Anna
Foa,
storica
|
|
Mi sembra grave e degno di
riflessione quel che succede in Israele, dove l'offensiva degli
ultraortodossi contro le donne ha raggiunto livelli inauditi, come
dimostrano gli interventi di Peres e di Netanyahu dopo la vicenda della
bambina di sette anni insultata per l'"immodestia" del suo vestire.
Autobus segregati, marciapiedi separati, l'attacco alla presenza
femminile nella sfera pubblica si è fatto pesantissimo. Poco importa,
mi sembra, se possiamo paragonarlo o meno all'antifemminismo dei
talebani. Personalmente, credo di sì e non vedo grandi
differenze, ma un altro punto mi sembra più importante, e lo ha colto
bene su Le Monde del 30 dicembre il rabbino del MJLF (Movimento Ebraico
Liberale di Francia) Delphine Horvilleur: il rapporto di queste teorie
antifemministe e segregazioniste con la Legge ebraica,
l'interpretazione estesa che i gruppi ultraortodossi danno della
nozione di tzniyut, modestia, la lettura dei testi volta ad rendere
tentatore e pericoloso il corpo femminile e di conseguenza a
segregarlo. L'articolo della Horvilleur interpella il mondo
religioso, i rabbini. Chiede ai religiosi di dire la loro. Li invita ad
esprimersi su questi fatti e sul rapporto di questi fatti con la norma,
con i testi. Che in Israele i laici scendano
compatti in difesa della democrazia, è importante. Ma forse
non è sufficiente.
|
|
La segreteria dell'Unione Giovani Ebrei d'Italia ha diramato il seguente comunicato:
Il
primo gennaio 2012 si è insediato il nuovo Consiglio direttivo
dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia, con presidente Daniele Massimo
Regard (nella foto), 25 anni, romano. Il Consiglio, d’intesa con il
presidente, ha affidato le due vicepresidenze rispettivamente ai
consiglieri Davide Lascar (Firenze) e Alessandra Ortona (Milano). Gli
altri consiglieri eletti nell'ultimo Congresso svoltosi a Torino sono
Moshe Polacco, Benedetta Rubin, Sara Astrologo, Gianluca Pontecorvo,
Raffaele Naim e Gady Piazza. Ad ognuno di loro è stato affidato un
incarico di responsabilità nei settori di competenza. Il presidente,
confermato alla guida dell'organizzazione, durante la prima riunione di
consiglio ha ribadito l'importanza della collaborazione tra il nuovo
organico Ugei e le istituzioni dell’ebraismo italiano e straniero. "Mi
auguro - ha dichiarato Regard - che il 2012 sia un anno di crescita per
l'Ugei e per i giovani italiani. Ringrazio, come lo scorso anno, il
Presidente Giorgio Napolitano per le splendide parole a favore delle
nuove generazioni con le quali ha chiuso l'anno 2011 nel suo discorso
alla nazione. Il nostro paese ha bisogno di un sacrificio collettivo a
favore dei giovani, consci che in Italia, loro prima degli altri,
debbano rientrare al centro dell'attenzione nazionale".
|
|
|
In cornice - Un pezzo di
carta
|
|
Pagare oltre un milione di
euro per il contratto di fondazione della Apple Inc., che è un semplice
pezzo di carta senza valore legale? Sembra una follia, ma questo è
avvenuto lo scorso mese. E follia è tutto il florido mercato degli
scritti e dei cimeli dei grandi, come lo è stato Steve Jobs, in cui si
strapagano oggetti qualunque. Vero – dico io – ma meno in questo caso,
perché il contratto della Apple assomiglia a uno dei certificati di
vendita delle “aree di creatività” di Yves Klein, artista ebreo
fondamentale per l'intero Novecento.
Mi spiego. Klein sosteneva che nell'opera d'arte conta l'idea, non la
sua realizzazione. Da vero provocatore quale era, vendeva “aree di
creatività” ossia minuti del suo tempo creativo, che per lui valevano
quanto le opere che poteva creare in quel tempo. Le aree, accompagnate
da tanto di certificato, venivano vendute ai collezionisti che così
pagavano belle cifre per ritrovarsi solo con un foglio firmato da
Klein; l'artista usava il denaro per comprare dell'oro che poi buttava
nella Senna – altra provocazione. Si può dire che il contratto di
fondazione della Apple sia qualcosa di simile: è rappresentativo di una
grande area di creatività (la Apple non è questo con i suoi prodotti
rivoluzionari, con il suo pensare diverso?), che di oro ne ha creato
tanto – fortunatamente non buttato in un fiume. Questa area di
creatività potrebbe valere perfino un un milione di euro.
