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5 settembre 2011 - 6 Elul 5771
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l'Unione informa
ucei 
moked è il portale dell'ebraismo italiano
 
alef/tav
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Riccardo Di Segni Riccardo
Di Segni,
rabbino capo
di Roma

Un'espressione come "L' Italia dalla Divina Commedia al computer" ha un certo fascino, ma bisogna vedere cosa significa; è un accostamento di un libro famoso di una certa epoca con uno strumento di lavoro e comunicazione che segna la nostra epoca; quindi l'espressione potrebbe suggerire un confronto tra due epoche, ognuna segnata da un simbolo. L'accostamento ha senso se si fanno un po' di salti logici e di associazione di idee, come nella figura retorica della metonimia, dove si sostituisce la materia con l'oggetto, il contenuto con il contenitore, il simbolo con la cosa simbolizzata. E' quello che è avvenuto con la Giornata europea della cultura ebraica, celebrata ieri ovunque con grande e meritato successo; il titolo era "Ebraismo 2.0 dal Talmud a Internet". Già qualcuno ha rilevato e segnalato le strane incongruenze di questa espressione. Ciò che preme sottolineare è che il Talmud è e rimane il testo fondamentale della tradizione rabbinica, e Internet è un formidabile mezzo attuale di comunicazione. Si può studiare il Talmud con Internet, ma Internet è uno strumento che non sostituisce il Talmud, non è la sua evoluzione naturale. La logica rabbinica funziona spesso con meccanismi simbolici e associazioni di idee, ma l'ebraismo non è una figura retorica.
Anna
Foa,
 storica

   
Anna Foa
Quando mi è giunta la notizia della morte di Giorgina Arian Levi avevo da poco finito di rileggere il libro che aveva pubblicato, insieme con Giulio Disegni, nel 1998, Fuori dal ghetto. Il 1848 degli ebrei. E' un bel libro, pieno di suggestioni intelligenti, ma quello che mi ha colpito di più, a questa rilettura, è la domanda che vi emerge: perché il Piemonte? Perché il Piemonte si colloca alla guida del processo unitario e lo stesso Piemonte sancisce per primo in Italia il principio dell'uguaglianza delle minoranze, i valdesi e gli ebrei? Il nesso tra questa scelta e il progetto unitario vi appare forte e stretto, come significative vi appaiono le discussioni, le proposte, gli scritti prodotti tra la prima emancipazione e il 1848 dagli ebrei piemontesi, in un circolo d'intenti con gli intellettuali e i politici, dai D'Azeglio a Cavour, che di questa emancipazione si fecero strenui sostenitori. Ne emerge una storia di intensa presenza  e attività da parte del mondo ebraico, e una concordanza ideale e politica tra ebrei e Risorgimento che segnerà fortemente nei primmi decenni la storia del giovane Stato italiano. Una storia che per Giorgina Arian Levi - come per molti della sua generazione -  fu anche la premessa ideale alle sue scelte di vita ed alle sue battaglie.

