se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui

9 novembre 2011 - 12 Cheshwan 5772
linea
l'Unione informa
ucei 
moked è il portale dell'ebraismo italiano
 
alef/tav
linea
sciunnach
David Sciunnach,
rabbino


È scritto nella Parashà di questa settimana, la Parashà di Vayerà, “… manda via questa schiava e suo figlio ...” (Bereshith 21, 1). La Toràh ci dice in modo chiaro che Ishmael non aveva un comportamento corretto e i Maestri si domandano quale fossero le critiche che Saràh avesse verso Agar cosi da volerla mandare via insieme a suo figlio. La Toràh in questo verso vuole insegnarci che spesso quando un ragazzo ha un comportamento negativo, questo deriva da un cattivo insegnamento dei genitori. E di conseguenza essi ne sono responsabili.
 
 Davide  Assael,
ricercatore



davide Assael
Strane sinergie si stanno sviluppando sotto il cielo della vecchia Europa: se da un lato osserviamo l’ascesa di un populismo di destra che si scaglia contro gli organismi sovranazionali, rei di non rispettare il potere di autodeterminazione dei singoli Stati, lo stesso bersaglio polemico lo ritroviamo nella retorica della sinistra radicale, che protesta contro le politiche di Bce, Fmi e quant’altro, che sfrutterebbero l’attuale situazione per compiere il loro programma ultraliberista contro la sovranità dei popoli. Altro punto in comune, la propaganda antiebraica, vuoi perché l’ebreo è lo straniero da cacciare, vuoi perché figura che agisce dietro i banchieri e che domina i grandi capitali finanziari. Insomma, sugli stessi punti battono sia le forme più estreme di nazionalismo, sia le più ampie prospettive universaliste; quando si dice che gli opposti si incontrano… 

torna su ˄
davar
La bomba del rapporto
Il rapporto dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA) pubblicato ieri conferma quanto affermato da Israele già da tempo ossia che è fondato il sospetto che l’Iran stia svolgendo degli esperimenti segreti allo scopo di sviluppare armi nucleari. Si attende ora che gli Stati Uniti e gli altri Paesi del mondo occidentale applichino nei confronti dell’Iran delle sanzioni efficaci tali da indurre il governo iraniano a porre fine alla corsa alla bomba atomica. Ma gli Usa vogliono astenersi da qualsiasi azioni che rischi di limitare le esportazioni di petrolio e di gas dall’Iran, per non darsi la zappa sui piedi. Alcuni esperti osservano che negli ultimi mesi sono stati effettuati importanti ritrovamenti di petrolio e di gas proprio all’interno degli Stati Uniti e del contiguo Canada, come per esempio nella zona di Bakken. A termine gli Stati Uniti potranno liberarsi dalla dipendenza dalle importazioni di petrolio dal Medio Oriente e disporranno di enormi quantità di gas naturale. Ma nel frattempo tali importazioni sono indispensabili. Il ministro israeliano della Difesa, Ehud Barak ha detto e ripetuto ieri che non si prevedono vittime in Israele né decine di migliaia e nemmeno qualche centinaio. Ma la preoccupazione generale sussiste e molti vorrebbero che il governo israeliano prendesse una decisione del tipo dell’incursione sull’Iraq del 1982 contro la pila atomica irachena. I tempi però sono cambiati, molte istallazioni iraniane sono sotterranee e mezzi meno appariscenti come i cosiddetti vermi nei computer si sono dimostrati molto efficaci. Perciò Israele continuerà a richiedere un’azione americana e a utilizzare metodi non vistosi ma efficaci contro l’atomica iraniana.

