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6 giugno
2012 - 16 Sivan 5772 |
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David
Sciunnach,
rabbino
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“… Poiché il Signore parlò bene
d’Israele…” (Bemidbar 10, 29). Il Gaòn Rabbì Itzhak Zwì
Elimelech Shapira, scrive nel suo libro Ighereth de-Halachà:
"In tutta la Mikràh abbiamo trovato solamente due volte l’espressione
“parlò bene”. Una in questo verso dove “parlò bene” è riferito al
popolo d’Israele, e la seconda espressione è nella Meghillàth Esther
(7, 9) dove è scritto: “Parlò bene del Re” e dove in base alla
tradizione il “parlò bene” è riferito al Santo Benedetto Egli Sia Re
dei Re. Da qui si può trarre come insegnamento che l’uomo deve sempre
parlar bene del popolo d’Israele e deve astenersi dal accusarlo, poiché
chi parla bene d’Israele, è come se parlasse bene del Re del mondo.
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Davide
Assael,
ricercatore
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Quando andavo al Liceo, erano gli anni ’90, avevo
un professore di Filosofia che ci ammoniva del pericolo di invasione
islamica che gli Stati arabi stavano portando avanti tramite gli
immigrati, ai quali ben presto sarebbero state inviate le armi per
colpire il nemico cristiano dall’interno. Allora non si diceva
giudeo-cristiano perché, come noto, l’ebraismo viene collocato dentro o
fuori dall’Europa a seconda delle circostanze. Mai avrei pensato che le
tesi di un anziano prete parmigiano più volte a rischio scomunica, che
ci invitava ad assistere agli esorcismi che compiva settimanalmente non
ricordo più dove, avrebbero avuto licenza in ambienti universitari e
avrebbero fomentato l’idea di uno scontro di civiltà da combattersi
all’interno dei propri confini. L’Europa vive sì un pericolo reale, ma
da attribuire a pulsioni interne al proprio animo mai affrontate, che
puntualmente si ripresentano nei momenti di crisi, non certo ai barbari
alle porte. E certo, questi fantasmi che si concretizzano in soggetti
storici, cercano alleati, che facilmente, oggi, possono trovare in
ambienti del radicalismo islamico. Non credo sia conveniente alimentare
queste alleanze. Inutile fare qui la mappatura dell’immigrazione
islamica in Occidente, che certo non è riassumibile in schemi puerili
ed è composta da persone, che, nella grandissima maggioranza, non
devono ringraziare di nulla i Paesi d’origine. Una cosa, però, deve
essere certa: se in Europa non può e non potrà mai esistere uno Stato
che legifera su basi religiose perché l’Europa è laica, sempre dovrà
avere possibilità di espressione il culto islamico, a segno di diritti
uguali per tutti. Noi dobbiamo essere per l’area mediterranea ciò che
gli USA sono stati per tutto il mondo: un luogo che accoglie tutti
coloro a cui vengono negati i diritti fondamentali: un rifugio e una
speranza. Anche questo significa creare gli Stati Uniti d’Europa.
