|
Riccardo
Di Segni,
rabbino capo
di Roma
|
L'inizio
della Torà, prima di entrare nella storia di Abramo, tocca temi di
interesse universale, di cui in vario modo emerge l'attualità. Basti
pensare ai temi della conservazione e della distruzione del creato,
alle leggi universali, ai simboli della pace (colomba e arcobaleno).
Tra gli ultimi temi a comparire, la confusione delle lingue di cui si
parla alla fine della parashà di Noach che abbiamo letto questo shabat.
In questa generazione abbiamo capito meglio che cosa significa
moltiplicazione e confusione delle lingue, con lo sviluppo planetario
dell'informatica. Appena si crea una tecnologia potente, le
modalità di uso si frammentano e nasce il problema della
incomunicabilità dei sistemi: supporti differenti, differenti linguaggi
di programmazione, differenti programmi che non girano in tutte le
macchine, archivi anche recenti non più leggibili. Si ripete la grande
immagine biblica, quella dellla potenza tecnologica con tutti i suoi
rischi, le domande sulle sue finalità, l'ineluttabilità della divisione
e della dispersione e la sua problematica interpretazione come freno
(punitivo?) allo sviluppo.
|
|
Anna
Foa,
storica
|
|
Il
Tribunale amministrativo regionale del Piemonte ha bocciato il ricorso
della Lega contro la costruzione di una moschea in via Urbino a Torino.
Interessanti le motivazioni con cui Vladimiro Zagrebelsky su La Stampa
di ieri commenta la sentenza. Dopo aver sottolineato che si tratta di
una sentenza, saldamente fondata sui principi di libertà religiosa
sanciti dalla Costituzione e dalla Convenzione Europea dei diritti
dell'uomo, Zagrebelsky ci ricorda però che molti paesi, parzialmente o
integralmente ispirati alla Sharia, non riconoscono tali diritti e
limitano pesantemente la libertà religiosa dei non musulmani, in
particolare quella dei cristiani. Ma i principi giuridici a cui si
ispira l'Europa impediscono la reciprocità, perchè in Europa i diritti
e le libertà fondamentali appartengfono all'individuo originariamente e
non per concessione degli Stati. Questo vuol dire che nessuno può
essere limitato nei suoi diritti perchè nello Stato da cui proviene, o
nella religione a cui appartiene, tali diritti non sono rispettati.
L'argomento è importante e mi sembra valga la pena di sottolinearlo,
perchè credo che possa far uscire da rigidezze e ovvietà il dibattito
su questi temi, un dibattito destinato certamente a diventare sempre
più acceso e coinvolgente. La libertà religiosa, il diritto di cambiare
religione, l'uguaglianza dei culti di fronte alla legge fanno parte del
nostro patrimonio di civiltà. "Possiamo dire, conclude Zagrebelsky, che
siamo fortunati ed anche orgogliosi di ciò che avviene da noi, in
Europa".
|
|
Quali
sono oggi i valori comuni delle comunità ebraiche italiane? Una domanda
difficile da affrontare che si apre a molteplici risposte e su cui
hanno riflettuto ieri sera, in occasione della tavola rotonda
organizzata dal neonato Centro Studi e Formazione di Milano, rav
Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano, lo storico David Bidussa e
Gavriel Levi, docente di psichiatria. Ad aprire la serata, culmine
dell’intensa giornata legata al nuovo progetto per la formazione della
leadership comunitaria del dipartimento Educazione e Cultura UCEI, i
saluti del presidente dell’Unione Renzo Gattegna e del presidente della
Comunità ebraica milanese Roberto Jarach. “La sfida è quella di
lavorare per Comunità più unite e più collegate che vogliano esprimersi
sulla base di una dimensione nazionale” ha spiegato Gattegna nel suo
discorso, soffermandosi sulle problematiche che l’ebraismo italiano
dovrà affrontare nel prossimo futuro. Questioni non più rinviabili, che
lo stesso corso di formazione, organizzato dal direttore del Dec rav
Roberto Della Rocca, cercherà di sviscerare nella serie di incontri
realizzati in cinque città italiane. “Vorrei fare un doppio
ringraziamento a rav Della Rocca – ha affermato Jarach – In primo luogo
per aver portato qui a Milano il presidente Gattegna il cui discorso ha
lasciato il segno su ognuno di noi, con una visione chiara dei problemi
da affrontare e della strada da percorrere per farlo. Oggi sentiamo più
vicina l’UCEI, sono state messe sul campo nuove modalità per interagire
con le diverse istituzioni. E Milano è certamente disponibile a
lavorare con l’Unione, a stringere un legame diretto che prenda in
considerazione le nostre esigenze come quelle dell’UCEI". "Vorrei anche
ringraziare Roberto – ha poi aggiunto Jarach – per la
realizzazione di questa iniziativa: un progetto che ci aiuta a lavorare
insieme, permette di confrontarsi sulle problematiche quotidiane delle
nostre comunità e scambiare contributi costruttivi percorrendo
congiuntamente la stessa strada”. Dopo i saluti dei presidenti Gattegna
e Jarach, si è aperto il confronto tra i relatori sulla questione
dell’esistenza dei valori ebraici nel panorama italiano. A fare da
mediatore rav Roberto Della Rocca. “Sono spesso perplesso quando si
parla di valori comuni. Cosa li rende connotabili come ebraici e non
semplicemente umani, universali?”. La risposta, secondo Arbib, la porta
Kadosh Baruch Hu quando chiede all’angelo della verità se debba o meno
creare l’uomo. L’angelo si dice contrario perché l’uomo è tutto
menzogna. Dio allora getta a terra la verità e crea l’uomo. “Nessuna
verità può rimanere semplicemente tale; deve essere legata al concreto,
gettata a terra. Così accade nella tradizione ebraica per i valori,
inquadrati nel sistema delle mitzvot. Se non facciamo, se non
portiamo a terra, non avremo un comportamento ebraico”. Per lo storico
David Bidussa l’impegno di questa generazione del mondo comunitario
ebraico deve essere quello di riuscire a trasmettere qualcosa che
rimanga,
qualcosa che attragga le persone. “La Comunità è un sogno – spiega lo
storico – senza di esso è solo piattezza burocratica. Dobbiamo
trasmettere questo sogno, riempirlo di contenuti. Non abbiamo un
passato che possa garantire, non dico il futuro ma lo stesso presente.
