La seconda luce di Hanukkah è
stata accesa a Roma nel cortile della Scuola ebraica al Portico
d’Ottavia, dove gli studenti della Scuola Vincenzo Bellini si sono
uniti a quelli della Angelo Sacerdoti. L'iniziativa promossa dalla
Comunità Ebraica di Roma con l'Assessorato alle Politiche Educative
Scolastiche, della Famiglia costituisce un ulteriore momento del
Progetto “Viaggio nella Memoria", cui hanno preso parte il rav Riccardo
Di Segni, rabbino capo della Capitale, assieme al presidente Riccardo
Pacifici, agli assessori Ruth Dureghello e Jack Luzon, Sami Modiano
testimone della Shoah e l'assessore alla Famiglia all'Educazione e ai
Giovani del Comune di Roma, Gianluigi De Palo. Nell'atmosfera di gioia
e di festa, fra i canti dei ragazzi guidati dagli insegnanti della
scuola, fluttuava l'irresistibile profumo di sufganiot gli
inconfondibili dolci che caratterizzano la festa, molto apprezzate da
tutti i presenti.
Qui Torino - Le luci illuminano la Mole
“Pensare che doveva essere la
nostra sinagoga. Beh sarebbe stata un po’ grandicella”. Voci e sorrisi
del pubblico torinese, riunitosi ieri sera nella Aula del Tempio della
Mole Antonelliana per ascoltare il concerto del coro Col Hakolot di
Milano. Un momento di allegria e condivisione, organizzato dal Comitato
Interfedi di Torino, per festeggiare assieme alla Comunità ebraica
della città il secondo giorno di Hanukkah. Trasportati dalle sonorità
del coro diretto dall’israeliano Eyal Lerner, il folto pubblico
presente si è immerso in un viaggio musicale all’insegna della cultura
e della tradizione ebraica. Preghiere, canti, componimenti in Yiddish
risuonavano tra le mura di un luogo che, almeno inizialmente, doveva
diventare l’epicentro dell’ebraismo torinese. La storia è nota: per
festeggiare l’Emancipazione, gli ebrei sabaudi decisero di regalarsi un
Tempio, simbolo della ritrovata libertà. Affidarono la realizzazione
del progetto al celebre architetto Alessandro Antonelli, la cui
ambizione causò ingenti conseguenze alle finanze della Comunità.
Antonelli, infatti, ben presto abbandonò l’idea originale, più sobria
ed misurata, per lanciarsi in una costruzione monumentale. E gli ebrei
torinesi si videro costretti a lasciare nelle mani della città questo
colosso esagerato per “ripiegare” sull’attuale Tempio grande di
piazzetta Primo Levi.
Oltre un secolo dopo, i fili della storia hanno riportato la Torino
ebraica alla Mole, oggi Museo del cinema, questa volta però, come
sottolineava in un suo intervento il vicepresidente della Comunità
David Sorani, in veste di ospiti. “E luce fu… Feste e ricorrenze
ebraiche” il titolo dell’iniziativa del Comitato Interfedi che dal 2006
lavora per portare avanti un costruttivo percorso di dialogo tra le
diverse confessioni.
Prima dell’inizio del concerto, il rabbino di Torino rav Alberto Moshe
Somekh ha portato i saluti della Comunità ebraica di Torino, spiegando
al pubblico il significato della festa di Hanukkah. Dopo la lettura di
alcuni brani da parte dell’attrice Ivana Cravero, il coro Col Hakolot,
nato nel 1994 e da anni impegnato nel raccontare attraverso le note la
tradizione e la cultura ebraica, ha accompagnato gli spettatori in
questo viaggio musicale lungo una storia plurimillenaria.