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Memoria - Ad Auschwitz la commozione degli Azzurri Il Presidente UCEI Gattegna: "Tutti assieme contro l'odio" |
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“A
nome di tutti gli ebrei italiani desidero esprimere la mia ammirazione
per la vostra adesione, dirigenti e rosa al completo, per il solenne
comportamento che avete tenuto in queste ore e per il coinvolgimento
emotivo che ho visto negli occhi di voi tutti. Oggi è stata scritta una
nuova pagina di Memoria che potrà aiutarci per la costruzione di un
futuro di pace e fratellanza in cui l'odio non avrà più casa”. In
un momento di altissima commozione, subito prima del grande abbraccio
fra Testimoni e sportivi, le parole del presidente dell'Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna hanno segnato un incontro
indimenticabile. L'abbraccio è stato rafforzato dalla convinzione di
aver offerto un tangibile segno di Memoria a milioni di giovani in
Italia e nel mondo. Come la Germania qualche giorno fa, come
l'Inghilterra e l'Olanda oggi, gli Azzurri del calcio, in prossimità
del loro esordio agli Europei di Polonia e Ucraina, hanno testimoniato
questa mattina il loro impegno per la consapevolezza visitando
i campi di Auschwitz e Birkenau. Ad accompagnare la delegazione,
composta da tutti i giocatori – nessuno escluso – e integrata dallo
staff tecnico e dai dirigenti con a capo il presidente della
Federcalcio Giancarlo Abete e il direttore generale Antonello
Valentini, i sopravvissuti Piero Terracina, Sami Modiano e Hanna Weiss,
il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e con lui il
consigliere UCEI Vittorio Pavoncello, lo storico Marcello Pezzetti,
presidente del Museo della Shoah di Roma. La visita è stata articolata
in due momenti. Il primo ad Auschwitz, dove i calciatori si sono
lungamente soffermati all'interno del Museo del lager e hanno poi
sostato in silenzio di fronte alla parete dove venivano eseguite le
esecuzioni, e poi a Birkenau dove i racconti dei Testimoni hanno preso
forma davanti alla squadra raccolta in silenzio e commozione sul
binario della morte. “Mai più questi orrori. Quello che è accaduto qui
non riguarda un popolo, ma l'intera umanità. Il loro dolore è il nostro
dolore” hanno scritto sul libro degli ospiti del Museo il presidente
Abete e il capitano Gianluigi
Buffon. Attorno volti tirati e grande sofferenza. “La
disponibilità della Federcalcio – ha spiegato Vittorio Pavoncello, tra
i primi proponenti della visita – è stata fin da subito massima. Questa
iniziativa, bellissima e commovente, avrà effetto su un gran numero di
persone”. Al momento dei saluti molti gli Azzurri in lacrime. “Non si
poteva non venire qui – ha detto Riccardo Montolivo – è il momento di
guardarsi dentro e io sono sconvolto”. Affidate a Facebook le emozioni
di Leonardo Bonucci: "Sensazioni troppo forti una volta passato questo
cancello. Solo vedendo cosa c'è qui dentro si capisce l'importanza che
ha la vita e cosa significa essere privati della propria dignità.
Un'esperienza toccante".
Adam Smulevich - twitter @asmulevichmoked
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Terremoto - L'Unione chiama alla solidarietà |
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La terra in Emilia
non smette di tremare e prosegue coordinato dal Consigliere Giorgio
Mortara, che ricopre anche la carica di presidente dell’Associazione
medici ebrei, il lavoro dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
per portare aiuto alle vittime del terremoto. Esprimendo tutta la
partecipazione al dolore delle popolazioni e dei territori colpiti dal
sisma, e su sollecitazioni delle Comunità Ebraiche di Modena, Parma,
Ferrara, Bologna e Mantova, la Giunta, ascoltata la relazione del
presidente UCEI Renzo Gattegna ha lanciato una sottoscrizione aperta a
tutti coloro, istituzioni e privati cittadini, che desiderano offrire
un proprio contributo per coloro che soffrono. La Segreteria generale
dell’Unione ha intanto invitato tutte le 21 Comunità ebraiche italiane
e gli iscritti a partecipare alla sottoscrizione cui farà da motore
anche uno stanziamento dei fondi provenienti dalla raccolta dell’Otto
per Mille. In un messaggio rivolto a Gattegna e a tutti i colleghi, i
presidenti delle Comunità di Parma e Modena Yehuda Giavarini e Sandra
Eckert avevano sottolineato la grande storia di integrazione della
presenza ebraica nel territorio “La regione dell’Emilia Romagna con le
sue quattro comunità - Modena, Ferrara, Bologna e Parma costituisce un
esempio non solo di una centenaria convivenza positiva con gli abitanti
del luogo ma anche e soprattutto di una costruttiva integrazione della
presenza ebraica nel tessuto culturale, sociale ed economico del
territorio - si legge - E’ arrivato dunque il momento di dare
immediatamente un segnale chiaro e concreto della solidarietà e del
sostegno che il mondo ebraico porge, in questo momento così drammatico,
alle persone di questa regione alla quale gli ebrei sono da lungo tempo
legati”. Un appello cui l’Italia ebraica ha risposto e continua a
rispondere con il moltiplicarsi delle iniziative.