È necessario mettersi in gioco, scommettere, ridisegnare i valori per
attrarre coloro che si sono allontanati o si stanno allontanando”. Già
protagonista nel pomeriggio di una seguitissima conferenza su Il Talmud
di Avraham Avinu, il professor Gavriel Levi ha ricordato il pericolo
della disidentificazione dall’ebraismo. “Un milione e mezzo di ebrei
dalla Shoah ad oggi hanno abbandonato la strada ebraica. E c’è persino
chi adotta schemi di giudizio utilizzati dagli antisemiti additando
l’altro come ‘troppo comunista’, ‘socialista’, ‘ortodosso’ o
‘massonico’. Dobbiamo ritornare a porre attenzione verso noi stessi.
Dobbiamo ritornare a sognare – ha concluso Levi – dobbiamo cementare i
nostri valori perché siamo responsabili della loro conservazione ma non
solo. Queste certezze, ed è una berachà fondamentale, devono essere
trasmesse almeno fino alla quarta generazione futura”.
Daniel Reichel
|
Qui Milano - L'informazione
e il gioco di squadra
|
|
L’informazione,
un cardine essenziale nella politica di allargamento, partecipazione e
condivisione dell’UCEI. Lo ha ribadito ieri sera Renzo Gattegna,
presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, intervenendo
in occasione dell'inaugurazione del Centro Studi e Formazione di
Milano. “L’ebraismo italiano – ha detto Gattegna – attraversa una
stagione di grande vivacità per quanto riguarda la comunicazione sia
cartacea che informatica. In poco tempo sono sorti i siti internet sia
dell’Unione che di diverse Comunità e nella stampa periodica, oltre al
mensile nazionale Pagine Ebraiche, notevoli progressi sono stati
realizzati dal Bollettino della Comunità di Milano e da Shalom”. Il
presidente UCEI ha poi così proseguito: “È stata aperta una breccia di
comunicazione con la società italiana e si è conquistata la
collaborazione di un folto gruppo di collaboratori tra cui molti
giovani e autorevoli intellettuali. Giorno dopo giorno va creandosi un
ambiente circostante ricettivo oltre che utile come appoggio e come
termine di paragone e confronto. L’obiettivo deve essere quello di
formare una community di amici, sostenitori, persone interessate alla
cultura ebraica. Una community con la quale confrontarci sui grandi
temi che ci vedono protagonisti”. Nel suo intervento Gattegna ha
toccato molti argomenti soffermandosi con particolare intensità su
progetti e sfide future. “Se concentriamo la nostra attenzione
sull’ebraismo italiano – ha spiegato – vediamo che la politica, lo
sforzo fatto dall’UCEI in questi anni deriva da questa semplice
valutazione: ciò che ci unisce è incomparabilmente più grande e più
forte di qualsiasi tipo di divisione, distinzione o separazione; che i
mezzi e le risorse umane sono limitati, che non possiamo permetterci il
lusso di sprecare energie e tempo né di perdere il contributo di tutte
le nostre risorse intellettuali e realizzative”. La sfida è dunque
quella di lavorare per Comunità più unite e più collegate che vogliano
esprimersi sulla base di una dimensione nazionale. Una sfida
finalizzata ad aprire nuovi orizzonti "così da essere presenti e
svolgere un ruolo sia nel contesto italiano che in ambito
internazionale".
|
Oggi e domani
|
|
Quando
si apre un nuovo fronte, quando si avvia una nuova iniziativa capace di
generare un salto di qualità, è possibile distinguere un orizzonte di
tre componenti: quelli che d'impulso decidono di cogliere l'opportunità
e di vivere l'esperienza da protagonisti; quelli che sulle prime
restano in disparte, riservandosi di aggregarsi quando la realtà
offrirà chiara dimostrazione che si è avviato un processo
irreversibile; coloro infine che non riescono a prendere atto della
realtà e preferiscono guardare altrove, perdendo il treno e rinunciando
a partecipare.
