“Come mi hanno insegnato i
Maestri, le domande migliori non hanno risposta. Le altre non meritano
risposta”. Haim Baharier ha accolto il suo interlocutore-intervistatore
Tobia Zevi al termine della sua lectio magistralis “Il mondo che
verrà”, con un avvertimento carico di ironia, ma tale da rendere ancora
più impegnativo il compito di parlare dopo il grande studioso di
ermeneutica biblica, per l’ultimo appuntamento della Giornata Europea
della Cultura Ebraica nella città capofila Siena.
Nella cornice di Piazza del Mercato, solo un vicolo e una scala più in
là di Piazza del campo, il dialogo fra due generazioni di ebrei
italiani ha chiuso una lunga serie di iniziative che aveva preso il via
già al termine dello Shabbat per celebrare la XII edizione della
rassegna.
Con decine di migliaia di visitatori nelle sessantadue località
italiane che si sono animate di eventi a carattere ebraico la
partecipazione del pubblico, malgrado la pioggia in alcune
parti della Penisola, non è mancata. A Siena, mentre il sole
tramontava riempiendo di luce le colline circostanti, dopo che il vento
aveva spazzato via l’afa e le nuvole che lo avevano nascosto in
mattinata, il pubblico ha continuato ad affollare la trecentesca
struttura del mercato coperto, curiosando tra libri, oggettistica,
assaggi di piatti tipici e postazioni multimediali. Postazioni
multimediali che hanno rappresentato uno dei tratti caratterizzanti
della Giornata, che ha raccontato in decine di località in tutta la
penisola l’Ebraismo 2.0. Dal Talmud a Internet, interpretazione
italiana di “European Day of Jewish Culture 2.0: Facing the Future”,
filo conduttore stabilito a livello europeo per i 27 paesi partecipanti.
Nel pomeriggio il talk show condotto dal giornalista David Parenzo
davanti a un pubblico di circa 250 persone aveva trattato il tema
dell'umorismo ebraico. “Ridere per ridere: racconti barzellette e
umorismo ebraico da Abramo al Web! La risata corre nella rete”. Ospiti
Massimo Caviglia vignettista e autore televisivo, il massmediologo
Klaus Davi, Daniel Vogelmann, a capo della casa editrice La Giuntina,
rav Sholomo Bechor (organizzatore di una yeshivah online), il
giornalista Felice Froio e l'attore Moni Ovadia. Tra spezzoni di film,
storielle e riflessioni più serie (“Si può ridere di tutto?” la domanda
posta da Parenzo agli interlocutori) il pubblico è stato guidato
attraverso i punti più noti della satira ebraica, dalla “yiddish mame”
la terribile madre “apprensiva, mai contenta e sempre arrabbiata con la
nuora”, alla presa in giro degli stereotipi. Il tutto condito da un
ingrediente in puro stile 2.0: la diretta degli avvenimenti in
streaming sul sito della Giornata, trasmessi anche in diverse Comunità
italiane.
Nel frattempo sono proseguite per tutto il giorno le visite guidate
alla sinagoga settecentesca da poco ristrutturata, teatro degli
avvenimenti della mattina, con la cerimonia ufficiale di apertura che
aveva visto la partecipazione tra gli altri del presidente dell’Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, del sindaco di Siena
Franco Ceccuzzi e di Guidobaldo Passigli, presidente della Comunità di
Firenze, punto di riferimento della realtà senese.
“Da tempo immemorabile non si manifestava un interesse così spiccato e
un desiderio così esplicito di conoscere la nostra cultura, le nostre
tradizioni, la nostra religione e non ci pervenivano inviti forti e
ripetuti a partecipare e a confrontarci - aveva dichiarato Gattegna nel
corso della mattinata - La nostra risposta non può che essere, come
simbolicamente è questa Giornata, l’apertura delle porte dei luoghi
dedicati alla cultura e alle tradizioni ebraiche per proseguire, con
tutti coloro che dimostrano la loro disponibilità, il cammino della
reciproca conoscenza, della comprensione e del rispetto”.