Chi desidera partecipare alla sottoscrizione potrà farlo versando il
proprio contributo c/c bancario intestato all’Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane, IBAN IT40V0200805189000400024817 causale Terremoto
Emilia; oppure sul c/c postale intestato all’unione comunita ebraiche
italiane n.45169000 sempre specificando la causale Terremoto Emilia.
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Noa abbraccia Napoli e
fa vibrare il Mediterraneo
Pagine Ebraiche accende la danza di Israele |
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La sua voce mescola jazz, rock
americano e suggestioni mediorientali. La sua musica ha abbattuto
barriere culturali e religiose diventando, negli ultimi anni, strumento
di pace e di riavvicinamento tra i popoli: è la magia di Noa, regina
della world music, che presenta per l’anteprima del Napoli Teatro
Festival Italia che apre questa sera i battenti il suo nuovo disco,
interamente dedicato alla musica napoletana, intitolato Noapolis. Ad
accompagnarla sul palcoscenico del Massimo napoletano il Solis String
Quartet e il chitarrista Gild Dor. Il concerto della cantante
israeliana è solo il preludio di un grande appuntamento di cultura che
porterà nelle prossime settimane sulla scena del Napoli teatro festival
il meglio della danza contemporanea israeliana.
Il giornale dell'ebraismo italiano pagine Ebraiche, presente a Napoli
con una distribuzione straordinaria, dedica nel suo numero di giugno,
attualmente in distribuzione, il dossier Passo di danza alla grande
stagione del ballo contemporaneo in Israele e alla tradizione ebraica
della danza.
La nota d’apertura la darà
Noa con un’attesissima prova al San Carlo (Noapolis) in sintonia con il
calore partenopeo. Poi si apriranno davvero le danze. A guardare la
programmazione culturale dei prossimi mesi, prestando attenzione a
tutto il territorio nazionale, ci si potrebbe chiedere cosa stia
succedendo ai curatori dei festival italiani. Si sa che da ormai
qualche tempo gli ebrei sono di moda, ma che questo sia arrivato a
condizionare la programmazione dei maggiori festival di danza
contemporanea in Italia non sembra possibile. Eppure a partire dal Dana
Ruttenberg Dance Group, che – è davvero il caso di dirlo – ha aperto le
danze, quest’anno sembra che la scena contemporanea israeliana sia un
must. Il Bassano Opera Festival ospita ben quattro compagnie per
spettacoli e workshop, nell’arco di tempo che va da maggio a settembre.
