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12 luglio 2012 - 22 Tamuz 5772
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alef/tav
Gilles Bernheim, rabbino capo
di Francia


Si ripetono sempre eguali le requisitorie contro gli atti di antisemitismo. Ma l'unica maniera di opporsi ai profeti dell'antigiudaismo islamico e dell'antisemitismo è gridare: “No all'antisemitismo”? I criminali e gli antisemiti si lasciano impressionare da tali emozioni collettive? Temo piuttosto che questo risponda pienamente alle loro aspettative, perché il loro fine è innanzitutto quello di spaventare, di destabilizzare. Allora, che altro fare? E' indispensabile agire e ripartire da un intenso lavoro di riarmamento morale. Tutto il resto non è che letteratura. O teatro.


Sergio
Della Pergola,
Università Ebraica
di Gerusalemme


Sergio Della Pergola
Per la serie paesi gemelli separati alla nascita: un ex-Primo Ministro finisce in tribunale con quattro capi di accusa, viene assolto su tre, ma cade sul quarto: abuso di potere in atti di ufficio quando era Ministro dell'Industria e Commercio. Assolto sulla questione della truffa dei doppi punti premio sui voli aerei, ma su questo viene condannata la Capoufficio della Presidenza del Consiglio, la sua potente vicina di stanza, che ha preferito tacere durante tutta l'indagine. Assolto anche sulla questione delle buste di contanti passategli da un lobbista: non è reato, semmai una questione estetica e disciplinare. Ma alla fine, è la prima volta che un Primo Ministro – stiamo parlando di Ehud Olmert – viene condannato in tribunale. Ed è ancora in corso il processo per i permessi di costruzione di quella mostruosità urbanistica dell'Hotel Holyland a Gerusalemme, maturata quando Olmert era sindaco. L'accusa parla di grosse tangenti (chi in buona fede avrebbe potuto autorizzare un simile orrore?) ma ci vorranno ancora diversi mesi prima di chiarire le cose definitivamente. E a proposito di paesi gemelli, l'entourage dell'ex-Primo Ministro lancia un coro di pesanti accuse alla Magistratura di averlo perseguitato tenacemente e ingiustamente, e di aver provocato la sua prematura caduta politica. L'accusa è di ingerenza del potere giudiziario nella politica attiva. Non solo: l'ex-Primo Ministro lancia forti allusioni a un suo possibile prossimo ritorno alla politica. È vero: l'accusa ha potuto dimostrare solamente uno dei quattro capi d'accusa, e l'assoluzione di un innocente fa sempre piacere. Ma sembra essere stata dimenticata l'euforia, la superbia, l'ipocrisia, l'avidità del leader politico che, giunto al potere, dimentica da dove è arrivato – una famiglia non agiata ma dignitosa – per passare al di sopra delle norme del comune cittadino. L'Ètat c'est moi.

davar
Qui Bruxelles - Solidarietà e generazioni a confronto,
il rabbinato a colloquio con i vertici europei
“Una delle cause profonde della crisi economica in Europa è la contrazione della popolazione. Per questo bisogna fare il possibile per incoraggiare la formazione di famiglie. L’immigrazione può in parte compensare il calo del tasso di natalità. Il popolo ebraico è sempre stato un popolo migrante, che di certo non può parlare contro l’immigrazione. Essa deve però rappresentare un processo virtuoso, regolato dalla legge e diretto alla crescita della società, altrimenti rischia solo di generare conflitti”. Lo ha dichiarato il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni a Bruxelles nel corso dell’incontro Intergenerational Solidarity: Setting the parameters for Tomorrow's Society in Europe (Solidarietà intergenerazionale: stabilire i parametri per la società europea di domani). Promosso dal presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, che presiede i lavori insieme a Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo, e a Herman Van Rompuy, presidente del Consiglio europeo, al convegno partecipano i più alti rappresentati delle confessioni religiose diffuse nel continente. Esponenti del mondo cristiano, ebraico, musulmano, ma non solo. A guidare la delegazione del Rabbinato europeo il rav Di Segni. Insieme a lui, tra gli altri, rav Karol Sidon, rabbino capo di Praga e della Repubblica Ceca (nell'immagine in alto a destra), il rabbino capo di Tolosa Harold Avraham Weill (nell'immagine in basso a sinistra) e il rabbino capo di Monaco di Baviera Arie Folger (nell'immagine in basso a destra). L’idea di fondo è quella di confrontarsi su questioni come la sfida demografica, l’invecchiamento della popolazione, l’alta disoccupazione giovanile, le conciliazione del lavoro e della vita privata. “Penso che il fatto che i vertici dell’Unione europea invitino i rappresentanti religiosi a discutere di queste tematiche abbia un valore simbolico importante. Anche se non sempre in concreto serve a qualcosa” spiega rav Di Segni.

