Giornata europea della cultura ebraica e quello dell’Itinerario ebraico europeo, andranno di pari passo, continuando a coesistere, pur in momenti e con modalità diverse. La Giornata rimarrà l’evento annuale della prima domenica di settembre, mentre l’Itinerario si svilupperà in modo continuato, entrambi con lo scopo di diffondere la conoscenza del mondo ebraico. L’AEPJ ritiene infatti che solo l’informazione e il rapporto diretto possono contribuire ad abbattere pregiudizi e stereotipi e solo con il confronto possono cadere le barriere di diffidenza e di incomprensione che impediscono la creazione di una società “inclusiva”, che non teme l’altro perché diverso.

Annie Sacerdoti, consigliere UCEI con delega alla Giornata e consigliere AEPJ

Il grande mare

Il rapporto tra ebraismo e nuove tecnologie deve essere inteso come una opportunità innovativa, una proposta e, perché no?, anche come una sfida. E’ con questo spirito che in aprile – con un pizzico di orgoglio e timore, ma anche molto entusiasmo – sono state presentate le proposte che, complici le nuove tecnologie, terranno banco in questa edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica. Con molta soddisfazione registriamo che tale sfida è stata da molti accettata e, il 4 settembre, si popoleranno molte “piazze” ebraiche, oltre che fisicamente (attraverso le visite guidate, i talk show, le conferenze, i concerti etc.) anche virtualmente, attraverso tour online, visite in internet, web cam e così via.
Coniugare tradizione e innovazione è una costante dell’ebraismo: è questa una delle formule attraverso le quali esso è riuscito a mantenersi vivo nel corso dei secoli. Proporre di conoscerlo anche attraverso le nuove tecnologie, e in particolare attraverso il web, significa adeguare il messaggio al linguaggio dei loro utilizzatori per eccellenza: i giovani di oggi, una generazione che non può fare a meno di internet e dei social network.
Del resto in una precedente edizione della Giornata, dedicata all’educazione ebraica, abbiamo imparato che “il ragazzo va educato secondo la strada che si sceglie” e il Talmud ci insegna che ci deve essere un rinnovamento, e che anche attraverso il rinnovamento si trasmettono le tradizioni. Nel Talmud, la massima fonte del sapere ebraico, oltre a – com’è ovvio – principi di religione, a elementi letterari, giuridici, esegetici, omiletici e filosofici oltre che scientifici, vi troviamo l’indicazione che la scienza (cosa può esserci di più innovativo e in continua evoluzione?) fornisce un grande supporto alla formulazione finale della Halakhà, la normativa ebraica. Intere categorie che servono per la definizione del rituale, debbono necessariamente utilizzare le classificazioni scientifiche (ad esempio per la kasheruth o per la distinzione tra le specie per le benedizioni…).
Il Talmud è un testo molto vario e ampio: per questo è anche definito “il mare”, un mare talmente grande che – come dice nel Talmud stesso un Maestro dal nome un po’ buffo, Ben Bag Bag – tutto può essere trovato in esso. E così per internet, la massima espressione delle nuove tecnologie: tutto può essere trovato in esso. Nell’ebraismo le norme che stanno alla base dell’ebraismo sono state trasmesse da un luogo all’altro, da un’accademia talmudica all’altra e sono state così tramandate, permettendo all’ebraismo di mantenersi vivo. Nelle accademie, l’amore per la sapienza, per la conoscenza, per lo studio fatto in particolare attraverso le domande, è stato il vero collante e cemento dell’ebraismo. E internet, anzi il web 2.0, potrebbe essere il mezzo che potrà contribuire a smussare la distanza e l’incomprensione tra le culture.
Ishayau da Trani (un Maestro del dodicesimo secolo che proveniva appunto da Trani, una splendida località del sud, teatro e capofila della Giornata 2009, una delle mete che consigliamo per una visita non solo virtuale) definisce le nuove generazioni, in tutti i tempi, come dei nani che sono sulle spalle di giganti. I giganti hanno a disposizione scienze e saperi che i nani non potrebbero conoscere se non salissero sulle loro spalle, potendo così vedere più lontano. E questo non grazie alla loro statura o alla acutezza della loro vista, ma solo perché sfruttano l’altezza dei giganti. Una metafora che, applicata alla nostra epoca, l’epoca di internet, ci può insegnare molto; internet mette a disposizione conoscenze incredibili: speriamo solo di scegliere sempre i giganti giusti sulle cui spalle poter salire.
Ed allora non ci resta che invitare tutti voi a cogliere le opportunità che offrono attualmente i nuovi mezzi di comunicazione e utilizzarli per far conoscere e diffondere la cultura e il patrimonio ebraico, proprio partendo da questa edizione della Giornata della Cultura. Con una sola avvertenza: anche su internet, così come nella vita reale, bisogna porre particolare attenzione alle false notizie e ai falsi in generale. Il basso costo e la facilità di realizzazione di un qualunque sito corrispondono in modo direttamente proporzionale al numero di siti che si trovano oggi on line e in modo inversamente proporzionale alla loro qualità. Le fole che circolano in internet e la rapidità spaventosa con la quale si diffondono dovrebbero costituire un buon segnale di allarme per tutti i navigatori.
Bisogna cogliere l’opportunità che offrono attualmente i nuovi mezzi di comunicazione e utilizzarli per far conoscere e diffondere la cultura e il patrimonio ebraico, proprio partendo da questa edizione della Giornata della Cultura: è questo il nostro augurio. Buona navigazione!

