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20 aprile 2012 - 28 Nisan 5772 |
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 | Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano
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Nella
parashà di Sheminì Moshè rimprovera i due figli di Aharòn per non aver
consumato un sacrificio. A Moshè risponde Aharòn spiegando che quel
comportamento era corretto. I figli di Aharòn invece rimangono in
silenzio. Rashì dice che grazie a questo silenzio i figli di Aharòn
diventeranno Maestri di Israèl. In tutta la tradizione ebraica viene
sottolineata l'importanza del silenzio. In un famoso passo dei Pirkè
Avòt Rabbàn Shimòn Ben Gamlièl dice: Tutta la mia vita sono vissuto con
i Chakhamìm e non ho trovato niente di meglio per il corpo se non il
silenzio. La parola è indubbiamente un bene prezioso, la capacità di
parlare è considerato vero elemento caratterizzante degli esseri umani.
Onkelos traduce l'espressione "essere vivente" con "spirito parlante"
ma proprio perché preziosa la parola deve essere usata con parsimonia.
Un grande Maestro contemporaneo Rav Shlomo Wolbe afferma che diventare
adulti significa imparare a usare le parole e si impara a usarle
limitandone l'uso. Noi viviamo in una società in cui sembra
obbligatorio parlare, esprimere la propria opinione su qualsiasi
argomento. Sarebbe invece importante imparare anche a tacere ed essere
invece capaci di ascoltare.
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Laura Quercioli Mincer, slavista
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Non
molti giorni fa, come i giornali e altri media ci hanno più volte
rammentato, cadeva il ventesimo anniversario dell’inizio dell’assedio
di Sarajevo, il più lungo assedio del XX secolo. Nell’accerchiamento
della bella città dall’architettura austriaca, Marek Edelman, l’eroe
del ghetto di Varsavia, vedeva ripetersi le atrocità subite dagli ebrei
polacchi durante il conflitto mondiale, e implorava gli Stati Uniti e
Clinton di intervenire, di bombardare. Oltre la linea degli assediati,
nella città moribonda, l’ebreo Jacob Finci con la sua associazione
Benevolencjia cibava ebrei, cristiani, musulmani. Il poeta Izet
Sarajlič scriveva: “Chi ha fatto il turno di notte per impedire
l’arresto del cuore del mondo? Noi, i poeti”.
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25 aprile - La medaglia dell'Unione a Milano in prima fila
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Anche
la medaglia d'oro al valor civile conferita all'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane per aver affrontato con dignità e stoicismo il
periodo oscuro della persecuzione e della violenza tentando di salvare
vite e alleviare sofferenze brillerà fra le tante in testa al corteo
nazionale per la festa di Liberazione che si terrà a Milano il 25
aprile. “ll nostro Consigliere Giorgio Mortara – scrive in un
messaggio agli organizzatori confermando la propria partecipazione il
vicepresidente UCEI Anselmo Calò –
ha informato la Giunta dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane,
del programma ufficiale della manifestazione nazionale per il 25 Aprile
a Milano, con la conferma della nostra partecipazione a fianco delle
gloriose associazioni partigiane, dei familiari dei Martiri del
nazifascismo e dei Deportati nei campi di concentramento nazisti. “La
nostra Unione è medaglia d'oro al valore civile dal 1964 per aver
sopportato 'con dignità e stoicismo il periodo oscuro della
persecuzione e della violenza in cui tutto tentò per salvare la vita e
alleviare le sofferenze degli israeliti nel tumultuoso periodo
dell'occupazione nazista'. "Mentre il nostro Paese – prosegue il vicepresidente UCEI –
attraversa una profonda crisi economica e sociale, il richiamo ai
valori unitari e democratici della Resistenza assume il significato di
insegnamento e prospettiva per il futuro per noi e per i nostri figli. Sarà
un grande onore per me partecipare alla manifestazione di Milano
assieme ai numerosi cittadini che ancora una volta sfileranno per
riaffermare la scelta della libertà repubblicana e dell'opposizione
ferma ad ogni violenza e barbarie”. La manifestazione avrà a
Milano carattere nazionale. Il Comitato Permanente Antifascista contro
il terrorismo per la Difesa dell'Ordine Repubblicano promotore delle
iniziative per il 25 Aprile che ha invitato l'Unione a sfilare con il
proprio gonfalone nel gruppo di testa che aprirà il corteo ha stabilito
per le Associazioni, i Sindacati e i Partiti, una sequenza per la
sfilata che si terrà nel pomeriggio del 25 Aprile. In testa al corteo
sfileranno i gonfaloni della Regione, della Provincia, del Comune di
Milano e dei Comuni della provincia, i medaglieri delle Associazioni
Partigiane e combattentistiche, lo striscione del Comitato Permanente
Antifascista con l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, e le
altre organizzazioni di deportati e perseguitati.
