se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui

28 novembre 2011 - 2 Kislev 5772
linea
l'Unione informa
ucei 
moked è il portale dell'ebraismo italiano
 
alef/tav
linea
Alfredo Mordechai Rabello Alfredo Mordechai Rabello, giurista

"Ogni mancanza dell'essere umano deriva da parte sua, perche da parte di D-o la Sua luce si espande continuamente... Ahime a causa delle sue cattive azioni
l'uomo crea un'ombra davanti a se stesso, che gli impedisce di ricevere la luce della benedizione divina". (Rabbi Nachman di Braslaw, Liqute Moharan).

Anna
Foa,
storica

   
anna foa
Impressionanti i dati, ripresi stamattina da Paolo Di Stefano sul Corriere della Sera, forniti da Tullio De Mauro, uno dei nostri maggiori linguisti, sulle capacità linguistiche degli italiani: in un paese come l'Italia, in cui l'obbligo scolastrico è di dodici anni, il 71% degli italiani è incapace di comprendere un testo di media difficoltà. L'analfabetismo di ritorno è sempre più diffuso e un 5% degli italiani è totalmente analfabeta. Il fenomeno, si ha l'impressione, non riguarda più, come nel momento della crescita dell'alfabetizzazione, il mondo delle campagne, ma anche le zone urbane. Insomma, la crescita dell'apprendimento e del sapere non si è soltanto fermata, ma sta precipitando indietro rapidamente. Nell'età preindustriale, prima dell'emancipazione, l'alfabetizzazione era diffusa nel mondo ebraico molto più che nel mondo esterno (anche se non tanto quanto si dice comunemente). Oltre a motivi religiosi e rituali, c'era anche l'appartenenza urbana della maggior parte degli ebrei, almeno in Europa Occidentale, e anche una maggiore tendenza a condividere lettura e scrittura con le donne e una maggiore considerazione sociale del sapere rispetto, ad esempio, al successo e alla ricchezza.
Oggi, siamo sicuri che i dati di De Mauro non riguardino anche il mondo ebraico? Siamo sicuri che questo allarme non ci tocchi da vicino? Siamo sicuri di essere fuori da questa tendenza (o controtendenza) della società italiana? Mentre scrivo, ho ancora freschi in mente i discorsi tenuti ieri, all'UCEI, sulla stampa ebraica. Sono temi che riguardano molto da vicino questo problema. La cultura, la conoscenza, passano nel mondo ebraico anche da questo canale: dai nostri giornali, dalle nostre riflessioni, dalle nostre letture.

davar
UGEI - Daniele Regard confermato alla presidenza
Daniele RegardLa notizia era nell'aria da alcuni giorni. Il romano Daniele Massimo Regard, presidente uscente dell'Unione Giovani Ebrei d'Italia, è stato confermato al vertice dell'associazione. La nomina è avvenuta ieri pomeriggio nel corso della prima riunione del Consiglio eletto per l'anno 2012 in occasione del recente Congresso ordinario di Torino. L'incontro si è svolto nella sede della Comunità ebraica di Roma ed è stato caratterizzato da un primo passaggio di consegne tra il direttivo ancora in carica e i ragazzi che entreranno in funzione dal prossimo gennaio. "Sono molto fiducioso perché già dalle prime battute emergono grandi capacità e voglia di fare" sottolinea Regard, che in occasione del consesso torinese aveva ottenuto il numero più alto di voti dall'assemblea. Il suo mandato, spiega il presidente Ugei, sarà nel segno della continuità e attento alla centralità dei giovani nella politica comunitaria e nei rapporti con la società italiana. Un Consiglio in cui evidenti appaiono le prospettive di ricambio generazionale tanto che tra i principali motivi di vanto Regard indica la nomina alla vicepresidenza della giovanissima Alessandra Ortona cui è stata attribuita la responsabilità della cultura e delle attività milanesi. In Consiglio siederanno anche l'altro vicepresidente Davide Lascar (responsabile organizzativo e tesoriere), Gianluca Pontecorvo (ufficio stampa e promozione), Sara Astrologo (eventi e relazioni internazionali), Gady Piazza (responsabile organizzativo, sito e HaTikwa), Raffaele Naim (Roma e relazioni istituzionali), Benedetta Rubin (responsabile cultura) e Moshè Polacco (fund raising e piccole comunità).

