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28 febbraio 2012 - 5 Adar 5772
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alef/tav
Roberto Della Rocca
Roberto
Della Rocca,
rabbino

Nel Santuario ci sono cinque oggetti particolari: l’Arca contenente la Torah, il Tavolo sul quale vengono postii dodici pani, l’Altare per l’offerta dell’incenso, il Candelabro d’oro e l’Altare di bronzo per i sacrifici, che si trova nel cortile di fronte all’entrata. Soltanto i primi tre di questi oggetti fatti di legno hanno un’orlatura  d’oro. La parola che indica questa orlatura, “zer“, può essere tradotta anche con “corona“. I Maestri vedono in queste orlature-corone tre dimensioni della regalità.
Nei Pirqè Avòt, 4 ; 17, Rabbì Shimòn dice che esistono tre corone: quella del sacerdozio richiamata dall’orlatura dell’Altare, quella della sovranità del re associata all’orlatura del Tavolo dei pani e quella, più alta di tutte – perché non si acquisisce per diritto naturale come le altre due – della Torah simbolizzata dall’orlatura dell’Arca.
La nostra massima parla infine di una quarta corona che sovrasta tutte le altre, quella della buona reputazione. In verità, anche le altre tre corone senza una buona reputazione perderebbero il loro onore e la loro autorevolezza.   

Dario
 Calimani,
 anglista



Dario Calimani
Nei contrasti di opinione, o si difende caparbiamente la propria posizione senza ammettere mai nulla che la possa indebolire o si cerca il confronto accettandone i rischi. Chissà quale sia la scelta più saggia. Rashi commenta così un verso di Bemidbar (Numeri 13:18): “Se vivono in città senza mura sono forti, poiché si fidano della loro forza. Ma se risiedono in città fortificate sono deboli”. Potrebbe anche non adattarsi all’uopo, ma mi piace molto. Per me, calza a pennello.

