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16 settembre 2011 - 17 Elul 5771
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l'Unione informa
ucei 
moked è il portale dell'ebraismo italiano
 
alef/tav
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rav arbib Alfonso
Arbib,
rabbino capo
di Milano 


All'inizio della parashà di Ki Tavò si parla delle offerte dei bikkurìm - primizie. Questa offerta doveva essere accompagnata da una dichiarazione: si tratta di una dichiarazione nota a tutti noi perché si trova nella Haggadà di Pèsach ed è una sorta di storia del popolo ebraico da Avrahàm fino all'uscita dall'Egitto e all'arrivo in Terra d'Israele. Perché a un contadino che raccoglie le primizie in Eretz Israel è richiesto di trasformarsi in uno storico o addirittura di interpretare la storia? Perché i frutti che sta raccogliendo sono il risultato di questa lunga storia. Nel momento in cui da più parti viene messo in discussione il diritto ebraico alla Terra d'Israele è fondamentale ricordare a noi stessi qual è il rapporto che per la tradizione ebraica dobbiamo avere con questa terra. 
Laura
Quercioli Mincer,
 slavista



laura quercioli mincer

Il problema è "Come mai Dio non è vegetariano?". Questa è la vera domanda o, come dicono a Brooklyn, la domanda da 64 dollari. Dio avrebbe dovuto essere il primo dei vegetariani. (Isaac Bashevis Singer)
davar
Qui Roma - Al via il Festival di Letteratura Ebraica
Conferenza stampa festival
È stata presentata questa mattina in Campidoglio, alla presenza tra gli altri del sindaco di Roma Gianni Alemanno, del presidente della Regione Lazio Renata Polverini, del presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti e del presidente della Comunità ebraica capitolina Riccardo Pacifici, la quarta edizione del Festival Internazionale di Letteratura Ebraica. La rassegna, curata da Ariela Piattelli, Raffaella Spizzichino e Shulim Vogelmann, sposta quest'anno il suo baricentro concentrando i vari eventi in programma nell'area del Vecchio Ghetto e apre i battenti in concomitanza con la Notte della Cabbalà che domani, a partire dalla fine dello Shabbat fino a tarda notte, animerà il Portico d'Ottavia. (...)
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Qui Milano - Medici ebrei nell'Italia unita
Medici ebrei nell’Italia unita. Questo il tema che verrà dibattuto domenica 18 settembre al Museo del Risorgimento di Milano in occasione di un incontro organizzato dall’Associazione Medica Ebraica insieme alla Fondazione CDEC, al Comune di Milano e alle Civiche Raccolte Storiche – Museo del Risorgimento di Milano. La conferenza avrà inizio alle 10 e fino a tardo pomeriggio coinvolgerà rabbini, medici e intellettuali. Tre i momenti in cui sono stati suddivisi i lavori. La parte iniziale, dopo i saluti di rito, vedrà tra i relatori, per un primo inquadramento etico-storico Maria Silvera, il rav Giuseppe Laras e Giorgio Cosmacini. Seguiranno discussione e pausa pranzo. Con la ripresa delle attività sarà tempo di tracciare un bilancio dell’esperienza unitaria con una serie di relazioni che nel programma vanno per l’appunto sotto il titolo I primi 150 anni. Introdotti da Michele Sarfatti, si confronteranno sul tema Valerio Marchi, Stefano Arieti, Annalisa Capristo, Angelo Del Boca e Andrea Finzi. Chiuderà la conferenza una discussione, proiettata agli scenari futuri, cui prenderanno parte Massimo Sher, Sergio Harari, Amos Luzzatto, Giorgio Mortara e Massimo Soria.