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davar
Qui Siena - Una Giornata sotto i riflettori
“Come mi hanno insegnato i Maestri, le domande migliori non hanno risposta. Le altre non meritano risposta”. Haim Baharier ha accolto il suo interlocutore-intervistatore Tobia Zevi al termine della sua lectio magistralis “Il mondo che verrà”, con un avvertimento carico di ironia, ma tale da rendere ancora più impegnativo il compito di parlare dopo il grande studioso di ermeneutica biblica, per l’ultimo appuntamento della Giornata Europea della Cultura Ebraica nella città capofila Siena.
Nella cornice di Piazza del Mercato, solo un vicolo e una scala più in là di Piazza del campo, il dialogo fra due generazioni di ebrei italiani ha chiuso una lunga serie di iniziative che aveva preso il via già al termine dello Shabbat per celebrare la XII edizione della rassegna.
Con decine di migliaia di visitatori nelle sessantadue località italiane che si sono animate di eventi a carattere ebraico la partecipazione del pubblico,  malgrado la pioggia in alcune parti della Penisola, non è mancata.  A Siena, mentre il sole tramontava riempiendo di luce le colline circostanti, dopo che il vento aveva spazzato via l’afa e le nuvole che lo avevano nascosto in mattinata, il pubblico ha continuato ad affollare la trecentesca struttura del mercato coperto, curiosando tra libri, oggettistica, assaggi di piatti tipici e postazioni multimediali. Postazioni multimediali che hanno rappresentato uno dei tratti caratterizzanti della Giornata, che ha raccontato in decine di località in tutta la penisola l’Ebraismo 2.0. Dal Talmud a Internet, interpretazione italiana di “European Day of Jewish Culture 2.0: Facing the Future”, filo conduttore stabilito a livello europeo per i 27 paesi partecipanti.
Nel pomeriggio il talk show condotto dal giornalista David Parenzo davanti a un pubblico di circa 250 persone aveva trattato il tema dell'umorismo ebraico. “Ridere per ridere: racconti barzellette e umorismo ebraico da Abramo al Web! La risata corre nella rete”. Ospiti Massimo Caviglia vignettista e autore televisivo, il massmediologo Klaus Davi, Daniel Vogelmann, a capo della casa editrice La Giuntina, rav Sholomo Bechor (organizzatore di una yeshivah online), il giornalista Felice Froio e l'attore Moni Ovadia. Tra spezzoni di film, storielle e riflessioni più serie (“Si può ridere di tutto?” la domanda posta da Parenzo agli interlocutori) il pubblico è stato guidato attraverso i punti più noti della satira ebraica, dalla “yiddish mame” la terribile madre “apprensiva, mai contenta e sempre arrabbiata con la nuora”, alla presa in giro degli stereotipi. Il tutto condito da un ingrediente in puro stile 2.0: la diretta degli avvenimenti in streaming sul sito della Giornata, trasmessi anche in diverse Comunità italiane.
Nel frattempo sono proseguite per tutto il giorno le visite guidate alla sinagoga settecentesca da poco ristrutturata, teatro degli avvenimenti della mattina, con la cerimonia ufficiale di apertura che aveva visto la partecipazione tra gli altri del presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, del sindaco di Siena Franco Ceccuzzi e di Guidobaldo Passigli, presidente della Comunità di Firenze, punto di riferimento della realtà senese.
“Da tempo immemorabile non si manifestava un interesse così spiccato e un desiderio così esplicito di conoscere la nostra cultura, le nostre tradizioni, la nostra religione e non ci pervenivano inviti forti e ripetuti a partecipare e a confrontarci - aveva dichiarato Gattegna nel corso della mattinata - La nostra risposta non può che essere, come simbolicamente è questa Giornata, l’apertura delle porte dei luoghi dedicati alla cultura e alle tradizioni ebraiche per proseguire, con tutti coloro che dimostrano la loro disponibilità, il cammino della reciproca conoscenza, della comprensione e del rispetto”.

Rossella Tercatin

Qui Pisa - La città ricorda l’infamia delle leggi razziste
"Un'iniziativa che mira ad avere una rilevanza nazionale". Il sindaco di Pisa Marco Filippeschi presenta così la Giornata della memoria delle leggi razziali italiane contro la persecuzione verso gli ebrei e contro ogni razzismo che viene oggi celebrata nella città toscana. La stessa città in cui il 5 settembre 1938  il re d'Italia Vittorio Emanuele III firmò il Regio decreto che introdusse le leggi razziste privando la minoranza ebraica italiana di molti diritti fondamentali. Un episodio di infamia spesso sottovalutata che ha spinto l’attuale amministrazione comunale a organizzare questa giornata di riflessione e commemorazione che ci si augura possa stimolare future iniziative analoghe in altri luoghi dello Stivale. La Giornata, promossa dal Comune assieme alla Comunità ebraica di Pisa, al Centro Interdipartimentale di studi ebraici dell'Università e della Scuola Normale Superiore, si è aperta con la deposizione di alcune corone al Cimitero ebraico e proseguirà nel pomeriggio con una lectio magistralis del professor Stefano Levi Della Torre a Palazzo Gambacorti cui seguiranno gli interventi del sindaco Filippeschi, del rabbino Luciano Caro, del professor Michele Battini e del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. Porterà tra gli altri il suo saluto il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna. Nel corso della giornata inoltre artisti di strada leggeranno gli articoli del Manifesto della Razza sugli autobus, nelle biblioteche e per le vie della città. A chiudere un concerto organizzato dall’Associazione Nazionale Partigiani Italiani alle 21 allo spazio SMS.