Rossella
Tercatin
|
Qui
Pisa - La città ricorda l’infamia delle leggi razziste |
 |
"Un'iniziativa che mira ad
avere una rilevanza nazionale". Il sindaco di Pisa Marco Filippeschi
presenta così la Giornata della memoria delle leggi razziali italiane
contro la persecuzione verso gli ebrei e contro ogni razzismo che viene
oggi celebrata nella città toscana. La stessa città in cui il 5
settembre 1938 il re d'Italia Vittorio Emanuele III firmò il
Regio decreto che introdusse le leggi razziste privando la minoranza
ebraica italiana di molti diritti fondamentali. Un episodio di infamia
spesso sottovalutata che ha spinto l’attuale amministrazione comunale a
organizzare questa giornata di riflessione e commemorazione che ci si
augura possa stimolare future iniziative analoghe in altri luoghi dello
Stivale. La Giornata, promossa dal Comune assieme alla Comunità ebraica
di Pisa, al Centro Interdipartimentale di studi ebraici dell'Università
e della Scuola Normale Superiore, si è aperta con la
deposizione di alcune corone al Cimitero ebraico e proseguirà nel
pomeriggio con una lectio magistralis del professor Stefano Levi Della
Torre a Palazzo Gambacorti cui seguiranno gli interventi del sindaco
Filippeschi, del rabbino Luciano Caro, del professor Michele Battini e
del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. Porterà tra gli
altri il suo saluto il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane Renzo Gattegna. Nel corso della giornata inoltre artisti di
strada leggeranno gli articoli del Manifesto della Razza sugli autobus,
nelle biblioteche e per le vie della città. A chiudere un concerto
organizzato dall’Associazione Nazionale Partigiani Italiani alle 21
allo spazio SMS.
|
Qui
Roma - Una Giornata fra crescita e domande |
 |
Si è appena conclusa la
dodicesima edizione della Giornata europea della cultura ebraica.
Sessantadue sono state le località italiane che hanno partecipato a
questa ormai consolidata iniziativa.
Anche a Roma è il momento adatto per fare il punto della situazione,
per scoprire qual'è stato l'impatto sul pubblico e le impressioni degli
organizzatori.
"Innovazione nella tradizione". Così Claudio Procaccia, direttore del
Dipartimento Cultura della Comunità Ebraica di Roma sintetizza il tema
scelto: Ebraismo 2.0 dal Talmud al web. Un tema inedito ma attuale,
perché l'ebraismo, con la sua storia e le tradizione millenarie, è
protagonista e vivo nella quotidianità.
Miriam Haiun, direttrice del Dipartimento delle attività culturali di
Roma, preferirebbe argomenti più specifici, che si adattino a tutte le
iniziative. "La scelta di un tema come internet ha reso difficile
mantere il filo conduttore tra i vari incontri" spiega. Nonostante ciò,
esso è stato approfondito e articolato con successo, soprattutto nel
ciclo di conferenze svoltesi nell'arco della giornata. Interessante
l'intervento di Alex Zarfati che ha spiegato come la Comunità ebraica
si stia informatizzando. Stimolante anche l'incontro con Silvia Haia
Antonucci, che ha illustrato come la tecnologia sia un modo efficace
per la conservazione dei documenti antichi e di conseguenza, anche
dell'identità ebraica.
La giornata ha riscosso un notevole successo fra il pubblico,
interessato, curioso e attirato dalla varietà delle iniziative.
Continua è stata l'affluenza, anche se, ad eccezione del Museo ebraico
(con 1760 visitatori), le cifre non sono state soddisfacenti: 3600 le
presenze, poche se confrontate con le 5000 dell'anno precedente,
complice, sicuramente, il caldo afoso.
"Altra difficoltà da non sottovalutare è stata la completa assenza dei
finanziamenti esterni" ci informa Miriam Haiun.
Gli ostacoli, dunque, sono stati molti, eppure i vari dipartimenti sono
stati intraprendenti e risoluti nell'accettare la sfida, approfondendo
una cooperazione tra settori culturali diversi.
La Giornata europea della cultura ebraica è stata così un'occasione per
confrontarsi, conoscersi e per crescere insieme.