davar
"L'Ici si paga, ma senza limitare la libertà di culto"
Da più parti si chiede alla Chiesa cattolica, il cui patrimonio immobiliare è molto consistente, di partecipare allo sforzo che il Paese sta affrontando per uscire dalla crisi economica e politica dell'Eurozona e della sua moneta, assoggettando i propri immobili alla tassazione Imu o Ici che dir si voglia. Il presidente della Cei cardinal Bagnasco ha fatto a più riprese alcune aperture, ma anche ribadito che la Chiesa cattolica paga le tasse secondo la legge, come dire che non siamo di fronte a una maxievasione dalle imposte. Lo stesso cardinale, e anche altri prelati intervenuti nel dibattito hanno, giustamente, ricordato che lo status tributario della Chiesa è lo stesso delle altre confessioni religiose e delle formazione sociali del volontariato laico. Dal 2010 la Repubblica italiana è sotto procedura d'infrazione dei trattati comunitari da parte della Commissione europea, per aiuti di Stato e turbativa della concorrenza. La Commissione, sollecitata in più occasioni anche da organismi non governativi italiani, ha chiesto all'Italia di chiarire l'effettivo status tributario delle confessioni religiose in merito alla tassazione Ici, mentre ha ritenuto non fondate altre denunce che le sono giunte in relazione alla tassazione Irpeg (oggi Ires). La decisione della Commissione europea conferma che esiste un problema da chiarire in merito alla tassazione Ici degli immobili delle confessioni religiose. Le Comunità ebraiche in Italia godono, ovviamente, dello stesso regime di tassazione della Chiesa cattolica, ed è per questo che anche recentemente l'UCEI è stata invitata a prendere pubblica posizione sulla questione. In verità l'Unione delle Comunità Ebraiche ha già assunto una posizione precisa nel memorandum in relazione alla procedura d'infrazione che ha inviato alla presidenza del Consiglio all'inizio del 2011. Per fare chiarezza è necessario ribadire che anche gli immobili di proprietà delle organizzazioni religiose produttori di reddito, cioè concessi in locazione, pagano regolarmente l’Ici. L'esenzione riguarda perciò solo gli immobili utilizzati direttamente per fini istituzionali dalle organizzazioni religiose. L'UCEI ritiene giusto e necessario che gli immobili direttamente utilizzati dagli enti proprietari per il raggiungimento dei fini religiosi, sociali, culturali, educativi ed assitenziali a cui sono istituzionalmente indirizzati in base ai loro Statuti, non siano soggetti al pagamento dell'Ici per il semplice motivo che diversamente saremmo di fronte ad una tassa sulla libertà di culto o sulle attività sociali e non di lucro. Rientrano tra questi immobili oltre agli edifici di culto, gli uffici e le sale di riunione, e tutti i locali utilizzati per i fini istituzionali di educazione, cultura, assistenza sociale, a favore degli iscritti e dei cittadini interessati. Il problema si pone quindi qualora un immobile di proprietà di un ente religioso sia direttamente utilizzato, in tutto o in parte, dal proprietario per svolgervi un'attività economica. Attività che obiettivamente entrano in concorrenza con attività similari gestite da soggetti economici (alberghi e pensioni, case di cura, negozi e altre attività di somministrazione che in riscuotono dei corrispettivi per i servizi che svolgono). L'Unione delle Comunità ritiene che in questi casi l’Ici debba essere corrisposta. Questa posizione è in linea con le osservazioni della Commissione Ue in relazione alla turbativa della concorrenza laddove soggetti riconducinbili a enti religiosi e altri soggetti svolgono la medesima attività economica, i primi in posizione di vantaggio sui secondi in quanto esentati dal pagamento di una tassa, che in definitiva è un costo dell'impresa. Né vale la considerazione per cui le "imprese religiose" possono praticare, in assenza del maggior costo dell'Ici, prezzi più bassi per i meno abbienti e i bisognosi, poiché equivale a confermare che i due soggetti sono in concorrenza e che il soggetto agevolato riesce a intercettare una parte della clientela proprio in virtù dei minori costi che sostiene. Naturalmente diversa la situazione quando l'attività sociale è svolta gratuitamente (ambulatori medici, mense, dormitori, seminari e così via). Un discorso a parte lo meritano le scuole, laddove il trattamento tributario deve essere lo stesso riservato alle scuole pubbliche, purché anche le scuole religiose vengano gestite senza nessun profitto economico al solo scopo di fornire una educazione religiosa altrimenti non usufruibile. Ho molto apprezzato l'apertura che su questo argomento ha fatto il cardinale Bagnasco, poiché è opportuno disinnescare l'ondata di insofferenza per la Chiesa prima che un fenomeno di preconcetta indignazione avvii un sistematico attacco nei confronti della normativa che prevede che l'Otto per mille dell'Irpef venga versato alle confessioni religiose in maniera proporzionale alle scelte effettuate dai contribuenti.

Anselmo Calò, vicepresidente Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
(Pagine Ebraiche marzo 2012)


Qui Torino - Celebrando Guido Fubini, maestro di libertà
Premio FubiniA due anni dalla scomparsa di Guido Fubini, figura emblematica della Comunità ebraica di Torino e cofondatore e direttore della rivista Hakeillah, si è svolta nella sala del Centro Sociale la cerimonia di premiazioni di due giovani laureati vincitori del premio a lui intitolato: Stefano Galliano e Pierina Ferrara.
A ricordare la figura di Guido hanno partecipato, alla presenza dei familiari e di un numeroso pubblico, il presidente della Comunità ebraica Beppe Segre, il vicepresidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Claudia De Benedetti, il presidente del Gruppo Studi Ebraici Franco Segre e il vicepresidente dell’Istituto Gaetano Salvemini Marco Bruzzi (...)