Qui Roma - Una Giornata fra crescita e domande
Si è appena conclusa la dodicesima edizione della Giornata europea della cultura ebraica. Sessantadue sono state le località italiane che hanno partecipato a questa ormai consolidata iniziativa.
Anche a Roma è il momento adatto per fare il punto della situazione, per scoprire qual'è stato l'impatto sul pubblico e le impressioni degli organizzatori.
"Innovazione nella tradizione". Così Claudio Procaccia, direttore del Dipartimento Cultura della Comunità Ebraica di Roma sintetizza il tema scelto: Ebraismo 2.0 dal Talmud al web. Un tema inedito ma attuale, perché l'ebraismo, con la sua storia e le tradizione millenarie, è protagonista e vivo nella quotidianità.
Miriam Haiun, direttrice del Dipartimento delle attività culturali di Roma, preferirebbe argomenti più specifici, che si adattino a tutte le iniziative. "La scelta di un tema come internet ha reso difficile mantere il filo conduttore tra i vari incontri" spiega. Nonostante ciò, esso è stato approfondito e articolato con successo, soprattutto nel ciclo di conferenze svoltesi nell'arco della giornata. Interessante l'intervento di Alex Zarfati che ha spiegato come la Comunità ebraica si stia informatizzando. Stimolante anche l'incontro con Silvia Haia Antonucci, che ha illustrato come la tecnologia sia un modo efficace per la conservazione dei documenti antichi e di conseguenza, anche dell'identità ebraica.
La giornata ha riscosso un notevole successo fra il pubblico, interessato, curioso e attirato dalla varietà delle iniziative. Continua è stata l'affluenza, anche se, ad eccezione del Museo ebraico (con 1760 visitatori), le cifre non sono state soddisfacenti: 3600 le presenze, poche se confrontate con le 5000 dell'anno precedente, complice, sicuramente, il caldo afoso.
"Altra difficoltà da non sottovalutare è stata la completa assenza dei finanziamenti esterni" ci informa Miriam Haiun.
Gli ostacoli, dunque, sono stati molti, eppure i vari dipartimenti sono stati intraprendenti e risoluti nell'accettare la sfida, approfondendo una cooperazione tra settori culturali diversi.
La Giornata europea della cultura ebraica è stata così un'occasione per confrontarsi, conoscersi e per crescere insieme.

