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6 giugno 2012 - 16 Sivan 5772
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david sciunnach
David
Sciunnach,
rabbino 


… Poiché il Signore parlò bene d’Israele…” (Bemidbar 10, 29). Il Gaòn Rabbì Itzhak Zwì Elimelech Shapira, scrive nel suo libro Ighereth de-Halachà: "In tutta la Mikràh abbiamo trovato solamente due volte l’espressione “parlò bene”. Una in questo verso dove “parlò bene” è riferito al popolo d’Israele, e la seconda espressione è nella Meghillàth Esther (7, 9) dove è scritto: “Parlò bene del Re” e dove in base alla tradizione il “parlò bene” è riferito al Santo Benedetto Egli Sia Re dei Re. Da qui si può trarre come insegnamento che l’uomo deve sempre parlar bene del popolo d’Israele e deve astenersi dal accusarlo, poiché chi parla bene d’Israele, è come se parlasse bene del Re del mondo.

 Davide 
Assael,
ricercatore



davide Assael
Quando andavo al Liceo, erano gli anni ’90, avevo un professore di Filosofia che ci ammoniva del pericolo di invasione islamica che gli Stati arabi stavano portando avanti tramite gli immigrati, ai quali ben presto sarebbero state inviate le armi per colpire il nemico cristiano dall’interno. Allora non si diceva giudeo-cristiano perché, come noto, l’ebraismo viene collocato dentro o fuori dall’Europa a seconda delle circostanze. Mai avrei pensato che le tesi di un anziano prete parmigiano più volte a rischio scomunica, che ci invitava ad assistere agli esorcismi che compiva settimanalmente non ricordo più dove, avrebbero avuto licenza in ambienti universitari e avrebbero fomentato l’idea di uno scontro di civiltà da combattersi all’interno dei propri confini. L’Europa vive sì un pericolo reale, ma da attribuire a pulsioni interne al proprio animo mai affrontate, che puntualmente si ripresentano nei momenti di crisi, non certo ai barbari alle porte. E certo, questi fantasmi che si concretizzano in soggetti storici, cercano alleati, che facilmente, oggi, possono trovare in ambienti del radicalismo islamico. Non credo sia conveniente alimentare queste alleanze. Inutile fare qui la mappatura dell’immigrazione islamica in Occidente, che certo non è riassumibile in schemi puerili ed è composta da persone, che, nella grandissima maggioranza, non devono ringraziare di nulla i Paesi d’origine. Una cosa, però, deve essere certa: se in Europa non può e non potrà mai esistere uno Stato che legifera su basi religiose perché l’Europa è laica, sempre dovrà avere possibilità di espressione il culto islamico, a segno di diritti uguali per tutti. Noi dobbiamo essere per l’area mediterranea ciò che gli USA sono stati per tutto il mondo: un luogo che accoglie tutti coloro a cui vengono negati i diritti fondamentali: un rifugio e una speranza. Anche questo significa creare gli Stati Uniti d’Europa.

