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17 luglio 2012 - 27 Tamuz 5772 |
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| Roberto Della Rocca, rabbino
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Secondo
un antico uso degli ebrei di Roma la notte precedente alla Berìt Milah
si leggono alcuni passi relativi alla circostanza. Il capitolo con cui
si apre questa veglia, Mishmarah, è proprio la Haftarah, il passo
profetico, che secondo il rito italiano, abbiamo letto sabato scorso.
Si tratta della accorata denuncia che il profeta Elia rivolge
all’Eterno accusando il popolo ebraico di aver abbandonato il Suo
Patto, Berìt (Re 1; 19, 10). L’Eterno proprio in quel contesto, a
difesa del Suo popolo, avrebbe “condannato” il profeta zelante a
presenziare a tutte le circoncisioni di ogni maschio ebreo al
fine di doversi rimangiare questa accusa. La Milah è pertanto il Patto
per eccellenza e questa non può essere compiuta senza la testimonianza
del profeta Elia simboleggiata dalla presenza della famosa Sedia di
Eliahu Ha Navì, Kursaia de Eliahu. Dovrà continuare a essere così
anche a Colonia fintanto che vi saranno ancora ebrei in Germania.
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Dario Calimani, anglista
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Il
movimento religioso Shas minaccia ritorsioni di vario tipo contro il
piano del governo israeliano di obbligare anche gli ultraortodossi al
servizio militare, cosa che la gran parte degli israeliani considera da
tempo un atto dovuto. Ma uno degli ostacoli opposti allo possibilità di
compimento di questo dovere civile sta nel fatto che gli uomini
verrebbero così a contatto con le donne che operano nell’esercito. E
pensare che il fatto che Israele arruolasse anche le donne era sempre
apparso come uno dei primi atti al mondo di riconoscimento della parità
reale fra i sessi, in un campo sempre considerato di competenza
maschile. Ora si scopre che il riconoscimento di un ruolo allargato
della donna in società va contro i principi di certa ortodossia. Lo
stato si vede così ricattato da quella minoranza di privilegiati
finanziata per averne in cambio sostegno politico. Ciò che più indigna
è leggere di minacce di vario genere alla sicurezza dello Stato:
spostamento di equilibri socio-politici, rivolta fiscale, guerra
civile. Quanto sta accadendo è il tradimento dell’idea che dalla
minoranza religiosa venisse al popolo d’Israele guida morale e
spirituale. Si ha la sensazione che in gioco siano solo i pesanti
privilegi acquisiti. E, naturalmente, si nota una volta di più quanta
distanza esista fra teoria e pratica delle mizvoth, quando l’osservanza
inflessibile dei riti si rivela invece assai duttile in relazione agli
interessi personali.
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Unione, la nuova Giunta al lavoro
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Alla
Presidenza di Renzo Gattegna le problematiche relative a Statuto e
regolamento, le Relazioni esterne e la comunicazione, le Relazioni
istituzionali. Al rav Adolfo Locci (Padova) l’Assistenza sociale e gli
Ebrei lontani. A Dario Bedarida (Firenze) i Rapporti, il controllo e il
supporto alle Comunità e i rapporti con il Meridione, a Noemi Di Segni
(Roma) il Bilancio, l’Otto per mille e il Fund raising; a Giulio
Disegni (Torino) la vicepresidenza, gli Affari legali, il Patrimonio,
il Personale e l’Organizzazione; a Roberto Jarach (Milano) la
vicepresidenza, i Rapporti internazionali, i Beni culturali, la
Giornata europea della cultura ebraica e i rapporti con la Fondazione
Cdec; a Settimio Pavoncello (Roma) la Formazione rabbinica, i rapporti
con l’Assemblea rabbinica, i Servizi di culto e la Kasherut; a Raffaele
Sassun (Roma) i rapporti con Israele e l’Aliah; a Raffaele Turiel
(Milano) l’Educazione e la formazione, le Scuole e i Giovani. Due gli
invitati permanenti alla Giunta: ad Anselmo Calò il coordinamento dei
lavori delle Commissioni; a Victor Magiar la Cultura, il Centro
bibliografico, il Giorno della Memoria e l’antisemitismo e i rapporti
con le altre Minoranze. L’ebraismo italiano ha un nuovo governo. Dopo
l’elezione, domenica 10 giugno, del nuovo parlamentino composto da 52
rappresentanti delle Comunità, il Primo luglio i Consiglieri hanno
eletto il Presidente designando, a larghissima maggioranza, Renzo
Gattegna che già aveva retto questo ruolo fra il 2006 e il 2011
ottenendo poi la riconferma in attesa si avviasse il processo di
riforma dell’UCEI. Domenica 15 luglio, dopo una riunione lunga e
partecipata, il quadro si è infine ultimato con la presentazione del
programma di lavoro del Presidente per i prossimi quattro anni di
mandato, la formazione della Giunta e la nomina dei vicepresidenti. Sono
così entrati nel vivo i meccanismi sanciti dalla riforma approvata dal
Congresso UCEI nel dicembre del 2010. Una riforma tesa a realizzare una
radicale trasformazione dei meccanismi di rappresentanza e dei processi
decisionali attraverso un forte coinvolgimento del mondo ebraico
italiano nei meccanismi concreti di governo così da superare, a vari
livelli, la distanza che finora spesso si è frapposta fra la dimensione
locale e quella territoriale. La nuova Giunta si è riunita subito dopo
le consultazioni e ha già impostato alcune prime scadenze di lavoro.