Sira Fatucci, coordinatrice Giornata Europea della Cultura Ebraica

pilpul
Culture in mostra
Anna SegreVisita a un villaggio Masai in Kenya: gli abitanti ci accolgono con danze di benvenuto, ci fanno entrare nelle capanne, ci fanno vedere come si accende il fuoco e ci presentano l”uomo della medicina” che
ci illustra le proprietà di alcune piante; alla fine canti di commiato. Qualcuno esce dalla visita insoddisfatto giudicandola “finta”: in effetti i Masai usano moto e telefoni cellulari, molti di loro non vivono davvero nelle capanne tradizionali e le cerimonie di benvenuto e commiato sono state probabilmente inventate a beneficio dei turisti. Ne nasce una discussione su cultura e identità. Personalmente la distinzione tra “vero” e “finto” parlando di culture umane non mi convince, perché sembra presupporre che solo la cultura  occidentale sia in grado di evolversi, mentre le altre possono solo mantenersi eternamente uguali a se stesse oppure scomparire. Secondo me, invece, una cultura di minoranza non rinnega necessariamente se stessa ogni volta che assume al proprio interno usi e costumi della maggioranza, anzi, proprio la sua capacità di mutare e accogliere sollecitazioni esterne dimostra che è una cultura viva. L’ebraismo ha dato prova per millenni di questa capacità di adattamento. Le cerimonie inventate ad hoc per i turisti mi hanno fatto venire in mente la Giornata Europea della Cultura Ebraica: nella prima domenica di settembre (che non  è una nostra festività tradizionale) accogliamo i visitatori nelle  nostre comunità e sinagoghe e organizziamo attività di vario  genere esclusivamente a loro beneficio, talvolta con canti e cibi destinati originariamente a tutt’altro contesto. Questo ci rende “finti”? Non mi pare. Anzi, se in futuro uno storico che volesse studiare l’ebraismo italiano del ventunesimo secolo trascurasse la Giornata della Cultura commetterebbe senz’altro un grave errore, così come sbaglierebbe chi volesse studiare i Masai del ventunesimo secolo senza considerare le cerimonie per i turisti: di entrambe le  culture verrebbe fuori un’immagine davvero finta. In entrambi i casi si tratta della risposta a esigenze vitali: per i Masai le visite costituiscono un’utile fonte di reddito, a noi servono per demolire il pregiudizio che ci dipinge come una comunità chiusa e poco disposta a mostrarsi all’esterno. Chissà quanti usi e costumi di diverse culture, nel corso della storia, sono stati inizialmente  introdotti allo scopo di trasmettere una certa immagine di sé al mondo esterno. Si può anche discutere sull’opportunità di dedicare più o meno tempo e risorse alle attività organizzate a beneficio dei visitatori, magari con il rischio di trascurarne  altre “interne”; comunque sia, la scelta di mettersi in mostra non indica necessariamente decadenza o crisi di identità.

Anna Segre, insegnante


notizieflash   rassegna stampa
Israele - Jihad annuncia tregua
  Leggi la rassegna

Novità importanti dal Medio Oriente. Nelle scorse ore infatti il gruppo della Jihad Islamica ha annunciato un nuovo accordo di cessate il fuoco con Israele. Secondo fonti citate dalla radio israeliana, l'accordo ha visto seduti al tavolo degli intermediari 'Egitto e Nazioni Unite ed è in vigore già da questa mattina. Ad annunciare la tregua Nafaz Azam, uno dei leader del gruppo jihadista. L’annuncio è in qualche modo inaspettato visto che sembrava nell’aria un inasprimento nel lancio di razzi dalla Striscia di Gaza verso il territorio israeliano. 
 

Il Talmud all'epoca di internet
Ida Bozzi, Corriere della Sera

Ebraismo 2.0, dal Talmud al web
Massimo Lomonaco,
Gazzetta del Mezzogiorno

Luce sulla Shoah
Massimiliano Fuksas, Espresso

La mia Libia d'oro profanata dal raìs
Roger Abravanel, Corriere della Sera











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