Sara
Pavoncello
|
Qui
Milano - Tradizione e tecnologia |
 |
“La conoscenza è lo
strumento più importante per la lotta contro l’intolleranza”. Con
questa affermazione il Presidente Jarach ha aperto la giornata a
Milano, riassumendo lo scopo che l’iniziativa si prefigge,
il cui raggiungimento è ora più semplice grazie alle nuove tecnologie
che “accelerano la divulgazione e aumentano le possibilità di
fruizione”.
La mattinata è continuata con i saluti delle autorità: l’assessore alla
cultura della Comunità milanese Daniele Cohen, l’assessore comunale
Pierfrancesco Maiorino, l’assessore alla Cultura del Comune di Milano
Stefano Boeri, il presidente del Consiglio della Provincia Bruno
Taddei, l’assessore regionale Alessandro Colucci e il
Consigliere UCEI Giorgio Mortara. I loro interventi hanno
messo in luce il ruolo delle Comunità Ebraiche in generale, e in
particolare
di quella di Milano, nell’arricchimento e nello scambio culturale con
la realtà in cui vengono a trovarsi. “La
cultura ebraica rappresenta il modello della globalizzazione, un
modello antico del radicamento nel mondo di enzimi culturali, che si
rigenerano localmente. Quella ebraica a Milano è una minoranza che sa
essere egemonia” ha rilevato l'assessore Boeri . Interscambi fra culture
oggi resi ancora più intensi
dalla navigazione in internet che, nel suo intervento, Giorgio Mortara
ha associato a quella nel Talmud, che i maestri hanno spesso paragonato
a un mare.
Subito dopo una lezione di Rav Alfonso Arbib,
incentrata sul
tema della velocità che caratterizza le comunicazioni digitali: senza
negare i vantaggi che apporta anche nell’ambito dello studio
dell’ebraismo, forse qualche volta bisognerebbe prendersi un po’ più di
tempo per ascoltare gli altri prima di dare la propria opinione. “La
nostra tradizione”, conclude il Rav, “ci dice come si studia:
un metodo basato sull’oralità, che occorre tenere in vita, perché
riesce a mettere insieme velocità e lentezza e a mantenere intatto il
rapporto fra maestro e allievo”.
“Internet ha abolito lo
spazio e il tempo: gli ebrei hanno fatto a meno dello spazio e hanno
cercato di unire le generazioni passate e future attraverso lo studio.
Il libro è la nostra patria” ha sottolineato poi il professor David Meghnagi,
il cui intervento è stato seguito da un lungo applauso.
A conclusione della mattinata, un intervento del professor Giulio
Giorello, simbolica risposta a
quello di Meghnagi, incentrato sullo stretto rapporto
fra “tradizione e tradimento”.
Nel primo pomeriggio, dopo una passeggiata tra stand di gastronomia
libri, oggettistica, artigianato ebraico, e uno stand interattivo di
JewBox Radio, si sono susseguite numerose visite guidate alla sinagoga
di via Guastalla, incentrate sulla spiegazione delle regole di
tradizione ebraica dallo Shabbat alla kasherut.
Nella Biblioteca Centrale del Palazzo Sormani è stata inaugurata la
mostra "Una storia di carattere. 150 anni di stampa ebraica in Italia"
a cura del CDEC, dedicata alle pubblicazioni periodiche prodotte in
Italia dall'età dell'Emancipazione ai giorni nostri.
A seguire, il regista Ruggero Gabbai e il fotografo Alberto Jona hanno
tenuto la conferenza "Quando il pensiero diventa immagine: da Walter
Benjamin a Mark Zuckemberg" nell'ambito dell'esposizione e premiazione
delle fotografie del Concorso fotografico "Judaism in the Age of
NewMedia" a cura del CDEC. Partendo dal pensiero del
filosofo
tedesco, Gabbai, ha posto il
dilemma fra la definizione e la circoscrizione
del termine "Arte ebraica". Come ricordava Benjamin "la tecnologia non
è la conoscenza profonda della natura ma la relazione tra la natura e
l'uomo", così la fotografia, se non che l'arte, diviene il mezzo per
esprimere e contemporaneamente conoscere un'identità, che in questo
caso può dirsi ebraica.
