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19 giugno 2012 - 29 Sivan 5772
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Roberto Della Rocca
Roberto
Della Rocca,
rabbino

La parashah di Shabbat scorso si conclude con il precetto dello tzitzìt, il terzo brano dello Shemà: "E sarà per voi come tzitzìt, e lo vedrete e ricorderete tutte le mitzwòt del Signore e le eseguirete; e non esplorerete appresso ai vostri cuori ed appresso ai vostri occhi, appresso ai quali voi vi prostituite." (Bemidbar, 15; 39) Il commento di Rashì mette in relazione questa mitzwah con la tragica missione degli esploratori in terra d’Israele: "…e non esplorerete appresso ai vostri cuori e appresso ai vostri occhi…. come hanno fatto gli esploratori  con la terra di Israele…”. Ma come si può impedire di seguire i pensieri del cuore e la vista degli occhi? Non diciamo spesso che la Torah si occupa essenzialmente delle nostre azioni e non dei nostri pensieri. Tuttavia, in questo caso troviamo una mitzvah che ci impone di controllare e di rinunciare volontariamente a pensieri e a idee che sono contrarie alla Torah. Se è vero che  “sono i cuori che vanno appresso alle azioni” e non viceversa, e che dovrebbero essere le mitzwòt a forgiare il nostro modo di pensare, è altresì vero che in molti casi la nostra visione delle cose è influenzata dal nostro cuore. La maggior parte delle volte vediamo solo ciò che desideriamo vedere. Il motivo per il quale mettiamo i tefillin alla radice della nostra testa e non come è scritto “in mezzo ai nostri occhi” è perché dobbiamo guardare l’altro con la “testa” e non solo con gli occhi. Non è forse questo uno dei motivi per il quale si possono indossare i tefillin dal momento in cui vi è sufficiente luce mattutina con cui una persona può riconoscere il proprio prossimo?

Dario
 Calimani,
 anglista



Dario Calimani
Nel 1989, Dustin Hoffman interpretava Shylock nel Mercante di Venezia in una splendida produzione teatrale a Londra e a New York. Purtroppo, a quanto ne so, mai registrata. Ci fu chi andò a Londra appositamente per assistervi: interpretazione memorabile perché carica di emozione e in piena empatia con il personaggio dell'ebreo. A dimostrazione che il testo non è nelle sue sole parole, ma nelle sue diverse letture. Chi oggi ripropone lo Shylock monoliticamente antisemita lo fa solo perché lo vuole fare; per fini diversi, naturalmente, o per provocare sdegno contro il testo, o per provocarlo contro l'ebreo. Operazioni strumentali, in entrambi i casi. Forse, potrà dire qualcuno, anche quella di Dustin Hoffman lo era. Certo, ma coraggiosa, contro corrente, e memorabile. 

davar
Qui Livorno - Vittorio Mosseri alla presidenza
È Vittorio Mosseri il nuovo presidente della Comunità ebraica di Livorno. La nomina è arrivata ieri sera nel corso della prima riunione consiliare del direttivo formatosi dopo il voto dello scorso 10 giugno. Dirigente di una multinazionale che opera nel settore sanitario, Mosseri succede a Samuel Zarrough e ha ottenuto una doppia delega al bilancio e all'informazione. Al suo fianco in Giunta il neo vicepresidente Guido Servi, che avrà responsabilità su cultura istruzione e culto, e Gianfranco Giachetti, che si occuperà invece della gestione del patrimonio immobiliare. Completano l'organico i consiglieri Silvia Ottolenghi Bedarida (rapporti con l'UCEI, con le altre Comunità ebraiche e con l'Ambasciata di Israele in Italia), Franco Levi (contabilità e servizi sociali) e Daniele Polacco (attività giovanili e sicurezza).

(Nell'immagine un momento della prima riunione del nuovo Consiglio comunitario. Da sinistra a destra: Silvia Ottolenghi Bedarida, Vittorio Mosseri, il rabbino capo Yair Didi, Franco Levi, Guido Servi, Gianfranco Giachetti, Daniele Polacco e il segretario Carlo Cabib).

Consiglio Ucei - A Mauro Tabor il seggio di Trieste
La Commissione elettorale centrale ha completato a seguito di un ricorso la revisione delle schede votate lo scorso 10 giugno per l'elezione del Consigliere dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane di competenza della Comunità ebraica di Trieste. Il candidato Mauro Tabor, Consigliere della Comunità triestina e assessore alla Cultura, è risultato eletto ed è quindi stato convocato alla prima riunione, che si terrà la domenica 1 luglio a Roma, dell'assise dell'ebraismo italiano nata dalla recente riforma istituzionale.