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Qui Casale - Lumi di
Hanukkah
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![](http://www.moked.it/unione_informa/prova/img_sottotitolo_righe.gif) |
La
festa delle luci segna, per il Museo dei Lumi di Casale Monferrato,
l’ingresso
in collezione di undici nuove Chanukkiot realizzate nel solco di una
consolidata tradizione di generosità che ha coinvolto negl anni
numerosi
esponenti più o meno noti del panorama artistico contemporaneo. Le
novità di
questo fine 2011, un caleidoscopio di colori, forme e materiali che
interpretano in più modi il significato di Chanukkah, sono uno
straordinario
regalo che la Comunità
ebraica di Casale ha voluto fare ai lettori di Italia Ebraica (il
numero è in distribuzione)
e del portale dell’ebraismo italiano. Dopo avervi mostrato su l’Unione
Informa
di ieri i lavori realizzati da Luigi Giachero e Margherita Levo
Rosenberg, proseguiamo
questo viaggio nella creatività con le opere di Laura Terracini,
Arianna
Inglesi, Marino Marinelli. (Fotografie di Dario Canova, schede tecniche
a cura
di Cristina Mancini)
Laura
Terracini
7,80
x 21,5 x 6,50 cm
Gres
smaltato
![]() ![](http://www.moked.it/unione_informa/111220/terracini.JPG)
La lampada è formata da nove parallelepipedi di sezione quadrata in
gres smaltato a formare una struttura trapezoidale. Al centro si trova
lo shammash, facilmente individuabile perché più alto. Ai suoi lati gli
altri lumi, quattro per parte, in ordine decrescente. Si tratta di un
pezzo unico interamente realizzato a mano.
Arianna
Inglesi - Maghen David
3
x 50 x 50 cm
Compensato,
tempera e matita
![](http://www.moked.it/unione_informa/111220/inglesi.JPG)
L’opera è un’interpretazione artistica della stella di David. Al centro
è disegnata una chanukkiah e di fianco un talled. Gli otto lumi sono
posizionati su un supporto di compensato e sullo stesso piano,
all’estremità sinistra, si trova lo shammash, il cui cero è di colore
rosso e non bianco.
Marino Marinelli -
Chanukkah – Il miracolo della luce
99
x
14,5 x 97 cm
Legno, acciaio, tela, canne,
vetro e mosaico L’artista ha utilizzato la canna, materiale a lui
congeniale, per il suo significato simbolico di riproduzione vegetale
dell’asse del mondo e per la sua tensione verticale. La canna, inoltre,
è spesso associata in molte tradizioni al fuoco che, elemento
purificatore, diventa elemento mediatore tra gli uomini e D‐o. Viene
utilizzato il vetro per sostenere il cero, la luce: la canna
rappresenta l’ascesa del materiale verso lo spirituale, la trasparenza,
la purezza del vetro. Le tesserine di mosaico sparse quasi casualmente
alla base delle canne e a sostegno dei lumi, simboleggiano i colori in
cui si scompone la luce e intendono rappresentare i percorsi attraverso
i quali si può giungere alla “Luce".
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Qui Gerusalemme -
Consegnate le Borse di studio Cantoni
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Come di consueto anche
quest'anno in un atmosfera calda e accogliente sono state
consegnate le
borse di studio della Fondazione Raffaele Cantoni nella sala degli
affreschi adiacente al Tempio Italiano di Gerusalemme. Dopo
il saluto della presidente Carla Dell`Ariccia è stato letto quello
inviato da Claudia De Benedetti, vice presidente dell'UCEI.
L'ambasciatore Sergio Minerbi ha ricordato la figura di Raffaele
Cantoni, grazie al cui lascito possono essere distribuite le borse di
studio che realizzano uno degli obiettivi del suo fondatore: il
sostegno alla gioventù ebraica per la concretizzazione dei propri
ideali sionistici.
Dopo l'accensione della hanukkiah sono state consegnate quindici borse
di studio a giovani studenti, in prevalenza nuovi olim
provenienti da tutte le Comunità italiane, che hanno dimostrato molto
entusiasmo e determinazione nonostante le oggettive difficoltà
di inserimento in Israele.