Alice Fubini

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Comunicazione - I giovani ebrei rinnovano il logo
Logo UgeiUn logo è come un biglietto da visita: racconta al mondo chi siamo, dove vogliamo andare, quali valori intendiamo tutelare. La sfida, per l'Unione Giovani Ebrei d'Italia, è quella di comunicare la straordinaria ricchezza di un patrimonio di ideali e di passioni ma anche la necessità di dare un nuovo tocco – più fresco, più accattivante – al proprio marchio. Una sfida di cui si conosceranno gli esiti nei prossimi giorni con la scadenza del bando di concorso ad hoc recentemente promosso dal consigliere Ugei con delega alla comunicazione Gady Piazza. Rivolto a tutta l'Italia ebraica, il bando ha catalizzato l'interesse e il coinvolgimento di molti creativi. L'obiettivo, per la data di scadenza del concorso (giovedì 1 marzo – chi fosse ancora interessato a partecipare può scrivere a logougei@gmail.com), è quello di consegnare alla commissione esaminatrice, composta da tre esperti che riferiranno poi in modo non vincolante al Consiglio esecutivo, una quindicina di elaborati. “Siamo sulla buona strada, ce la dovremmo fare” spiega Gady, che è anche responsabile dell'allestimento del nuovo sito e consigliere referente del mensile cartaceo HaTikwa. Quattro i criteri su cui giudicherà la commissione: originalità, riconoscibilità, flessibilità, efficacia nell'utilizzazione semplificata. Tema cromatico dominante nei lavori finora consegnati il tricolore ma anche l'azzurro che evoca allo stesso tempo la bandiera di Israele e le compagini sportive che tengono alto il vessillo dell'Italia nel mondo. Il  vincitore sarà reso noto in occasione della grande festa Ugei di Purim a Milano (23-25 marzo), appuntamento in occasione del quale si procederà anche alla presentazione del sito ancora fresco di restyling.

pilpul
Banca della Memoria
Tobia ZeviNoi ricordiamo. Talvolta pensiero e ricordo si sovrappongono, e la nostra mente si muove in un limbo tra nostalgia e speranza. Da qualche anno gli studiosi analizzano seriamente le memorie individuali, cercando di organizzarle in maniera scientifica ai fini delle indagini storiche. E la cosiddetta storia orale è diventata uno dei filoni più      fecondi, e inesplorati, della ricerca sul passato.
Si tratta di un ambito potenzialmente infinito - tante testimonianze quanti sono gli individui! - senza contare che le nostre memorie, come spiegava mirabilmente Primo Levi, si trasformano nel corso della vita. Da qualche giorno è online il sito www.memoriebraiche.it la Banca della Memoria delle comunità ebraiche italiane, un progetto costruito dal Centro di cultura della Comunità ebraica di Roma e fortissimamente voluto dalla sua direttrice, Miriam Haiun. Si tratta  di un’iniziativa straordinariamente interessante.
Questo progetto va sostenuto con le risorse necessarie e incrementato ragionando di alcune possibili linee di sviluppo. Innanzitutto la Banca deve diventare sempre più nazionale, coinvolgendo le altre comunità ebraiche, realtà più piccole e spesso in difficoltà, dove il lavoro di ricostruzione storica è ancor più necessario. In secondo luogo occorre rafforzare la consultabilità dell’archivio video-fotografico: se il materiale, come ci auguriamo, aumenterà, sarà fondamentale segmentarlo in base agli argomenti (Israele, Shoah, vita ebraica, Tripoli ecc.) perché siano rintracciabili da chi vuole fare una ricerca specifica.
Infine, come sottolineato da Sandro Portelli (uno dei principali studiosi di storia orale), bisogna coinvolgere i giovani oltre alle persone anziane. La storia orale serve a descrivere la percezione umana, errata e mutevole, del tempo in cui si vive. In quest’ottica l’impressione dei più giovani non solo è altrettanto utile alla comprensione della nostra epoca, ma forse ancor più ricca di spunti sugli scenari futuri.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas 


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notizie flash   rassegna stampa
Germania - Beate Klarsfeld
in corsa per la Presidenza
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I
cona della lotta ai criminali della Shoah, la celebre cacciatrice di nazisti Beate Klarsfeld è stata candidata alla presidenza della Repubblica federale tedesca dal partito di sinistra Die Linke. Pur essendo molto basse le possibilità di vittoria in occasione della speciale assemblea che sarà presto chiamata ad eleggere il successore del presidente dimissionario Christian Wullf (quasi scontata in quell'occasione la nomina dell'ex pastore Joachim Gauck), resta l'altissimo valore simbolico di un'iniziativa che rende onore a una grande protagonista del Novecento.
 
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