Laura
Quercioli Mincer,
slavista
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Domenica 22 luglio l’Istituto Storico Ebraico e il Comune di
Varsavia organizzano, per la prima volta, una Marcia della Memoria nel
settantesimo anniversario dell’inizio delle deportazioni degli ebrei
dalla capitale polacca. La marcia terminerà con un grande concerto in
piazza Eroi del Ghetto, a cui parteciperanno i migliori gruppi musicali
del paese che si ispirino alla tradizione ebraica. Da una settimana il
maggiore quotidiano polacco, “Gazeta Wyborcza”, di centrosinistra,
dedica due o più dei paginoni centrali alla storia degli ebrei di
Varsavia. Il servizio televisivo a circuito chiuso della metropolitana
invita i cittadini a partecipare all’evento. Manipolazione? Operazione
mediatica? Ricerca di facile successo da parte di per ora anonimi
personaggi? In ogni caso, pur senza fare paragoni inadeguati, mi
aspetto di vedere anche a Roma le pagine centrali dei quotidiani e le
pubblicità nelle stazioni della metro invitare i miei concittadini a
commemorare in massa la deportazione del 16 ottobre.
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“Offrire
un contenuto di valori e di presenza sul territorio, mettendo a
disposizione, se chiamati, la propria esperienza di comunità e di
minoranza: questo penso debba caratterizzare la nostra proiezione verso
la società”. Il vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane Roberto Jarach è intervenuto al laboratorio giornalistico di
Redazione aperta in occasione della conferenza stampa di presentazione
della Giornata Europea della Cultura Ebraica a Venezia, città prescelta
come prossima località capofila per l'Italia. Le sfide della
comunicazione dell’ebraismo italiano nei confronti della società al
centro del confronto. Tanti gli spunti di riflessione: dal ruolo della
Giornata della Cultura ai rapporti con le comunità ebraiche europee e
mondiali. Particolare poi l’attenzione al tema che rappresenta il filo
conduttore della quarta edizione del laboratorio: la raccolta dell’Otto
per Mille e l’informazione. “Da questo punto di vista penso che Pagine
Ebraiche possa dare un contributo importante. Non credo invece all’idea
dell’utilità di una campagna pubblicitaria” ha sottolineato Jarach.
La giornata è stata anche occasione per un incontro con la Comunità
ebraica di Venezia: ad accogliere i partecipanti a Redazione aperta tra
gli altri il presidente Amos Luzzatto, il vicepresidente Corrado
Calimani e il rabbino capo Benyamin Gili.
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L'Italia ebraica ricorda le vittime del
terrore in Bulgaria
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Numerose
le
cerimonie di commemorazione per le vittime dell'attentato in Bulgaria
in svolgimento in queste ore nelle sinagoghe e nelle Comunità ebraiche
di
tutta Italia. Da Roma a Milano, da Firenze a Torino, al fianco degli
ebrei italiani in queste ore di grande dolore, sofferenza e vicinanza
allo Stato di Israele e alla sua gente i massimi rappresentanti delle
istituzioni e tanti cittadini comuni.
Qui Torino - Un
Limud contro l'odio
Ieri
sera la Comunità di Torino ha commemorato le vittime dell’attentato in
Bulgaria, e ha pregato per la guarigione dei feriti, con un limud che
ha visto la partecipazione, tra gli altri, del sindaco Piero Fassino e
del presidente dell’Assemblea Rabbinica Italiana, Rav Elia Richetti.
Rav Eliahu Birnbaum, rabbino capo di Torino, si è rammaricato di dover
dare il benvenuto agli ospiti in un momento così triste; ancora una
volta si è avverato il detto dei maestri secondo cui da quando inizia
il mese di Av diminuisce la gioia; ieri si è aggiunto un nuovo capitolo
nella storia delle sofferenze del popolo d’Israele; l’attentato – ha
osservato Rav Birnbaum – è stato una tragedia non solo per il popolo
ebraico, ma anche per la Bulgaria, paese in cui, grazie alla
solidarietà della popolazione, nemmeno un ebreo è stato ucciso nella
Shoah e terra di pace, dove diverse religioni convivono in armonia.
