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19 settembre 2011 - 20 Elul 5771
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Riccardo Di Segni Riccardo
Di Segni,
rabbino capo
di Roma

La pergamena che brucia e le lettere che volano: è una delle immagini più drammatiche della tradizione ebraica. Sono le parole pronunciate da Rabbi Chananià ben Teradion, messo al rogo dai Romani avvolto dalle pergamente del Sefer Torà,  per aver disobbedito all'ordine di studiare Torà. Agli studenti che assistevano e gli chiedevano cosa vedesse, rispondeva con quella frase, che significa che si può distruggere la materia, ma lo spirito è indistruttibile. Sono le parole che abbiamo voluto incidere nella targa metallica che ieri pomeriggio è stata finalmente collocata nel pavimento di Campo de' Fiori, la piazza in cui il giorno di Rosh haShana 5314, 9 Settembre 1553, per ordine dell'Inquisizione, il Talmud fu bruciato. Dopo le persecuzioni medievali contro i libri ebraici manoscritti, quella fu l'inizio della persecuzione contro il libro ebraico stampato, che forse non è mai finita. La piccola cerimonia di ieri pomeriggio ha attratto casualmente numerosi turisti che stranamente erano quasi tutti ebrei da vari paesi del mondo. Un anziano, che veniva dagli USA, mi ha detto che nel 1938 con la sua famiglia è scappato da Berlino. Quindi di roghi se ne intendeva. E si è congratulato con noi per quella che è stata per lui una gradita sorpresa. Ci sono voluti 458 anni per mettere una targa di ricordo, ma non è mai troppo tardi.

Anna
Foa,
 storica

   
Anna Foa
Grande spazio sui giornali alla notte in ghetto sulla kabbalah e sul connesso festival della letteratura ebraica. Mi è venuto un dubbio: ma quanti lo sanno che il ghetto non c'è più? anzi, che non solo non c'è più come istituzione, ma che non ne è rimasto più nulla, case, edifici, spazi? vogliamo scommettere che tutti o quasi tutti sono convinti non solo che il ghetto esiste ancora, ma che è il nome con cui si designa normalmente il quartiere degli ebrei?

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davar
Qui Firenze -  Un anno per riavvicinarci alle nostre radici
Da Firenze mando auguri di Shanà Tovà a tutte le kehilot e gli ebrei d’Italia. Un anno di approfondimento e riavvicinamento alle nostre radici e alla nostra anima ebraica. Anima che pensa medita e canta con il linguaggio ed i simboli della Torah e la nostra tradizione. Ama il tuo prossimo come te stesso, Rimani fedele al tuo D-o ma ricordati che non hai visto nessuna immagine a Horev, scrivi sulla tua mente le parole di questo cantico, etc. Lo shofar,il lulav e la menorah, il canto dello shemang, il giro dei Sefarim e i canti in onore della Torah secondo le usanze delle nostre varie Kehilot.
Lo sguardo e l’ascolto profondo nel nostro animo ebraico ci aiuterà riscoprire il legame con i nostri avi, la nostra storia, i suoni ed i profumi, le parole della nostra identità ebraica italiana. Auguro a tutti noi di poter ricostruire questo anno la nostra identità e storia ebraico-italiana. Ascoltando il suono dello Shofar troveremo e capiremo come legare il passato al futuro, la saggezza dei nostri avi a quella delle generazioni future, rendendo eterni gli insegnamenti della Torah. Con l’aiuto dei maestri ognuno di noi troverà la sua strada di ritorno, il suo legame con l’ebraismo e la Torah. Torneremo così ad essere quello che eravamo non molte generazioni fa. Un gruppo di ebrei capace di abbinare le scienze, la poesia, la filosofia e la tecnica alla Torah, illuminando il nostro essere e la nostra sapienza e cultura articolata con il lume di Hashem. L’Eterno che ci guida dal profondo del nostro essere verso il bene e la Geulà. Shanà Tovà u mongadim le simchà a tutti.

