se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai  click qui

3 maggio 2012 - 11 Iyar 5772
linea
l'Unione informa
ucei 
moked è il portale dell'ebraismo italiano
 
alef/tav
linea
elia richetti Elia
Richetti,
presidente dell'Assemblea rabbinica italiana
 


Potrebbe sembrare banale soffermarci sul notissimo versetto “We-ahavtà le-re‘akhà kamòkha” (che viene generalmente ed un po’ imprecisamente tradotto “Ama il prossimo tuo come te stesso”), e perfino sul commento di Rabbì ‘Akivà’, che afferma “ze kelàl gadòl ba-Torà” (“questo è un grande principio generale nella Torà). Lo sarebbe certamente, se interpretassimo le parole della Torà come per molto tempo siamo stati abituati a fare: bisogna voler bene agli altri come a se stessi, e questo – secondo Rabbì ‘Akivà’ – è un valore che investe di sé tante altre mitzwòth. Se questo fosse il significato, la cosa non rivestirebbe nessuna realtà nuova o di particolare valore: al di fuori della Torà, molti sistemi religiosi ed etici affermano i medesimi valori (qualcuno anche pretendendo che essi siano originali e non mutuati dalla Torà). Il fatto è che i vari sistemi che affermano l’amore del prossimo come fondamento di un’etica personale e sociale partono per lo più da un principio sociale: se voglio bene all’altro, non ci si ammazza. Perfino chi lo fa partire da un discorso religioso gli dà una valenza umana, se considera come esempio perfetto l’idea di una divinità che per realizzare questo principio deve farsi uomo. Con un simile punto di partenza il minimo interesse personale può completamente sgretolare la più bella visione di fratellanza umana e di uguaglianza fra i popoli. Un malinteso senso di nazione può distruggere milioni di vite umane. Il sogno di un maggiore benessere può trasformare il sangue di migliaia di persone nell’olio lubrificante degli ingranaggi della rivoluzione sociale. Solo un amore per gli altri che parta dalla Torà, basato sul comando divino, ha la possibilità di resistere e di superare ogni debolezza umana. Ciò che Rabbì ‘Akivà’ spiega, quindi, è che il principio di “We-ahavtà le-re‘akhà kamòkha”, “desidera per il tuo prossimo come per te stesso” (e non “ciò che desideri per te stesso”) è un principio grande se deriva dal principio stesso dell’origine divina della Torà.


Sergio
Della Pergola,
Università Ebraica
di Gerusalemme


Sergio Della Pergola
Da lungo tempo circolava in Israele la malignità che Bibi Netanyahu è succube politicamente di due persone: il padre Ben Zion, e la moglie Sara. Il padre, che è morto questa settimana all'età di 102 anni, è stato un noto storico, specialista dell'ebraismo iberico durante il periodo dell'inquisizione, ma anche segretario del capo del movimento revisionista Zeev Jabotinsky negli anni '30. Ben Zion Netanyahu è stato fiero e coerente oppositore del piano delle Nazioni Unite di spartizione della Palestina in uno Stato ebraico e uno Stato arabo al termine del Mandato britannico; esponente certo molto colto e articolato della vecchia scuola storiografica ebraica, ma anche di quella certa visione negativista del mondo che non lascia alcuna speranza alla trattativa col nemico e che alla fine intravvede solamente un cosmico confronto fra le forze del bene e del male, e la morte inevitabile. Di tutti. In confronto alle idee espresse dall'anziano padre, Bibi – che alcuni considerano troppo di destra – poteva apparire come un attivista di sinistra. Non è dato sapere quanto nella recente retorica di Bibi – coi suoi frequenti richiami alla Shoah e alla persecuzione perenne del popolo ebraico – sia stato farina del suo sacco, e quanto sia stato invece detto per istintiva metabolizzazione dei messaggi paterni, o forse perfino per offrire alcuni momenti di conforto al vecchio, amato, e declinante genitore. Ora che il babbo non c'è più, resta da vedere se Bibi vorrà radicalizzare ancora di più i suoi messaggi, sostituendosi in un certo senso alla figura del padre; o se – finalmente liberato dall'incombente figura – preferirà la via opaca del pragmatismo politico a quella immacolata dell'ideologia pura. L'influenza di Sara, intanto, continua.