Sergio Minerbi, diplomatico 

Qui Roma - Ricordate le vittime della Grande Guerra
Sono stati ricordati questa mattina nella Capitale, con la deposizione di una corona di fiori davanti alla lapide commemorativa posta sul fianco della sinagoga maggiore, i molti soldati ebrei italiani che persero la vita in combattimento durante la Prima Guerra Mondiale. I caduti furono in tutto 261, mentre tra le onorificenze si segnalano due medaglie d’oro, 207 d’argento, 238 di bronzo e 28 encomi solenni. Alla cerimonia odierna, svoltasi alla presenza tra gli altri del presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, del consigliere della CER Ruben Della Rocca, del rabbino capo Riccardo Di Segni, del consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Settimio Pavoncello e dell’onorevole Alessandro Ruben, parlamentare di Futuro e Libertà, ha partecipato il ministro della Difesa Ignazio La Russa. Nell'occasione il ministro si è intrattenuto con un gruppo di giovanissimi studenti della scuola ebraica romana ed ha poi visitato l’interno del luogo di culto assieme ai vertici comunitari. Uscendo dal Tempio, ha rilasciato alla stampa la seguente dichiarazione: “Sono ormai quattro anni che facciamo questa cerimonia per tributare l'omaggio ai caduti della Prima Guerra mondiale, testimonianza dell'indissolubile legame di questa Comunità con Roma e con la patria”.

Qui Roma - Genitori e figli, gli errori da evitare
Tre genitori e quattro figli a confronto. Un conduttore d’eccezione. Grande brio, molti spunti e ritmo da maratona, ieri sera al centro di cultura ebraica Il Pitigliani, per la presentazione del libro “Genitori 60 errori da evitare” di Hamos Guetta. Quali sfide per i padri e per le madri del Terzo Millennio? Quali errori evitare per raggiungere un più alto livello di soddisfazione? E ancora, come rispondere alla richiesta di amicizia su Facebook inviata dal genitore impiccione di turno? Domande e risposte a raffica che hanno animato, in un fitto scambio via sms tra pubblico e partecipanti, l'intenso dibattito che ne è nato. A tirare le redini della serata David Parenzo, voce ormai celebre del programma radiofonico La Zanzara. Oltre all’autore sono intervenuti la direttrice del Pitigliani Ambra Tedeschi, lo psicologo David Meghnagi e il giornalista Massimo Lomonaco.