Yoseph Levi, rabbino capo di Firenze

Qui Mantova -  Un anno per realizzare progetti
A Mantova si sta chiudendo un anno che ha portato alla nostra Comunità tante cose, sono stati mesi intensi; fra queste non mancano soddisfazioni e progetti felicemente compiuti, sia in seno alla Comunità, sia insieme agli altri. Il resto, ciò che ancora non siamo riusciti a realizzare, riparte con noi, con la dolcezza e la forza aggregante del miele, augurandoci di poterlo conquistare presto. Ci aspetta un nuovo anno di sfide, ma l’ebraismo non è certo nuovo a queste. Auguro a tutte e tutti voi un Anno di crescita, di impegno e di unità, le migliori garanzie per alimentare la linfa vitale delle Comunità, specie quelle numericamente più piccole, e dell’ebraismo italiano. Un pensiero speciale da Mantova va alla Redazione del Portale: avete costruito un mezzo straordinario di comunicazione, diffusione e confronto. Shanà tovà a tutti, col pensiero che in ogni giorno possiamo trovare motivazione al rinnovamento, all’apertura e al confronto, e motivo di consolidamento, nella nostra cultura e tradizione, di generazione in generazione. Buon lavoro e un cordiale shalom.

Fabio Norsa, presidente della Comunità ebraica di Mantova

Qui Roma - Al Festival tra Talmud e memorie 
Ancora grandi emozioni e stimoli nell’area del vecchio Ghetto per la seconda giornata del Festival Internazionale di Letteratura Ebraica. Apertosi durante la Notte della Cabbalà che ha richiamato – secondo quanto appreso dagli organizzatori  – circa 30mila cittadini romani al Portico d’Ottavia e dintorni, il Festival è proseguito domenica con una serie di appuntamenti apprezzati da un pubblico partecipe e folto. Tema forte della giornata il Talmud, pilastro della tradizione e della metodologia ebraica. Il Talmud, di cui si avrà presto una traduzione in italiano a seguito del recente accordo siglato con il governo, è stato infatti al centro degli incontri che hanno visto protagonisti, in mattinata, il rav Roberto Della Rocca e Stefano Levi Della Torre, e con il calar del sole, il maestro Haim Baharier. Nel mezzo, a suggellare la rinnovata centralità della Comunità di Roma e delle sue anime all’interno del Festival, l’inaugurazione, svoltasi nel tardo pomeriggio al Museo Ebraico, della mostra L’istruzione di sacro e civile nel ghetto di Roma: la Compagnia Talmud Torah e la presentazione del volume Le confraternite ebraiche. Talmud Torah e Ghemilut Chasadim: premesse storiche e attività agli inizi dell’età contemporanea a cura dell’Archivio Storico con il finanziamento del Fondo Otto per Mille UCEI.
Smaltite le soddisfazioni del weekend, oggi pomeriggio si riparte con un triplice appuntamento di grande interesse. Aprirà la terza giornata di rassegna una conversazione, con forte taglio sefardita, tra Anais Ginori ed Eliette Abécassis alle 18 al Palazzo della Cultura. Alle 18.30 invece, nella vicina Ermanno Tedeschi Gallery, inaugurazione della mostra dell’artista Menasse Kadishman. Chiuderà alle 21, ancora al Palazzo della Cultura, l’incontro tra Chiara Valerio e la scrittrice israeliana Ronit Matalon.