Sara Pavoncello
 
Qui Milano - Tradizione e tecnologia
“La conoscenza è lo strumento più importante per la lotta contro l’intolleranza”. Con questa affermazione il Presidente Jarach ha aperto la giornata a Milano, riassumendo lo scopo che l’iniziativa si prefigge, il cui raggiungimento è ora più semplice grazie alle nuove tecnologie che “accelerano la divulgazione e aumentano le possibilità di fruizione”.
La mattinata è continuata con i saluti delle autorità: l’assessore alla cultura della Comunità milanese Daniele Cohen, l’assessore comunale Pierfrancesco Maiorino, l’assessore alla Cultura del Comune di Milano Stefano Boeri, il presidente del Consiglio della Provincia Bruno Taddei, l’assessore regionale Alessandro Colucci e il Consigliere UCEI Giorgio Mortara. I loro interventi hanno messo in luce il ruolo delle Comunità Ebraiche in generale, e in particolare di quella di Milano, nell’arricchimento e nello scambio culturale con la realtà in cui vengono a trovarsi.  “La cultura ebraica rappresenta il modello della globalizzazione, un modello antico del radicamento nel mondo di enzimi culturali, che si rigenerano localmente. Quella ebraica a Milano è una minoranza che sa essere egemonia” ha rilevato
l'assessore Boeri . Interscambi fra culture oggi resi ancora più intensi dalla navigazione in internet che, nel suo intervento, Giorgio Mortara ha associato a quella nel Talmud, che i maestri hanno spesso paragonato a un mare.
Subito dopo una lezione di Rav Alfonso Arbib, incentrata sul tema della velocità che caratterizza le comunicazioni digitali: senza negare i vantaggi che apporta anche nell’ambito dello studio dell’ebraismo, forse qualche volta bisognerebbe prendersi un po’ più di tempo per ascoltare gli altri prima di dare la propria opinione. “La nostra tradizione”, conclude il Rav, “ci dice come si studia: un metodo basato sull’oralità, che occorre tenere in vita, perché riesce a mettere insieme velocità e lentezza e a mantenere intatto il rapporto fra maestro e allievo”.
“Internet ha abolito lo spazio e il tempo: gli ebrei hanno fatto a meno dello spazio e hanno cercato di unire le generazioni passate e future attraverso lo studio. Il libro è la nostra patria” ha sottolineato poi il professor David Meghnagi, il cui intervento è stato seguito da un lungo applauso.
A conclusione della mattinata, un intervento del professor Giulio Giorello, simbolica risposta a quello di Meghnagi, incentrato sullo stretto rapporto fra “tradizione e tradimento”.
Nel primo pomeriggio, dopo una passeggiata tra stand di gastronomia libri, oggettistica, artigianato ebraico, e uno stand interattivo di JewBox Radio, si sono susseguite numerose visite guidate alla sinagoga di via Guastalla, incentrate sulla spiegazione delle regole di tradizione ebraica dallo Shabbat alla kasherut.
Nella Biblioteca Centrale del Palazzo Sormani è stata inaugurata la mostra "Una storia di carattere. 150 anni di stampa ebraica in Italia" a cura del CDEC, dedicata alle pubblicazioni periodiche prodotte in Italia dall'età dell'Emancipazione ai giorni nostri.
A seguire, il regista Ruggero Gabbai e il fotografo Alberto Jona hanno tenuto la conferenza "Quando il pensiero diventa immagine: da Walter Benjamin a Mark Zuckemberg" nell'ambito dell'esposizione e premiazione delle fotografie del Concorso fotografico "Judaism in the Age of NewMedia" a cura del CDEC.
Partendo dal pensiero del filosofo tedesco, Gabbai, ha posto il dilemma fra la definizione e la circoscrizione del termine "Arte ebraica". Come ricordava Benjamin "la tecnologia non è la conoscenza profonda della natura ma la relazione tra la natura e l'uomo", così la fotografia, se non che l'arte, diviene il mezzo per esprimere e contemporaneamente conoscere un'identità, che in questo caso può dirsi ebraica.
Difatti sono proprio la conoscenza ed i mezzi che utilizziamo a permetterci di protrarre nel tempo la cultura, così racconta Rav Somekh, parlando di Talmud. Questa volta un Talmud particolare, raccontato a immagini, o meglio, a fumetti. Si è conclusa così in serata la presentazione a cura del Rav Alberto Somekh e Andrea Grilli del libro "I racconti del Talmud a fumetti". Grilli ha sottolineato, con un aneddoto personale, come in questo modo sia possibile avvicinare anche i più giovani allo studio tanto complesso come quello del Talmud.
Nella serata si sono poi tenuti due concerti, "Le reti globali della musica ebraica: melodie e canti degli ebrei italiani", con Francesco Spagnolo, e "Un grembo, due nazioni, molte anime. Parole e musiche degli ebrei d'Italia" con Manuel Buda, Miriam Camerini e Lorenzo Arruga.

Francesca Matalon e Francesca Olga Hasbani

Qui Torino - Talmud, spettacoli e musica Kletzmer
Al centro della Giornata della Cultura Ebraica a Torino il ricordo di Giorgina Arian Levi. "Una donna che ha saputo conciliare le ragioni della cultura ebraica con quelle delle altre religioni. E forse non è solo un caso che nel momento in cui Giorgina ci lascia l'ebraismo e la cittadinanza si riuniscano". Così Piero Fassino, sindaco di Torino, che ha voluto commemorare ieri mattina la sua concittadina, insignita lo scorso anno del sigillo della città.
"In questa giornata assistiamo all'apertura di tutte le nostre porte, di tutti i luoghi dedicati all'ebraismo, per continuare il cammino della reciproca conoscenza, anche in ricordo di un persona che è stata tra le pietre miliari della nostra comunità di Torino: Giorgina Levi". Queste le parole della vicepresidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Claudia De Benedetti, pronunciate nel corso della serata, prima che fosse allestito lo spettacolo Fuori dal Ghetto tratto dall'omonimo libro di Giulio Disegni e  Giorgina Levi. La Giornata si è aperta nella mattinata con un convegno sul Talmud tenuto da Rav Alberto Moshè Somekh, dal maskil Gabriele Di Segni e moderato da Daniele Silva. La pioggia non ha poi rovinato la visita a cura della cooperativa Artefacta nella zona dell'ex ghetto, nei pressi di quella che i torinesi chiamano Piazza Carlina
(Piazza Carlo Alberto), dove si sono ritrovati a decine per soffermarsi a vedere da un'altra prospettiva quegli angoli della città di fronte ai quali si passa tutti i giorni, conoscendo così la storia ebraica di quei tetti. La serata si è conclusa con lo spettacolo teatrale Fuori dal Ghetto e il concerto di musica Klezmer delle Nuages Ensemble.

