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Roberto
Della Rocca,
rabbino
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E’
uso antico trascorrere parte di questa notte a studiare
Torah, leggere Salmi e alcuni passi dello Zohar, suonare per
sette
volte lo Shofàr mentre si invocano i 13 Attributi della Misericordia.
Si tratta del Tiqùn di Hosha’ana Rabbà settimo e ultimo giorno di
Sukkòt. Domattina invece termineremo la preghiera
prendendo
cinque rametti di aravà, salice, legati da una foglia di palma, e li
sbatteremo sul pavimento per cinque volte consecutive. L’aravà, il
salice, quella pianta che cresce presso i fiumi, simboleggia quegli
ebrei che non hanno né Torah né buone azioni, e che solo se mescolati e
integrati nel mazzetto con le altre tre piante odorose o che danno
frutti possono modificarsi ed elevarsi.Hosha’ana Rabbà si chiama
infatti Yom Ha aravà. Nonostante tutto il percorso di Teshuvah e di
mitzwòt che stiamo facendo da oltre un mese, in questo
giorno, in
cui vorremmo illuderci di essere paragonati all’Etròg, il Cedro, il
frutto che rappresenta viceversa quegli ebrei che hanno sia Torah che
buone azioni, ridiventiamo tutti solo aravà, salice
di
fronte ad HaShem. Solo così possiamo permetterci di
ricominciare
un nuovo ciclo di lettura e di studio della Torah.
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È
stato liberato questa mattina Gilad Shalit, il soldato di Tsahal
prigioniero per quasi cinque anni e mezzo dei terroristi di Hamas nella
Striscia di Gaza. Grande emozione in Israele e nel mondo per la notizia
del suo rilascio. Il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane Renzo Gattegna ha dichiarato:
“Il rilascio odierno di
Gilad Shalit è una notizia straordinaria che riempie il cuore di gioia
e di commozione. Si tratta di un momento emozionante al quale si è
potuti arrivare grazie alla decisione, presa dal governo israeliano, di
liberare in cambio di Gilad oltre mille prigionieri palestinesi. Una
decisione difficile e sofferta che rischia di avere ripercussioni in
termini di sicurezza nazionale e che per questo è stata al centro di
una intensa dialettica all’interno dello schieramento di governo.
Nonostante le perplessità si è però deciso di operare ispirandosi a uno
dei principi cardine dello Stato di Israele, cioè quello che contempla
il massimo sforzo possibile, anche a costo di prezzi apparentemente
sproporzionati da pagare, per la tutela e l’integrità fisica di ogni
singolo soldato e cittadino israeliano. È questo un insegnamento etico
alla base dell’ebraismo che ritroviamo ad esempio nel Talmud dove si
dice: “Chi salva una vita salva il mondo intero”.
“Queste ore
segnano il ritorno alla vita di Gilad, un ragazzo di 25 anni che ha
trascorso oltre un quinto della sua giovane esistenza in condizioni
drammatiche e senza possibilità di comunicare con il mondo esterno. In
questi anni il suo rilascio è stato chiesto a gran voce da
governi,diplomatici, comunità ebraiche ed esponenti della società
civile a tutti i livelli. Abbiamo seguito la sua vicenda con
partecipazione, preoccupazione e speranza. Sempre in attesa di buone
notizie che non arrivavano mai. Per questo anche noi, assieme a Noam e
Aviva Shalit, riabbracciamo oggi un figlio”.
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Qui Milano - Macellazione rituale e rispetto dell'identità
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Presentata
oggi al Consiglio regionale della Lombardia una mozione della Lega Nord
che sollecita tra le altre cose “ogni utile iniziativa tendente a
vietare le macellazioni rituali non accompagnate da preventivo
stordimento degli animali”.