Qui Roma - Anche Shalom sfogliabile su tablet
Anche il giornale della Comunità ebraica di Roma Shalom si rende disponibile su tablet. "A partire da oggi il più importante e prestigioso giornale ebraico italiano - si legge fra l'altro in una nota emessa dalla redazione del giornale stesso - è scaricabile ed è disponibile senza oneri sulle piattaforme Apple (Iphone, I-Pad, I-Pod Touch) e Android". “Il nuovo servizio sviluppato dalla Paperlit Inc., leader di mercato nello sviluppo e gestione delle applicazioni – prosegue il comunicato – consente non solo di leggere il tradizionale magazine ma anche di accedere ad una serie di nuovi contenuti multimediali (video, musiche, gallerie fotografiche, documenti, ecc.) che integreranno e arricchiranno l’offerta”. (...)
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Qui Milano - 150 anni di stampa ebraica italiana
Convegno stampa ebraica"Da popolo del Libro a popolo del giornale", afferma scherzosamente, facendo riferimento alla prolificità della stampa ebraica italiana, Liliana Picciotto, storica della Fondazione CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea), suscitando il sorriso del pubblico presente ieri pomeriggio a Milano nella Sala Buzzati della Fondazione Corriere della Sera.
Anna Foa, docente di Storia moderna all'Università La Sapienza di Roma e firma di punta del giornale dell'ebraismo italiano Pagine Ebraiche, interviene dopo il saluto d'apertura di Piergaetano Marchetti e Giorgio Sacerdoti, presidenti delle fondazioni che hanno organizzato l'evento, quella del Corriere della Sera e la Fondazione CDEC. La storica fa riferimento al contributo della stampa ebraica ai 150 anni della storia d'Italia, soffermandosi sulle vicende di molti giornali che in un secolo e mezzo di storia hanno rappresentato l'evoluzione e la presa di coscienza nazionale degli ebrei italiani. Laura Brazzo, della Fondazione CDEC, ha poi presentato la mostra Una Storia di carattere. 150 anni di stampa ebraica in Italia che si sta svolgendo in questi giorni a Milano, alla Biblioteca Sormani. "La mostra - secondo le stesse parole di Picciotto - racconta la storia d'italia attraverso le oltre 200 testate grandi o piccole, di lunga o breve durata, che riportano e commentano le vicende nazionali che più si sono riflettute sul mondo ebraico".
In conclusione, la tavola rotonda condotta dalla firma del Corriere della Sera Stefano Jesurum con i giornalisti Fiona Diwan, Giacomo Kahn e Guido Vitale. Nel confronto fra le testate comunitarie edite dalle Comunità ebraiche di Roma e di Milano e il giornale dell'ebraismo italiano edito dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane sono emerse visioni professionali e strategie diverse, ma tutte in buona sostanza convergenti sull'idea di quanto sia importante, per gli ebrei italiani, sviluppare mezzi di informazione non più confinati a ristretti circoli, in grado di comunicare con la società e di testimoniare a tutti i lettori i valori e le idee della più antica comunità della Diaspora.

Tommaso De Pas

pilpul
Scegli la vita
Anna SegreIl 10 settembre 2001 iniziavo la mia carriera di insegnante statale in un liceo della provincia dove il mio cognome non era immediatamente riconosciuto come ebraico. Mi sono dunque trovata al terzo giorno di lavoro a fronteggiare i commenti degli allievi, a caldo e senza reticenze, sugli attentati dell’11-9. Confesso che si è trattato di  un’esperienza piuttosto traumatica: ancora non erano arrivate le vergognose teorie del complotto che chiamano in causa Israele, né le assurde leggende metropolitane sugli ebrei che si sarebbero salvati, ma già così molti ragazzi leggevano gli attentati come reazione al conflitto israelo-palestinese, o addirittura alla nascita stessa  di Israele. Oltre a questo, però, che tutto sommato era prevedibile, ho percepito una sensibilità molto diversa dalla mia anche per alcuni aspetti non immediatamente legati agli ebrei o a Israele. Prima di tutto, un antiamericanismo di fondo, che per alcuni risaliva addirittura all’”invasione” alla fine della seconda guerra mondiale; a me non era mai venuto in mente che si potesse pensare agli americani come invasori e non come liberatori: il peso delle diverse memorie familiari si sente ancora a così tanti decenni di distanza. In secondo luogo, per me era stato assolutamente ovvio, fin dai primi momenti, pensare che in quei grattacieli o su quegli aerei avrei potuto esserci io; per i miei allievi adolescenti la cosa non era altrettanto scontata, anzi, si sentivano in qualche modo “terzi”; credo che per noi ebrei, abituati a preoccuparci per amici e parenti in Israele, l’identificazione con le vittime civili degli attentati  (anche quando Israele non c’entra) sia più naturale e immediata. Infine ho notato spesso, e non solo in quell’occasione, che chi è pronto a sacrificare la propria vita suscita una sorta di ammirazione indipendentemente dalla causa per cui lo fa. E’ una suggestione che deriva dagli autori classici ma da cui non è immune neppure Dante quando salva contro ogni logica il pagano suicida Catone. Credo che si debba arrivare al Nome della rosa di Umberto Eco per trovare nella letteratura italiana l’invito a temere “coloro disposti a morire per la verità, ché di solito fan morire moltissimi con loro, spesso prima di loro, talvolta al posto loro”. La saggia diffidenza suggerita da Eco mi sembra in sintonia con le regole ebraiche, che ammettono il sacrificio della propria vita solo in casi eccezionali e rigorosamente codificati, mentre in tutti gli altri contesti è assolutamente proibito.
“Ho posto davanti a te la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli la vita, onde viviate tu e la tua discendenza” (Devarim 30, 19)

Anna Segre, insegnante

notizieflash   rassegna stampa
Europa League - Male le israeliane   Leggi la rassegna

Esordio deludente per le squadre israeliane impegnate nel primo turno di Europa League. Il Maccabi Tel Aviv è naufragato sul campo del Besiktas perdendo con il passivo di 5 a 1. Sconfitta casalinga per l’Hapoel Tel Aviv che si è arreso per 0 a 1 al Rapid Bucarest. L'unico acuto di giornata arriva dal Maccabi Haifa che ha superato sul proprio terreno, sempre per 1 a 0, l’Aek Larnaca
 

Si approssima il voto sulla richiesta unilaterale di riconoscere alla delegazione palestinese all’Organizzazione delle Nazioni Unite il ruolo di rappresentanza organica di uno «Stato non-membro osservatore» e non solo di «osservatore permanente» quel già è di diritto. (...)

Claudio Vercelli












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