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17
maggio
2012 - 25
Iyar
5772 |
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Elia
Richetti,
presidente dell'Assemblea rabbinica italiana
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“Im be-chuqqothày telékhu we-eth
mitzwothày tishmerù wa-‘asithèm othàm, We-natattì ghishmekhèm be-‘ittàm
...”; “Se seguirete i Miei statuti ed osserverete i Miei precetti e li
metterete in pratica, Io darò le vostre piogge a loro
tempo ...”. Con queste parole si apre il lungo
capitolo delle benedizioni promesse se seguiremo la volontà divina e
delle maledizioni minacciate nel caso in cui scegliessimo di
allontanarci dalla via della Torà. Con quale atteggiamento noi si debba
leggere questo capitolo ci viene indicato dal Midràsh. Il versetto dei
Salmi “Ho considerato i miei mezzi ed ho fatto tornare i miei passi
verso le Tue norme” suscita questo insegnamento: Rabbì Abbà’ figlio di
Rabbì Chiyà’ diceva a nome di Rabbì Yonathàn: “Ho considerato i miei
mezzi” vuol dire: ho calcolato le benedizioni e le maledizioni, cioè ho
fatto in modo che le benedizioni cominciassero con la Alef e finissero
con la Taw, e le maledizioni cominciassero con la Waw e finissero con
la He. Difatti, il brano delle benedizioni in questa Parashà comincia
con la Alef della parola “Im” e termina con la Taw di “Wa-olèkh ethkhèm
qomemiyùth” (“vi farò procedere a testa alta”), quasi a significare una
comprensione di tutto l’alfabeto nel suo giusto ordine. Invece il brano
delle maledizioni comincia con la Waw di “We-ìm” e termina con la He di
“Be-yàd Moshè”, cioè è compreso tra due lettere alfabeticamente vicine
fra di loro, ma invertite nell’ordine. Quest’osservazione ci porta ad
alcune considerazioni. Innanzitutto, il fatto che le benedizioni siano
comprese tra le due lettere estreme dell’alfabeto mentre le maledizioni
sono comprese tra due lettere contigue già ci indica la vastità,
l’ampiezza delle benedizioni rispetto alla limitatezza delle
maledizioni. Inoltre, il fatto che le benedizioni siano comprese fra
lettere nel corretto ordine alfabetico (mentre per le maledizioni
abbiamo un ordine alfabetico inverso) ci suggerisce che le benedizioni
rientrano nel normale ordine di cose, nella loro logica naturale,
mentre le maledizioni costituirebbero l’anomalia. La Torà ci avverte
quindi che è in nostro potere far sì che il nostro mondo sia sovvertito
nel suo ordine (D.o non voglia) oppure segua la sua naturale
inclinazione di garantirci benedizione ed ogni bene.
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Sergio
Della Pergola,
Università Ebraica
di Gerusalemme
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In Israele Yom Ha'atzmauth, la
festa dell'Indipendenza, si celebra secondo la data ebraica, il 5 del
mese di Yiar. Nel 1948, quando David Ben Gurion dichiarò l'indipendenza
di Israele, il 5 di Yiar era la sera del 14 maggio e durava fino alla
sera del 15. Per questo, la data dell'indipendenza generalmente nota
nel mondo è il 15 maggio. Nel corso degli ultimi anni nella comunità
della minoranza dei cittadini arabi in Israele è nato il culto della
Nakhba, ossia del disastro. La vittoria degli uni sarebbe stata la
disfatta degli altri, e nel giorno della gioia degli uni, gli altri
rimpiangono tutto quello che hanno perso. Così l'altroieri, nella data
storica del 15 maggio, davanti all'università di Tel Aviv un migliaio
di manifestanti ha evocato la tragedia degli arabi palestinesi – sia
detto per inciso, in gran parte avvenuta per propria iniziativa,
insipienza e intransigenza. Ci sono state delle controproteste, ma la
dimostrazione è passata senza gravi incidenti. Notiamo allora l'ampia
base di libertà d'opinione che ancora esiste nella società israeliana.
E chiediamo ai critici di Israele se a loro risulta che il 20 settembre
siano autorizzati cortei di Papalini contro la Nakhba di Porta Pia. O
se il 22 marzo gli austriaci possano manifestare a Milano contro la
Nakhba delle Cinque Giornate. O se l'11 luglio i realisti francesi
possano dimostrare a Parigi contro la Nakhba della presa della
Bastiglia.
