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12 gennaio 2012 - 17 Tevet 5772
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alef/tav
elia richetti Elia
Richetti,
presidente dell'Assemblea rabbinica italiana
 
Di fronte ai dubbi espressi da Moshè in merito all'efficacia della sua discesa in Egitto, D.o gli risponde con la domanda "Ma-zè be-yadékha?", "Che cosa hai in mano?". I Maestri rilevano che la grafia della frase autorizza anche un'altra lettura: "mi-zè be-yadékha", "da ciò che hai in mano". La risposta ai dubbi di Moshè non deve venire dall'alto, ma dalla sua mano, dalla sua azione. Ciò vale per ognuno di noi: di fronte alle difficoltà di mantenimento del nostro Ebraismo, la risposta sta in mano di ognuno di noi. Sta noi agire, osservare le mitzwòth, studiare Torah, vivere in maniera ebraicamente etica per liberarci dall'Egitto che ci circonda.
 
Sergio
Della Pergola,
Università Ebraica
di Gerusalemme


Sergio Della Pergola
Le elezioni per il rinnovo della Knésset per quella che sarà la diciannovesima legislatura israeliana sono previste ufficialmente per l'autunno del 2013. Ma in questi giorni con la discesa in campo di nuovi candidati come Yaír Lapíd – il Bruno Vespa israeliano – e di Nóam Shalít – il papà/padre/babbo di Gil'ad – appare chiaro che si va verso elezioni anticipate, forse in autunno subito prima delle elezioni americane. Bibi Netanyahu farà svolgere prossimamente le primarie del Likud. Tzipi Livni, finora restia a mettere in gioco la sua leadership all'interno di Kadima, dovrà quasi certamente seguire. Avigdor Liberman ha già dichiarato che nel prossimo governo Israel Beiténu non farà parte della stessa coalizione insieme a Shas. Si attende anche l'annuncio della candidatura di Arieh Der'i e magari di qualche altro nuovo nome importante. I sondaggi d'opinione danno già le prime indicazioni di quelli che potrebbero essere gli spostamenti dei voti rispetto alla Knésset attuale nella quale sono rappresentati 13 partiti – sette al governo e sei all'opposizione. Nella prossima Knésset potrebbero essere anche di più. L'attuale folle sistema elettorale proporzionale puro a collegio unico nazionale senza preferenze e con una soglia del 2 per cento incoraggia il frazionamento delle forze politiche e l'ingovernabilità. Ma il punto che vogliamo sottolineare è un altro. Da questo momento in avanti, praticamente tutto quello che si scriverà su Israele non sarà altro che propaganda elettorale. I numerosi detentori della verità pura e assoluta – inclusi quelli che si cimentano quotidianamente su questo rispettabile sito – avranno, speriamo, l'onestà di riconoscere che in paese con 13 o più partiti non può esserci una sola verità. La realtà del paese che molti amano non può essere rappresentata da una sola voce, sia pure la più articolata possibile. A ognuno la propria verità, nell'interesse del bene presente e futuro della democrazia israeliana.

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La fotografia come momento di incontro
Concorso fotografico"Il nostro obiettivo? Creare un momento di incontro per i giovani che abbia un valore culturale e allo stesso tempo dia ai partecipanti la possibilità di interagire sulla base di passioni e interessi comuni". È  questo, secondo Dora Piperno, consigliere della Comunità ebraica di Roma e tra le organizzatrici di "Contrasti" (18-35 anni) e di "Natura ed Ebraismo" (under 18), il principale scopo del primo concorso fotografico nazionale rivolto alle 21 comunità dell’ebraismo italiano. Il bando del premio, suddiviso nelle due categorie sopracitate, è indetto dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (consigliere referente Riccardo Hoffman), dalla Comunità ebraica di Roma e dal Keren Kayemeth LeIsrael e si rivolge a tutti quei giovani (ebrei residenti in Italia, anche se non necessariamente iscritti a una Comunità ebraica) che vedono nella fotografia una professione, un eventuale sbocco di carriera o più semplicemente un hobby da coltivare mettendo in palio, per i più meritevoli, la possibilità di esporre i propri lavori in alcune strutture museali capitoline e di ottenere l’affiancamento a noti professionisti nel corso delle loro sessioni di shooting fotografico. L’auspicio degli organizzatori è quello di avere un respiro nazionale e non soltanto romano. I presupposti, a detta di Dora, sembrano esserci tutti: “Il proficuo lavoro di gruppo svolto con gli altri enti coinvolti nell’operazione e le tematiche scelte per questa prima edizione - sottolinea infatti Piperno - vanno pienamente in questo senso permettendo un’ampia gamma di possibili scelte interpretative che si adattano a gusti e sensibilità diverse. Mettere in circolo la grande creatività presente nel mondo ebraico italiano è una sfida appassionante che ci auguriamo di  poter vincere”.