La Comunità ebraica di Milano è intervenuta con il seguente comunicato:
Oggi
il Consiglio Regionale della Lombardia è chiamato al voto su una
mozione che vuole imporre delle limitazioni incompatibili con le regole
delle macellazioni rituali ebraica e musulmana, Kasher e Halal. Una
mozione che, di fatto, si configura come un divieto. La mozione è stata
presentata dal gruppo consigliare della Lega Nord e ha come primo
firmatario Claudio Bottari. Daniele Nahum, vicepresidente della
Comunità ebraica di Milano, ha dichiarato: “Sono venuto a conoscenza di
questa mozione grazie ad una agenzia stampa, mi sono messo in
contatto con il capogruppo della Lega Nord Stefano Galli per
fargli presente che stavano presentando una mozione intollerante e
discriminatoria, dunque mi sono permesso di consigliare a Galli di
ritirarla. Purtroppo Galli non ha voluto sentire ragione. Voglio fare
presente a tutti i consiglieri regionali della Lombardia, in
particolare a tutti i capigruppo, che stanno per votare una mozione che
ha l'intento di discriminare i cittadini di fede musulmana ed ebraica.
Mi appello al buon senso dei nostri rappresentanti in Regione perché un
voto a favore di questa mozione sarebbe un brutto segnale di
intolleranza e discriminazione nei confronti dei cittadini di fede
ebraica e musulmana”.
Questo l'intervento del presidente dell'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane Renzo Gattegna:
“Suscita
non poche perplessità la mozione, presentata questa mattina al
Consiglio regionale della Lombardia dalla Lega Nord, in cui si chiede
un intervento deciso per vietare la macellazione rituale non
accompagnata da preventivo stordimento degli animali. In questa
decisione che vede ebrei e musulmani accomunati da una medesima
preoccupazione, ha fatto bene la Comunità ebraica di Milano a
intervenire energicamente chiedendo rispetto e tutela di due realtà
millenarie che hanno nel consumo etico di carne uno dei cardini
religiosi fondamentali. Nell'ebraismo inoltre, antiche norme rituali
sono ancora oggi adottate per limitare la sofferenza degli animali. La
mozione della Lega Nord sembra quindi quanto mai fuori luogo e
inappropriata”.
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La scelta |
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Dopo
oltre cinque anni, duemila giorni Gilad torna a casa dai suoi genitori;
la notizia è straordinaria e, almeno per il sottoscritto,
imprevedibile. Il caporale israeliano divenuto eroe e simbolo nel corso
della prigionia viene rilasciato in cambio di un migliaio di detenuti
palestinesi, molti dei quali rei di terribili atti di violenza,
mentre il paese guarda attonito e spossato, indeciso se abbandonarsi
all'euforia per la liberazione insperata o alla preoccupazione per
quella che Hamas considera una vittoria militare. Ragionare è
difficile. Si è trattato di una scelta politica? Secondo me no. La
politica è innanzitutto composizione di interessi diversi attraverso
l'arte del compromesso più alto. Il male minore, o il bene possibile,
sono l'unica opzione politicamente percorribile e dunque, in questo
campo, moralmente apprezzabile. Se quindi ragionassimo e usassimo
queste categorie ci scopriremmo in difficoltà di fronte alla scelta
dello scambio. Ma la politica si muove all'interno di un confine,
quello sancito dai principi irrinunciabili. Che sono pochi, e non
quelli sbandierati dai tanti atei devoti a proposito di questo o quel
disegno di legge. I principi fondamentali sono i diritti umani e tra
questi il diritto alla vita. Per tutelarli si abbandona la sfera della
politica e con essa il parametro del male minore. Per la vita di Gilad
Shalit si rinuncia al resto, persino alla sicurezza dello Stato. Un
atteggiamento straordinario, che dovrebbe rendere orgogliosi tutti gli
israeliani (e un po' anche noi).
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Il Glatt? Potrebbe
essere taref... |
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Le
Comunità italiane discutono infervorate su cosa è glatt e cosa è
kasher. Non mi voglio chiedere perché non ci si occupa abbastanza dello
stato di avanzamento degli ebrei italiani nell’osservanza di mizvoth
fondamentali come l’educazione ebraica in generale e l’educazione
all’osservanza dello shabbath, lo studio quotidiano della Torà, le
norme del rispetto del prossimo, l’accoglienza dello straniero,
l’avvicinamento dell’ebreo “lontano” ecc. E’ chiaro che è più facile
occuparsi della kasheruth.
rav Scialom
Bahbout
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notizie
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rassegna
stampa |
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L'attesa grandissima in
Israele e nel mondo ebraico per la liberazione di Gilad Shalit è il tema
principale della rassegna di oggi.
Ugo
Volli
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italiano |
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Dafdaf
è il giornale ebraico
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