Qui Milano - Ugei e Fornero a confronto sulle donne
“A passo d’uomo, il ruolo della donna nell’Italia contemporanea”. L’Unione giovani ebrei d’Italia ha organizzato un convegno su un tema che, ha ricordato nel saluto introduttivo la vicepresidente Alessandra Ortona, tocca il suo pubblico da vicino “come giovani, come ebrei, come italiani”, con una protagonista d’eccezione: il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali con delega alle Pari Opportunità Elsa Fornero. La quale dopo aver attentamente ascoltato gli spunti provenienti dalle altre relatrici (Marina Terragni e Annalisa Chirico del Corriere della Sera e di Panorama, Dounia Ettaib, presidente dell’Associazione donne marocchine d’Italia, Sara Giudice, Associazione Zero positivo, moderate dalla giornalista Eleonora Voltolina), ha offerto un lungo contributo, cominciando con l’esprimere il suo piacere nell’accettare un invito di “giovani che si impegnano per portare il buono nella società”. Un plauso ai ragazzi dell’Ugei è venuto anche da Susanna Sciaky, presidente della sezione milanese dell’Associazione donne ebree d’Italia, parte della Women International Zionist Organization, la cui sede ha ospitato il pomeriggio di confronto, ricordando “l’impegno dell’Adei-Wizo in favore delle donne e dei bambini, che ci rende orgogliose di ospitare oggi il ministro”. A dare il benvenuto a Fornero anche Cristina Tajani, assessore del Comune di Milano, e Daniele Nahum per la Comunità ebraica, patrocinatore dell’evento insieme al Forum nazionale giovani, nel cui direttivo è di recente entrata la consigliera Ugei Benedetta Rubin, come ha ricordato il portavoce Giuseppe Failla nel suo saluto.
“Ritengo che la scelta di concentrare le deleghe per il lavoro, le politiche sociale e le pari opportunità in un unico Ministero rappresenti l’approccio corretto al problema, perché un mercato del lavoro che funziona meglio, che è fluido e inclusivo e non segmentato, è il primo passo per garantire a tutti e soprattutto alle donne, le pari opportunità - ha esordito Fornero, che ha difeso la sua riforma del lavoro allo discussione in Parlamento - Un governo tecnico ha il dovere di guardare oltre gli interessi delle parti contrapposte e di fare il bene del paese”. E se le altre relatrici si sono concentrate soprattutto su quali siano le soluzioni per arrivare a una maggiore presenza e coinvolgimento femminile in politica e nelle posizioni chiave della società, il Ministro si è congedato con una promessa: “Spero davvero che questa riforma sia approvata al più presto, per avere finalmente tempo di dedicarmi a un altro tipo di impegno, quello per diffondere nella società italiana la cultura della non discriminazione e della valorizzazione della diversità. Perché le leggi non restino lettera morta”.

Rossella Tercatin - twitter @rtercatinmoked

Consiglio Ucei - Bilanci e sfide per l'Italia ebraica
Il mensile della Comunità ebraica di Roma Shalom pubblica nel numero di giugno in distribuzione alcuni articoli di approfondimento sul lavoro svolto dai due vicepresidenti uscenti dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Leggi l'intervista ad Anselmo Calò e l'intervento di Claudia De Benedetti.

Qui Roma - Trionfo di sapori kosher alla Provincia
Dai torselli d'invidia alla concia di zucchine. Dagli spinaci pinoli e passerina alle pizzarelle col miele. Il tutto annaffiato con alcuni dei migliori vini kosher italiani. Trionfo di sapori ieri sera a Palazzo Valentini per un nuovo appuntamento degustativo dell'Enoteca Provincia Romana interamente dedicato alla cucina giudaico-romanesca. Moltissimi i cittadini romani che hanno fatto capolino per allietare il palato alla presenza tra gli altri dell'ambasciatore dello Stato di Israele in Italia Naor Gilon e del rabbino capo rav Riccardo Di Segni. “Con questa iniziativa – ha spiegato il presidente della Provincia Nicola Zingaretti – prosegue il nostro impegno nella riscoperta delle tante anime e tradizioni locali. La cucina giudaico-romanesca, espressione culturale della più antica realtà di Roma, è un patrimonio straordinario che appartiene a noi tutti e che merita di essere valorizzato”. Al suo fianco il presidente della Comunità ebraica capitolina Riccardo Pacifici, che ha sottolineato il fortissimo valore di incontro tra identità intrinseco al cibo e alla sua condivisione. “Le amicizie si fanno soprattutto a tavola. Attraverso la cucina – ha affermato – è possibile conoscerci meglio”. Nel menu (a cura di Le Bon Ton Kosher) anche un omaggio alla tradizione ferrarese in segno di vicinanza alle vittime del terremoto: gli scacchi di Pasqua, conosciuti anche come 'dayenu' – in ebraico “ci sarebbe bastato” – e nell'occasione proposti in una variante molto apprezzata con tortino di azzime, spinaci e piselli.