Tommaso De Pas
 
Qui Venezia - Nuove tecnologie, comunicazione e cultura
Ha aperto i battenti in questi giorni a Berlino l’IFA 2011, una delle manifestazioni più importanti a livello europeo dedicata alle novità del mondo dell’elettronica di consumo e alle nuove tecnologie. In contemporanea, in tutta Europa questa domenica si è svolta la Giornata Europea della Cultura Ebraica dedicata, per l’appunto, all’ebraismo 2.0 e alle nuove tecnologie declinate in chiave ebraica.
Una coincidenza fortuita che esemplifica però un dato effettivo: La società ebraica si è sempre mantenuta al passo con gli sviluppi delle scienze fino alla grande esplosione delle nuove tecnologie a cui assistiamo oggi.
“Per lunghi secoli - spiega Amos Luzzatto, presidente della Comunità Ebraica di Venezia - la cultura ebraica, fondata e permeata di Halakhah, ha contribuito a mantenere un confine di sicurezza, un certo isolamento dal mondo che non solo ci circondava, ma tentava di snaturarci”.
La situazione è però cambiata e oggi le incursioni del mondo esterno nella vita delle Comunità Ebraiche, colme di uno spirito innovatore non privo però di criticità, sono accolte in modo benevolo e propositivo. 
“Di fatto, oggi con il mondo che ci circonda - continua Luzzatto - esiste un inizio di dialogo, che può essere utile ma a due condizioni: la prima è che ci facciamo conoscere per quelli che siamo, consapevoli della ricchezza delle nostre tradizioni, senza mai doverci giustificare per non essere ancora scomparsi. La seconda condizione è di essere consapevoli di rappresentare la voce di una minoranza millenaria, la quale, nella sua diversità che invita a un civile confronto, ha contribuito e può contribuire ancora a lungo ad arricchire tutti gli esseri umani e tutte le società”.
Questo è forse il vero significato della Giornata della cultura ebraica, che quest’anno più degli altri anni è riuscita a dimostrare quanto l’innovazione e la voglia di comprendere le realtà di questo mondo siano elementi connaturati al destino del popolo ebraico.
A Venezia, in particolare, si è potuto assistere a iniziative che hanno una stretta attinenza con il modo di fare comunicazione e cultura oggi: dopo mesi di lavoro è stato attivato il nuovo sito della Comunità Ebraica di Venezia, e non è un caso che si sia aspettata proprio la Giornata Europea della Cultura Ebraica per mettere finalmente online il sito nella sua versione Beta, raggiungibile all’indirizzo www.jvenice.org. Versione Beta perché si prospetta un periodo di sperimentazione e di testing che si spera coinvolga i visitatori del sito. Come in ogni cosa, esiste sempre un margine di miglioramento.
Prendendo come riferimento il lavoro svolto con il precedente Consiglio che aveva sfruttato l’opportunità di creare il primo sito della Comunità all’interno del portale dell’ebraismo italiano, Moked.it, l’intero progetto è stato ripreso in mano con il Consiglio in carica. Il sito si configura ora come un vero e proprio portale dell’ebraismo veneziano che potrà supplire all’enorme richiesta di informazioni e servizi sia da parte delle migliaia di visitatori internazionali che da parte degli iscritti alla Comunità.
Sul sito rinnovato della Comunità, sul nuovo sito del Museo Ebraico e sui rispettivi canali di Youtube e pagine di Facebook, sono stati pubblicati in tempo reale i video e le immagini della giornata e delle performance artistico-teatrali che hanno coinvolto i visitatori e divertito i bambini presenti in campo.
Si sa però che anche i più accaniti tecnomaniaci prima o poi devono andare AFK (away from keyboard) per rifocillarsi. Così alla Kosher House “Giardino dei Melograni” in Campo di Ghetto dall’ora di pranzo sono state allestite delle tavole imbandite per la degustazione di piatti tipici della tradizione giudaico-veneziana. Un’iniziativa, decisamente da ripetere, che ha registrato il tutto esaurito in poche ore.
Nel pomeriggio di ieri con l’iniziativa del Jewish Bookcrossing, organizzata dal Museo Ebraico, abbiamo poi avuto un esempio lampante di come la cultura sia ormai veicolata sempre più dalla rete. Il Jewish bookcrossing ha previsto la “liberazione” di testi di Judaica nel campo di Ghetto Nuovo, libri che ora viaggieranno in giro per il mondo e il cui percorso potrà essere tracciato grazie al servizio messo a disposizione dal portale www.bookcrossing.com. Chiunque trovi un libro “liberato” infatti potrà connettersi al sito, scrivere a sua volta le proprie impressioni e nuovamente liberarlo e renderlo disponibile per un’altra fruizione.
Particolare importanza ha rivestito, presso il Museo Ebraico di Venezia, l’esposizione, allestita in collaborazione con l’Associazione Culturale Concerto d’Arte Contemporanea, Elevazioni e Permutazioni 3, a cura di Maria Luisa Trevisan,  che resterà aperta fino al 10 novembre, con opere realizzate da artisti italiani e stranieri che si ispirano alla Qabbalah. Un modo di fare arte che reinterpreta in chiave contemporanea, concetti e idee lontane nel tempo.
Come  ogni anno la Comunità in collaborazione con la Pierreci Codess Coopcultura ha messo a disposizione dei curiosi la visita del Museo Ebraico, delle cinque sinagoghe: Spagnola, Levantina, Italiana, Tedesca e Canton, la visita del cimitero antico del Lido. E’ stato inoltre possibile accedere per l’intera giornata alla biblioteca archivio Renato Maestro, che proprio di recente ha iniziato un processo di digitalizzazione di alcuni testi di pregio della sua collezione.
In serata a causa della pioggia il concerto Suoni ebraici in Progress (Vitebsk – Berlino Hollywood) previsto in Campo di Ghetto Nuovo è stato, per forza di cose, spostato all’interno della Sala Montefiore, nel Centro Comunitario. Se volessimo essere maliziosi si potrebbe pensare a un simpatico promemoria dal cielo: per quanto le nuove tecnologie possano facilitarci la vita si presentano ancora circostanze impreviste che prescindono da qualsiasi nostro tentativo di controllo e che vanno prese con un po’ di filosofia.