davar
Memoria - Ad Auschwitz la commozione degli Azzurri
Il Presidente UCEI  Gattegna: "Tutti assieme contro l'odio"
“A nome di tutti gli ebrei italiani desidero esprimere la mia ammirazione per la vostra adesione, dirigenti e rosa al completo, per il solenne comportamento che avete tenuto in queste ore e per il coinvolgimento emotivo che ho visto negli occhi di voi tutti. Oggi è stata scritta una nuova pagina di Memoria che potrà aiutarci per la costruzione di un futuro di pace e fratellanza in cui l'odio non avrà più casa”.
In un momento di altissima commozione, subito prima del grande abbraccio fra Testimoni e sportivi, le parole del presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna hanno segnato un incontro indimenticabile. L'abbraccio è stato rafforzato dalla convinzione di aver offerto un tangibile segno di Memoria a milioni di giovani in Italia e nel mondo. Come la Germania qualche giorno fa, come l'Inghilterra e l'Olanda oggi, gli Azzurri del calcio, in prossimità del loro esordio agli Europei di Polonia e Ucraina, hanno testimoniato questa mattina il loro impegno per la consapevolezza
visitando i campi di Auschwitz e Birkenau. Ad accompagnare la delegazione, composta da tutti i giocatori – nessuno escluso – e integrata dallo staff tecnico e dai dirigenti con a capo il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete e il direttore generale Antonello Valentini, i sopravvissuti Piero Terracina, Sami Modiano e Hanna Weiss, il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e con lui il consigliere UCEI Vittorio Pavoncello, lo storico Marcello Pezzetti, presidente del Museo della Shoah di Roma. La visita è stata articolata in due momenti. Il primo ad Auschwitz, dove i calciatori si sono lungamente soffermati all'interno del Museo del lager e hanno poi sostato in silenzio di fronte alla parete dove venivano eseguite le esecuzioni, e poi a Birkenau dove i racconti dei Testimoni hanno preso forma davanti alla squadra raccolta in silenzio e commozione sul binario della morte. “Mai più questi orrori. Quello che è accaduto qui non riguarda un popolo, ma l'intera umanità. Il loro dolore è il nostro dolore” hanno scritto sul libro degli ospiti del Museo il presidente Abete e il capitano Gianluigi Buffon. Attorno volti tirati e grande sofferenza.  “La disponibilità della Federcalcio – ha spiegato Vittorio Pavoncello, tra i primi proponenti della visita – è stata fin da subito massima. Questa iniziativa, bellissima e commovente, avrà effetto su un gran numero di persone”. Al momento dei saluti molti gli Azzurri in lacrime. “Non si poteva non venire qui – ha detto Riccardo Montolivo – è il momento di guardarsi dentro e io sono sconvolto”. Affidate a Facebook le emozioni di Leonardo Bonucci: "Sensazioni troppo forti una volta passato questo cancello. Solo vedendo cosa c'è qui dentro si capisce l'importanza che ha la vita e cosa significa essere privati della propria dignità. Un'esperienza toccante".

Adam Smulevich - twitter @asmulevichmoked

Terremoto - L'Unione chiama alla solidarietà
La terra in Emilia non smette di tremare e prosegue coordinato dal Consigliere Giorgio Mortara, che ricopre anche la carica di presidente dell’Associazione medici ebrei, il lavoro dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane per portare aiuto alle vittime del terremoto. Esprimendo tutta la partecipazione al dolore delle popolazioni e dei territori colpiti dal sisma, e su sollecitazioni delle Comunità Ebraiche di Modena, Parma, Ferrara, Bologna e Mantova, la Giunta, ascoltata la relazione del presidente UCEI Renzo Gattegna ha lanciato una sottoscrizione aperta a tutti coloro, istituzioni e privati cittadini, che desiderano offrire un proprio contributo per coloro che soffrono. La Segreteria generale dell’Unione ha intanto invitato tutte le 21 Comunità ebraiche italiane e gli iscritti a partecipare alla sottoscrizione cui farà da motore anche uno stanziamento dei fondi provenienti dalla raccolta dell’Otto per Mille. In un messaggio rivolto a Gattegna e a tutti i colleghi, i presidenti delle Comunità di Parma e Modena Yehuda Giavarini e Sandra Eckert avevano sottolineato la grande storia di integrazione della presenza ebraica nel territorio “La regione dell’Emilia Romagna con le sue quattro comunità - Modena, Ferrara, Bologna e Parma costituisce un esempio non solo di una centenaria convivenza positiva con gli abitanti del luogo ma anche e soprattutto di una costruttiva integrazione della presenza ebraica nel tessuto culturale, sociale ed economico del territorio - si legge - E’ arrivato dunque il momento di dare immediatamente un segnale chiaro e concreto della solidarietà e del sostegno che il mondo ebraico porge, in questo momento così drammatico, alle persone di questa regione alla quale gli ebrei sono da lungo tempo legati”. Un appello cui l’Italia ebraica ha risposto e continua a rispondere con il moltiplicarsi delle iniziative.
Chi desidera partecipare alla sottoscrizione potrà farlo versando il proprio contributo c/c bancario intestato all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, IBAN IT40V0200805189000400024817 causale Terremoto Emilia; oppure sul c/c postale intestato all’unione comunita ebraiche italiane n.45169000 sempre specificando la causale Terremoto Emilia.

