L’Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane ha diffuso un comunicato alle
principali organizzazioni ebraiche europee e internazionali per
sollecitare la loro generosità in soccorso delle aree colpite dal
terremoto e dei beni culturali ebraici danneggiati. “La comunità
italiana sta cercando di stilare una stima dei danni causati dal sisma
e di fare una previsione su quanto costerà la ricostruzione. Un lavoro
difficile a causa delle nuove scosse che continuano a susseguirsi e che
potrebbero durare a lungo in futuro - si legge nel comunicato a firma
di Giorgio Mortara, consigliere UCEI delegato al coordinamento delle
iniziative di solidarietà - Per questo la popolazione è vulnerabile e
l’UCEI ha provveduto a dedicare fondi dedicati alla gente colpita dalla
catastrofe. Tuttavia c’è la necessità di un appello per l’assistenza al
patrimonio di beni culturali ebraici danneggiato e che potrebbe essere
distrutto se non prontamente restaurato”. Per questa ragione le
Comunità ebraiche colpite, Mantova, Modena, Ferrara e Parma stanno
provvedendo a creare una raccolta dedicata al restauro dei propri beni
culturali danneggiati e a stilare un elenco dei danni.
Per il testo completo del comunicato clicca qui
Chi
desidera partecipare alla raccolta fondi per le popolazioni colpite dal
terremoto potrà farlo versando il proprio contributo conto corrente
bancario intestato all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, IBAN
IT40V0200805189000400024817 causale Terremoto Emilia; oppure sul conto
corrente postale intestato all’unione comunita ebraiche italiane numero
45169000 sempre specificando la causale Terremoto Emilia.
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Qui Barcellona - Al via il summit dei leader comunitari
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Scambiare
esperienze e punti di vista. Condividere problemi e soluzioni. I leader
delle Comunità ebraiche di tutta Europa si ritrovano questo
finesettimana a Barcellona per la quarta edizione della Meetings of
Presidents, una tre giorni di confronto organizzata dall’European
Council of Jewish Communities e dall’American Joint Distribution
Committee. Fitto il programma della conferenza che prevede sessioni
sulle questioni di maggiore attualità nella vita ebraica europea, dalle
sfide demografiche che molte Comunità si trovano ad affrontare a causa
del calo di iscritti, ai temi della solidarietà e del fund raising in
tempi di crisi economica, e poi il ruolo delle donne e della leadership
femminile nella società ebraica, l’innovazione, i rapporti con le
autorità civili, l’educazione, i giovani. “È un momento di incontro che
non vuole essere politico, ma soprattutto tecnico e operativo - spiega
Simone Mortara, delegato dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
nell’ECJC e membro del Consiglio esecutivo - In tutta Europa ci
troviamo a fronteggiare problemi simili. Penso valga la pena ascoltare
come ciascuna Comunità li affronta”. Non solo Mortara a rappresentare
l’Italia a Barcellona. A intervenire nei vari workshop saranno anche il
consigliere UCEI Claudia De Benedetti, il presidente della Comunità
ebraica di Roma Riccardo Pacifici e Melissa Sonnino, coordinatrice
della ECJI, A Jewish Contribution to an Inclusive Europe. Mentre Cobi
Benatoff, neoeletto consigliere UCEI, già presidente dell’ECJC,
parteciperà al European Jewish Leadership Awards 2012 insieme al
presidente del Congresso ebraico Moshe Kantor e del direttore del JDC
in Europa e America Latina Alberto Senderey. Nel corso della
conferenza prevista anche la firma della Dichiarazione di Barcellona,
per promuovere trasparenza e democrazia nel governo e nella gestione
delle Comunità ebraiche.
rt - twitter@rtercatinmoked
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Premio Adei Wizo - Si impone Vladimir Vertlib
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È Stazioni Intermedie di
Vladimir Vertlib (ed. Giuntina) l'opera vincitrice del XII Premio
Letterario Adei Wizo Adelina Della Pergola. A decretare il successo la
giuria popolare composta da circa 250 lettrici da tutta Italia.
Battute, nell'ordine, Il bambino del giovedì di Alison Pick (ed.
Frassinelli) e Racconti intorno alla felicità ebraica di Anatolij Krym
(ed. Spirali). Il Premio Ragazzi, attribuito da una giuria formata da
studenti di otto istituti medi superiori del territorio nazionale, è
andato invece a Per mare e per terra di Mitchell J. Kaplan (ed. Neri
Pozza), che ha preceduto Un caso di ordinario coraggio di Pascale Roze
(ed. Guarda). Come opera prima è stata infine scelta Generazioni
1881-1907 di Gabriel Rubini (World Hub Press).