Tra i prossimi impegni, l’elezione del Collegio dei Probiviri e dei
revisori dei conti. Si tratterà poi di stabilire un regolamento interno
e di rendere più agile le attività del Consiglio, articolando il lavoro
in commissioni (esempio economia e finanza, sociale, antisemitismo,
beni culturali, educazione o altro) che potranno coinvolgere anche
componenti esterni. Un metodo di lavoro che in precedenza si è rivelato
molto fruttuoso. Con questo meccanismo i consiglieri possono infatti
essere in grado di operare anche negli intervalli di tempo fra le tre
riunioni annuali previste dalla Statuto, arrivando agli incontri
plenari avendo già svolto una parte importante del lavoro necessario
alle deliberazioni. Quanto ai temi, i più urgenti riguardano la
formazione del Bilancio preventivo e di quello consuntivo. Poi si dovrà
mettere a punto lo Statuto, materia su cui il Consiglio può intervenire
con maggioranze particolari e molto condivise così da non rischiare di
stravolgerlo. Il testo, già sottoposto dopo l’approvazione a revisione
linguistico formale, presenta infatti ancora alcuni punti da sistemare.
Molto importante è anche l’imminente appuntamento con gli Stati
generali dell’ebraismo, un’altra delle grandi novità introdotte dalla
riforma. L’incontro sarà aperto ai Consiglieri di tutte le Comunità, ai
rappresentanti di Adei, Ugei e Federazione sionistica e vi potranno
intervenire i rappresentanti di associazioni ebraiche culturali,
sportivi o giovanili che fanno parte di organizzazioni ebraiche
internazionali. Gli Stati generali saranno una sorta di Congresso, un
momento che consentirà di contemperare il passaggio dall’organizzazione
precedente al parlamentino, mantenendo la possibilità di un dibattito
generale allargato. Sarà l’occasione giusta, proprio perché priva dello
spirito elettorale che prima inevitabilmente caratterizzava i
Congressi, per elaborare riflessioni, proposte e indirizzi che potranno
essere molto concreti e operativi e divenire spunto di impegni.
Interlocutore, il neonato Parlamentino del mondo ebraico italiano,
pronto a farsi carico delle progettualità future.
Daniela Gross twitter @grossmoked
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Redazione aperta - Il tempo di guardare al presente
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La
prima settimana di Redazione aperta inizia all'insegna di due capisaldi
del vivere umano: il passato e il futuro. Una danza delle ore graziosa
e stimolante che incornicia una giornata ricca di eventi. La mattinata
si potrebbe intitolare tranquillamente 'Redazione aperta on air'. I
ragazzi infatti hanno la possibilità di partecipare a un programma
radiofonico per la Rai di Trieste. Opportunità resa possibile grazie
alla gentile e ospitale Biancastella Zanini. Una donna di tempra che
conduce il programma sul novecento e non esclude nel suo curriculum la
professione di regista televisiva ed ex professoressa universitaria di
letteratura italiana. A farle da spalla il simpatico e competente
regista Rudy che si presta a spiegare i segreti del mestiere dei
tecnici radiofonici. I ragazzi rispondono con entusiasmo alle domande
della presentatrice che vertono sulla identità e il futuro degli ebrei
in Italia. Speranze, riflessioni, intimi pensieri si confondono in un
vortice di ricordi e prospettive, orgoglio e aneddoti sulle intricate
famiglie ebraiche dei protagonisti. Biancastella offre poi un piccolo
tour nella sede Rai triestina divisa con i colleghi sloveni. "La radio
slovena va in onda in radio dodici ore e mezza, noi solo quattro. Per
continuare dobbiamo aggrapparci a loro" aggiunge. Le sale hanno un
tocco d'antan con pianoforti disseminati in ogni stanza e strumenti per
riprodurre effetti come lo scalpiccio o le porte che si chiudono. Pur
soppiantata da mezzi di comunicazione più aggressivi, la radio mantiene
il suo fascino incontrastato: una calda voce che si spande e accompagna
la quotidianità, senza invadere ma facendo evadere l'ascoltatore. La
seconda parte della giornata prevede uno spostamento regionale. La
redazione itinerante giunge a Cividale, in Friuli. La meravigliosa
cittadina con viottole di pietra e paesaggi verde sgargiante è la
cornice perfetta per un doloroso tuffo nel passato. Il Mittelfest 2012
ospita lo spettacolo "Siamo una sola carne con la notte", unendo
armonicamente musica, immagini e la poesia di Paul Celan. Interpretato
da Emanuele Carucci Viterbi che, con toccante emozione, ci regala gli
sprazzi di questo 'amore tra le macerie' tra oro e oblio. La musica è
di Franco Feruglio e i testi critici di Luigi Reitani. Un lunedì in
bilico tra passato e futuro, tra giovani e macerie. Per dirla alla
Celan 'è tempo che la pietra accetti di fiorire'. È tempo di
guardare al presente.