Noa abbraccia Napoli e fa vibrare il Mediterraneo
Pagine Ebraiche accende la danza di Israele
La sua voce mescola jazz, rock americano e suggestioni mediorientali. La sua musica ha abbattuto barriere culturali e religiose diventando, negli ultimi anni, strumento di pace e di riavvicinamento tra i popoli: è la magia di Noa, regina della world music, che presenta per l’anteprima del Napoli Teatro Festival Italia che apre questa sera i battenti il suo nuovo disco, interamente dedicato alla musica napoletana, intitolato Noapolis. Ad accompagnarla sul palcoscenico del Massimo napoletano il Solis String Quartet e il chitarrista Gild Dor. Il concerto della cantante israeliana è solo il preludio di un grande appuntamento di cultura che porterà nelle prossime settimane sulla scena del Napoli teatro festival il meglio della danza contemporanea israeliana.
Il giornale dell'ebraismo italiano pagine Ebraiche, presente a Napoli con una distribuzione straordinaria, dedica nel suo numero di giugno, attualmente in distribuzione, il dossier Passo di danza alla grande stagione del ballo contemporaneo in Israele e alla tradizione ebraica della danza.


La nota d’apertura la darà Noa con un’attesissima prova al San Carlo (Noapolis) in sintonia con il calore partenopeo. Poi si apriranno davvero le danze. A guardare la programmazione culturale dei prossimi mesi, prestando attenzione a tutto il territorio nazionale, ci si potrebbe chiedere cosa stia succedendo ai curatori dei festival italiani. Si sa che da ormai qualche tempo gli ebrei sono di moda, ma che questo sia arrivato a condizionare la programmazione dei maggiori festival di danza contemporanea in Italia non sembra possibile. Eppure a partire dal Dana Ruttenberg Dance Group, che – è davvero il caso di dirlo – ha aperto le danze, quest’anno sembra che la scena contemporanea israeliana sia un must. Il Bassano Opera Festival ospita ben quattro compagnie per spettacoli e workshop, nell’arco di tempo che va da maggio a settembre. Interplay, a Torino a maggio, ha presentato l’ultima creazione di Yasmeen Gorde, quello Storm End Come in cui i performer si imbarcano in un viaggio che li conduce a un atmosfera instabile e impregnata di paura di non esistere. Sempre per Interplay anche lo spettacolo di Yuval Pick, Score, una prima nazionale, che attraverso archetipi in movimento esprime l’aspirazione a una realtà altra. A giugno il Napoli Teatro Festival Italia propone addirittura un Focus Danza israeliana che coinvolge tre compagnie: la Vertigo Dance Company, Kibbutz Contemporary Dance Company e il Dafi Dance Group. Luca De Fusco, direttore del festival dalla primavera del 2011, racconta come Israele sia una vecchia passione ma che si è innamorato della danza contemporanea israeliana recentemente, quando è stato invitato a una iniziativa del ministero della Cultura israeliano, vetrina che propone per cinque giorni di seguito uno spettacolo ogni ora, in visione riservata ai professionisti, direttori di festival, giornalisti, produttori. “In Italia, paese in cui gli artisti dovrebbero essere sereni, la danza contemporanea sta morendo, mentre in Israele si percepisce una enorme vitalità, gli scontri e le tensioni non hanno impedito l’esplodere di una creatività coreografica che è effettivamente molto richiesta e apprezzata in Europa”. L’altra cosa che sottolinea Luca De Fusco è come “in Israele le spese per la cultura non siano considerate superflue, si aprono sale polifunzionali nel deserto, non si sceglie se finanziare un ospedale o la cultura, si finanziano entrambi, questa dovrebbe essere una grande lezione per i paesi europei, e per l’Italia in particolare”. Oltre al Focus sulla danza contemporanea israeliana al Napoli Teatro Festival Italia è presente anche un Focus Nuova scena Argentina, che si contraddistingue per la scelta di spettacoli innovativi sia in ambito drammaturgico che registico e il direttore del festival sottolinea come, con una realizzazione a posteriori non progettata prima di invitarli, i due focus speciali abbiamo un collegamento, anche se non troppo evidente: “Entrambi portano a Napoli l’esperienza di paesi che, pur essendo extraeuropei hanno una cultura molto vicina a quella europea e, in qualche strano modo, hanno qualcosa in comune.” La scelta delle compagnie israeliane, poi, ha avuto motivazioni diverse. Nel caso di Dafi Dance Group, Luca De Fusco ammette di essere stato commosso da un piccolo frammento proposto dalla giovane coreografa e di averle proposto di produrre uno spettacolo. Dafi Altabeb, coreografa, danzatrice e musicista, una delle più interessanti artiste emergenti di Israele, è rimasta talmente sorpresa dalla richiesta andare a cercarlo in albergo, il giorno dopo, per essere sicura di non aver capito male… Il risultato è Sensitivity to heat, produzione della Fondazione Campania dei Festival su commissione del Napoli Teatro Festival Italia, in anteprima mondiale, costruita sulle arie delle più importanti opere italiane. Dopo il Napoli Teatro Festival la danza contemporanea israeliana sarà ancora presente a Torino e Lecce in luglio, per chiudere poi a novembre con l’attesissimo arrivo in Italia di Ohed Naharin e della sua Batsheva Dance Company, che porterà ai festival Roma- Europa e poi a Torinodanza due dei suoi spettacoli: Deca-dance e Sadeh 21.