Qui Roma - La stampa ebraica alla sfida del futuro
Convegno stampa ebraicaPer chi scrivere e cosa scrivere. Oggi come nel passato, la stampa ebraica si è sempre posta il problema del pubblico e dei contenuti: rivolgersi solo all’interno su questioni strettamente legate all’ebraismo o aprire il confronto cercando di coinvolgere il mondo esterno? Un dibattito aperto che nell’era di internet e degli smartphone diventa ancor più rilevante, vista la facilità con cui è possibile raggiungere utenti e lettori. Attorno a queste tematiche, con uno sguardo alla tradizione, si è concentrato il convegno sulla stampa ebraica, tenutosi ieri al Centro Bibliografico dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Ad aprire i lavori, dopo i saluti del presidente dell’Unione Renzo Gattegna, Bella Szwarcman-Czarnota, cofondatrice del mensile ebraico polacco Midrasz, intervistata dal giornalista e coordinatore dei dipartimenti Informazione e Cultura dell'UCEI Guido Vitale. La tragedia della Shoah, il regime comunista, l’antisemitismo, in un secolo di storia la realtà ebraica polacca è stata completamente stravolta: da tre milioni e mezzo prima della guerra, gli ebrei sono passati alle poche migliaia di oggi. Dal florido giornalismo ebraico, con autorevoli quotidiani e riviste in yiddish, si è passati a poche pubblicazioni che lottano, con encomiabile energia, per sopravvivere. Midrasz di Szwarcman-Czarnota è un esempio di questa vitalità. “Parliamo al mondo ebraico come alla società civile – spiega la giornalista – e abbiamo tra l’altro un nuovo pubblico: coloro che scoprono solo in età adulta di essere ebrei; persone che cercano risposte a un’identità sconosciuta e a cui noi vogliamo dare, per quanto possibile, il nostro aiuto”.
Dall’emancipazione al sionismo, la stampa ebraica è stata negli anni uno dei luoghi centrali del dibattito interno sulle delicate questioni legate al futuro dell’ebraismo italiano. A disegnare un quadro di questa eterogenea esperienza sono stati il professor Bruno Di Porto, la storica Anna Foa, Laura Brazzo del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea e, in veste di coordinatore dei lavori, Stefano Caviglia. "Presenze ebraiche in Internet: Judaica Europeana, Stella di Davide e Tricolore” è stato invece il tema della terza sessione del convegno. Protagoniste Marzia Piccininno, Maria Teresa Natale e la storica Laura Quercioli Mincer. A moderare gli interventi Sira Fatucci.
A chi vi rivolgete? Quali sono i vostri contenuti? Sono alcune delle domande che il consigliere UCEI Victor Magiar ha posto a direttori e giornalisti di alcune testate ebraiche italiane: 
Laura Brazzo, in rappresentanza del Bollettino della Comunità ebraica di Milano, Giacomo Kahn, direttore di Shalom, Anna Segre, direttrice del bimestrale torinese Ha-Keillah, e Adam Smulevich della redazione di Pagine Ebraiche. Un confronto vivace in cui sono emerse convergenze e diversità sul ruolo che deve assumere il giornalismo ebraico in Italia. Parlare al mondo interno, aprire dibattiti su questioni strettamente ebraiche, esprime posizioni politiche ma anche raccontare la cultura, la tradizione, i valori dell’ebraismo, italiano e non, al grande pubblico; e ancora cercare di spiegare la situazione politica israeliana così come restituire a Israele un’identità svincolata dall’onnipresente conflitto mediorientale.