davar
Contando l'Omer - Il Salmo 67
Giovedi 3 maggio, 26° giorno dell'Omer, 3 settimane e 5 giorni

Un’antica tradizione prescrive che ogni sera, dopo aver contato i giorni e le settimane dell’Omer, si legga il Salmo 67, che parla di illuminazione, misericordia e benedizione divina in prospettiva universale. Un bel Salmo, ma che c’entra con l’Omer? La risposta sta nella sua struttura. Dopo il verso di titolo, seguono sette versi in cui il totale delle parole è 49. E’ evidente a questo punto il rapporto con le settimane e i giorni dell’Omer. Ma non ci si ferma qui: nei sette versi il numero delle parole segue questo schema: 7-6-6-11-6-6-7. Andando accapo alla fine di ogni verso si disegna una specie di Menorà, il candelabro a sette braccia; ed è questo il motivo per cui in molti libri di preghiere compare una figura di Menorà che contiene le parole del Salmo. Con l’aiuto di un programma di computer – ringrazio il compilatore - si può ora rispondere con facilità a un’antica domanda: esistono altri capitoli nella Bibbia con analoga struttura? La risposta è no, solo il Salmo 120 dopo il titolo contiene 7 versi e 49 parole ma la distribuzione delle parole nei versi non segue un ordine preciso. Il Salmo 67 è quindi il risultato di un preciso progetto, degno compagno del cammino dell’Omer.

rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma -
twitter @raviologist

Tutela delle componenti più deboli e delle minoranze
al centro dell'incontro con il premier Mario Monti
La tutela delle minoranze e delle componenti più deboli della nostra società sono fra i temi al centro del cordiale incontro avvenuto ieri a Palazzo Chigi fra il Presidente del Consiglio Mario Monti e il Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna.
Molte positive le valutazioni a conclusione dello scambio di vedute, cui hanno partecipato per parte ebraica anche la vicepresidente UCEI Claudia De Benedetti, il Presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici e il rabbino capo della Capitale Riccardo Di Segni. L'incontro si è fra l'altro tenuto alla vigilia delle celebrazioni per l'anniversario della nascita dello Stato di Israele e il Premier ha fatto conoscere la sua intenzione di partecipare alla festa organizzata a Roma. "Si è trattato - ha spiegato Gattegna ai giornalisti che lo attendevano all'uscita da Palazzo Chigi - di un incontro soddisfacente per i rappresentanti delle comunità ebraiche. Un incontro molto cordiale, in cui abbiamo fatto un accenno alla crisi economica, perché è in questi momenti difficili che la tutela delle minoranze e dei più deboli rischia di divenire precaria".

Qui Milano - In mostra verso l’Expo
Il lungo viaggio di Milano verso l’appuntamento di Expo 2015 è iniziato da tempo. Anche le manifestazioni culturali della città si preparano a raccontare il tema della storica rassegna “Nutrire il pianeta, energia per la vita” in tutte le sue sfumature.
Al nuovo Palazzo Lombardia inaugurata ieri la prima di quattro mostre organizzate da Amata (Amici del Museo d’Arte di Tel Aviv) in collaborazione con la Regione. A fare gli onori di casa l’assessore alla Cultura della Lombardia Valentina Aprea e il vicepresidente di Amata, Jean Blanchaert. “EAT, emerging artists trans-mediterranean” il titolo della mostra che esporrà fino al 25 maggio i lavori di giovani fotografi italiani e israeliani sul tema dell’alimentazione. Un tema trattato dagli artisti dei due paesi in modo molto diverso, come hanno sottolineato i curatori della rassegna Marco Meneguzzo e Martina Cognati, perché nel mondo occidentale, dove spesso ci si è dimenticati cosa significa avere fame, il cibo diventa antagonista, causa e non soluzione, di problemi fisici e estetici, un fenomeno che Israele ancora non conosce in modo così radicale.
Da una visione dell’Expo all’altra, apre domani alla Milan Image Art Fair di via Tortona la mostra “Unexpected Milano” del regista e fotografo, nonché consigliere comunale presidente della Commissione Expo Ruggero Gabbai. “Cosa significa per un uomo di comunicazione visiva essere passati a quella verbale all’interno delle stanze che governano la città? - spiega Gabbai nel presentare la rassegna - Dalla mia elezione ho cominciato a fotografare vari momenti del nostro modo di fare stare in aula: dai gesti più eloquenti a quelli più piccoli e semplici, in un susseguirsi di sguardi ed espressioni che danno forma alle idee. Questa attività mi ha permesso di mantenere uno sguardo disincantato e critico sulla gestione della res publica, coniugando il mio ‘attivismo’ artistico con quello politico: l’obiettivo futuro resta mettere a fuoco visione, comunicazione e produttività verso la sfida dell’Expo 2015”.