Qui Milano - Medici ebrei fra storia e futuro
Giornata ricca di spunti ieri a Milano per il convegno, dedicato al ruolo dei medici ebrei nell’Italia Unita, organizzato dall’Associazione Medica Ebraica e dalla Fondazione CDEC. All’appuntamento, cui hanno preso parte numerosi medici, studiosi e rabbini e che ha visto tra gli altri la presenza del presidente dell’Ordine dei medici Ugo Garbarini, numerosi i temi e i contributi apportati dai relatori. Dalle peculiarità dell’approccio ebraico alla scienza medica alle sfide che attendono oggi l’Ame, da un bilancio di questi primi 150 anni di Unità nazionale a un ragionamento sugli scenari futuri organizzato sotto forma di tavola rotonda. Tra i protagonisti di quest’ultimo momento di confronto, il presidente dell’Ame e consigliere UCEI Giorgio Mortara, sollecitato sul ruolo e sul contributo che l’associazione da lui presieduta potrà dare negli anni a venire. Mortara ha illustrato gli obiettivi formulati nello statuto Ame e le possibilità di raggiungimento di ciascuno di essi. In particolare si è soffermato sull’importanza di promuovere incontri culturali e scientifici tra coloro che hanno interesse nell’approfondimento della tradizione, della cultura e dell’etica ebraica in campo sanitario, sulla necessità di contribuire alle diffusione di quest’ultima nella società italiana attraverso più fitte collaborazioni con l’Ordine dei Medici e con le università e sull’altrettanto centrale necessità di agevolare i rapporti con le associazioni e le istituzioni sanitarie in Israele, in Italia, in Europa e nel resto del mondo attraverso la partecipazione e l’organizzazione di convegni medici e scambi culturali con attenzione alla ricerca, alla bioetica e alla medicina sociale. Tra gli interventi di giornata da segnalare un commovente ricordo, da parte di Andrea Finzi, del medico ebreo milanese Marcello Cantoni. Introducendo la figura di Cantoni al pubblico in sala, Finzi si è così espresso: “Parlare di Marcello Cantoni vuol dire ripercorrere le vicende novecentesche attraverso l’esperienza di un giovane medico, di un uomo di cultura e poi di un padre di famiglia che, trovandosi a vivere in tempi eccezionali, ha saputo mettersi a disposizione del prossimo con energia, intuito e capacità organizzative sostenute da una solida base scientifica e positivista, guidato dalla consapevolezza tutta ebraica che la prima soluzione di ogni problema va trovata dentro sé stessi”. “E anche quando i tempi sono divenuti meno eccezionali – ha poi aggiunto Finzi – la sua energia, il suo spirito di iniziativa e di aggregazione hanno continuato a improntare le sue molteplici attività. Anche perché quegli anni, quelli della ricostruzione e della crescita economica e sociale, attraverso i documenti che ho esaminato, appaiono pervasi da un fervore e da un ottimismo straordinari, soprattutto alla luce dei cupi sentimenti attuali del Paese”.

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pilpul
Ladri di sogni
Donatella Di CesareNell’ingiunzione «non ruberai» si è spinti a pensare immediatamente all’atto di chi infrange la proprietà e prende la roba altrui. Ma ci sono anche altre forme di furto, non punite, e non meno gravi. Lo dice la Torà; lo ripete più volte. «Non defraudare il salariato povero e misero, sia tuo fratello o forestiero che abita nel tuo paese, nella tua città» (Deuteronomio 24, 14). Chi lavora a salario non può essere dominato con durezza, né umiliato con mansioni inutili. E immediato deve essere il compenso della sua fatica. «Nel giorno stesso gli darai il suo salario, prima che tramonti il sole, perché è povero e verso quel salario solleva il fiato» (Deuteronomio 24, 15). Rubare vuol dire trattenere la paga, non dare il dovuto a chi ha svolto l’opera, non darlo per tempo. E in Levitico si ribadisce: «non opprimere i tuo prossimo e non rapire; non trattenere presso di te per tutta la notte, fino al mattino, il compenso per il lavoro» (19, 13).
Ma qui c’è una colpa ulteriore. Per la Torà il salariato, nel suo rapporto di dipendenza, è paragonabile alla vedova e all’orfano che non possono essere maltrattati. Chi non lo ricompensa, nella giornata, chi lo asservisce, è ladro due volte. Ladro del suo lavoro, della sua fatica, ma ladro anche del suo fiato. Lo opprime, perché gli toglie il respiro, e con il respiro la forza di guardare al domani, di avere un progetto, una speranza, un sogno. Lo umilia, lo colpisce nella dignità, lo calpesta nel cuore. L’amore chiede giustizia non solo per chi è affamato, ma anche per chi non può avere parte ai sogni.

Donatella Di Cesare, filosofa

Disinformazione scorretta
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notizie flash   rassegna stampa
Israele diventerà membro del CERN
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Israele ha siglato un accordo per divenire il primo Paese extraeuropeo in piena collaborazione con il CERN, l’organizzazione dove ha sede il Large Hadron Collider (LHC) con cui si studia il “Big Bang” e si cerca di provare l’origine dell’universo. Eliezer Rabonivici, direttore dell’Institute for Advanced Study presso la Hebrew University di Gerusalemme ha detto che l’accordo rappresenta il riconoscimento dei contributi scientifici e tecnologici che Israele ha portato negli anni al CERN. “La comunità scientifica israeliana spera di continuare questa avventura congiunta”, ha aggiunto il dirigente.
 
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