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Contando
l'Omer - La differenza è l'essenza ebraica |
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Giovedi 17 Maggio, 40° giorno
dell’Omer, 5 settimane
e cinque giorni
Un piccolo esempio di libera fantasia ebraica,
o almeno chiamiamo così, benevolmente, la necessità di distinguersi a
tutti i costi e non trovare mai una strada comune. La regola che
stabilisce di contare l’Omer citando il numero dei giorni e delle
settimane risale al Talmud e ci si dovrebbe aspettare una formula
comune e condivisa, tipo: “oggi sono tot giorni, pari a tot settimane e
tot giorni”. Così è effettivamente, ma poi c’è un piccolo grado di
libertà, la citazione dell’Omer. Quando va ricordato? All’inizio della
frase? Dopo aver contato i giorni e prima delle settimane? Alla fine
della frase? La cosa, quasi divertente, è che ogni rito, minhag, ha
fatto sua ognuna delle possibili opzioni. Gli italiani la prima (“oggi
è nell’Omer il giorno x ecc.”), i sefarditi “orientali” la seconda, i
sefardim e gli ashkenazim la terza (ma distinguendosi: “la’omer” dicono
i primi e “ba’omer” i secondi). Gli Yemeniti hanno aggiunto
un’ulteriore variante alla versione “orientale” facendo il conto in
aramaico. Si vede proprio che la differenza (nell’unità?) è un’essenza
ebraica.
rav Riccardo
Di Segni, rabbino capo di Roma - twitter @raviologist
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Qui Roma - "In piazza
con Gilad, nel nome della vita" |
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Il Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha dichiarato:
"Stasera abbracceremo finalmente
Gilad Shalit, un ragazzo che tutti abbiamo avuto nel cuore lungo i suoi
cinque anni e mezzo di atroce prigionia ma anche un cittadino di Roma
cui potremo far sentire di persona tutto il nostro affetto e calore.
L'appuntamento è alle 20.45 in Campidoglio dove il sindaco Alemanno,
tra i principali protagonisti dell'opera di sensibilizzazione
internazionale che ha permesso di tenere accesa la luce della speranza
sulla sua sorte, consegnerà a Gilad la cittadinanza onoraria della
Capitale concretizzando il sogno di vedere questo straordinario
ambasciatore di pace, coraggio e determinazione nel nostro paese. Un
risultato che è stato possibile raggiungere grazie in particolare
all'impegno della Comunità ebraica di Roma e del presidente Pacifici
ripetutamente distintisi in questi anni per le numerose ed efficaci
iniziative intraprese per non far cadere il velo dell'oblio sulla
drammatica vicenda del soldato Shalit.
Stasera vi aspettiamo numerosi. Tutti insieme, uniti e partecipi, per
ribadire ancora una volta l'ineludibile supremazia della cultura della
vita contro l'ideologia della morte".
Segui la
diretta twitter della cerimonia di conferimento della cittadinanza
onoraria di Roma a Gilad Shalit sulla finestra live di
moked.it<http://moked.it> e su twitter @paginebraiche,
hashtag #giladconnoi. A partire dalle 19.45 primi aggiornamenti dal
quartiere ebraico della Capitale.
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Yom HaTorah - Un
calendario serrato di spunti e iniziative |
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Intensissimo anche nella
Capitale il programma proposto per Yom HaTorah, la giornata di studio
della Torah in onore di rav Elia Samuele Artom (nella foto) promossa
dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane in tutto il paese per il
prossimo 20 maggio. Dedicata al tema dell'ammonimento, la giornata si
aprirà alle 9 al Collegio Rabbinico italiano con una lezione di Talmud
a cura di rav Gianfranco Di Segni e con intervento rivolto agli
studenti liceali di rav Steinberger della Yeshivat haKotel di
Gerusalemme. Alle 10 prenderanno avvio tre iniziative in contemporanea
in tre diversi Bate Hakenesset romani. Al Tempio Bet Shalom
interverranno rav Cesare Moscati, rav Shalom Chazan e il maskil Gadi
Piperno; al Tempio Bet El parola invece a rav Gad Eldad e rav Umberto
Piperno, mentre al Tempio dei Giovani, in collaborazione con l'Ospedale
Israelitico e l'Associazione Medica Ebraica, a guidare un serrato
confronto saranno rav Riccardo Di Segni, rav Crescenzio Di Castro, rav
Amedeo Spagnoletto, Sandro Di Castro e Michele Di Veroli. Alle 11 al
Centro Ebraico Il Pitigliani protagonista nuovamente rav Gianfranco Di
Segni, mentre alle 11.30 toccherà a rav Ariel Di Porto animare la
discussione al Tempio di Ostia Shirat haYam. Mattinata nel segno dello
studio anche al Palazzo della Cultura dove a partire dalle 10 rav
Benedetto Carucci Viterbi e rav Roberto Colombo spiegheranno le fonti
studiate al termine della sessione di “Avot Uvanim” dedicata allo
studio congiunto di padri e figli. Nel pomeriggio, con un triplice
appuntamento, il Palazzo della Cultura diventerà il baricentro delle
varie iniziative. Alle 17 conferenza sul tema “L'ammonimento visto dal
punto di vista dei chassidim e mitnaghedim” con rav Shalom Chazan, rav
Roberto Colombo e Gadi Piperno; alle 18 la seconda lezione di rav
Steinberger mentre alle 19 chiuderà i lavori un nuovo intervento di rav
Riccardo Di Segni al termine del quale inizieranno i festeggiamenti di
rito in collaborazione coi movimenti giovanili. In concomitanza con
l'apertura della sessione pomeridiana nel quartiere ebraico della
Capitale il maskil Roberto Di Veroli si confronterà con gli ospiti
della Casa di Riposo mentre alle 20.30 momenti di convivialità e studio
con l'evento RashiSushi al Pitigliani che vedrà la partecipazione tra
gli altri di rav Benedetto Carucci Viterbi e rav Roberto Colombo.