Difatti sono proprio la conoscenza ed i mezzi che utilizziamo a
permetterci di protrarre nel tempo la cultura, così racconta Rav
Somekh, parlando di Talmud. Questa volta un Talmud particolare,
raccontato a immagini, o meglio, a fumetti. Si è conclusa così in
serata la presentazione a cura del Rav Alberto Somekh e Andrea Grilli
del libro
"I racconti del Talmud a fumetti". Grilli ha sottolineato, con un
aneddoto personale, come in questo modo sia possibile avvicinare anche
i più giovani allo studio tanto complesso come quello del Talmud.
Nella serata si sono poi tenuti due concerti, "Le reti globali della
musica ebraica: melodie e canti degli ebrei italiani", con Francesco
Spagnolo, e "Un grembo, due nazioni, molte anime. Parole e musiche
degli ebrei d'Italia" con Manuel Buda, Miriam Camerini e Lorenzo Arruga.
Francesca
Matalon e Francesca Olga Hasbani
|
Qui
Torino - Talmud, spettacoli e musica Kletzmer |
 |
Al centro della Giornata
della Cultura Ebraica a Torino il ricordo di Giorgina Arian Levi. "Una
donna che ha saputo conciliare le ragioni della cultura ebraica con
quelle delle altre religioni. E forse non è solo un caso che nel
momento in cui Giorgina ci lascia l'ebraismo e la cittadinanza si
riuniscano". Così Piero Fassino, sindaco di Torino, che ha voluto
commemorare ieri mattina la sua concittadina, insignita lo scorso anno
del sigillo della città.
"In questa giornata assistiamo all'apertura di tutte le
nostre porte, di tutti i luoghi dedicati all'ebraismo, per continuare
il cammino della reciproca conoscenza, anche in ricordo di un persona
che è stata tra le pietre miliari della nostra comunità di Torino:
Giorgina Levi". Queste le parole della vicepresidente dell'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane, Claudia De Benedetti, pronunciate nel
corso della serata, prima che
fosse allestito lo spettacolo Fuori
dal Ghetto tratto dall'omonimo
libro di Giulio Disegni e Giorgina Levi. La Giornata si è
aperta
nella mattinata con un convegno sul Talmud tenuto da Rav Alberto Moshè
Somekh, dal maskil Gabriele Di Segni e moderato da Daniele Silva. La
pioggia non
ha poi rovinato la visita a cura della cooperativa Artefacta nella zona
dell'ex ghetto, nei pressi di quella che i torinesi chiamano
Piazza Carlina
(Piazza Carlo Alberto), dove si sono ritrovati a decine
per soffermarsi a vedere da un'altra prospettiva quegli angoli della
città di fronte ai quali si passa tutti i giorni, conoscendo
così la storia ebraica di quei tetti. La serata si è conclusa
con lo spettacolo teatrale Fuori dal Ghetto
e il concerto di musica Klezmer delle Nuages Ensemble.
Tommaso
De Pas
|
Qui Venezia - Nuove tecnologie, comunicazione
e cultura
|
 |
Ha aperto i battenti in
questi giorni a Berlino l’IFA 2011, una delle manifestazioni più
importanti a livello europeo dedicata alle novità del mondo
dell’elettronica di consumo e alle nuove tecnologie. In contemporanea,
in tutta Europa questa domenica si è svolta la Giornata Europea della
Cultura Ebraica dedicata, per l’appunto, all’ebraismo 2.0 e alle nuove
tecnologie declinate in chiave ebraica.
Una coincidenza fortuita che esemplifica però un dato effettivo: La
società ebraica si è sempre mantenuta al passo con gli sviluppi delle
scienze fino alla grande esplosione delle nuove tecnologie a cui
assistiamo oggi.
“Per lunghi secoli - spiega Amos Luzzatto, presidente della Comunità
Ebraica di Venezia - la cultura ebraica, fondata e permeata di
Halakhah,
ha contribuito a mantenere un confine di sicurezza, un certo isolamento
dal mondo che non solo ci circondava, ma tentava di snaturarci”.