Ada Treves - twitter @atrevesmoked, Pagine Ebraiche, giugno 2012

Qui Milano - Quale futuro per la Scuola della Comunità
È la Comunità il miglior ente gestore della Scuola ebraica? Quali possono essere le strategie migliori per reperire fondi? Come affrontare la sfida all’internazionalizzazione chiesta in modo netto dagli utenti, e come quella all’informatizzazione? Senza dimenticare naturalmente l’importanza di trasmettere valori e cultura ebraica, e di sostenere e accogliere gli utenti deboli, dal punto di vista economico, sociale o familiare. Su questi temi si sono confrontati a Milano i candidati alle prossime elezioni comunitarie e dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, in programma il prossimo 10 giugno, in un dibattito organizzato dalla Fondazione Scuola della Comunità ebraica.
“Lo scopo di questa serata è creare un’occasione per fare domande e dare risposte in modo aperto, rilanciando la scuola come tema centrale del lavoro del prossimo Consiglio tanto della Comunità, quanto dell’UCEI” ha spiegato il presidente della Fondazione Marco Grego, ringraziando anche il Consiglio uscente per il lavoro svolto, prima di lasciare la conduzione della serata al direttore del Bollettino Fiona Diwan.
Sul palco un rappresentante per ogni lista (Avram Hason di Milano per l’Unione - L’Unione per Milano, Raffaele Turiel di Machar - Domani per l’UCEI, Cobi Benatoff di UCEI per la scuola, Gabrielle Fellus di Am Im, Giuseppe Chalom di Shalom, Davide Hazan di Ken 2.0, Daniele Schwarz di Welcomunity e Andrea Bardavid di Com.unità), alcuni nella duplice veste di candidati e consiglieri della Fondazione (Benatoff, Turiel, Schwartz e Bardavid), davanti a un centinaio di persone, tra cui molti candidati, genitori e insegnanti.
Visioni diverse sono state espresse riguardo al primo punto in agenda, l’ipotesi di affidare la gestione della scuola a un ente terzo rispetto alla Comunità, nonché al modello di governance interno. Favorevole all’idea Benatoff, che ha evidenziato come l’esperienza dimostri che il Consiglio non è l’organo più adatto a gestire le problematiche di una scuola; incline a dare una maggiore autonomia Bardavid, mentre nettamente contrario Hazan, che ha sottolineato come la scuola sia un elemento fortemente strategico della Comunità che deve pertanto imprimerle una strategia elaborata dalla politica ‘sana’ e dalla continuità. Dal punto di vista della governance, secondo Schwarz la soluzione starebbe nell’adottare una gestione manageriale affidata a un Direttore generale, che si occupi di curare l’efficienza e il marketing della scuola, lasciando al preside la possibilità di concentrarsi sulla didattica. Ma un avvertimento a non considerare la scuola come una semplice azienda è venuto da Hason, che ha messo in luce come sia invece necessario concentrarsi sul messaggio educativo da trasmettere. Un invito a considerare i benefici del creare una condivisione delle esperienze con le altre scuole ebraiche italiane è venuto da Turiel, che ha messo in luce come l’UCEI possa dare un fondamentale contributo, in termini di didattica, reperimento fondi e corsa all’innovazione. In questo senso ha annunciato il rilascio di un nuovo sito UCEI dedicato alla didattica, melamed.it, online nei prossimi giorni.
Fellus ha invece invitato i candidati e il futuro Consiglio ad ascoltare chi nella scuola lavora, docenti e non, per capire quali siano i problemi e le esigenze.
Non solo problemi di gestione però al centro della discussione, ma anche quale significato dare alla volontà condivisa da tutti di avere “una scuola d’eccellenza” a fronte dell’importanza di accogliere tutti e di non lasciare indietro nessuno, di essere cioè, per usare un’espressione ripetuta dal pubblico e dai candidati “la scuola pubblica della Comunità”. E poi ancora la possibilità di trovare nelle istituzioni nazionali ed europee la soluzione ad alcuni problemi: la scarsità delle risorse, ma anche per esempio porre un argine alla “fuga” degli insegnanti della scuola verso gli istituti pubblici. Ai candidati sono state poste anche delle questioni pratiche che la scuola si trova ad affrontare come la mancanza di nuovi insegnanti di classe per le elementari.
Un capitolo a parte è stato poi la decisione del collegio docenti di non partecipare a un bando indetto dalla Regione Lombardia per finanziare l’acquisto di tablet per le prime liceo, un progetto che la Scuola stava già comunque portando avanti insieme alla Fondazione, che proseguirà dunque senza i fondi regionali. La scelta è stata motivata dalla preside Esterina Dana con la difficoltà di rispettare il vincolo previsto nel bando di eliminare completamente i libri cartacei, scelta difficile da prendere negli ultimi giorni di maggio senza che fossero pubblicati i dettagli del concorso.
A chiudere la serata è stata una riflessione del rabbino capo Alfonso Arbib concernente l’aspetto della scuola che più di ogni altro a suo parere non va trascurato, la sua identità di scuola ebraica. “Scuola ebraica vuol dire trasmettere valori, cultura, pensiero ebraico non soltanto nelle ore di ebraismo, ma in ogni momento della vita scolastica. Certamente è quello che si fa oggi, ma bisogna sempre tendere al miglioramento. E per farlo è necessario considerare questa esigenza una priorità non soltanto a parole, ma anche nei fatti”.