Nato nel 2000 come momento di divulgazione culturale del mondo ebraico
al grande pubblico, il concorso – intitolato alla memoria della sua
ideatrice Adelina Della Pergola – vivrà adesso la sua fase conclusiva
con la cerimonia di assegnazione dei premi e con il tradizionale
incontro tra autori, giurate e lettori in programma lunedì 12 novembre
al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia.
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Qui Casale - L'indagine musicale continua
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“Un
cammeo sonoro”. Questa la definizione utilizzata dal compositore Giulio
Castagnoli per annunciare il recente concerto della pianista Sabrina
Lanzi alla sinagoga di Casale Monferrato. Una premessa di cui il
pubblico ha potuto riscontrare la veridicità, in particolare
nell’accostamento tra i sei piccoli pezzi pianistici di Schoenberg e
gli altrettanto sintetici Lieder ohne Worte di Mendelssohn che ha dato
un quadro quasi miniaturistico dell’arte pianistica. Per usare sempre
le parole di Castagnoli, curatore della rassegna Da Salomone Rossi a
Schoenberg promossa dalla Comunità ebraica monferrina, “sembra che
questi compositori abbiano voluto cimentarsi con l’idea che meno è
meglio”. Difficile capire se è un tratto distintivo di compositori di
origine ebraica. L'impressione che si ricava però da questa rassegna è
che la riflessione interiore sia un tratto dell'ebraismo capace di
riflettersi sulla musica.
Domenica 17 giugno
l'indagine continua con un concerto dall’organico allargato. Si tratta
del Trio Archè formato da Francesco Cipolletta (pianoforte), Dario
Destefano (Violoncello) e Massimo Marin (violino). L’ensemble sarà
impegnato in un programma che ha il pregio di portare alla ribalta due
dei più importanti compositori italiani del '900: Edgardo Del Valle de
Paz e Mario Castelnuovo Tedesco. Il filo che li lega non è soltanto
quello dell’ebraismo, ma anche un contatto diretto con il territorio
monferrino. Edgardo Del Valle de Paz appartenne a una comunità di
particolare rilievo, quella di Livorno. Fondò e diresse per oltre un
quarto di secolo la rivista fiorentina La Nuova Musica che annoverò tra
i collaboratori musicologi come Giannotto Bastianelli e Guido Maria
Gatti, compositori come Ildebrando Pizzetti, e, fra i letterati, il
poeta Diego Garoglio, il quale da Casale Monferrato si spostò a
Firenze, dove ebbe per allievi i celeberrimi Papini e Prezzolini. Del
Valle de Paz su testo di Garoglio pubblicò alcune delle sue più belle
composizioni dal gusto simbolista e quasi liberty: fecondo compositore,
fu anche professore di pianoforte principale al Conservatorio di
Firenze, dove ebbe per allievo uno dei più importanti autori del XX
secolo, Mario Castelnuovo-Tedesco. Quest'ultimo, emigrato in California
a causa delle leggi razziali del 1938, strinse colà amicizia con il
grande Andrès Segovia, che lo stimolò a scrivere quelle che divennero
alcune delle pagine più importanti della letteratura per il suo
strumento, la chitarra. La musica di Del Valle de Paz, è stata in parte
alluvionata alla Biblioteca Nazionale di Firenze. Così come le pagine
non chitarristiche di Castelnuovo Tedesco, la musica di Del Valle de
Paz è purtroppo immeritatamente divenuta di raro ascolto. Terzo
autore sarà ancora Mendelssohn, di cui potremo ascoltare il trio n2 in
Do minore. L'ebraismo in Mendelssohn è ancora molto dibattuto anche se
la famiglia di Felix si convertì alla religione luterana. La sua musica
da camera, di cui il Trio in do minore è uno dei più fulgidi esempi,
costituisce il punto di equilibrio tra forma classica e nuova
espressività romantica: nell’ultimo tempo l’autore cita la melodia di
un corale tratto dal cinquecentesco Salterio Ginevrino, Vor deinem
Thron tret ich hiermit. Il primo tema del finale fu ripreso, come
omaggio, da Johannes Brahms, allora allievo di Schumann, per lo Scherzo
della sua Sonata op.5 per pianoforte.