La situazione è però cambiata e oggi le incursioni del mondo esterno
nella vita delle Comunità Ebraiche, colme di uno spirito innovatore non
privo però di criticità, sono accolte in modo benevolo e
propositivo.
“Di fatto, oggi con il mondo che ci circonda - continua Luzzatto -
esiste un inizio di dialogo, che può essere utile ma a due condizioni:
la prima è che ci facciamo conoscere per quelli che siamo, consapevoli
della ricchezza delle nostre tradizioni, senza mai doverci giustificare
per non essere ancora scomparsi. La seconda condizione è di essere
consapevoli di rappresentare la voce di una minoranza millenaria, la
quale, nella sua diversità che invita a un civile confronto, ha
contribuito e può contribuire ancora a lungo ad arricchire tutti gli
esseri umani e tutte le società”.
Questo è forse il vero significato della Giornata della cultura
ebraica, che quest’anno più degli altri anni è riuscita a dimostrare
quanto l’innovazione e la voglia di comprendere le realtà di questo
mondo siano elementi connaturati al destino del popolo ebraico.
A Venezia, in particolare, si è potuto assistere a iniziative che hanno
una stretta attinenza con il modo di fare comunicazione e cultura oggi:
dopo mesi di lavoro è stato attivato il nuovo sito della Comunità
Ebraica di Venezia, e non è un caso che si sia aspettata proprio la
Giornata Europea della Cultura Ebraica per mettere finalmente online il
sito nella sua versione Beta, raggiungibile all’indirizzo
www.jvenice.org. Versione Beta perché si prospetta un periodo di
sperimentazione e di testing che si spera coinvolga i visitatori del
sito. Come in ogni cosa, esiste sempre un margine di miglioramento.
Prendendo come riferimento il lavoro svolto con il precedente Consiglio
che aveva sfruttato l’opportunità di creare il primo sito della
Comunità all’interno del portale dell’ebraismo italiano, Moked.it,
l’intero progetto è stato ripreso in mano con il Consiglio in carica.
Il sito si configura ora come un vero e proprio portale dell’ebraismo
veneziano che potrà supplire all’enorme richiesta di informazioni e
servizi sia da parte delle migliaia di visitatori internazionali che da
parte degli iscritti alla Comunità.
Sul sito rinnovato della Comunità, sul nuovo sito del Museo Ebraico e
sui rispettivi canali di Youtube e pagine di Facebook, sono stati
pubblicati in tempo reale i video e le immagini della giornata e delle
performance artistico-teatrali che hanno coinvolto i visitatori e
divertito i bambini presenti in campo.
Si sa però che anche i più accaniti tecnomaniaci prima o poi devono
andare AFK (away from keyboard) per rifocillarsi. Così alla Kosher
House “Giardino dei Melograni” in Campo di Ghetto dall’ora di pranzo
sono state allestite delle tavole imbandite per la degustazione di
piatti tipici della tradizione giudaico-veneziana. Un’iniziativa,
decisamente da ripetere, che ha registrato il tutto esaurito in poche
ore.
Nel pomeriggio di ieri con l’iniziativa del Jewish Bookcrossing,
organizzata dal Museo Ebraico, abbiamo poi avuto un esempio lampante di
come la cultura sia ormai veicolata sempre più dalla rete. Il Jewish
bookcrossing ha previsto la “liberazione” di testi di Judaica nel campo
di Ghetto Nuovo, libri che ora viaggieranno in giro per il mondo e il
cui percorso potrà essere tracciato grazie al servizio messo a
disposizione dal portale www.bookcrossing.com. Chiunque trovi un libro
“liberato” infatti potrà connettersi al sito, scrivere a sua volta le
proprie impressioni e nuovamente liberarlo e renderlo disponibile per
un’altra fruizione.
Particolare importanza ha rivestito, presso il Museo Ebraico di
Venezia, l’esposizione, allestita in collaborazione con l’Associazione
Culturale Concerto d’Arte Contemporanea, Elevazioni e Permutazioni 3, a
cura di Maria Luisa Trevisan, che resterà aperta fino al 10
novembre, con opere realizzate da artisti italiani e stranieri che si
ispirano alla Qabbalah. Un modo di fare arte che reinterpreta in chiave
contemporanea, concetti e idee lontane nel tempo.