Qui Roma - Ciceruacchio, l'amico dei perseguitati
Un romano de Roma. Un arringapopolo. Ma soprattutto un patriota. La memoria di Angelo Brunetti in arte Ciceruacchio, indimenticato protagonista della Repubblica Romana, è stata onorata nei giardini del Tempio maggiore con un evento a più voci a lui dedicato in occasione del 130esimo anniversario della scomparsa di Giuseppe Garibaldi. Fulcro dell'incontro la presentazione di Ciceruacchio. Eroe del popolo romano, difensore degli ebrei (Ed. Mursia), opera in cui l'autore, Claudio Modena, ha ricostruito le imprese più significative di un personaggio rivelatosi centrale per la vicenda risorgimentale e per il processo di emancipazione degli ebrei romani al cui fianco si battè con il noto ardore per ottenere più diritti e più tutele dopo secoli di privazioni. Molto intensa e partecipata, nonostante il concomitante impegno della Nazionale, la serata è stata animata dagli interventi dello storico Paolo Mieli, del professor Romano Ugolini, del presidente della Comunità ebraica Riccardo Pacifici e di Giuseppe Garibaldi, omonimo pronipote del generale che unì l'Italia. In conclusione Roberto Bruni, presidente dell'Associazione culturale Gli amici di Righetto, ha consegnato all'autore il premio Righetto in ricordo di tutti i bambini morti per la Repubblica Romana. Moderava il dibattito Lilli Spizzichino del Dipartimento per i Beni e le Attività Culturali della CER.

pilpul
L'antisemitismo e la crisi in Francia
Tobia ZeviSecondo il servizio di sicurezza delle comunità ebraiche, tra marzo e aprile si sono verificati in Francia 148 attentati antisemiti, di cui 43 gravi, cioè nove attacchi al giorno (!). Peraltro siamo a cavallo della strage di Tolosa, nel momento di massima indignazione della società. Il Primo Ministro, Jean-Marc Ayrault, ha parlato di emergenza antisemita (recupero queste notizie da un articolo di Giulio Meotti).
La Francia è un ottimo rilevatore dei sentimenti europei: persino il nazismo fu in qualche modo anticipato dall’affaire-Dreyfus e da vari pensatori antisemiti e razzisti. Che cosa sta accadendo? Come si spiegano l’elezione di un presidente socialista, la crescita del Front national, l’aumento dell’antisemitismo, elementi apparentemente contraddittori? Molti enfatizzano il ruolo della grande comunità maghrebina di Francia. Non c’è dubbio che i rapporti tra ebrei e musulmani siano complicati, ma non mi pare che il mondo islamico sia attualmente concentrato su Israele e Palestina. Le cronache dall’Egitto, i pericoli evidenti nelle transizioni dalle primavere agli incerti vagiti democratici sembrano assorbire l’attenzione delle opinioni pubbliche arabe nel Medioriente e nelle diaspore europee. Va forse sottolineato, invece, il nesso con la crisi economica e politica dell’Europa. Le nuove povertà, associate alla sensazione di non disporre del proprio destino requisito dalla burocrazia di Bruxelles, creano una polarizzazione tra insider ed esclusi, tra ottimisti e pessimisti. In Francia e in Europa non si confrontano destra e sinistra, ma forze «costituzionali» e forze anti-sistema. Le seconde vengono votate da chi è stato espulso dai processi economici, non crede che l’Europa si possa riformare, ritiene che l’attuale impalcatura vada semplicemente scardinata.
Non è detto che queste pulsioni si insedino nei partiti di estrema destra (in Italia e Germania non succede), ma è chiaro che questo fenomeno può verificarsi. È la paura della crisi, oggi, il vero nemico degli ebrei francesi, degli ebrei greci, dei rom, degli immigrati e degli omosessuali.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas - twitter @tobiazevi