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La canzone di tutti
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C’è
di nuovo affanno nel far vedere agli altri, a quanti più altri
possibile, come in Egitto venga a galla la componente integralista, che
come sempre è maggioritaria, e ancora una volta viene di sospirare o
gridare: “…Noi lo avevamo detto”; poi la Siria compie stragi
quotidiane, perseguendo un lucido sterminio di ogni forma di
opposizione, e ancora una volta esistono due pesi e due misure - come
se fosse una novità nella storia ebraica e in quella umana - e nessuno
punta il dito contro la Siria con la stessa veemenza che si verifica
nel puntarlo contro Israele, che è uno Stato con le proprie
responsabilità, ma una società democratica. E siccome poi sono decenni
che è costantemente in evidenza la natura di regime dello Stato
siriano, se vogliamo chiamarlo Stato, un’altra volta viene da dire:
“Ecco, lo avevamo detto”. E c’è che alcuni sacerdoti cattolici
in Palestina suffragano, sostengono, alimentano la tesi negazionista
che Gesù fosse palestinese: che gli ebrei dunque non siano mai esistiti
e l’identità ebraica non sia che un mito: una fabula. E allora, in una
volonterosa solitudine, così tipica del ghetto ebraico dentro al ghetto
dell’ Europa e delle sue tipiche ideologie, ci si affanna a svelare il
disegno negazionista, talora sottile, talora grossolano - questo
affanno, secondo il nostro sommesso parere, non serve. E’ un affanno
che va avanti da anni, simile ai nostri gesti dell’infanzia quando
pensavamo di costruire una barriera di sabbia per fermare il mare e il
giorno dopo la barriera non c’era più, c’era il mare - e quanto era
grande, e preponderante questo mare. Allora dovevamo ricostruire la
barriera di sabbia una nuova volta, ed era evidente come la muraglia di
sabbia più che una soluzione fosse il sogno di una soluzione. Un sogno
nudo, senza i vestiti per andare in giro. E a quanto pare l’aver
mostrato mille volte la verità oscurata dalla menzogna non risolve la
lunga questione ebraica, e amaramente la trincea della verità è una
guerra immobile dove la lotta ristagna vana, e come per beffa la verità
esce sempre sconfitta. Che poi, il mondo sa e ha sempre saputo che
probabilmente in Egitto sarebbe emersa la componente integralista e si
sarebbe fatta largo con la violenza; che la Siria non sia un paese
laburista, ma un alleato regionale dell’ex Urss, e ora della Russia, e
un duro e repressivo regime. La verità non interessa al mondo: la sola
e solida certezza è che il mondo ha fisiologicamente bisogno di
attribuire la colpa agli ebrei, pochi, deboli e ciclicamente deicidi:
il mondo ha bisogno di dare assoluzione ai potenti, ai ricchi, ai
preponderanti, ai numerosi. Un’ altra certezza, dice il Tizio, è la
natura politica del governo israeliano che si avvale di questa fase
storica, della paura che tale fase reca in abbondanza con sé, per
affermare propri disegni e un senso di arcigna estraneità alla
questione della pace, cioè alla questione dell’esistenza altrui.
D’altra parte, se è vero che ognuno tende a perpetuare la lotta di
trincea per la sola propria verità, per quanto riguarda la cultura
ebraica probabilmente è giunto il tempo di lanciarsi all’arrembaggio
della pace, e direi anche un tempo in cui nella persona ebraica si
faccia strada la percezione di come la pace diventi reale solo nel caso
sappia rompere le divisioni, sia capace di diventare patrimonio
universale, e la lotta si trasformi da asmatico affanno in eroico
sforzo a capire chi sono gli altri e cosa vogliono. Possibile che gli
altri siano solamente tenebra? Nessuno vive e si nutre solo del buio,
da qualche parte filtra sempre una luce di tutti che poi la guerra non
è una vera opzione, c’è già stata la guerra, quante guerre solitarie,
una sola guerra costante. E allora la pace non è una soluzione bellica,
non è un portato del timore e della tensione continua, deve essere per
forza qualcosa di altro, di non ancora sperimentato. Bisognerà cantare
una canzone che tutti cantino, allora la menzogna sarà tacitata.
Il Tizio della Sera
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I salafiti rispettano gli accordi con Israele
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Yusri Hammad, portavoce del partito al-Nour, ha dichiarato alla radio
israeliana che i salafiti egiziani ritengono che l'Egitto debba
rispettare gli impegni internazionali adottati in passato, compresi i
trentennali accordi di pace con Israele. Eventuali emendamenti di
quegli accordi, ha precisato Hammad, dovrebbero essere concordati
mediante negoziati diretti. Hammad ha aggiunto che l'immagine del suo
partito è stata distorta ad arte in passato dal regime di Hosni Mubarak
e dai mass media. "Non veniamo eletti per fare la guerra. L'Egitto ha
bisogno piuttosto di pace e di essere ricostruito" ha sottolineato.
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