Interplay, a Torino a maggio, ha presentato l’ultima creazione di
Yasmeen Gorde, quello Storm End Come in cui i performer si imbarcano in
un viaggio che li conduce a un atmosfera instabile e impregnata di paura di non esistere. Sempre per Interplay anche lo spettacolo di
Yuval Pick, Score, una prima nazionale, che attraverso archetipi in
movimento esprime l’aspirazione a una realtà altra. A giugno il Napoli
Teatro Festival Italia propone addirittura un Focus Danza israeliana
che coinvolge tre compagnie: la Vertigo Dance Company, Kibbutz
Contemporary Dance Company e il Dafi Dance Group. Luca De Fusco,
direttore del festival dalla primavera del 2011, racconta come Israele
sia una vecchia passione ma che si è innamorato della danza
contemporanea israeliana recentemente, quando è stato invitato a una
iniziativa del ministero della Cultura israeliano, vetrina che propone
per cinque giorni di seguito uno spettacolo ogni ora, in visione
riservata ai professionisti, direttori di festival, giornalisti,
produttori. “In Italia, paese in cui gli artisti dovrebbero essere
sereni, la danza contemporanea sta morendo, mentre in Israele si
percepisce una enorme vitalità, gli scontri e le tensioni non hanno
impedito l’esplodere di una creatività coreografica che è
effettivamente molto richiesta e apprezzata in Europa”. L’altra cosa
che sottolinea Luca De Fusco è come “in Israele le spese per la cultura
non siano considerate superflue, si aprono sale polifunzionali nel
deserto, non si sceglie se finanziare un ospedale o la cultura, si
finanziano entrambi, questa dovrebbe essere una grande lezione per i
paesi europei, e per l’Italia in particolare”. Oltre al Focus sulla
danza contemporanea israeliana al Napoli Teatro Festival Italia è
presente anche un Focus Nuova scena Argentina, che si contraddistingue
per la scelta di spettacoli innovativi sia in ambito drammaturgico che
registico e il direttore del festival sottolinea come, con una
realizzazione a posteriori non progettata prima di invitarli, i due
focus speciali abbiamo un collegamento, anche se non troppo evidente:
“Entrambi portano a Napoli l’esperienza di paesi che, pur essendo
extraeuropei hanno una cultura molto vicina a quella europea e, in
qualche strano modo, hanno qualcosa in comune.” La scelta delle
compagnie israeliane, poi, ha avuto motivazioni diverse. Nel caso di
Dafi Dance Group, Luca De Fusco ammette di essere stato commosso da un
piccolo frammento proposto dalla giovane coreografa e di averle
proposto di produrre uno spettacolo. Dafi Altabeb, coreografa,
danzatrice e musicista, una delle più interessanti artiste emergenti di
Israele, è rimasta talmente sorpresa dalla richiesta andare a cercarlo
in albergo, il giorno dopo, per essere sicura di non aver capito male…
Il risultato è Sensitivity to heat, produzione della Fondazione
Campania dei Festival su commissione del Napoli Teatro Festival Italia,
in anteprima mondiale, costruita sulle arie delle più importanti opere
italiane. Dopo il Napoli Teatro Festival la danza contemporanea
israeliana sarà ancora presente a Torino e Lecce in luglio, per
chiudere poi a novembre con l’attesissimo arrivo in Italia di Ohed
Naharin e della sua Batsheva Dance Company, che porterà ai festival
Roma- Europa e poi a Torinodanza due dei suoi spettacoli: Deca-dance e
Sadeh 21.
Ada Treves - twitter
@atrevesmoked, Pagine
Ebraiche, giugno 2012
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Qui Milano - Quale
futuro per la Scuola della Comunità |
È la Comunità il miglior
ente gestore della Scuola ebraica? Quali possono essere le strategie
migliori per reperire fondi? Come affrontare la sfida
all’internazionalizzazione chiesta in modo netto dagli utenti, e come
quella all’informatizzazione? Senza dimenticare naturalmente
l’importanza di trasmettere valori e cultura ebraica, e di sostenere e
accogliere gli utenti deboli, dal punto di vista economico, sociale o
familiare. Su questi temi si sono confrontati a Milano i candidati alle
prossime elezioni comunitarie e dell’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane, in programma il prossimo 10 giugno, in un dibattito
organizzato dalla Fondazione Scuola della Comunità ebraica.
“Lo scopo di questa serata è creare un’occasione per fare domande e
dare risposte in modo aperto, rilanciando la scuola come tema centrale
del lavoro del prossimo Consiglio tanto della Comunità, quanto
dell’UCEI” ha spiegato il presidente della Fondazione Marco Grego,
ringraziando anche il Consiglio uscente per il lavoro svolto, prima di
lasciare la conduzione della serata al direttore del Bollettino Fiona
Diwan.