Rossella Tercatin - twitter @rtercatinmoked

Qui Roma - Con la Deputazione per chi soffre
Una notte di musica e danze, ma soprattutto una serata per l'impegno. Molte, moltissime le persone ritrovatesi ieri all'imbrunire a Villa Miani per Il Ballo dei Fiori, gala di beneficenza organizzato dal Gruppo Chamsa a favore della Deputazione Ebraica di Assistenza Sociale. A fare gli onori di casa il presidente della Deputazione Piero Bonfiglioli, che si è detto commosso per il calore dimostrato da quanti, presenziando a Villa Miani, hanno manifestato il loro sostegno a fianco di chi quotidianamente si occupa dei casi di disagio, spesso estremo, che si verificano all'interno della Comunità ebraica di Roma. “Oggi sto vivendo un sogno – ha affermato Bonfiglioli – grazie per essere accorsi così numerosi. Oltre questa villa c'è un mondo di sofferenza che ha bisogno del nostro aiuto”. Nel corso della serata sono intervenuti tra gli altri anche il leader comunitario Riccardo Pacifici, che ha invitato a guardare “con ammirazione” agli operatori della Deputazione, e l'ambasciatore di Israele in Italia Naor Gilon che ha sottolineato il senso di fratellanza, l'unità e la coesione manifestata anche in questa circostanza dagli ebrei romani.