Chiaramente, anche questo mio parallelismo è un provocatorio; ma resto
del tutto convinto che la creatività, del tutto immateriale, è molto
più importante dei prodotti in cui si concretizza. La creatività si
rinnova e darà nuovi frutti, i prodotti possono solo decadere. Il
compito di tutti noi al lavoro, in casa – ovunque e sempre, specie di
questi tempi – è di sviluppare la nostra
creatività, nel piccolo così come nel grande. Solo così possiamo non
soccombere e contribuire agli altri.
Il caso di Jobs e di Klein mi permette anche di rispondere brevemente
all'amica Dora Liscia Bemporad, in merito
all'importanza dell'arte ebraica nei secoli pre-ottocenteschi.
Ovviamente gli esecutori delle channukkiot, attarot etc. erano
cristiani – mai scritto fossero ebrei – ma loro, visto che non
conoscevano la materia da rappresentare, si confrontavano con i
committenti/consulenti ebrei per il contenuto. L'apporto creativo di
questi ultimi era decisivo nel definire l'opera, almeno altrettanto
importante – Klein direbbe più importante – di quello del tecnico
esecutore. E' così che si è creato il connubio fra arte circostante e
portato culturale ebraico, di cui dovrebbero andare fieri gli ebrei
italiani.
Daniele
Liberanome, critico d'arte
|
Tea for two - L'epica degli
autobus |
|
Molte volte vado
all'università in autobus e ho trovato un metodo infallibile per
estraniarmi dalla condizione massa-assiepata, che fa molto scrittore
narrativo americano di quarant'anni: inizio ad osservare e a
pontificare sulla vita dei viaggiatori. Guai a chi dice che un
frequentatore di autobus non si possa paragonare all'eroe di una
qualche storia di Chretien de Troyes o della letteratura odeporica. Ho
visto giovani letteralmente sospesi in aria appoggiarsi ad un palo per
non occupare spazio, fieri uomini in giacca e cravatta che sfidano la
giungla metropolitana. E non dimentichiamoci che Rosa Parks ha fatto la
rivoluzione proprio sopra un autobus. Ma la cosa che commuove il mio
animo da romanzetto rosa è sempre il volto sorpreso e carico di
gratitudine degli anziani ai quali viene ceduto il posto. I Maccabeats
star di youtube scelgono come sfondo anche la metropolitana nel loro
"Book of Good Life",ni ai quali viene ceduto il posto. I Maccabeats
star di youtube scelgono come sfondo anche la metropolitana nel loro
"Book of Good Life", rifacimento di "Good Life" degli One Republic per
Rosh Hashanà. E ritorna la cessione del posto come uno dei simboli
chiave delle buone azioni da fare. Allora mi ritrovo quasi ad essere
una masochista convinta che aspetta impazientemente il prossimo viaggio
verso la facoltà, attendendo che qualche scena epica avvenga sotto i
miei occhi.
Rachel Silvera, studentessa
|
|
Ultraortodossia |
|
In questo periodo i giornali
italiani (e anche quelli israeliani) parlano molto delle aggressioni e
degli scontri causati da alcuni charedim (definiti qui come “ultra
ortodossi”), ma quasi nessuno ha prestato attenzione ad una notizia
molto positiva che proviene sempre da quel “mondo”.
I volontari di Zaka, quell'organizzazione fondata nel 1995 in seguito
all'ondata di attentati terroristici, dai religiosi Yehuda Meshi Zahav,
rav Moshe Aizenbach e rav Zvika Rosental hanno ora iniziato infatti
un corso per donne arabe sulla sicurezza casalinga, la prevenzione di
incidenti domestici e le cure di primo soccorso.
Gli arabi israeliani hanno un tasso di incidenti domestici molto alto,
ma tra loro scarseggiano conoscenze e capacità su come agire nei
momenti più critici e in passato è capitato spesso che all'arrivo delle
ambulanze il personale paramedico abbia scoperto che le cure inadeguate
dei familiari avevano peggiorato la situazione dell'infortunato.
Il primo corso, della durata di quattro ore, si è tenuto a Kafr Kasim,
ma gli organizzatori sperano di allargare l'iniziativa ad altre 12
cittadine arabe.