Come ogni anno la Comunità in collaborazione con la Pierreci
Codess Coopcultura ha messo a disposizione dei curiosi la visita del
Museo Ebraico, delle cinque sinagoghe: Spagnola, Levantina, Italiana,
Tedesca e Canton, la visita del cimitero antico del Lido. E’ stato
inoltre possibile accedere per l’intera giornata alla biblioteca
archivio Renato Maestro, che proprio di recente ha iniziato un processo
di digitalizzazione di alcuni testi di pregio della sua collezione.
In serata a causa della pioggia il concerto Suoni ebraici in Progress
(Vitebsk – Berlino Hollywood) previsto in Campo di Ghetto Nuovo è
stato, per forza di cose, spostato all’interno della Sala Montefiore,
nel Centro Comunitario. Se volessimo essere maliziosi si potrebbe
pensare a un simpatico promemoria dal cielo: per quanto le nuove
tecnologie possano facilitarci la vita si presentano ancora circostanze
impreviste che prescindono da qualsiasi nostro tentativo di controllo e
che vanno prese con un po’ di filosofia.
Michael
Calimani
|
Qui Livorno - Una Giornata
con Shirim
|
 |
Un folto pubblico ha
partecipato, sfidando il maltempo, alle varie iniziative livornesi
organizzate per la Giornata Europea della Cultura Ebraica, in
particolar modo alle visite organizzate in collaborazione con
Amaranta Service, al Tempio di piazza Benamozegh, al cimitero storico e
al Museo di via Micali dove nel pomeriggio sono intervenuti il
professor Bruno Di Porto e la professoressa Daniela
Sarfatti Mosseri.
La Giornata si è conclusa con il coinvolgente concerto del
gruppo "Shirim". Fra il pubblico intervenuto anche il sindaco
Alessandro Cosimi e l'assessore alla Cultura del Comune, Mario Tredici.
A coordinare il programma della Giornata, il
consigliere alla Cultura della Comunità Gadi Polacco,
unitamente al vicepresidente Silvia Ottolenghi Bedarida e al
consigliere Davide Novelli. Indirizzi di saluto sono
stati rivolti dal Rav Yair Didi e dal presidente della
Comunità Samuel Zarrough. Il successo di questa Giornata, dovuto al
lavoro di squadra svolto da tanti collaboratori e volontari ai quali è
stato rivolto un sentito ringraziamento, segue quello dell'edizione
2010 (anno che vide Livorno capofila per l'Italia) e precede quello che
sarà il significativo appuntamento del 2012 quando la Giornata della
Cultura Ebraica coinciderà con il
cinquantesimo anniversario del Tempio Maggiore di Livorno
|
|
Parlamentari ebrei: Nirenstein in missione negli Usa
|
 |
Trasferta newyorkese per
l'onorevole Fiamma Nirenstein che da domani e fino all'8 settembre sarà
negli Stati Uniti per guidare la delegazione
dell’International Council of
Jewish Parliamentarians (ICJP), in vista
della votazione, il prossimo 20 settembre all'Assemblea Generale ONU,
della risoluzione per il riconoscimento unilaterale dello Stato
palestinese. Motivo del viaggio a New York e Washington è la
situazione estremamente drammatica in cui si verrebbe a trovare il
processo di pace nel caso in cui l’Assemblea Generale dell’ONU dovesse
votare la richiesta dei palestinesi che venga riconosciuto uno Stato
palestinese a prescindere da qualsiasi trattativa e da qualsiasi
accordo con Israele. Il principio della trattativa è in generale la
base di tutta la legalità internazionale ed esso verrebbe distrutto da
questo precedente. Inoltre tutti i precedenti accordi tra israeliani e
palestinesi e tutte le precedenti risoluzioni dell’ONU in proposito
sarebbero cancellati. Tale situazione creerebbe un’estrema eccitazione
nel mondo arabo tale da avere un carattere destabilizzante per tutta
l’area.