Qui Parma - Shevilim, premiati i vincitori
Intensità, partecipazione e molti elaborati di valore hanno caratterizzato la terza edizione del concorso Shevilim – Percorsi di studio e approfondimento della Cultura Ebraica per le Scuole indetto dalla Comunità ebraica di Parma e dal Museo Ebraico Fausto Levi di Soragna con il supporto tra gli altri dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. La cerimonia di premiazione dei vincitori ha avuto luogo nelle sale del Museo Ebraico ed è stata seguita dalla performance artistica Stelle, piume e violini a cura dell'Ensemble Equinozio. Alla cerimonia, in compagnia di moltissimi ragazzi delle scuole, erano presenti tra gli altri il sindaco di Soragna Salvatore Jaconi Farina, l'assessore alle politiche scolastiche della provincia di Parma Giuseppe Romanini, il presidente della Comunità ebraica Giorgio Yehuda Giavarini e il rabbino capo di Ferrara rav Luciano Caro. Con loro anche Renza Levi, figlia di quel Fausto Levi storico presidente della Comunità e artefice del Museo Ebraico di Soragna, alla cui memoria è dedicato il concorso. Il premio di Shevilim è andato ex aequo alla Classe 3° B dell’Istituto Comprensivo Card. Agostino Casaroli, Scuola Secondaria di I° Grado G. Mazzini, Comuni di Castel San Giovanni e Sarmato (PC), Capogruppo Siviero Elena, prof.ssa Elena Antoniotti per il video Brundibar e alla classe 4°A della Scuola Primaria Bozzani di Porporano (PR), Insegnanti Mirella Landini, e Giorgia Sandei per l’elaborato multidisciplinare e multimediale La vita quotidiana degli uomini della Bibbia-Torah.

Qui Genova - Diffondendo i valori del Keren
A 45 anni esatti dall'inizio della Guerra dei Sei Giorni (5 Giugno 1967) la Comunità ebraica di Genova si è riunita numerosa nel ricordo di quelle ore decisive per le sorti di Israele e, alla presenza di oltre 120 persone, per ascoltare le parole di Amos Radian, già ambasciatore dello Stato ebraico nei Caraibi, sul tema "Il nuovo Mediterraneo?". L'evento è stato realizzato in collaborazione con il Keren Hayesod che, oggi come allora, svolge un importantissimo ruolo per il sostegno di Israele. Nell'occasione sono stati celebrati i 21 anni dell'Apai, l'Associazione per l'Amicizia Italia Israele, con la premiazione del professor Franco Bovio, fondatore e presidente Apai, da parte della Comunità e della Ambasciata israeliana. E' stata inoltre conferita dal KH una targa a Guido De Benedetti, presidente del KH ligure che per oltre 25 anni si è prodigato a diffondere i valori del Keren e l'amore per Israele, che ha voluto estendere il riconoscimento alla memoria di Mario Teglio che gli aveva trasmesso a sua volta la tradizione del KH. Il tutto accompagnato dalle voci del Coro Shlomot, coro comunitario diretto da Eyal Lerner, che hanno reso ancor più magica l'atmosfera di festa.
Fondamentale ricordare il lavoro dei volontari che hanno permesso la realizzazione dell'evento, Salvatore e Ramona Spatari che hanno preparato il rinfresco, e il nostro instancabile presidente Amnon Cohen che ha presentato la serata.
A chiudere l'incontro le note degli inni nazionali di Italia e Israele.