Sul palco un rappresentante per ogni lista (Avram Hason di Milano per
l’Unione - L’Unione per Milano, Raffaele Turiel di Machar - Domani per
l’UCEI, Cobi Benatoff di UCEI per la scuola, Gabrielle Fellus di Am Im,
Giuseppe Chalom di Shalom, Davide Hazan di Ken 2.0, Daniele Schwarz di
Welcomunity e Andrea Bardavid di Com.unità), alcuni nella duplice veste
di candidati e consiglieri della Fondazione (Benatoff, Turiel, Schwartz
e Bardavid), davanti a un centinaio di persone, tra cui molti
candidati, genitori e insegnanti.
Visioni diverse sono state espresse riguardo al primo punto in agenda,
l’ipotesi di affidare la gestione della scuola a un ente terzo rispetto
alla Comunità, nonché al modello di governance interno. Favorevole
all’idea Benatoff, che ha evidenziato come l’esperienza dimostri che il
Consiglio non è l’organo più adatto a gestire le problematiche di una
scuola; incline a dare una maggiore autonomia Bardavid, mentre
nettamente contrario Hazan, che ha sottolineato come la scuola sia un
elemento fortemente strategico della Comunità che deve pertanto
imprimerle una strategia elaborata dalla politica ‘sana’ e dalla
continuità. Dal punto di vista della governance, secondo Schwarz la
soluzione starebbe nell’adottare una gestione manageriale affidata a un
Direttore generale, che si occupi di curare l’efficienza e il marketing
della scuola, lasciando al preside la possibilità di concentrarsi sulla
didattica. Ma un avvertimento a non considerare la scuola come una
semplice azienda è venuto da Hason, che ha messo in luce come sia
invece necessario concentrarsi sul messaggio educativo da trasmettere.
Un invito a considerare i benefici del creare una condivisione delle
esperienze con le altre scuole ebraiche italiane è venuto da Turiel,
che ha messo in luce come l’UCEI possa dare un fondamentale contributo,
in termini di didattica, reperimento fondi e corsa all’innovazione. In
questo senso ha annunciato il rilascio di un nuovo sito UCEI dedicato
alla didattica, melamed.it, online nei prossimi giorni.
Fellus ha invece invitato i candidati e il futuro Consiglio ad
ascoltare chi nella scuola lavora, docenti e non, per capire quali
siano i problemi e le esigenze.
Non solo problemi di gestione però al centro della discussione, ma
anche quale significato dare alla volontà condivisa da tutti di avere
“una scuola d’eccellenza” a fronte dell’importanza di accogliere tutti
e di non lasciare indietro nessuno, di essere cioè, per usare
un’espressione ripetuta dal pubblico e dai candidati “la scuola
pubblica della Comunità”. E poi ancora la possibilità di trovare nelle
istituzioni nazionali ed europee la soluzione ad alcuni problemi: la
scarsità delle risorse, ma anche per esempio porre un argine alla
“fuga” degli insegnanti della scuola verso gli istituti pubblici. Ai
candidati sono state poste anche delle questioni pratiche che la scuola
si trova ad affrontare come la mancanza di nuovi insegnanti di classe
per le elementari.
Un capitolo a parte è stato poi la decisione del collegio docenti di
non partecipare a un bando indetto dalla Regione Lombardia per
finanziare l’acquisto di tablet per le prime liceo, un progetto che la
Scuola stava già comunque portando avanti insieme alla Fondazione, che
proseguirà dunque senza i fondi regionali. La scelta è stata motivata
dalla preside Esterina Dana con la difficoltà di rispettare il vincolo
previsto nel bando di eliminare completamente i libri cartacei, scelta
difficile da prendere negli ultimi giorni di maggio senza che fossero
pubblicati i dettagli del concorso.