Storie - Il sisma emiliano ferisce anche il campo di Fossoli
Il sisma che ha colpito così duramente l’Emilia Romagna, purtroppo non ha risparmiato neppure le strutture del campo di Fossoli, uno dei luoghi di Memoria della Shoah italiana e della persecuzione degli ebrei e degli oppositori politici del nazifascismo. Esso fu istituito da Mussolini nel maggio 1942 come campo per prigionieri di guerra inglesi. Nel gennaio del 1944, come è noto, un’ala della struttura venne requisita dalle SS e utilizzata come campo poliziesco e di transito (Polizei-und Durchgangslager) verso i Lager del Reich, per la sua vicinanza alla stazione ferroviaria di Carpi, considerata strategica perché posta sulla linea del Brennero. I circa 5.000 prigionieri politici e razziali che passarono da Fossoli ebbero come tragiche destinazioni i campi di Auschwitz-Birkenau, Dachau, Buchenwald, Mauthausen, Bergen-Belsen, Flossenburg.
Su uno dei convogli partiti dalla stazione di Carpi, il 22 febbraio 1944, viaggiò Primo Levi, che rievocò la sua esperienza a Fossoli nelle prime pagine di "Se questo e un uomo" e nella poesia "Tramonto a Fossoli": “L'alba ci colse come un tradimento; come se il nuovo sole si associasse agli uomini nella deliberazione di distruggerci”. Nell’agosto del 1944 l'avanzata degli Alleati costrinse i tedeschi a spostarsi verso nord e a creare un nuovo campo a Bolzano Gries. La struttura di Fossoli continuò ad ospitare persone, da ex-combattenti in disaccordo con i regimi sorti nelle loro patrie a donne e orfani, fino agli ebrei che volevano salpare per la Palestina. Poi nel 1947 le baracche si animarono delle risate e delle grida dei ragazzi orfani di guerra della comunità Nomadelfia di Don Zeno Saltini. Infine nel 1952 il campo diventò il Villaggio San Marco, che raccolse la tragedia (e le suppellettili) dei profughi istriano-dalmati. Negli anni Settanta il campo venne abbandonato. Alla fine degli anni Novanta gli studiosi della Fondazione Fossoli hanno recuperato questo luogo della Memoria, tentando di raccontare tutte le storie del campo, che attraversano il Novecento.
Come documentano le immagini, tutte le baracche sono rimaste danneggiate in modo più o meno grave dalle scosse del 29 maggio 2012. Le  priorità della ricostruzione post-sisma sono chiare e ben evidenti, soprattutto a chi in quelle zone abita: la possibilità per le persone di riprendere al meglio il corso normale della vita. Il prima possibile.
Ma fin da ora, come avvertono gli amici della Fondazione Fossoli, “dobbiamo domandarci cosa può significare la perdita del patrimonio storico e culturale e preoccuparci perché non si faccia silenzio intorno ai crolli di monumenti e siti storici che ci appartengono, come il campo di Fossoli”. Anche a questo servono le immagini: a far sapere che il campo c’è e che deve continuare ad esistere. Intanto il campo di Fossoli, che è stato dichiarato inagibile dalle autorità locali, resterà chiuso fino alla fine di agosto, mentre il Museo monumento resterà chiuso fino alla fine di giugno. L’auspicio è che possano riaprire entrambi in condizioni di sicurezza e con il ripristino della situazione anteriore al terremoto. Il sisma non può “chiudere” la Memoria.

Mario Avagliano - twitter @MarioAvagliano

notizie flash   rassegna stampa
Per i diritti degli immigrati in Israele
  Leggi la rassegna

Sgomento e indignazione per i recenti episodi di razzismo verificatisi in Israele contro immigrati di origine africana sono stati espressi in una nota dal Gruppo Martin Buber - Ebrei per la pace. "E’ inaccettabile - si legge nel documento - che non si distingua in uno Stato di diritto fra immigrati illegali, rifugiati e persone bisognose di asilo politico. Israele, come molti paesi del florido Occidente fra cui l’Italia, deve affrontare la sfida dell’immigrazione e della guerra fra poveri che questa spesso alimenta, ma in un paese democratico queste questioni non devono essere affrontate con l’incitamento al razzismo e alla violenza". Noi ebrei, si chiude il testo, "non possiamo restare in silenzio quando altri ebrei usano un linguaggio e agiscono in modi che gli antisemiti hanno usato contro il nostro popolo in periodi nefasti della storia".

 






 

L'epicentro della crisi araba è l'Egitto, per la sua ricchezza demografica, per la sua storia e per la sua posizione centrale. Ora anche per la difficile sperimentazione politica che vi ha luogo, arrivata a un punto di possibile esplosione (Ventura su Libero). Il candidato della Fratellanza Musulmana si proclama vincitore e diversi giornali italiani gli credono (così Zecchinelli sul Corriere e Meringolo sul Messaggero), ma il candidato dei militari contesta la rivendicazione e dice di aver vinto lui, seguito da altri giornali (Scuto su Repubblica).


Ugo Volli twitter @UgoVolli
















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