Giulio Castagnoli
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Qui Londra - Voci da Roma al Jewish Choral Festival
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Londra
capitale dello sport in vista delle imminenti Olimpiadi che vi si
terranno nel mese di luglio, ma anche capitale della cultura per le
mille iniziative che si terranno in questo periodo, più o meno connesse
al grande evento sportivo. Fra di esse segnaliamo l'International
Jewish Choral Festival organizzato dal Zemel Choir di Londra, la
compagnia corale ebraica della Gran Bretagna (120 gli elementi che la
compongono), che ha voluto agganciare questo evento alle Olimpiadi
attraverso Olimpiadi della Cultura con l'esibizione di cori provenienti
da Italia, Francia e Austria. Quattro giorni di attività che
culmineranno in un concerto di gala alla Sinagoga West London, il 17
giugno, uno dei luoghi più belli e centrali di Londra. Il concerto
prevede musiche mai sentite prima in Inghilterra, così come melodie
molto conosciute nella liturgia ebraica. Un evento unico nella storia
della musica ebraica cui parteciperà l'italiano Coro ha Kol, diretto
dal Maestro Andrea Orlando e formato da un gruppo di coristi composto
dalle sezioni di soprani, contralti, tenori e bassi. “È un
progetto totalmente autofinanziato dal nostro coro e un grande impegno
che ci rende orgogliosi” sottolinea Riccardo Di Castro, presidente
dell'associazione. “A Londra – prosegue – rappresenteremo la nostra
tradizione musicale. Questa esibizione, dopo quella israeliana, è molto
importante perché è la prima volta che un coro italiano è invitato a un
festival di questo prestigio”. Il Coro ha Kol eseguirà brani che
attraversano un arco temporale molto ampio, un repertorio che va dal
Rinascimento ai nostri giorni, da Salomone Rossi a brani della
tradizione liturgica ebraica romana e, più in generale, italiana. La
preparazione a questo grande evento dura da quattro mesi e subito dopo
si ripartirà per preparare le nuove performance legate alla Giornata
della Cultura Ebraica del prossimo settembre e alla realizzazione di un
cd dell'Haggadah di Pesach. Senza dimenticare il sogno nel cassetto:
dare vita a una sezione speciale di voci bianche, aspirazione condivisa
nei progetti anche dalla Comunità ebraica di Roma.
Lucilla
Efrati - twitter @lefratimoked
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Lavorare tutti insieme
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Qualche settimana fa, un po’
sconfortata all’idea di non votare per l’UCEI per la prima volta dopo
decenni, auspicavo di non sentire parlare più di elezioni fino alla
prossima modifica dello Statuto. Per la verità credevo di aver detto
una cosa evidentemente paradossale, come quando noi insegnanti
minacciamo di gettare i compiti in classe dalla finestra se vediamo
certi errori, o cose simili. Invece è proprio andata così: salvo un
trafiletto con i nomi degli eletti e un altro che racconta cosa hanno
detto i quotidiani romani (non esattamente una fonte di prima mano per
sapere cosa succede in ambito ebraico), sulla newsletter non è uscito
quasi nulla. Nelle settimane precedenti è stato dato puntualmente conto
dei dibattiti nelle singole Comunità ma non c’è stato (a differenza di
molte altre occasioni, in cui la newsletter ha offerto la possibilità
di interessanti scambi di opinioni su vari argomenti), un vero e
proprio confronto tra proposte diverse e idee diverse di come debba
essere l’Unione (cioè l’ebraismo italiano) del futuro. Eppure le
differenze di opinione in campo ebraico non mancano di sicuro (per
fortuna). Immagino che il dibattito, pre e post elettorale, si sia
sviluppato essenzialmente all’interno delle singole Comunità: ciascuno
ha presentato i propri programmi e le proprie idee davanti ai propri
potenziali elettori, ed ora sente di dover rispondere essenzialmente a
chi lo ha eletto o nominato, cioè agli iscritti o al Consiglio della
propria Comunità. Ѐ logico, ma d’ora in poi i nuovi consiglieri
dovranno lavorare tutti insieme. Prima o poi qualche idea e qualche
opinione dovranno scambiarsela per forza. Magari - perché no? - anche
per mezzo di questa newsletter.
Anna
Segre, insegnante
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Qui Trani - Storia di un'identità antica |
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la rassegna |
«Gli
ebrei a Trani e in Puglia nel Medioevo ed oltre» è il titolo della
conferenza che si è svolta a Molfetta relatore il professor Emanuele
Gianolio, storico tranese autore del testo «Gli ebrei a Trani in Puglia
nel Medioevo». Nonostante il vasto arco di tempo che ricopre la storia
del popolo ebraico, il professor Gianolio si è soffermato sui momenti
più significativi, sin dall’epoca degli antichi romani fino al
Settecento.
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