Rossella Tercatin - twitter @rtercatinmoked

Impegno per la libertà di stampa e contro l'intolleranza
Siddi (FNSI) all'assemblea del Portale dell'ebraismo italiano
Anche la redazione del Portale dell'ebraismo italiano aderisce alla Giornata mondiale per la libertà di stampa e contro l'intolleranza proclamata per il 3 maggio dalle organizzazioni internazionali dei giornalisti.
Negli scorsi giorni la redazione ha tenuto la sua prima assemblea sindacale, procedendo, come prevede il Contratto nazionale di lavoro giornalistico, alla nomina del fiduciario sindacale e affidando l'incarico alla giornalista professionista Rossella Tercatin. Fiduciario supplente è stato nominato il collega Adam Smulevich. Ai lavori dell'assemblea hanno preso parte anche il Segretario nazionale della Federazione Nazionale della Stampa Franco Siddi e il Direttore generale sindacato dei giornalisti italiani Giancarlo Tartaglia, che hanno fra l'altro ricordato come il sindacato unico dei giornalisti italiani sia nato nel 1908 dall'impegno di un giornalista ebreo italiano, Salvatore Barzilai e come il Contratto nazionale di lavoro giornalistico, di cui si sono recentemente celebrati i cento anni di vita, costituisca il più antico contratto collettivo di lavoro vigente nel nostro Paese. Prima di lasciare i lavori Siddi e Tartaglia hanno donato all'assemblea una copia del Contratto nazionale di lavoro giornalistico che riporta le seguenti dediche:
“A Rossella Tercatin, il Contratto Nazionale di Lavoro Giornalistico, carta d’identità professionale per il lavoro del buon giornalista e le sue relazioni con la categoria e con gli editori. Buon lavoro e auguri a tutta la redazione” - Franco Siddi
“Alla 'grande' redazione di Pagine Ebraiche e alla giovane fiduciaria sindacale, con l’augurio che possa accompagnarli tutti in un lungo percorso professionale”. - Giancarlo Tartaglia
A conclusione dell'Assemblea, il direttore dei dipartimento Guido Vitale ha presentato ai colleghi il proprio programma di lavoro e ha chiesto di avvalersi della facoltà prevista dal Contratto di lavoro che prevede l'espressione del voto consultivo di fiducia della redazione nei confronti del direttore. L'Assemblea ha quindi proceduto in sua assenza al dibattito e a scrutinio segreto alla votazione. L'esito della votazione è stato di piena e unanime fiducia.

pilpul
La dieta sicura
Il Tizio della SeraNovantasette compleanni Toaff, 103 la Montalcini. O tra gli ebrei italiani ci sono tendenze alla longevità, o il rabbino emerito e il premio nobel hanno misteriosamente ricevuto un dono, o la torta alla panna con le fragole nella foto di compleanno di Toaff è una normalissima cena a lume di 97 candele perché era andata via la luce 97 volte. In ogni caso, Toaff deve darmi l'indirizzo del suo pasticcere perché questo potrebbe allungarmi la vita. A me servirebbe arrivare a 500 anni, e in ogni caso fino a quando esisterà la crema chantilly.

Il Tizio della Sera

notizieflash   rassegna stampa
Benvenuta Giulia!   Leggi la rassegna













Come tutti gli avvenimenti tanto attesi e lungamente desiderati la nascita di Giulia ha portato una gioia speciale fra noi all'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. La bimba, prima figlia di Noemi Jacobini e di Marco Fellman responsabile dei sistemi informatici dell'Unione è venuta alla luce alle 12.31 di lunedi 30 aprile e pesa 4 chili e 220 grammi. Un grande mazal tov ai genitori da tutti noi della redazione.
 
L'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it  Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio “cancella” o “modifica”. © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.