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Roma - “Un'azione vile che offende la Memoria”
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Reagendo
al grave episodio di teppismo che ha danneggiato alcune "pietre
d'inciampo" poste negli scorsi giorni a Roma in memoria di tre sorelle
ebree deportate, è stata indetta per domani alle 18 una manifestazione
in via di Santa Maria in Monticelli di fronte al numero 67, cui è
invitata tutta la cittadinanza. Il presidente dell'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha intanto emesso la seguente nota:
“La notizia dello sradicamento di tre 'pietre
d’inciampo' nel cuore di Roma è fonte di intensa sofferenza e
preoccupazione per tutti gli ebrei italiani e per tutti quei cittadini
educati al rispetto della memoria e delle identità. Si tratta, come è
evidente, dell’ennesimo vergognoso tentativo di cancellare il ricordo
delle afflizioni subite da coloro che furono perseguitati negli anni
del nazifascismo. Un fatto particolarmente odioso perché colpisce la
memoria di persone defunte e arreca un ulteriore dolore ai familiari e
a quanti si impegnano giorno dopo giorno affinché il loro insegnamenti,
i loro volti, le loro storie, continuino a vivere attraverso le
generazioni. L’auspicio è che i responsabili di questa azione vile e
offensiva vengano presto individuati e giudicati. Noi intanto abbiamo
il dovere di scolpire tre nomi nella mente e nel cuore: Letizia, Elvira
e Graziella Spizzichino".
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Qui
Venezia - La Memoria e i pericoli della crisi di fiducia
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“Una
crisi non dissimile da
questa è quella che ha dato origine dalla fine degli anni Venti a un
capovolgimento di valori nella società europea e italiana tale da
trasformare persone che prima si consideravano cittadini alla pari
degli altri interessati a questa società, in nemici giurati da
emarginare, diffamare e infine sterminare”. con questa analisi il
presidente della Comunità ebraica di venezia Amos Luzzatto ha
contrassegnato la presentazione della
Giornata della Memoria 2012 e delle diverse manifestazioni che si
terranno nella città lagunare.Un’occasione per riunire ancora una volta
i soggetti che
storicamente si riuniscono intorno a questa iniziativa. Un insieme di
associazioni come i Figli della Shoah, l’Anpi, l’Iveser, l’istituto di
Cultura Sinta, il Centro Pace e molte altre realtà cittadine che da
anni lavorano con una modalità sinergica diventata ormai una pratica
consueta. Una programmazione che non si concentra nella sola
giornata del 27 gennaio, coinvolgendo la Comunità ebraica di Venezia,
tutte le associazioni e gli assessorati alle attività culturali, alle
politiche educative e giovanili in una fitta serie di appuntamenti, 46
in tutto, spiega il presidente del Consiglio comunale di Venezia
Roberto Turetta, che si svilupperà fino agli
inizi di febbraio in centro storico e in terraferma. Presenti alla
conferenza stampa gli assessori comunali alle Attività culturali,
Tiziana Agostini, alle Attività giovanili e Centro pace, Gianfranco
Bettin, alle Politiche educative, Andrea Ferrazzi e il presidente della
Comunità ebraica di Venezia, Amos Luzzatto, che sottolineando la
qualità delle manifestazione, ha posto l’attenzione sulle preoccupanti
analogie tra la condizione di crisi in cui versa oggi il Paese e quella
che caratterizzò la società italiana agli albori del ventennio, una
crisi non solo finanziaria, ma di fiducia. Venezia è “una
comunità - spiega
Tiziana Agostini - caratterizzata da un profondo civismo, nella quale
le istituzioni e le associazioni sono state in grado di organizzare un
mese di manifestazioni, dedicate idealmente ai partigiani scomparsi nel
2011. La storia la scrivono gli storici, ma la memoria è di ogni
persona che si sente appartenente a una comunità e che si sente animata
da senso civico”.
Affinché non ci si possa rifugiare in una mera
ritualità, una particolare attenzione è stata riservata alle attività
dedicate alle scuole, con una serie di itinerari educativi e occasioni
di incontro: “L'obiettivo - spiega l’assessore Ferrazzi - è
di
far crescere persone responsabili, partecipi e protagonisti della vita
democratica da preservare e da sviluppare”. In questo senso il Museo
Ebraico rimane il fulcro delle attività per l’infanzia. Accanto
all’opportunità di visite didattiche troviamo i laboratori: “Ninne
nanne e filastrocche: musiche di libertà”, attività didattica basata
sul tema della musica concentrazionaria con focus sul repertorio di
ninne nanne composte nel Campo di Terezin, e “Ti racconto la storia:
voci dalla Shoah”, laboratorio sul tema della testimonianza attraverso
l’utilizzo della raccolta multimediale di interviste ai testimoni della
persecuzione nazifascista realizzata dalla Shoah Foundation di Steven
Spielberg.