torna su ˄
pilpul
Ancora su Rabin
Francesco LucreziL’anniversario della morte di Rabin, caduto lo scorso 4 novembre, è stato ricordato, nella newsletter di ieri, con parole che non mi trovano concorde.
È più che vero che, a distanza di sedici anni dalla sua tragica scomparsa, la memoria dello statista assassinato brilla ancora in tutta la sua luce, e la sua lunga e prestigiosa carriera al servizio dello Stato di Israele resta uno straordinario esempio di fedeltà, coerenza, coraggio. Doti che ha sempre dimostrato in tutti i passaggi della sua intensa vita di soldato, diplomatico, politico: nel 1941, volontario nelle file del Palmach, nei ranghi dell’esercito inglese; nel 1946, arrestato, dagli stessi inglesi, per la sua attività clandestina; nel ’48, nelle truppe dell’Haganah incaricate di forzare il blocco di Gerusalemme; nel 1967, protagonista, accanto a Moshe Dayan, come capo di Stato Maggiore, della folgorante vittoria militare della guerra dei 6 giorni; nel 1968, ambasciatore a Washington; nel 1973, nella Knesset e, nell’aprile del 1974, ministro del Lavoro; nel giugno dello stesso anno, capo del governo (carica che gli darà, nel luglio del 1976, la responsabilità della drammatica decisione del raid di Entebbe); nei governi di unità nazionale, tra l’84 e l’88, e poi l’88 e il ’90, Ministro della Difesa, e, nel luglio del ’92, di nuovo Primo Ministro. La sua azione, negli ultimi tre anni di vita, è particolarmente nota: gli accordi segreti di Oslo, il reciproco riconoscimento tra Israele e OLP, la storica stretta di mano con Arafat, sul prato della Casa Bianca, il 13 settembre del ‘93; l’anno successivo, la pace con la Giordania di Re Hussein. Infine, la tragica morte, che lo ha visto cadere felice, mentre cantava e sperava tra la sua gente, il suo popolo.
Ma è importante sottolineare che questa intensa vita rappresenta un tutt’uno, in quanto profondamente segnata sempre dagli stessi valori, princìpi, ideali. Non si può separare il politico dal soldato, l’uomo del ’41, del ’48, del ’67, del ’73 e del ’76 da quello del ’93, perché si tratta sempre della stessa persona, che ha sempre, per tutta la vita, combattuto, con tutti i mezzi e sotto tutte le divise, in pace e in guerra, per il perseguimento di un unico, medesimo obiettivo: un Israele libero, unito, sicuro, in pace con tutti i suoi vicini. Ed è ingiusto considerare – come spesso si sente dire - Rabin una sorta di eccezione nel panorama politico israeliano, l’unico premier che avrebbe voluto la pace, e si sarebbe impegnato a perseguirla. Se le illusioni del ’93 sono completamente crollate, non è certo dipeso dal fatto che i suoi successori non sono stati alla sua altezza.
Molto ingeneroso, soprattutto, affermare con rammarico che “alcuni degli esponenti d'opposizione di allora (Netanyahu, Sharon e altri) che assistevano e incitavano la folla in… manifestazioni violente, nelle quali si chiedeva la testa di Rabin, sono oggi al governo”, facendo dipendere anche da ciò l’attuale stallo del processo di pace. A parte lo sgradevole lapsus su Sharon (che oggi non è al governo, ma, da anni, in coma irreversibile: ed è stato anch’egli, comunque, un grande servitore del suo Paese), Israele è una democrazia, ed è assolutamente normale che, in una democrazia, l’opposizione “chieda la testa” del capo del governo. Ma, ovviamente, si tratta di una richiesta politica, in tutto e per tutto analoga a quelle di chi, in Italia, chiede oggi, per esempio, la testa di Berlusconi, anche in vivaci manifestazioni di piazza. Dovrebbero forse essere proibite? Anche in Israele, come nelle deposte dittature arabe, dovrebbe essere rispettato il culto del ‘capo’? O forse Netanyahu o Sharon “chiedevano la testa” di Rabin in senso letterale, hanno predicato o approvato l’omicidio come mezzo di lotta politica?
Quanto all’assassino di Rabin, è senz’altro vero che il suo cieco fanatismo lo rende stretto parente dei terroristi di Hamas, e che "gli estremi si toccano". Ma, mentre quelli di Hamas sono saldamente al potere a Gaza, da dove ordiscono a pieno ritmo le loro attività criminose, Yigal Amir sta ancora, giustamente, scontando il suo meritato ergastolo nelle patrie galere. È tutta qui la radice del conflitto tra Israele e Palestina: non nel fatto che, in entrambi i Paesi, ci sono dei criminali, ma nella differenza che, in uno dei due, stanno in prigione, nell’altro, al governo. E non è una differenza da poco.

Francesco Lucrezi, storico

notizieflash   rassegna stampa
Italia e Israele a confronto sull'acqua
  Leggi la rassegna

"Italian-Israeli bilateral Conference in Water Technologies: Investment opportunities in Italy" è il tema del convegno che si terrà a Tel Aviv il prossimo 17 Novembre, nel contesto della fiera biennale WATEC 2011 e della Terza Conferenza Bilaterale su "Water Technologies, Renewable Energy & Environmental Control". Scopo del convegno è il confronto tra Italia e Israele nell'ambito delle tecnologie idriche.
 

Oggi, 9 novembre, è l’anniversario di quella notte del 1938 passata alla storia come la Notte dei Cristalli nella quale 25 ebrei vennero uccisi, 7500 negozi furono incendiati e 267 sinagoghe furono distrutte. 

Emanuel Segre Amar












torna su ˄
linee
Pagine Ebraiche 
è il giornale dell'ebraismo italiano
ucei
linee
Dafdaf
Dafdaf
  è il giornale ebraico per bambini
L'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it  Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio “cancella” o “modifica”. © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.