Daniel Reichel

pilpul
Pennellate - Intimista, ma fortissima
Daniele LiberanomeDopo il Guggenheim di Bilbao, gli architetti dei musei di arte contemporanea devono esagerare, stupire, come se i visitatori debbano venire a vedere le loro costruzioni e non le opere d'arte esposte. La nuova ala del museo di Tel Aviv è più composta del solito, specie all'esterno, ma non fa eccezione. È come se ci fosse una lotta fra gli ego supersviluppati degli artisti e degli archistar, quasi imposta dalla nostra società in cui chi è sobrio pare sia stupido. Eppure Michal Rovner è riuscita a creare un'opera sulla Shoah, intimista ma fortissima, che riesce a inserire perfettamente anche in questo contesto: è imperdibile.

Daniele Liberanome, critico d'arte

Tea for two - Mel Gibson e la saga dei Maccabei
Rachel SilveraMel Gibson aveva tutte le carte per conquistare il popolo femminile. Un ruolo da eroico combattente scozzese in Braveheart, del quale firma la regia. Poi veste i panni del seduttore Nick Marshall, ritrovandosi a sentire tutti i pensieri delle donne in What Women Want. Una di quelle classiche commedie rosa di Nancy Meyers da guardare avvolti nel piumone mentre fuori scende copiosamente la pioggia. Nozze d'argento con la moglie Robyn Moore che sforna per lui sette pargoli. Sembrava una canaglia che, una volta conquistata, resterà fedele sempre come un cucciolo di labrador. La regia di The passion con Rosalinda Celentano che interpreta Satana e la Bellucci come Maria Maddalena aveva destato qualche malumore. Ma ci eravamo grattati la testa e avevamo lasciato correre. Poi tutto precipita. La  moglie scopre il tradimento con Oksana Grigorieva. Mel Gibson fa affermazioni razziste e antisemite senza nemmeno un tocco di originalità (della serie "il mondo va a rotoli per colpa degli ebrei"), giustificandosi ammettendo la sua dipendenza da alcol. Oksana lo denuncia per maltrattamenti. Dove è finito l'adorabile Nick che incespica sui tacchi cercando di capire cosa vogliono le donne? Perfino lui è diventato un cinquantenne malconcio che beve caffè corretto nel bar del quartiere e inveisce contro la sua amata. Ma ecco che arriva quella che per molti è la dimostrazione di un suo mea culpa. Gibson produrrà un film che narra la vicenda di Yeudah il maccabeo. Il film uscirà a Chanukkah? I cinema sostituiranno per l'occasione le sufganioth ai pop corn? Le fonti per il momento riportano l'incontro con lo sceneggiatore Joe Eszterhas. Chissà che non lo faranno diventare uno di quei film in 3D con teste che volano e grida di battaglia. Il progetto è stato tenuto nel cassetto per parecchi anni e adesso si sta concretizzando. Mel in una intervista ha detto di aver letto da ragazzo i Libri dei Maccabei e di esserne rimasto molto affascinato. Effettivamente è perfetto per una americanata stile Ben-Hur, il gladiatore jewish version. Alcune organizzazioni ebraiche si sono mobilitate per fermare il film, di certo speravano una trasposizione sullo schermo targata Dreamworks. Mentre i businessmen di Hollywood decidono la sorte della pellicola godiamoci un imminente Channukkah tradizionale, lontano da megaschermi e da Mel Gibson.

Rachel Silvera

notizie flash   rassegna stampa
Egitto al voto - Netanyahu: "Fondamentale tenere in vita gli accordi di pace"
  Leggi la rassegna

Intervenenendo sull'attuale situazione geopolitica del Medio Oriente, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha parlato oggi di momento "che non ci è favorevole" e che è destinato a cambiare "con ripercussioni sulla nostra sicurezza". Netanyahu ha quindi ribadito la necessità di agire con grande responsabilità cercando di tenere in vita e stabilizzare perlomeno gli accordi di pace con l'Egitto.
 
linee
Pagine Ebraiche 
è il giornale dell'ebraismo italiano
ucei
linee
L'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it  Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio “cancella” o “modifica”. © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.