Per il bando del concorso clicca qui

(Nell'immagine la locandina per la categoria degli over 18 curata da Davide Ascarelli, responsabile dell’allestimento grafico assieme a Federico Jarach)

La Maccabiade si tinge di azzurro
Vittorio PavoncelloUn grande motivo di orgoglio per l’ebraismo italiano e per le sue istituzioni, un pubblico riconoscimento al lavoro meritorio svolto in questi anni in Italia, in Europa, nel mondo. Vittorio Pavoncello, presidente del Maccabi Italia e consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, è stato nominato rappresentante europeo dell’International Accomodation Committee, il board della diciannovesima edizione delle Maccabiadi in programma in Israele nell'estate del 2013. La nomina è avvenuta su impulso di Motti Tichauer, presidente del Maccabi European Congress (istituzione di cui Pavoncello è consigliere assieme, tra gli altri, alla vicepresidente UCEI Claudia De Benedetti) e suo predecessore in questo prestigioso incarico. A far propendere Tichauer per l'affidamento della missione a Pavoncello, la credibilità internazionale ottenuta attraverso le molte proficue relazioni intessute in questi anni da 'maccabista' con rappresentanti delle istituzioni ebraiche e con varie federazioni sportive nazionali.
“Sono pronto a dare il mio contributo, come sempre, anche se con alcune difficoltà legate al particolare momento economico che l'Italia sta attraversando" spiega Pavoncello, anima della dodicesima edizione dei Giochi Europei svoltisi nel 2007 a Roma ("il più grande evento ebraico mai realizzato in questo paese") e storico referente nazionale del Maccabi. "Accettare questa proposta - sottolinea il consigliere dell'Unione - significherebbe applicare necessariamente il mio metodo, dedizione completa e maniacale. Un approcccio dovuto vista l'importanza della posta in gioco ma che potrebbe comportare non pochi problemi al sottoscritto. Non dobbiamo infatti dimenticare che all'interno del pianeta Maccabi siamo tutti volontari e che questa attività sottrae energie vitali al lavoro, alla famiglia e al tempo libero”. Un impegno per i giovani e per la comunità ebraica che Pavoncello, conosciuto negli ambienti romani col soprannome di 'Botticella', porta avanti ormai da anni "con la consapevolezza dell'importanza ineludibile che lo sport ha nel rafforzamento e nella condivisione di un'identità ebraica forte tra i nostri giovani". Negli occhi, ancora, l'entusiasmo degli atleti azzurri ritrovatisi la scorsa estate insieme ad altre migliaia di giovani da tutta Europa all'ombra del Rathaus viennnese.


pilpul
I grandi dittatori
A Caracas, Chavez e Ahmadinejad hanno recitato una scena da clown sul fantomatico uso di missili atomici puntati sulla città di Washington. Non è andata affatto bene e sulla Terra non ha riso nessuno. Forse per la qualità così bassa degli interpeti, o per il gap tra umorismo venezuelano e iraniano, o tra gli umorismi venezuelano, iraniano e l’umorismo del resto del mondo, oppure per la mediocrità del copione, o per il tema scelto, lievemente cupo. Ma è inutile girarci intorno, per Chavez e Ahmadinejad è stato un fiasco. D’altra parte nel mondo di adesso a fare il grande dittatore non c’è Charlie Chaplin, ma interpreti del livello di Chavez e Ahmadinejad. Minori. Anzi, minorati.

Il Tizio della Sera
 
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notizieflash   rassegna stampa
Per gli esperti israeliani gli spaghetti
più buoni vengono dal Molise
  Leggi la rassegna


La rivista gastronomica israeliana "Food road" ha condotto nel suo ultimo numero un test in cui si sono misurate otto qualità di spaghetti italiani e israeliani, cucinati (senza condimento) da altrettanti chef. A trionfare l'italiana La Molisana, che festeggia così nel migliore dei modi il centesimo compleanno.

 
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