All'interno di Zaka, oltre ai charedim e ad altri ebrei laici, opera
anche un'unità costituita da arabi, drusi e beduini e l'organizzazione
che fu fondata per dare degna sepoltura secondo l'Halachah ai corpi
dilaniati dalle bombe, interviene non solo in Israele, ma nei maggiori
disastri in tutto il mondo alleviando le sofferenze di terremotati
(basti ricordare Haiti), alluvionati (come nello Tsunami in Asia
orientale) e vittime di qualunque disastro.
Non tutti gli charedim sono violenti, non tutti sono orientati a creare
problemi a Israele e ai concittadini meno religiosi.
Elena Lattes
|
|
L'ultimo bagliore di una
candela spirante |
|
Vorrei
cercare di spiegare quello che sta succedendo nella società israeliana
fra i liberal e l'ultraortodossia. Il fenomeno dell'uso dei simboli
della Shoah dagli ultraortodossi nelle loro dimostrazioni in Israele è
veramente scioccante e ci lascia tutti senza parole: bisogna però
cercare di capire cosa ci sta dietro.
La comunità ultraortodossa
è in grande crisi, i giovani vedono i loro coetanei svilupparsi dopo
aver fatto il servizio militare e dopo aver ricevuto il titolo
accademico al termine di diversi anni di studio, con la prospettiva poi
di creare una famiglia sostenibile con un numero sostenibile di figli.
I giovani ultra ortodossi restano nel frattempo rintanati nelle loro
scuole talmudiche senza alcuna prospettiva economica all'orizzonte,
sostenuti negli studi per tutta la vita da ricchi ebrei stranieri che
appoggiano le loro comunità e le loro yeshivot. Credo che molti di
questi giovani capiscano che i rabbini non vogliono il loro bene, ma
tendono a mantenere la vecchia struttura esistente da secoli e questo
succede a loro scapito. E così si arruolano nell'esercito in numero
sempre crescente (fatto che poi permetterà loro di prendere parte alla
vita normale del paese) e si iscrivono ad atenei appositi con classi
per uomini e donne. Le accademie si allargano e sviluppano in modo
incredibile il materiale che esce dalle scuole rabbiniche e che è,
intellettualmente parlando, di elevato livello. Anche le università
creano molte agevolazioni per attirare questi giovani allo studio
accademico. Nel contempo le grandi yeshivot vedono in tale processo un
pericolo e una minaccia per la loro sopravvivenza e fanno di tutto per
acutizzare i sentimenti contro la civilta` "liberal"; è proprio in
questo contesto che bisogna capire quello che sta succedendo nella
realtà ultra ortodossa e la radicalizzazione dei mezzi utilizzati nelle
dimostrazioni. Io stesso faccio parte della dirigenza di un College di
questo genere; un College che ha già 4500 iscritti con migliaia di
giovani che vorrebbero essere accolti e per i quali non abbiamo più
posto disponibile. A capo c'è la figlia del rav Ovadia Yoseph, il
grande rabbino leader dell'ortodossia sefardita. L'ateneo è
riconosciuto dalla Autorità dell'istruzione superiore (il Malag).
Istituzioni di questo tipo ce ne sono diverse nel paese. Si tratta
ormai un fatto indiscutibile e il timore nell'ambiente ortodosso più
estremista cresce a vista d'occhio. Bisogna anche aggiungere che più si
acutizza il loro messaggio e più mezzi arrivano dall'ortodossia
estremista all'estero. Proprio per questo sono ottimista: le
dimostrazioni che sperimentiamo in questi giorni sono, secondo me,
l'ultimo bagliore di una candela spirante.
David Cassuto
|
|
|
|
|
notizie
flash |
|
rassegna
stampa |
Sorgente
di vita - Il Meis e Rav Sacks
|
|
Leggi la rassegna |
La puntata di Sorgente di vita di domenica 1 gennaio verrà replicata
questa sera, lunedì 2 gennaio alle ore 1, 10 circa su Raidue. Il primo
servizio è dedicato all’inaugurazione della prima parte del Museo
dell’Ebraismo Italiano e della Shoà a Ferrara. Tre mostre danno
un’anticipazione di quello che diventerà un importante polo culturale
italiano (...)
continua
>>
|
|
|
|
|
|
L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti
che fossero interessati a offrire un
proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it
Avete ricevuto questo
messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare
con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete
comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it
indicando nell'oggetto del messaggio “cancella” o “modifica”. © UCEI -
Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo
aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione
informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale
di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.
|
|
|
|
|
|
|
|
|