Michael Calimani


Qui Livorno - Una Giornata con Shirim
Un folto pubblico ha partecipato, sfidando il maltempo, alle varie iniziative livornesi organizzate per la Giornata Europea della Cultura Ebraica, in particolar modo alle  visite organizzate in collaborazione con Amaranta Service, al Tempio di piazza Benamozegh, al cimitero storico e al Museo di via Micali dove nel pomeriggio sono intervenuti il professor  Bruno Di Porto e  la professoressa Daniela Sarfatti Mosseri.
La Giornata si è conclusa con il coinvolgente concerto del gruppo "Shirim". Fra il pubblico intervenuto anche il sindaco Alessandro Cosimi e l'assessore alla Cultura del Comune, Mario Tredici.
A coordinare il programma della Giornata, il consigliere alla Cultura della Comunità Gadi Polacco, unitamente al vicepresidente Silvia Ottolenghi Bedarida e al  consigliere Davide Novelli. Indirizzi di saluto sono stati rivolti dal Rav Yair Didi e dal presidente della Comunità Samuel Zarrough. Il successo di questa Giornata, dovuto al lavoro di squadra svolto da tanti collaboratori e volontari ai quali è stato rivolto un sentito ringraziamento, segue quello dell'edizione 2010 (anno che vide Livorno capofila per l'Italia) e precede quello che sarà il significativo appuntamento del 2012 quando la Giornata della Cultura Ebraica coinciderà con il cinquantesimo anniversario del Tempio Maggiore di Livorno
 
