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18 ottobre 2011 - 20 Tishri 5772
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Roberto Della Rocca
Roberto
Della Rocca,
rabbino

E’ uso antico trascorrere parte di questa notte a studiare Torah, leggere Salmi e alcuni passi dello Zohar, suonare per sette volte lo Shofàr mentre si invocano i 13 Attributi della Misericordia. Si tratta del Tiqùn di Hosha’ana Rabbà settimo e ultimo giorno di Sukkòt. Domattina invece  termineremo la preghiera  prendendo cinque rametti di aravà, salice, legati da una foglia di palma, e li sbatteremo sul pavimento per cinque volte consecutive. L’aravà, il salice, quella pianta che cresce presso i fiumi, simboleggia quegli ebrei che non hanno né Torah né buone azioni, e che solo se mescolati e integrati nel mazzetto con le altre tre piante odorose o che danno frutti possono modificarsi ed elevarsi.Hosha’ana Rabbà si chiama infatti Yom Ha aravà. Nonostante tutto il percorso di Teshuvah e di mitzwòt che stiamo facendo da oltre un mese, in questo giorno, in cui vorremmo illuderci di essere paragonati all’Etròg, il Cedro, il frutto che rappresenta viceversa quegli ebrei che hanno sia Torah che buone azioni,  ridiventiamo tutti solo aravà, salice  di fronte ad HaShem. Solo così possiamo permetterci di ricominciare un nuovo ciclo di lettura e di studio della Torah.

Dario
 Calimani,
 anglista


Dario Calimani
Economia sul baratro; violenza che emerge da sotto le ceneri; opposizione sbrindellata e con le idee offuscate; governo che non sa governare. Si potrebbe cominciare a esprimere qualche preoccupazione. E invece si sta a vedere chi saranno i primi a pagare. Ma qualcuno sta già pagando, e ci si volta dall’altra parte.
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davar
Gilad Shalit - "Oggi riabbracciamo un figlio"
È stato liberato questa mattina Gilad Shalit, il soldato di Tsahal prigioniero per quasi cinque anni e mezzo dei terroristi di Hamas nella Striscia di Gaza. Grande emozione in Israele e nel mondo per la notizia del suo rilascio.
Il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha dichiarato
:

“Il rilascio odierno di Gilad Shalit è una notizia straordinaria che riempie il cuore di gioia e di commozione. Si tratta di un momento emozionante al quale si è potuti arrivare grazie alla decisione, presa dal governo israeliano, di liberare in cambio di Gilad oltre mille prigionieri palestinesi. Una decisione difficile e sofferta che rischia di avere ripercussioni in termini di sicurezza nazionale e che per questo è stata al centro di una intensa dialettica all’interno dello schieramento di governo. Nonostante le perplessità si è però deciso di operare ispirandosi a uno dei principi cardine dello Stato di Israele, cioè quello che contempla il massimo sforzo possibile, anche a costo di prezzi apparentemente sproporzionati da pagare, per la tutela e l’integrità fisica di ogni singolo soldato e cittadino israeliano. È questo un insegnamento etico alla base dell’ebraismo che ritroviamo ad esempio nel Talmud dove si dice: “Chi salva una vita salva il mondo intero”.
“Queste ore segnano il ritorno alla vita di Gilad, un ragazzo di 25 anni che ha trascorso oltre un quinto della sua giovane esistenza in condizioni drammatiche e senza possibilità di comunicare con il mondo esterno. In questi anni il suo rilascio è stato chiesto a gran voce da governi,diplomatici, comunità ebraiche ed esponenti della società civile a tutti i livelli. Abbiamo seguito la sua vicenda con partecipazione, preoccupazione e speranza. Sempre in attesa di buone notizie che non arrivavano mai. Per questo anche noi, assieme a Noam e Aviva Shalit, riabbracciamo oggi un figlio”.

 
Qui Milano - Macellazione rituale e rispetto dell'identità
Presentata oggi al Consiglio regionale della Lombardia una mozione della Lega Nord che sollecita tra le altre cose “ogni utile iniziativa tendente a vietare le macellazioni rituali non accompagnate da preventivo stordimento degli animali”.