Tuttavia – ha concluso il rav – dobbiamo continuare la nostra vita
ebraica in Europa senza paura e dobbiamo saper trovare l’orgoglio di
essere ebrei anche nei momenti difficili. Concetto ribadito anche da
Rav Richetti: la risposta al terrorismo sta nel rafforzare la nostra
consapevolezza ebraica. Noi ci siamo e ci saremo. Rav Richetti ha poi
concluso augurando che Av diventi il mese della consolazione. Emanuel
Segre Amar, vicepresidente della comunità, ha osservato che tra le
vittime si può includere anche il kamikaze, ucciso da un’ideologia che
ama la morte e non la vita. Il sindaco Fassino ha poi espresso alla
comunità il cordoglio e la vicinanza di tutta la città per un crimine
che non può avere nessuna giustificazione. Occorre rifiutare con
fermezza ogni forma di antisemitismo, antisionismo, razzismo,
intolleranza, violenza, parole diverse, ma che hanno tutte in comune il
non riconoscimento dell’altro; occorre invece - ha concluso il sindaco
- il rispetto dell’identità di ciascuno, perché ciascuno la possa
vivere nella gioia.
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Informazione - Rossella firma sul Jewish Chronicle
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Una
firma della nostra redazione, quella della collega Rossella Tercatin,
appare oggi nell'ampio servio che il prestigioso settimanale londinese
Jewish Chronicle le affida riguardo alle polemiche che hanno seguito la
modifica del giudizio storico dello Yad Vashem riguardo al ruolo del
papa Pio XII durante la Shoah.
All'argomento sono dedicati molti servizi nel numero di agosto del
giornale dell'ebraismo italiano Pagine Ebraiche attualmente in
distribuzione. Sul giornale esprimono le proprio perplessità lo storico
Michele Sarfatti e l'ambasciatore Sergio Minerbi, mentre l'ambasciatore
di Israele presso la Santa Sede Mordechai Lewy, che lascia Roma in
questi giorni per aver concluso il suo mandato, traccia in
un'intervista lo stato delle relazioni ebraico-cristiane.
La scelta del Jewish Chronicle, oltre che un segnale significativo nel
processo di collbaorazione fra le testate giornalistiche ebraiche
professionali, costituisce anche un riconoscimento importante della
professionalità di chi ha compiuto il praticantato giornalistico e oggi
lavora nella redazione del Portale dell'ebraismo italiano.
Mazal Tov a Rossella per questa gioia che vogliamo condividere con tutti i lettori.
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Uno strano sintomo
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Mi
dispiace di ritornare sempre sugli stessi argomenti, e per di più in un
momento in cui la tristezza per l’attentato di mercoledì (e anche un
po’ di rabbia nel vedere come sui mass media italiani la notizia sia
messa in secondo piano rispetto alle solite discussioni sullo spread o
sulla politica nostrana) fa passare la voglia di pensare alle questioni
interne delle comunità e dell’UCEI. Però proprio non ho potuto fare a
meno di sorprendermi per l’eccezionale sproporzione nella giunta
dell’Unione: una donna su nove (potremmo dire una su otto, contando che
un rabbino in un contesto ortodosso non poteva che essere un uomo, ma
potremmo dire addirittura una su undici, se contassimo i due invitati
permanenti). Leggiamo che la proposta della composizione della giunta è
“emersa dalle mediazioni fra tutte le componenti presenti in
Consiglio”. Evidentemente le donne non sono considerate una componente
a sé, e forse è giusto che sia così, anche se nel mondo ebraico di oggi
esistono problemi specifici legati al ruolo della donna, in Israele ma
anche in Italia (non a caso è stato proprio questo l’argomento del
Moked primaverile), che una giunta con qualche donna in più avrebbe
potuto sicuramente affrontare con più cognizione di causa. Non credo,
comunque, che la soluzione starebbe nelle “quote rosa” obbligate. Il
punto è un altro: la sproporzione, secondo me, va letta come il sintomo
di qualcosa che non funziona. Perché l’ebraismo italiano elegge o
nomina un certo numero di donne (circa un terzo) tra i propri
rappresentanti ma poi, nel momento in cui deve scegliere otto persone
per la stanza dei bottoni, tende automaticamente ad espellerle? Mi pare
una tendenza strana, su cui vale la pena di riflettere.
Anna
Segre, insegnante
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notizieflash |
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rassegna stampa |
Champions
League - Nell'urna
l'Hapoel pesca azeri e georgiani
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la rassegna |
Sorteggiati
gli accoppiamenti per il terzo turno preliminare della Champions League
2012-2013. Qualora riuscisse a prevalere sullo Zilina, vincitrice nella
gara di andata in Slovacchia col punteggio di uno a zero, l'Hapoel
Kiryat Shmona, squadra campione di Israele in carica, andrà ad
affrontare la vincente della doppia sfida tra gli azeri del Neftci e i
georgiani dello Zestafoni.
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