Rossella Tercatin
- twitter @rtercatinmoked

Londra 2012 - Dal Parlamento italiano un appello al CIO
per onorare la memoria delle vittime di Monaco
Anche dal Parlamento italiano arriva un messaggio forte e inequivocabile affinché il Comitato Olimpico Internazionale ricordi con un minuto di silenzio, nel corso della cerimonia inaugurale dei Giochi di Londra, gli undici atleti israeliani barbaramente uccisi a Monaco sotto i colpi del terrorismo palestinese. L'appello è di 125 parlamentari di tutti i gruppi politici attraverso una lettera inviata nelle scorse ore al numero uno del CIO Jacques Rogge. “Per tutte le ultime 10 edizioni dei Giochi Olimpici, dal 1976 a oggi – si legge nella lettera – un gruppo di familiari delle vittime, guidato dalle vedove Ankie Spitzer e Ilana Romano, ha presentato la richiesta di osservare un minuto di silenzio durante la cerimonia di apertura dei Giochi. Essa è stata ogni volta puntualmente rifiutata”. In occasione del 40esimo anniversario del massacro, scrivono i parlamentari italiani,  “ci uniamo così alle voci delle vedove, e di molti rappresentanti della società civile, affinché finalmente il CIO dia risposta positiva a questo semplice appello. Esso si ispira soltanto al rispetto della memoria delle vittime del terrorismo e alla speranza che lo sport può e deve costituire un momento di unità dei popoli al di là di ogni bandiera o confine”.
Promotrice di questa iniziativa è Fiamma Nirenstein, giornalista e vice presidente della Commissione Affari Esteri della Camera, che afferma: “Il Parlamento Italiano, con quello canadese, quello australiano e col Senato degli Stati Uniti d'America unisce la sua voce a quella delle vedove e delle molte organizzazioni che chiedono un momento di pietà nei confronti degli atleti uccisi e una ferma condanna del terrorismo”. Un appello che fa suo tra gli altri il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici che nelle scorse ore ha annunciato un prossimo colloquio con l'ambasciatore Naor Gilon finalizzato a coinvolgere le istituzioni e tutti i cittadini israeliani residenti in Italia. Molto attivo anche il presidente della Federazione Italiana Maccabi Vittorio Pavoncello che, in una nuova lettera inviata al presidente del Coni Gianni Petrucci, ringrazia la nostra delegazione per la grande sensibilità dimostrata in questi ultimi giorni e invita a non desistere dallo sforzo per il raggiungimento del comune obiettivo.

pilpul
A che servono le origini 
Nel recente premio letterario, il Tizio non ha avuto preferenze perché non ha letto nessuno dei romanzi finalisti. Del resto è difficile avere preferenze per un romanzo dato che il suo scrittore appartiene alla cerchia da cui anche il Tizio ha origine, pur restando il fatto che il vincitore ha avuto a suo tempo successo a causa della rivendicazione, nella finzione letteraria ricalcata sulla propria vita, di non appartenere alla cerchia per non esservi stato ammesso, e  avendo sviluppato verso di essa un complesso rapporto di simpatia alla rovescia che sfuma in mite avversione tribale.  Nella propria verosimile finzione letteraria, costui apparterrebbe alla cerchia senza volervi appartenere, mentre nella  realtà  la cerchia lo accoglie a braccia aperte, e altrettanto fa la nazione intorno alla cerchia, commossa da quel suo  primo romanzo che finalmente denunciava la danarosa prosaicità della cerchia a cui l'io narrante non voleva appartenere  desiderando tuttavia appartenervi senza appartenervi, tanto nella realtà quello era solo un romanzo che stroncava un'intera  comunità i cui appartenenti sono tutti pantalonai ricchissimi e corrono dietro alle femmine. La verità è che il Tizio non ha letto i romanzi della cinquina perché tutti insieme verrebbero sui cento euro. Peccato, perché se li avesse letti avrebbe potuto anche lui fare il tifo per un romanzo indipendentemente dal romanzo e avrebbe capito che le origini servono a dividersi dagli altri.    

 Il Tizio della Sera

Mazal Tov, Daniel
Molti dei componenti della redazione e molti dei nostri collaboratori sono studenti. Un buon segno, averli a fianco, per chi fa i giornali e un segnale di speranza per la comunità ebraica italiana che ne è l'editore. Il lavoro di una redazione che pubblica oltre 10 mila articoli l'anno deve continuare serrato nonostante gli impegni professionali e accademici dei collaboratori. Ma l'assenza odierna, temporanea e accidentale, di Daniel Funaro, che ha concluso ieri con successo la laurea specialistica in Relazioni internazionali, mi pare del tutto giustificata. Festeggiamo anche noi con lui un traguardo raggiunto e come spesso accade vogliamo condividere la nostra gioia con tutti i lettori. Mazal Tov, Daniel!

gv

notizieflash   rassegna stampa
L'agenzia di eventi Gattinoni in Israele
  Leggi la rassegna


Un viaggio in Israele per motivare il proprio staff. Lo ha organizzato l’agenzia di eventi Gattinoni che, dopo il viaggio a Istanbul dello scorso anno, negli scorsi giorni ha visitato Tel Aviv e Gerusalemme. I circa 20 membri dello staff hanno organizzato il viaggio per se stessi con tutte le attenzioni e la cura che quotidianamente dedicano ai propri clienti, il senso dell’evento e del viaggio, è proprio quello di motivare e creare spirito di gruppo fra le persone che poi, in ufficio, progettano  eventi di motivazione per i propri clienti. Sembra un gioco di parole ma il senso è proprio quello di "incentivare" a "incentivare".
 
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