Parlamentari ebrei: Nirenstein in missione negli Usa
Trasferta newyorkese per l'onorevole Fiamma Nirenstein che da domani e fino all'8 settembre sarà negli Stati Uniti per guidare la delegazione  dell’International Council of Jewish Parliamentarians  (ICJP),  in vista della votazione, il prossimo 20 settembre all'Assemblea Generale ONU, della risoluzione per il riconoscimento unilaterale dello Stato palestinese. Motivo del viaggio a New York e Washington è la situazione estremamente drammatica in cui si verrebbe a trovare il processo di pace nel caso in cui l’Assemblea Generale dell’ONU dovesse votare la richiesta dei palestinesi che venga riconosciuto uno Stato palestinese a prescindere da qualsiasi trattativa e da qualsiasi accordo con Israele. Il principio della trattativa è in generale la base di tutta la legalità internazionale ed esso verrebbe distrutto da questo precedente. Inoltre tutti i precedenti accordi tra israeliani e palestinesi e tutte le precedenti risoluzioni dell’ONU in proposito sarebbero cancellati. Tale situazione creerebbe un’estrema eccitazione nel mondo arabo tale da avere un carattere destabilizzante per tutta l’area. 
La Nirenstein in qualità di presidente dell’ICJP sarà ricevuta alle Nazioni Unite e al Congresso Americano insieme ad una delegazione di cui fanno parte membri del direttivo dell’Organizzazione provenienti da Australia, Belgio, Brasile, Canada, Costa Rica, Inghilterra, Stati Uniti, Ungheria  che presenterà la propria missione mercoledì 7 settembre nel corso di una conferenza stampa alle Nazioni Unite il cui titolo è: “ICJP supports peace negotiations and rejects Palestinian Unilateral demands as fatal Blow to Peace”. Durante il suo soggiorno newyorkese la delegazione sarà ospitata da Ronald Lauder, presidente del World Jewish Congress.
 
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Grass e Auschwitz 
Donatella Di CesareLa fabbricazione di cadaveri su scala industriale, avvenuta nei lager nazisti, non ha termini di paragone e resta – che lo si voglia o no – una ignominia incancellabile nella storia della Germania. Le parole di Günter Grass non sono perciò né una banalità superficiale né un’innocua relativizzazione. È grave affermare: «i crimini portarono a disastrose conseguenze per i tedeschi, che a loro volta divennero vittime». Già nell’immediato dopoguerra la Germania è stata tentata dal ruolo della vittima. Non si tratta del diritto di raccontare la storia dalla parte dei perdenti – il che è certo legittimo. Si tratta di rovesciare i ruoli. E di farsi passare per vittime. Questo non è accettabile. Günter Grass non è nuovo, d’altronde, a prese di posizione del genere. Nel suo romanzo «Il passo del gambero» (Einaudi 2004) racconta in forma romanzata l’affondamento della Wilhelm Gustloff, la nave da crociera, silurata da un sottomarino sovietico il 30 gennaio del 1945, mentre navigava sul Baltico. Morirono novemila tedeschi in fuga dall’Armata Rossa. Non si può non provare compassione per quei civili che morirono. Ma tre giorni prima, il 27 gennaio, avanzando l’Armata Rossa era arrivata ad Auschwitz. La posizione di Grass, che proviene da una famiglia di rifugiati costretti a lasciare Danzica, non è alla fine molto diversa da quella di Martin Walser che vorrebbe affrancare la Germania dalla colpa della Shoah. In un’intervista rilasciata il 9 febbraio del 2002 Grass ha d’altronde dichiarato: «Posso capire che Walser voglia metterci un punto di chiusura, lo desidero anch’io di tanto in tanto […]. Ma Auschwitz appartiene alla nostra storia e, dunque, alla nostra identità. Il che non significa che debba essere strumentalizzata per costringere i tedeschi al silenzio» (ristampata nel volumetto «Scrivere dopo Auschwitz»). La domanda è: a quale silenzio sarebbero stati costretti i tedeschi? E da chi? Riaffiora il ruolo della vittima. Ma sullo sfondo non è difficile leggere il malumore di una nazione che ha bisogno di recuperare, tra occidente e oriente, una vecchia identità senza passare per gli ultimi decenni della sua storia.

Donatella Di Cesare, filosofa

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notizie flash   rassegna stampa
Israele: "Gli scambi commerciali
con la Turchia continueranno"

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Gli esperti dell’Istituto israeliano per l’export e la cooperazione internazionale ritengono che malgrado il recente strappo diplomatico tra Tel Aviv e Ankara: «gli scambi commerciali con la Turchia continueranno».  L'Istituto ha infatti sottolineato i buoni risultati ottenuti nell’ultimo biennio dalle esportazioni israeliane in Turchia e viceversa. 
 
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Dafdaf
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  è il giornale ebraico per bambini
L'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it  Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio “cancella” o “modifica”. © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.