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Contando l'Omer - L'orzo e il grano |
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Venerdi 20 Aprile, 13° giorno dell’Omer, una settimana e sei giorni
La
Torà prescrive di portare l’offerta dell’Omer come primizia della
produzione cerealicola, ma non dice di quale cereale si tratti. E’ la
tradizione a precisare che si tratta di orzo. Perché l’orzo è
effettivamente il primo dei cereali a maturare, tra quelli che si
coltivano in terra d’Israele, e Pesach, il momento dell’offerta, cade
in primavera. Se si trattasse dell’Italia, dove l’orzo si miete a
Giugno, l’offerta sarebbe impossibile, ma il clima di Erez Israel è
differente e la maturazione è precoce. Su questo la Torà dà un esempio
notevole: quando in Egitto ci fu la piaga della grandine, l’orzo che
era già maturo venne irrimediabilmente distrutto, mentre il grano fu
salvo (Shemot 9:32). A questo punto le possibilità interpretative, come
sempre accade nello studio della Torà, si moltiplicano e si
sovrappongono. Bisogna portare l’orzo, perché è effettivamente l’unico
cereale disponibile. Ma guarda che succede a chi si sbriga a maturare e
sta bello dritto nel campo: arriva la grandine e se lo porta via;
avesse avuto – come si dice oggi – un profilo più basso, come il grano, sarebbe stato risparmiato.
rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma
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Qui Ferrara - Verso la Festa del libro ebraico
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Il
programma della Festa del Libro Ebraico in Italia, la mostra "Che bel
romanzo!" Bassani e il Giardino dei Finzi-Contini attraverso un mosaico
di immagini e parole tratte da quotidiani, periodici e riviste del 1962
e il Giardino Giorgio Bassani sono stati presentati questa
mattina a Ferrara, alla Residenza Municipale-Sala degli Arazzi del
Comune, alla presenza di Marcella Zappaterra (presidente della
Provincia di Ferrara), Tiziano Tagliani (sindaco di Ferrara), Carla Di
Francesco (direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici
dell'Emilia-Romagna), Raffaella Mortara (consigliere Fondazione MEIS),
Giorgina Arlotti (direttore Ferrara Fiere e Congressi) e con
l'introduzione di Roberto Finardi (segretario Fondazione MEIS). Dal
28 aprile al Primo maggio 2012, la città estense accoglierà la Festa,
la seconda Notte Bianca Ebraica d’Italia e le numerose iniziative in
programma, mostre, dibattiti e concerti che torneranno ad animare
Ferrara e i suoi spazi suggestivi. Il sindaco Tagliani ha
riportato l'attenzione sull'idea di museo come entità complessa e con
una storia importante ma sempre viva e attiva, caratteristiche
condivise con la cultura ebraica. Sulla stessa scia il pensiero di
Carla Di Francesco, secondo cui l'apertura al pubblico del Meis ha
creato un punto di riferimento per la i cittadini di Ferrara, una
“piccola luce” che, con la sua presenza, promuove la riqualificazione
dell'area circostante, segnando il raggiungimento dei primi obiettivi. Nel
suo intervento Raffaella Mortara, curatrice della mostra, ha portato il
saluto del presidente della Fondazione Meis Riccardo Calimani e
sottolineato il rispetto degli impegni presi nei confronti della città:
“Come promesso il MEIS esiste, pensa, lavora”. Gli eventi
condurranno gli spettatori all’interno di un mondo, quello della Festa
del Libro, che non vuole essere una semplice vetrina, ma un’occasione
per trasmettere l’idea, il concetto che il MEIS è, fin dai suoi primi
passi, un museo di tutti e per tutti, capace di favorire, con dinamismo
e vivacità, la conoscenza della cultura dell’ebraismo italiano.
Sharon Reichel
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Yom HaShoah nelle Comunità italiane
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In
occasione di Yom HaShoah numerose le cerimonie e i momenti di
raccoglimento in ricordo delle vittime dello sterminio nazifascista che
hanno avuto luogo nelle Comunità ebraiche italiane. Nell'immagine un
momento della cerimonia che si è svolta nel vecchio ghetto di Venezia e
a cui è seguito un Limud del rabbino capo Gili Benyamin in sala
Montefiore alla presenza tra gli altri del presidente della Comunità
ebraica Amos Luzzatto e di molti iscritti.
Qui Torino - Le scuole ebraiche ricordano Primo Levi
Quest’anno
la tradizionale giornata di studio delle scuole ebraiche in occasione
di Yom Ha Shoah è stata dedicata in particolare a Primo Levi a
venticinque anni dalla sua scomparsa. A partire da una semplice domanda
(chi era il personaggio a cui è dedicata la piazzetta di fronte alla
Comunità?), attraverso parole, immagini, scenette, riflessioni, lettura
di testi, sono stati presentati i diversi aspetti della sua figura: il
testimone, lo scrittore, il poeta, il chimico; il racconto Argon dal
Sistema Periodico ha offerto anche l’occasione per parlare del dialetto
giudaico-piemontese. Infine, dopo una lezione di storia a cura dei
ragazzi più grandi, Primo Levi è stato mostrato anche nella sua
dimensione quotidiana e famigliare attraverso alcune foto illustrate
dal figlio Renzo. Una giornata commovente e istruttiva, che alunni e
insegnanti non dimenticheranno facilmente.