Il mondo ebraico italiano sta uscendo gradualmente
dal torpore che lo ha a lungo caratterizzato. Dopo il forte impegno sul
fronte dell'informazione, di cui sono state gettate le basi e raccolti
i primi risultati, è ora la stagione del confronto fra realtà diverse
(comunità, modelli individuali, progetti di formazione, decentramento,
riconquista dell'identità, dialogo, voglia di crescere).
Il
progetto di formazione elaborato dal dipartimento Educazione e Cultura
dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane ha preso ieri le mosse a
Milano con la sua prima giornata di lavori e chiude stamani la sua
prima fase. Il programma proseguirà nei prossimi mesi toccando altri
centri dell'Italia ebraica (Trieste, Napoli, Torino e Firenze). Il
primo segmento si sta dimostrando numeroso, attivo, motivato. Il
secondo è atteso ai prossimi appuntamenti. Non resta che augurarsi che
il terzo, quello di coloro che tendono a restare in disparte, si
dimostri il più esiguo possibile.
In ogni caso, oggi e domani, la
redazione ci sarà e sarà impegnata su tre fronti: partecipare
attivamente ai lavori, svolgere il lavoro giornalistico per raccontarne
valore e contenuti, infine garantire in contemporanea la produzione
quotidiana.
Vivere e raccontare la nascita di un grande progetto,
oggi e domani costituisce sempre un privilegio. Grazie, buon lavoro e
un grande Mazal Tov al rav Roberto Della Rocca, che conduce il
dipartimento sulla base della nuova politica di decentramento
dell'ebraismo italiano, e a tutto il suo staff. Il futuro è difficile e
incerto, ma una strada nuova per l'ebraismo italiano è aperta.
Guardiamo avanti e mettiamoci in cammino.
gv
|
|
|
La lezione di Steve Jobs
per l'Italia |
|
La
morte di Steve Jobs è servita ai giornali e alle riviste a vendere
un’altra storia di un figlio di un emigrante che dal nulla, con la sua
creatività, è riuscito a creare una grande azienda. Questo è infatti
uno dei tanti esempi di quello che si può fare in America, dove il
governo non controlla l’economia e non nomina i dirigenti delle grandi
aziende. In Italia la libertà economica americana non c’è e
probabilmente non c’è mai stata. Basti pensare a quello che capitò a
Massimo Della Pergola, uno dei grandi geni italiani del marketing nel
1948. Dopo aver inventato il Totocalcio (la Sisal) e averlo lanciato
nel 1946, nel 1948 la Sisal fu nazionalizzata dal governo De Gasperi.
Fu una lezione indimenticabile: se inventi qualcosa di nuovo e hai
molto successo, te lo portiamo via. Forse l’unica eccezione è stata
quella di Berlusconi, che nel diventare un “tycoon” della tv privata
ebbe la protezione di quel paragone di virtù che fu Bettino Craxi.
Donato Grosser, consulente
economico, New York
|
Il negazionismo islamico |
|
È
noto che Ahmadinejad, soprattutto negli ultimi anni, è stato spesso
paragonato a Hitler. Come ogni paragone, anche questo ha una certa
fastidiosa banalità. Eppure porta con sé una domanda inevitabile: c’è
stato storicamente un nesso tra il progetto nazista dello sterminio e
il negazionismo islamico? E su quale affinità avrebbe potuto stabilirsi?
Una
risposta è offerta dal libro di Jeffrey Herf, uscito da poco in
italiano, che ha per titolo: «Propaganda nazista per il mondo arabo».
L’autore ha raccolto una grande quantità di documenti attraverso i
quali ricostruisce la strategia e i contenuti che la Germania di Hitler
impiegò per cercare nuovi alleati tra arabi e musulmani (...)
continua
>>
Donatella Di Cesare, filosofa
|
|
notizie
flash |
|
rassegna
stampa |
San
Severino Marche - Conferita ieri
la cittadinanza ai fratelli Di Segni
|
|
Leggi la rassegna |
Conferita
ieri pomeriggio la cittadinanza onoraria di San Severino Marche ai
fratelli Frida, Elio e Riccardo Di Segni, quest’ultimo rabbino capo di
Roma (...)
continua
>>
|
|
|
|
|
L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti
che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono
rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it
Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei
l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere
ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo
e-mail, scrivete a: desk@ucei.it
indicando nell'oggetto del messaggio “cancella” o “modifica”. © UCEI -
Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo
aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione
informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale
di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.
|
|
|
|
|
|
|
|
|