A chiudere la serata è stata una riflessione del rabbino capo
Alfonso Arbib concernente l’aspetto della scuola che più di ogni altro
a suo parere non va trascurato, la sua identità di scuola ebraica.
“Scuola ebraica vuol dire trasmettere valori, cultura, pensiero ebraico
non soltanto nelle ore di ebraismo, ma in ogni momento della vita
scolastica. Certamente è quello che si fa oggi, ma bisogna sempre
tendere al miglioramento. E per farlo è necessario considerare questa
esigenza una priorità non soltanto a parole, ma anche nei fatti”.
Rossella
Tercatin - twitter @rtercatinmoked
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Qui Roma - Con la Deputazione per chi soffre |
Una notte di musica e danze,
ma soprattutto una serata per l'impegno. Molte, moltissime le
persone ritrovatesi ieri all'imbrunire a Villa Miani per Il Ballo dei
Fiori, gala di beneficenza organizzato dal Gruppo Chamsa a favore della
Deputazione Ebraica di Assistenza Sociale. A fare gli onori di casa il
presidente della Deputazione Piero Bonfiglioli, che si è detto commosso
per il calore dimostrato da quanti, presenziando a Villa Miani, hanno
manifestato il loro sostegno a fianco di chi quotidianamente si occupa
dei casi di disagio, spesso estremo, che si verificano all'interno
della Comunità ebraica di Roma. “Oggi sto vivendo un sogno – ha
affermato Bonfiglioli – grazie per essere accorsi così numerosi. Oltre
questa villa c'è un mondo di sofferenza che ha bisogno del nostro
aiuto”. Nel corso della serata sono intervenuti tra gli altri anche il
leader comunitario Riccardo Pacifici, che ha invitato a guardare “con
ammirazione” agli operatori della Deputazione, e l'ambasciatore di
Israele in Italia Naor Gilon che ha sottolineato il senso di
fratellanza, l'unità e la coesione manifestata anche in questa
circostanza dagli ebrei romani.
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Qui Parma - Shevilim,
premiati i vincitori |
Intensità, partecipazione e
molti elaborati di valore hanno caratterizzato la terza edizione del
concorso Shevilim – Percorsi di studio e approfondimento della Cultura
Ebraica per le Scuole indetto dalla Comunità ebraica di Parma e dal
Museo Ebraico Fausto Levi di Soragna con il supporto tra gli altri
dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. La cerimonia di
premiazione dei vincitori ha avuto luogo nelle sale del Museo Ebraico
ed è stata seguita dalla performance artistica Stelle, piume e violini
a cura dell'Ensemble Equinozio. Alla cerimonia, in compagnia di
moltissimi ragazzi delle scuole, erano presenti tra gli altri il
sindaco di Soragna Salvatore Jaconi Farina, l'assessore alle politiche
scolastiche della provincia di Parma Giuseppe Romanini, il presidente
della Comunità ebraica Giorgio Yehuda Giavarini e il rabbino capo di
Ferrara rav Luciano Caro. Con loro anche Renza Levi, figlia di quel
Fausto Levi storico presidente della Comunità e artefice del Museo
Ebraico di Soragna, alla cui memoria è dedicato il concorso. Il premio
di Shevilim è andato ex aequo alla Classe 3° B dell’Istituto
Comprensivo Card. Agostino Casaroli, Scuola Secondaria di I° Grado G.
Mazzini, Comuni di Castel San Giovanni e Sarmato (PC), Capogruppo
Siviero Elena, prof.ssa Elena Antoniotti per il video Brundibar e alla
classe 4°A della Scuola Primaria Bozzani di Porporano (PR), Insegnanti
Mirella Landini, e Giorgia Sandei per l’elaborato multidisciplinare e
multimediale La vita quotidiana degli uomini della Bibbia-Torah.