Tutte le informazioni e gli
aggiornamenti su: www.yomhatorah.it
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Il legame |
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Devo essere sincero, quando due
anni fa come Unione Giovani Ebrei d’Italia, insieme al Benè Berith
giovani, organizzammo la manifestazione al Colosseo, non eravamo certi
che questo giorno sarebbe arrivato. In molti ci dissero che la nostra
era una speranza vana, che forse non ne valeva la pena. Quando la sera
prima della manifestazione arrivò Noam, il padre di Gilad a Roma, gli
chiedemmo se veramente credeva che tutto ciò sarebbe servito a
qualcosa. Oggi sappiamo con certezza di sì. Gilad ha raccontato che
durante la prigionia venne a sapere che le luci del Colosseo erano
state spente per lui. Per questo stasera riabbracciarlo avrà un sapore
particolare, sarà la dimostrazione di un legame inscindibile tra tutto
il popolo d’Israele. Una relazione che si afferma non solo nella
sofferenza, ma anche nella gioia e nella speranza. Il legame di un
popolo unito che non dimentica mai le sorti dei propri figli.
Daniel
Funaro, studente
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Io penso che pensi che
penso |
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Il Tizio conosce uno. Si era
convinto che questo fosse di sinistra per quanto riguarda l’Italia e di
destra per quanto riguarda Israele, e questo per il fatto che là c’è il
pericolo e qui no. Poi ha capito che sul fatto di Israele questo qui
era pubblicamente di destra, e di sinistra solo in privato, perché
Israele deve fare la pace senza che lo diciamo noi. Invece non è così,
e il Tizio ha ricapito quello che aveva capito male. E ha capito che il
suo amico è quasi di destra anche per quello che riguarda l’Italia
perché la situazione è seria e non è il momento di criticare, ed è di
sinistra solo in privato perché ora si scambiano i ruoli e anche qui
c’è un grandissimo pericolo che in Israele non c’è - dato che ci sono
due pericoli: la fine del mondo in Israele e la fine dei soldi in
Italia. E per quanto riguarda l’Italia, uno che sta in
Germania non può venirci a dire quello che dobbiamo fare in Italia, ora
che è in grave pericolo: lo dice tranquillamente in privato tramite le
banche. E per quanto riguarda Israele viene fuori che se uno abita in
Italia non può criticare Israele come fanno quelli di sinistra in
Israele, i quali ne hanno tutto il diritto perché abitano in Israele e
c'è la democrazia, e per fare un esempio se uno vuole rubare in autobus
lo può fare, basta che lo dica apertamente. Mentre se uno sta a
Pinerolo e vuole criticare Israele come fanno quelli di sinistra che
abitano in Israele, allora deve fare l’alyà e lasciare Pinerolo, che
però è complicato per ragioni come il mal di mare quando c’è il
trasloco, e poi che in Piemonte ci sono dei vini buonissimi e farli
spedire in Israele costerebbe una cifra. Adesso che potenzialmente ha
capito, il Tizio ha solo un dubbio. Come faccia quello lì, con tutte le
idee messe una sopra l’altra per mascherare con quella sopra quella
sotto, ad andare avanti con un solo numero di
telefono.
Il
Tizio della Sera
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rassegna
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Israele -
Apre i battenti la fiera Agritech
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Apre
oggi i battenti a Tel Aviv la fiera Agritech, tra le più importanti
manifestazioni fieristiche del settore agricolo al mondo con oltre
cento paesi rappresentati. Una vetrina importante per l'Italia e anche
per l'Expo, dedicato ai temi della sicurezza alimentare e della
sostenibilità ambientale. Una trentina le delegazioni a livello
governativo attese in Israele per la fiera.
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