L.P.
Qui Milano - Con i bambini e i giovani in sinagoga
La
lunga lista di nomi letti dai ragazzi della Comunità ebraica di Milano
che frequentano l’ultimo anno del liceo, i nomi di tutti coloro che
furono deportati dalla Lombardia. E poi le canzoni e le storie dei
bambini delle tre scuole ebraiche milanesi, la scuola della Comunità,
del Merkos e del Josef Tehillot. La partecipazioni dei ragazzi di Bene
Akiva e Hashomer Hatzair. Sono state le nuove generazioni a essere
protagoniste della cerimonia nel Tempio centrale di Milano per
ricordare Yom HaShoah, il giorno istituito in Israele nel 1953 per
commemorare le vittime dello sterminio nazifascista, organizzata dalla
Comunità in collaborazione con l’Associazione Figli della Shoah e con
gli altri enti ebraici milanesi. Ad accogliere i presenti il presidente
della Comunità ebraica milanese Roberto Jarach. I sopravvissuti ai
campi di sterminio e i loro familiari sono stati poi chiamati ad
accendere sei candele per onorare i sei milioni di vittime.
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|  | Dal buco della serratura |  | Finalmente
le liste per l’UCEI sono state presentate e la tortura (per ora) è
finita: articoli su Pagine ebraiche che esaltano il nuovo corso
democratico, inviti via mail a darsi da fare in prima persona per
presentare candidati (ma perché ce li mandano? Per aggiungere al danno
la beffa?), tutti i discorsi sui Consiglieri eletti direttamente dalla
base comunitaria. Tutto questo – ma sembra che sia un fatto irrilevante
- vale solo per i fortunati romani, milanesi, triestini, fiorentini e
livornesi che avranno la possibilità di votare. Noi, gli iscritti alle
altre comunità, mentre aspetteremo di sapere chi sarà stato nominato
dai nostri Consigli comunitari, ce ne staremo alla finestra a vedere
come vanno le cose, distrattamente e da lontano, così come guardiamo le
elezioni francesi o le primarie americane. Ci domanderemo se a Roma
vinceranno le femmine o i maschi, e forse segretamente ognuno farà il
tifo per il proprio genere. Prenderemo nota dei nomi di parenti, amici
e conoscenti eletti nelle altre comunità per congratularci con loro
alla prima occasione utile. Nessuno potrà dire se avrà vinto la destra
o la sinistra perché questi concetti a quanto pare sono obsoleti. E’
finita l’epoca degli incontri con gli ebrei di altre città per
discutere, confrontarsi ed elaborare programmi comuni. Sono finiti gli
scontri ideologici. Vuol dire che si litiga di meno? Non mi pare, direi
piuttosto che si litiga in modo diverso. A volte, però, ho
l’impressione di essere rimasta l’unica ad arrabbiarmi quando mi viene
ricordato che gli altri voteranno e io no, a sentirmi come qualcuno a
cui è stata chiusa in faccia la porta di una stanza in cui credeva di
aver diritto ad accedere e che è costretto a guardare dal buco della
serratura cosa succede all’interno: da Torino l’UCEI (a parte pagine
ebraiche e l’Unione informa) appare lontanissima, quasi un’altra
dimensione. E dopo il 10 giugno questa distanza non potrà che
aumentare. Sarà come tornare a prima del 1987; allora, però, non votava
nessuno e la legge era uguale per tutti. Chissà, forse un giorno, tra
venti o trent’anni, ci sarà una nuova riforma statutaria. Allora
potremo risvegliarci dal letargo. Nel frattempo, per favore,
risparmiateci gli appelli alla partecipazione.
Anna Segre, insegnante
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notizieflash | | rassegna stampa | Il cibo kasher non conosce crisi
| | Leggi la rassegna | Il
mercato del cibo kasher sembra non conoscere crisi e, secondo un
recente studio di Ortodox Union, su 100 acquirenti solo 8 persone sono
di religione ebraica, 15 musulmani, 10 vegetariani, 17 consumatori con
allergie a lattosio/glutine, mentre sono ben 50 coloro che mettono nel
carrello della spesa kasher perchè lo ritengono più sicuro e di qualità
migliore. Sono i dati presentati dal presidente del Benè Berith e
consigliere Ucei, Sandro Di Castro, in occasione dell’incontro tra
cucina ebraica e cucina romanesca promosso da Azienda Romana Mercati e
Camera di Commercio di Roma, cui hanno partecipato anche gli studenti
di un istituto alberghiero.
| | Stefan Radu e il saluto romano Un invito dalla Comunità Ebraica Della Rocca - Conti, Corriere Della Sera, 20 aprile 2012
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delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti
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