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Qui Genova -
Diffondendo i valori del Keren |
A 45 anni esatti dall'inizio
della Guerra dei Sei Giorni (5 Giugno 1967) la Comunità ebraica di
Genova si è riunita numerosa nel ricordo di quelle ore decisive per le
sorti di Israele e, alla presenza di oltre 120 persone, per ascoltare
le parole di Amos Radian, già ambasciatore dello Stato ebraico nei
Caraibi, sul tema "Il nuovo Mediterraneo?". L'evento è stato realizzato
in collaborazione con il Keren Hayesod che, oggi come allora, svolge un
importantissimo ruolo per il sostegno di Israele. Nell'occasione sono
stati celebrati i 21 anni dell'Apai, l'Associazione per l'Amicizia
Italia Israele, con la premiazione del professor Franco Bovio,
fondatore e presidente Apai, da parte della Comunità e della Ambasciata
israeliana. E' stata inoltre conferita dal KH una targa a Guido De
Benedetti, presidente del KH ligure che per oltre 25 anni si è
prodigato a diffondere i valori del Keren e l'amore per Israele, che ha
voluto estendere il riconoscimento alla memoria di Mario Teglio che gli
aveva trasmesso a sua volta la tradizione del KH. Il tutto accompagnato
dalle voci del Coro Shlomot, coro comunitario diretto da Eyal Lerner,
che hanno reso ancor più magica l'atmosfera di festa.
Fondamentale ricordare il lavoro dei volontari che hanno permesso la
realizzazione dell'evento, Salvatore e Ramona Spatari che hanno
preparato il rinfresco, e il nostro instancabile presidente Amnon Cohen
che ha presentato la serata.
A chiudere l'incontro le note degli inni nazionali di Italia e Israele.
Moshe Haiym
Polacco, Consigliere della Comunità ebraica di Genova
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Se tutto crolla
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In un interessante articolo
sulla politica interna israeliana, pubblicato sull’ultimo numero di
Pagine Ebraiche, Sergio Della Pergola scrive, fra l’altro, che “Israele
non ha ancora espresso, e sperabilmente non esprimerà, i Beppe Grillo,
ossia il ritorno al qualunquismo, e alla violenza verbale, che sempre
precede la violenza fisica”. Si tratta di un’affermazione importante,
in quanto evidenzia un aspetto del fenomeno Grillo che finora pare
essere alquanto trascurato, ossia la sua intrinseca pericolosità sul
piano della convivenza civile. La figura del comico-politico, infatti,
è presa in considerazione, da estimatori, detrattori e invidiosi,
soprattutto per l’effetto terremotante esercitato sul quadro politico,
la capacità dissacratoria e corrosiva nei confronti dei partiti
tradizionali, l’inedito intreccio tra linguaggio teatrale e politico,
l’indubbia forza attrattiva esercitata su sempre più larghe fasce di
scontenti, la capacità tribunizia di muovere nuove masse verso nuovi
obiettivi.
L’ebraismo italiano divide, in politica, le sue simpatie tra tutti i
movimenti democratici, e suoi autorevoli esponenti occupano posizioni
di responsabilità in entrambi i grandi schieramenti tradizionali. È
bene che sia così ed è bene che il mondo ebraico, in quanto tale, non
prenda posizione ufficiale nei confronti di nessun partito e nessun
movimento. L’etica ebraica esige unicamente che siano rispettati alcuni
valori di fondo, quali la libertà, i diritti umani, l’istruzione, la
tolleranza, il libero pensiero, la difesa dei deboli, la tutela della
memoria, la lotta alla discriminazione, al razzismo, al pregiudizio,
all’antisemitismo. Tali valori, a seconda delle circostanze e delle
personali sensibilità, possono, di volta in volta, apparire difesi o
minacciati tanto “da destra” quanto “da sinistra”, e ciascuno farà, in
coscienza, le proprie scelte. Una sola cosa mi pare certa e
pregiudiziale: alla base di tutti questi valori c’è un prerequisito
essenziale, che, in fondo, tutti li comprende e riassume, che è il
rispetto della persona umana. Laddove questo rispetto viene meno, tutto
il resto crolla. E, quando il resto crolla, gli ebrei sono sempre i
primi a rimetterci. La storia lo insegna in modo chiarissimo. Se
qualcuno preferisce ignorarla, affari suoi.