La Comunità ebraica di Milano è intervenuta con il seguente comunicato:

Oggi il Consiglio Regionale della Lombardia è chiamato al voto su una mozione che vuole imporre delle limitazioni incompatibili con le regole delle macellazioni rituali ebraica e musulmana, Kasher e Halal. Una mozione che, di fatto, si configura come un divieto. La mozione è stata presentata dal gruppo consigliare della Lega Nord e ha come primo firmatario Claudio Bottari. Daniele Nahum, vicepresidente della Comunità ebraica di Milano, ha dichiarato: “Sono venuto a conoscenza di questa mozione grazie ad una agenzia stampa, mi sono messo in contatto  con il capogruppo della Lega Nord Stefano Galli per fargli presente che stavano presentando una mozione intollerante e discriminatoria, dunque mi sono permesso di consigliare a Galli di ritirarla. Purtroppo Galli non ha voluto sentire ragione. Voglio fare presente a tutti i consiglieri regionali della Lombardia, in particolare a tutti i capigruppo, che stanno per votare una mozione che ha l'intento di discriminare i cittadini di fede musulmana ed ebraica. Mi appello al buon senso dei nostri rappresentanti in Regione perché un voto a favore di questa mozione sarebbe un brutto segnale di intolleranza e discriminazione nei confronti dei cittadini di fede ebraica e musulmana”.

Questo l'intervento del presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna:

“Suscita non poche perplessità la mozione, presentata questa mattina al Consiglio regionale della Lombardia dalla Lega Nord, in cui si chiede un intervento deciso per vietare la macellazione rituale non accompagnata da preventivo stordimento degli animali. In questa decisione che vede ebrei e musulmani accomunati da una medesima preoccupazione, ha fatto bene la Comunità ebraica di Milano a intervenire energicamente chiedendo rispetto e tutela di due realtà millenarie che hanno nel consumo etico di carne uno dei cardini religiosi fondamentali. Nell'ebraismo inoltre, antiche norme rituali sono ancora oggi adottate per limitare la sofferenza degli animali. La mozione della Lega Nord sembra quindi quanto mai fuori luogo e inappropriata”.


pilpul
La scelta
Dopo oltre cinque anni, duemila giorni Gilad torna a casa dai suoi genitori; la notizia è straordinaria e, almeno per il sottoscritto, imprevedibile. Il caporale israeliano divenuto eroe e simbolo nel corso della prigionia viene rilasciato in cambio di un migliaio di detenuti palestinesi, molti dei quali rei di terribili atti di violenza, mentre il paese guarda attonito e spossato, indeciso se abbandonarsi all'euforia per la liberazione insperata o alla preoccupazione per quella che Hamas considera una vittoria militare.
Ragionare è difficile. Si è trattato di una scelta politica? Secondo me no. La politica è innanzitutto composizione di interessi diversi attraverso l'arte del compromesso più alto. Il male minore, o il bene possibile, sono l'unica opzione politicamente percorribile e dunque, in questo campo, moralmente apprezzabile. Se quindi ragionassimo e usassimo queste categorie ci scopriremmo in difficoltà di fronte alla scelta dello scambio. Ma la politica si muove all'interno di un confine, quello sancito dai principi irrinunciabili. Che sono pochi, e non quelli sbandierati dai tanti atei devoti a proposito di questo o quel disegno di legge. I principi fondamentali sono i diritti umani e tra questi il diritto alla vita. Per tutelarli si abbandona la sfera della politica e con essa il parametro del male minore. Per la vita di Gilad Shalit si rinuncia al resto, persino alla sicurezza dello Stato. Un atteggiamento straordinario, che dovrebbe rendere orgogliosi tutti gli israeliani (e un po' anche noi).

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas

Il Glatt? Potrebbe essere taref...
Le Comunità italiane discutono infervorate su cosa è glatt e cosa è kasher. Non mi voglio chiedere perché non ci si occupa abbastanza dello stato di avanzamento degli ebrei italiani nell’osservanza di mizvoth fondamentali come l’educazione ebraica in generale e l’educazione all’osservanza dello shabbath, lo studio quotidiano della Torà, le norme del rispetto del prossimo, l’accoglienza dello straniero, l’avvicinamento dell’ebreo “lontano” ecc. E’ chiaro che è più facile occuparsi della kasheruth.

rav Scialom Bahbout


notizie flash   rassegna stampa
 

L'attesa grandissima in Israele e nel mondo ebraico per la liberazione di Gilad Shalit è il tema principale della rassegna di oggi.

Ugo Volli












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