Rachel Silvera - twitter @RachelSilvera2
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Redazione aperta - Un abbraccio e l'iscrizione inaspettata
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Le
storie ebraiche si ritrovano anche negli angoli più inaspettati. Grande
emozione ieri pomeriggio a Cividale per noi ragazzi di Redazione
aperta. Mentre passeggiavamo fra le stradine del grazioso borgo
longobardo, ci siamo imbattuti in un’epigrafe scritta in caratteri
ebraici. L’iscrizione riporta che nel 1464 gli ebrei cividalesi
scoprirono e decifrarono una lapide antichissima, probabilmente datata
al 604 a.e.v., poi andata perduta. Un bel momento di raccoglimento,
mentre Rav Benedetto Carucci Viterbi (nell'immagine di Giovanni
Montenero) leggeva e traduceva per noi l’iscrizione. Un episodio
dall’alto valore simbolico inserito in una giornata ricca di emozioni.
Ci trovavamo infatti a Cividale per assistere allo spettacolo di
Emanuele Carucci Viterbi, in occasione del quale abbiamo assistito alla
riunione di due fratelli in una cornice davvero speciale. Un cenno dal
palco, una cena in compagnia, tanti piccoli dettagli che hanno
arricchito una giornata già così piena di poesia.
Francesca Matalon - twitter @MatalonF
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| Germania
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Nei miei ricordi, l’ebraismo tedesco è una realtà sorprendente e
vitale. Nel periodo in cui studiai a Dresda, frequentavo la sinagoga
più di quanto non faccia a Roma. Gli ebrei, molti dei quali provenienti
dall’ex-Unione sovietica, avevano un atteggiamento mite, un po’ timido,
pieno di gratitudine. I pochi ebrei tedeschi li avevano accolti, al
pari della Repubblica Federale, e li aiutavano con le pratiche
quotidiane e quelle connesse all’immigrazione. In effetti la
Germania – allo scopo di «riparare» ai crimini nazisti – varò nel 1990
una serie di leggi che incentivano gli ebrei est-europei a
trasferircisi, ed è passata, nel giro di un decennio, da una
popolazione ebraica di poche centinaia di persone a quella attuale che
oscilla tra le cento e le duecento mila. Una settimana fa a
Francoforte, la città forse più ricca e avanzata, è stato eletto un
sindaco socialdemocratico ebreo, attivo in varie organizzazioni
esplicitamente ebraiche. Un altro segnale importante e molto
significativo. Come è possibile dunque che nello stesso paese un
giudice proibisca la circoncisione? Si tratta di antisemitismo? Io
credo di no. E' un errore, certo, e bene hanno fatto le organizzazioni
ebraiche a protestare con veemenza. Un errore che probabilmente non
avrà conseguenze gravi. Ma non è così strano che questo tipo di
polemiche – si pensi al possibile divieto della macellazione kosher –
scoppino in paesi giuridicamente e socialmente assai avanzati. L’affermazione
dei diritti, tantopiù nella loro dimensione relativa, cioè in rapporto
ad altri diritti, è tortuosa e continuamente evolutiva. Oggetto di
trattative e di trasformazioni, soggetta a errori e a polemiche.
Insomma, la Germania e molti paesi nord-europei continueranno a essere
paesi assai ospitali per gli ebrei, ma non è escluso che situazioni di
questo tipo possano verificarsi ancora. La sfida, per le comunità
ebraiche, è di non arroccarsi. Occorre opporsi con forza a quelle
situazioni che impediscono la pratica dell’ebraismo – come in questo
caso – ma occorre ragionare con attenzione sugli stimoli offerti dal
progresso del diritto e della civiltà.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas - twitter @tobiazevi
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| notizie flash | | rassegna stampa | Venezia - Giovedì la presentazione della Giornata della Cultura Ebraica
| | Leggi la rassegna | Si
avvicina l'appuntamento con la Giornata Europea della Cultura Ebraica.
La giornata, che ha Venezia come città capofila, sarà presentata
giovedì 19 luglio nella sala Montefiore della Comunità ebraica
lagunare. All'incontro interveranno il sindaco Giorgio Orsoni, il
presidente della Comunità ebraica veneziana Amos Luzzatto, il
vicepresidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Roberto
Jarach e il direttore dell'area Centro-Nord CoopCulture Adriano Rizzi.
| | Con
un discorso “molto duro” di Riccardo Pacifici, presidente della
Comunità Ebraica di Roma, contro il ritorno del razzismo e
dell'antisemitismo (riportato sul Romanista), è stato reinaugrata la targa dedicata a Settimia Spizzichino, distrutta qualche giorno fa da ignoti vandali(...).
Ugo Volli twitter @UgoVolli
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| L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti
che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono
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