Tra gli appuntamenti in programma da segnalare gli eventi
in ricordo della persecuzione nazista di rom e sinti, il Porrajmos, e
la consegna il 27 gennaio al sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, da
parte dell'associazione Rom Kalderash della bandiera del Popolo Rom che
sarà esposta ufficialmente l'8 aprile in occasione della Giornata
internazionale della nazione Rom. Dal 20 gennaio al 10 febbraio si
svolgerà poi una campagna di sensibilizzazione sulle persecuzioni
contro le persone omosessuali, a cura dell’Osservatorio Queer, con
l’affissione di manifesti e la distribuzione di locandine e cartoline
in tutta la città, in locali pubblici, biblioteche, scuole,
università. La giornata del 22 gennaio sarà dedicata invece
alla
maratona di filmati, testimonianze, letture “Meditate che questo è
stato” promossa da Arci Baratto e Figli della Shoah, mentre il 26
gennaio nella Sala Montefiore della Comunità ebraica, verrà presentata
la ricerca sui registri matricole del carcere di S. M. Maggiore recanti
la storia dei perseguitati che di lì sono transitati numerosissimi; un
lavoro svolto alacremente dall’Iveser, Istituto Veneziano per la storia
della Resistenza e della società contemporanea. A coronamento della
manifestazione, il 29 gennaio, la cerimonia cittadina al teatro
Malibran alla presenza del sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, e del
presidente Luzzatto, cui seguiranno altri due appuntamenti, 'Musica
Memoria' al Conservatorio Benedetto Marcello da un’idea di Lia Levi
Minzi e 'Dai bambini di Terezin al diario di Anna Frank' la sera al
Teatro Goldoni.
Per
il
programma completo della manifestazione è possibile consultare il sito
www.giornomemoriavenezia.it
Michael
Calimani
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Eurovision
- Turchia, una scelta inaspettata
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“Non metterti in
mostra di fronte alla gente, Pazzo/loro ti feriranno, ti frustreranno”.
Così canta Can Bonono, astro nascente della musica pop in quel di
Turchia, nel suo grande successo Meczup, Impazzito. Eppure lui a stare
sotto le luci della ribalta deve ormai averci fatto il callo. E non gli
è andata nemmeno così male, considerando che la Turchia lo ha appena
designato come il cantante che la rappresenterà al prestigioso
Eurovision Song Contest 2012, che si svolgerà a Baku, Azerbaijan, il
prossimo maggio. Una sorpresa. Così i blogger e il popolo di internet
commentano l’annuncio. Perché erano altri i nomi in pole position per
la nomina. Ma in parte anche perché Can Bonono, ventiquattrenne nato a
Izmir, cresciuto a pane e musica sin dai tempi delle prime lezioni di
chitarra a otto anni, appartiene alla comunità ebraica turca. Una delle
minoranze più antiche e radicate nella storia del paese, ma che da
quando le relazioni con Israele sono deteriorate, sta attraversando un
momento difficile.
L’Eurovision è un concorso canoro europeo di grande prestigio, che ha
lanciato negli anni grandi artisti e intramontabili successi. Il
cantante che vince la competizione guadagna l’onore di ospitarla nel
proprio paese l’anno successivo. Come accadde nel 1978 all’israeliano
Izhar Cohen con il gruppo gli Alphabeta che vinsero il concorso con la
loro A-Ba-Ni-Bi. Successo israeliano bissato in casa nell’edizione del
1979 con Hallelujiah, brano cantato da Gali Atari che è ormai
annoverato tra i classici della musica ebraica di tutti i tempi.
Edizione cui la Turchia scelse di non partecipare proprio perché
ospitata in Israele.
Bonomo, oltre 130 mila fan su Facebook, definisce le sue canzoni come
tipica musica di Instanbul, pronta a fondersi con stili internazionali
e in patria ha già raccolto diversi premi. Forse stavolta gli interessi
in gioco sono ancora più alti, per se stesso, per la comunità ebraica e
per il popolo turco.
Rossella
Tercatin |
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Calcio
- Un israeliano alla corte di Mancini
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Sarà stato un po’
come essere un bambino che fa il suo primo ingresso in un parco giochi.