Grillo continuerà a vincere, almeno per un po’, tutto lo lascia
prevedere. Ha azzeccato tutte le mosse vincenti. Lo stare alla larga
dalla televisione, nell’era della dittatura televisiva. L’uso massiccio
e capillare del web. L’estremizzazione esplosiva dell’invettiva
personale, “sparata” democraticamente a 360° gradi. Il circondarsi di
frotte di bravi ragazzi acqua e sapone, casa e chiesa, candido e
innocuo esercito di chierichetti al seguito di un sulfureo e
mefistofelico incantatore. Non ci appassiona il dibattito se la sua sia
‘politica’ o ‘antipolitica’. Non sappiamo se colpisca la politica (alla
quale, a nostro avviso, appartiene a pieno titolo, riprendendone i
peggiori vizi), ma certamente colpisce le persone. E non è certo un
caso se, come bersaglio dei suoi insulti, l’attore preferisca alcune
tra le figure più nobili del nostro Paese, quali Napolitano, Veronesi
(“Cancronesi”), la Levi Montalcini. Tra i colpi preferiti, ironizzare,
con grande finezza, sull’età avanzata della vittima. La “dentiera” di
Napolitano, la Levi Montalcini (“vecchia puttana”, in quanto avrebbe
vinto il Nobel grazie alla corruzione di una ditta farmaceutica) che
gli avrebbe fatto causa ignorando che i processi, in Italia, durano in
media 20 anni, e quindi non ne avrebbe mai visto la fine. Complimenti.
La violenza verbale, ricorda Della Pergola, precede sempre quella
fisica. A me, quella di Grillo pare già violenza fisica, in quanto
cerca di colpire le persone proprio nella loro fisica debolezza e
vulnerabilità. E, in ogni caso, dimostra essere una negazione assoluta
di quel rispetto per la persona umana senza il quale, come abbiamo
detto, tutto crolla. Giusto, perciò, tenerne conto, ma come di un
inquietante fenomeno regressivo, ulteriore segno di un degrado civile e
morale in atto già da tempo. E beato chi, come Israele, non ce l’ha.
P.S. Mi sorge il dubbio che, nel ricordare la lunga durata dei
processi, Grillo non volesse fare riferimento all’età della Levi
Montalcini, ma alla sua. In fin dei conti, è del 1948, non è più un
giovanotto. Gli anni passano per tutti, non solo per la scienziata (la
quale, fra l’altro, gode ancora di una salute eccellente, sorretta
dagli auguri e dalla simpatia di tutto il Paese, e non solo). In tal
caso, gli chiedo scusa.
Francesco
Lucrezi, storico
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notizie
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rassegna
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Ritrovate
in Israele monete antiche
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Leggi la rassegna |
Quattro monete d'oro risalenti all'impero romano e definite
estremamente rare dagli archeologi israeliani sono state scoperte .
durante gli scavi nei dintorni di Kiriyat, alle pendici del monte
Hermon. Oltre alle monete sono stati trovati anche un orecchino e un
anello preziosissimi, una scoperta eccezionale per gli studi
archeologici israeliani che, a differenza del territorio europeo, conta
un tesoro romano di appena 10 pezzi risalenti all'età dell'oro.
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Sono giornate cruciali
quelle che stiamo vivendo, grandi cambiamenti sono in atto a livello
internazionale, e tutto avviene senza proclami né titoloni sui
giornali.
Emanuel
Segre Amar
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L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti
che fossero interessati a offrire un
proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it
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