Moshe Haiym Polacco, Consigliere della Comunità ebraica di Genova

pilpul
Se tutto crolla
Francesco LucreziIn un interessante articolo sulla politica interna israeliana, pubblicato sull’ultimo numero di Pagine Ebraiche, Sergio Della Pergola scrive, fra l’altro, che “Israele non ha ancora espresso, e sperabilmente non esprimerà, i Beppe Grillo, ossia il ritorno al qualunquismo, e alla violenza verbale, che sempre precede la violenza fisica”. Si tratta di un’affermazione importante, in quanto evidenzia un aspetto del fenomeno Grillo che finora pare essere alquanto trascurato, ossia la sua intrinseca pericolosità sul piano della convivenza civile. La figura del comico-politico, infatti, è presa in considerazione, da estimatori, detrattori e invidiosi, soprattutto per l’effetto terremotante esercitato sul quadro politico, la capacità dissacratoria e corrosiva nei confronti dei partiti tradizionali, l’inedito intreccio tra linguaggio teatrale e politico, l’indubbia forza attrattiva esercitata su sempre più larghe fasce di scontenti, la capacità tribunizia di muovere nuove masse verso nuovi obiettivi.
L’ebraismo italiano divide, in politica, le sue simpatie tra tutti i movimenti democratici, e suoi autorevoli esponenti occupano posizioni di responsabilità in entrambi i grandi schieramenti tradizionali. È bene che sia così ed è bene che il mondo ebraico, in quanto tale, non prenda posizione ufficiale nei confronti di nessun partito e nessun movimento. L’etica ebraica esige unicamente che siano rispettati alcuni valori di fondo, quali la libertà, i diritti umani, l’istruzione, la tolleranza, il libero pensiero, la difesa dei deboli, la tutela della memoria, la lotta alla discriminazione, al razzismo, al pregiudizio, all’antisemitismo. Tali valori, a seconda delle circostanze e delle personali sensibilità, possono, di volta in volta, apparire difesi o minacciati tanto “da destra” quanto “da sinistra”, e ciascuno farà, in coscienza, le proprie scelte. Una sola cosa mi pare certa e pregiudiziale: alla base di tutti questi valori c’è un prerequisito essenziale, che, in fondo, tutti li comprende e riassume, che è il rispetto della persona umana. Laddove questo rispetto viene meno, tutto il resto crolla. E, quando il resto crolla, gli ebrei sono sempre i primi a rimetterci. La storia lo insegna in modo chiarissimo. Se qualcuno preferisce ignorarla, affari suoi.
Grillo continuerà a vincere, almeno per un po’, tutto lo lascia prevedere. Ha azzeccato tutte le mosse vincenti. Lo stare alla larga dalla televisione, nell’era della dittatura televisiva. L’uso massiccio e capillare del web. L’estremizzazione esplosiva dell’invettiva personale, “sparata” democraticamente a 360° gradi. Il circondarsi di frotte di bravi ragazzi acqua e sapone, casa e chiesa, candido e innocuo esercito di chierichetti al seguito di un sulfureo e mefistofelico incantatore. Non ci appassiona il dibattito se la sua sia ‘politica’ o ‘antipolitica’. Non sappiamo se colpisca la politica (alla quale, a nostro avviso, appartiene a pieno titolo, riprendendone i peggiori vizi), ma certamente colpisce le persone. E non è certo un caso se, come bersaglio dei suoi insulti, l’attore preferisca alcune tra le figure più nobili del nostro Paese, quali Napolitano, Veronesi (“Cancronesi”), la Levi Montalcini. Tra i colpi preferiti, ironizzare, con grande finezza, sull’età avanzata della vittima. La “dentiera” di Napolitano, la Levi Montalcini (“vecchia puttana”, in quanto avrebbe vinto il Nobel grazie alla corruzione di una ditta farmaceutica) che gli avrebbe fatto causa ignorando che i processi, in Italia, durano in media 20 anni, e quindi non ne avrebbe mai visto la fine. Complimenti.
La violenza verbale, ricorda Della Pergola, precede sempre quella fisica. A me, quella di Grillo pare già violenza fisica, in quanto cerca di colpire le persone proprio nella loro fisica debolezza e vulnerabilità. E, in ogni caso, dimostra essere una negazione assoluta di quel rispetto per la persona umana senza il quale, come abbiamo detto, tutto crolla. Giusto, perciò, tenerne conto, ma come di un inquietante fenomeno regressivo, ulteriore segno di un degrado civile e morale in atto già da tempo. E beato chi, come Israele, non ce l’ha.

P.S. Mi sorge il dubbio che, nel ricordare la lunga durata dei processi, Grillo non volesse fare riferimento all’età della Levi Montalcini, ma alla sua. In fin dei conti, è del 1948, non è più un giovanotto. Gli anni passano per tutti, non solo per la scienziata (la quale, fra l’altro, gode ancora di una salute eccellente, sorretta dagli auguri e dalla simpatia di tutto il Paese, e non solo). In tal caso, gli chiedo scusa.

Francesco Lucrezi, storico

notizie flash   rassegna stampa
Ritrovate in Israele monete antiche
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Quattro monete d'oro risalenti all'impero romano e definite estremamente rare dagli archeologi israeliani sono state scoperte . durante gli scavi nei dintorni di Kiriyat, alle pendici del monte Hermon. Oltre alle monete sono stati trovati anche un orecchino e un anello preziosissimi, una scoperta eccezionale per gli studi archeologici israeliani che, a differenza del territorio europeo, conta un tesoro romano di appena 10 pezzi risalenti all'età dell'oro.


 

Sono giornate cruciali quelle che stiamo vivendo, grandi cambiamenti sono in atto a livello internazionale, e tutto avviene senza proclami né titoloni sui giornali.

Emanuel Segre Amar


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