Le attrazioni però non si chiamavano zucchero filato o autoscontro.
Avevano nomi ben più esotici: Balotelli e Dzeko, Silva e Yaya Touré. Il
meglio (o quasi) che il calcio europeo è oggi in grado di offrire agli
appassionati di pallone. Mostri sacri che Nir Biton,
20enne centrocampista israeliano in forza all’Ashdod FC, ha avuto modo
di osservare a stretto contatto nel corso di una sessione di stage
appena conclusasi in casa del Manchester City. “Un’esperienza pazzesca”
ha affermato il diretto interessato al ritorno in patria, ancora
frastornato per le emozioni vissute alla corte di Roberto Mancini.
Certo non sarà facile mantenere l’umiltà necessaria per farsi largo nel
mondo del calcio dopo aver trascorso alcune settimane fianco a fianco
con i big della Premier ricevendo peraltro i complimenti di sir Mancio
in persona. Ma Nir non sembra aver perso la lucidità necessaria per
imporsi ad alti livelli: “Vado avanti per la mia strada, a testa alta
ma consapevole che devo fare ancora molto per diventare un top player”.
La favola di questo talentuoso mediano, che ha già esordito con la
casacca della nazionale ed è atteso dagli ultimi mesi di leva
obbligatoria, potrebbe comunque non essere finita qui. “Vi assicuro che
Nir non è andato in Inghilterra col pensiero di farsi una vacanza” ha
affermato infatti il suo agente, Dudu Dahan, rivelando l’interesse dei
dirigenti dei Citizens ad una prossima contrattualizzazione del suo
assistito. E così Israele inizia a sognare.
Adam
Smulevich |
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Israele e le donne
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Da bambina ero
molto fiera di Israele, tra gli infiniti motivi, anche perché era
l’unico Paese (per quanto ne sapevo) ad avere le donne soldato e perché
il Primo Ministro era una donna. Mi sembrava per questo che fosse un
passo avanti rispetto al resto del mondo, un modello positivo che tutti
prima o poi avrebbero imitato. Le mie idee non nascevano dal nulla:
quella fierezza che allora era mia e credo di molti altri bambini era
alimentata consapevolmente dai racconti di amici e parenti, dalle
maestre, dai filmini e dai poster del KKL; tutti ci presentavano il
livello di uguaglianza raggiunto dalle donne in Israele come una
straordinaria conquista, come uno dei fiori all’occhiello dello stato
ebraico. Era così perché proprio perché ebraico? Forse questo non
veniva detto esplicitamente, ma inevitabilmente lo pensavamo.
Negli ultimi tempi si leggono e sentono notizie che stridono
clamorosamente con l’immagine di allora: donne costrette ad occupare la
zona posteriore degli autobus, marciapiedi separati, limitazioni alle
voci o alle immagini femminili in pubblico. Possibile che quella
fierezza che ci veniva trasmessa allora fosse un gigantesco equivoco? È
stato un caso se proprio lo Stato ebraico, e non un altro, ha avuto la
prima donna premier scelta per i suoi meriti e non per la famiglia di
appartenenza? È stato un caso se proprio lo Stato ebraico fin dalla sua
fondazione ha arruolato le donne nell’esercito, includendole così in
un’istituzione fondamentale nella formazione dell’identità israeliana?
È stato un caso, insomma, se proprio lo Stato ebraico fin dalla sua
nascita ha voluto assegnare alle donne il ruolo di protagoniste e non
di comparse?
C’è chi dice che quelle cose di cui andavamo fieri erano solo un
cedimento al laicismo allora dominante e a valori non ebraici.
Personalmente non posso e non voglio crederlo, e spero di non essere
l’unica.
Anna
Segre, insegnante |
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notizieflash |
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rassegna
stampa |
Israele
- Peres: "Estranei all'uccisione dello scienziato nucleare iraniano"
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Leggi la rassegna |
Il presidente israeliano, Shimon Peres, nella prima reazione ufficiale
dello Stato ebraico all'attentato mortale condotto due giorni fa a
Teheran nei confronti di Mustafa Ahmadi-Roshan ha dichiarato che
Israele è estraneo all'uccisione dello scienziato nucleare iraniano.
"So bene, ha dichiarato Peres, che va di moda imputare a Israele e agli Stati Uniti tutto
quanto di negativo avviene in Iran"
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Il gesto vergognoso di
divellere le tre «pietre d’inciampo» collocate nei giorni scorsi tra i
sampietrini nel selciato stradale della città di Roma [...]
Claudio Vercelli
continua
>>
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