La Nirenstein in qualità di presidente dell’ICJP sarà ricevuta alle
Nazioni Unite e al Congresso Americano insieme ad una delegazione di
cui fanno parte membri del direttivo dell’Organizzazione provenienti da
Australia, Belgio, Brasile, Canada, Costa Rica, Inghilterra, Stati
Uniti, Ungheria che presenterà la propria missione mercoledì
7 settembre nel corso di una conferenza stampa alle Nazioni Unite il
cui titolo è: “ICJP supports peace negotiations and rejects Palestinian
Unilateral demands as fatal Blow to Peace”. Durante il suo soggiorno
newyorkese la delegazione sarà ospitata da Ronald Lauder,
presidente del World Jewish Congress.
|
|
 |
torna su ˄
|
|
 |
Grass e Auschwitz
|
 |
La fabbricazione di cadaveri
su scala industriale, avvenuta nei lager nazisti, non ha termini di
paragone e resta – che lo si voglia o no – una ignominia incancellabile
nella storia della Germania. Le parole di Günter Grass non sono perciò
né una banalità superficiale né un’innocua relativizzazione. È grave
affermare: «i crimini portarono a disastrose conseguenze per i
tedeschi, che a loro volta divennero vittime». Già nell’immediato
dopoguerra la Germania è stata tentata dal ruolo della vittima. Non si
tratta del diritto di raccontare la storia dalla parte dei perdenti –
il che è certo legittimo. Si tratta di rovesciare i ruoli. E di farsi
passare per vittime. Questo non è accettabile. Günter Grass non è
nuovo, d’altronde, a prese di posizione del genere. Nel suo romanzo «Il
passo del gambero» (Einaudi 2004) racconta in forma romanzata
l’affondamento della Wilhelm Gustloff, la nave da crociera, silurata da
un sottomarino sovietico il 30 gennaio del 1945, mentre navigava sul
Baltico. Morirono novemila tedeschi in fuga dall’Armata Rossa. Non si
può non provare compassione per quei civili che morirono. Ma tre giorni
prima, il 27 gennaio, avanzando l’Armata Rossa era arrivata ad
Auschwitz. La posizione di Grass, che proviene da una famiglia di
rifugiati costretti a lasciare Danzica, non è alla fine molto diversa
da quella di Martin Walser che vorrebbe affrancare la Germania dalla
colpa della Shoah. In un’intervista rilasciata il 9 febbraio del 2002
Grass ha d’altronde dichiarato: «Posso capire che Walser voglia
metterci un punto di chiusura, lo desidero anch’io di tanto in tanto
[…]. Ma Auschwitz appartiene alla nostra storia e, dunque, alla nostra
identità. Il che non significa che debba essere strumentalizzata per
costringere i tedeschi al silenzio» (ristampata nel volumetto «Scrivere
dopo Auschwitz»). La domanda è: a quale silenzio sarebbero stati
costretti i tedeschi? E da chi? Riaffiora il ruolo della vittima. Ma
sullo sfondo non è difficile leggere il malumore di una nazione che ha
bisogno di recuperare, tra occidente e oriente, una vecchia identità
senza passare per gli ultimi decenni della sua storia.
Donatella
Di Cesare, filosofa
|
|
 |
torna su ˄
|
notizie
flash |
|
rassegna
stampa |
Israele:
"Gli scambi commerciali
con la Turchia continueranno"
|
|
Leggi la rassegna |
Gli esperti dell’Istituto israeliano per l’export e la cooperazione
internazionale ritengono che malgrado il recente strappo diplomatico
tra Tel Aviv e Ankara: «gli scambi commerciali con la Turchia
continueranno». L'Istituto ha infatti sottolineato i buoni
risultati ottenuti nell’ultimo biennio dalle esportazioni israeliane in
Turchia e viceversa.
|
|
|
|
|
 |
torna su ˄
|
 |
è
il giornale dell'ebraismo
italiano |
 |
|
 |
 |
Dafdaf
è il giornale ebraico per bambini |
|
L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti
che fossero interessati a offrire un
proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it
Avete ricevuto questo
messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare
con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete
comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it
indicando nell'oggetto del messaggio “cancella” o “modifica”. © UCEI -
Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo
aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione
informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale
di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.
|
|
|
|
|
|
|
|
|