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5 settembre
2012 - 18 Elul 5772 |
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David
Sciunnach,
rabbino
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“Tu poi
farai una dichiarazione davanti al Signore...”(Devarìm 26, 5). Il
Tifereth Shlomò commenta questo verso mettendo in evidenza
come la Torà voglia insegnarci che quando desideriamo
rivolgerci al Creatore, prima di rendere una qualsiasi dichiarazione
dinnanzi a Dio, dobbiamo riflettere sulla nostra essenza e
sul nostro valore, ponendoci dinnanzi a Lui con umiltà.
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Davide
Assael,
ricercatore
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Le vacanze sono finite e subito ci aspettano
scadenze decisive. Il 12 settembre non è solo il giorno del responso
fatidico della Corte Costituzionale tedesca sul fondo salva-stati che
l’Europa dovrebbe adottare per difendersi dalla speculazione (?)
internazionale È anche il giorno in cui si voterà in Olanda, con la
possibilità di vittoria dei partiti euroscettici di Geert Wilders e
Emile Roemer, rispettivamente estrema destra ed estrema sinistra. Un
bell’esempio della coincidenza degli opposti che sta caratterizzando la
politica europea. Se si calcola che l’anno prossimo il vecchio partito
di Haider è favorito in Austria e che in Italia va per la maggiore
Grillo con in risalita la Lega, ammesso che questi partiti non vincano
le rispettive elezioni, ci aspetta, in futuro, un Parlamento Europeo
abitato da euroscettici. Basterebbe questo a far comprendere lo stato
di confusione mentale in cui versiamo nel vecchio, forse troppo
vecchio, continente…
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Memoria - "Intesa con
UCEI sta già dando i suoi frutti" |
Si avvia alla conclusione la
missione in Israele del ministro dell'Istruzione, dell'Università e
della Ricerca Francesco Profumo a fianco del presidente dell'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, del direttore
scientifico del Museo della Shoah di Roma Marcello Pezzetti e di alcuni
studenti liceali delle scuole italiane. Una missione finalizzata ad
approfondire il sistema educativo israeliano come ribadito anche nel
corso dell'incontro con il suo omologo Gideon Saar durante il quale il
ministro si è detto molto interessato alla riforma degli insegnanti
introdotta in Israele. Una riforma all'avanguardia che prevede aumento
delle ore di insegnamento, formazione continua e significativo aumento
degli stipendi del corpo docente.
Tra i momenti più intensi della giornata di ieri la visita al Memoriale
dello Yad Vashem, luogo di Memoria tra i più sacri al popolo ebraico e
a tutta l'umanità. “Perché non tornino i giorni in cui l'uomo è stata
una cosa agli occhi dell'uomo” ha scritto il ministro sul libro d'onore
del Memoriale citando il grande intellettuale torinese Primo Levi dal
suo celeberrimo Se questo è un uomo. “La visita non è un fatto
episodico – ha poi sottolineato – ma il frutto di un lavoro comune tra
il Ministero, l'UCEI e lo Yad Vashem iniziato con la firma di un
protocollo di intesa e che sta già dando i suoi frutti”. A partire, ha
quindi ricordato, dalla visita al campo di sterminio di Auschwitz lo
scorso gennaio in compagnia di oltre duecento studenti e più in
generale con una continuità di percorso nelle aule 'che dura tutto
l'anno'. “Il ricordo va mantenuto attraverso l'educazione – ha
affermato in conclusione di intervento – ed è proprio la scuola
l'elemento sul quale lavorare. I ragazzi tornano completamente diversi
da questa esperienza, molto più maturi, toccano con mano le cose che
hanno visto sui libri. Dobbiamo assolutamente avere fiducia nelle nuove
generazioni”. Sulla stessa lunghezza d'onda il presidente UCEI Renzo
Gattegna. “Insieme al ministro – ha spiegato – abbiamo posto un sasso
su quello che resta delle camere a gas di Auschwitz. Insieme abbiamo
ascoltato con commozione ed emozione le testimonianze di alcuni
sopravvissuti che ci hanno accompagnato e che, all’epoca in cui hanno
subito l’orrore, avevano l’età che hanno oggi i vostri alunni. L'età
dei ragazzi che oggi sono qui con noi. I testimoni, persone a cui
l’infanzia e la giovinezza fu negata, verso le quali abbiamo un dovere:
quello che quanto è accaduto venga insegnato e che tale insegnamento
rimanga come monito. E sono certo che l’impegno del ministero
dell’Istruzione proseguirà in questa direzione”. Presente tra gli altri
alla visita il nuovo ambasciatore d'Italia in Israele Francesco Talò,
che nell'occasione ha anche posto una corona di fiori e ravvivato la
fiamma perenne nella Sala del Ricordo del Memoriale.
Nell'agenda odierna del ministro la visita all'Università ebraica di
Gerusalemme con firma sull'accordo tra Istituto Nazionale di Fisica
Nucleare e Israel Committee on High Energy Physics, l'incontro con il
rettore della Tel Aviv University Aron Shai per mettere nero su bianco
sulla futura collaborazione tra la TAU e l'Università per stranieri di
Perugia in previsione dell'apertura di un corso di formazione per
insegnanti di lingua italiana presso la School of Education dell'ateneo
israeliano e uno scambio di impressioni con il presidente del Technion
di Haifa Peretz Lavie, il vice presidente responsabile della ricerca
Oded Shmueli e il professor Aaron Chicanover, premio Nobel per la
Chimica nel 2004. Negli scorsi giorni il ministro aveva inoltre
visitato il Weizmann Institute di Rehovot e il laboratorio congiunto
italo-israeliano di neuroscienze.
a.s - twitter
@asmulevichmoked
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Qui Mantova - Pagine
Ebraiche incontra gli italiani
che credono nel valore della lettura e della cultura |
Le ultime settimane
dell'estate e le prime dell'autunno, che tanto significato rivestono
nello scorrere dell'anno ebraico, costituiscono ormai un grande momento
di incontro e di riflessione per la cultura italiana e per quella
componente della società che continua a credere nel valore della
lettura e della libera circolazione delle idee. La redazione del
giornale dell'ebraismo italiano Pagine Ebraiche e del Portale
dell'ebraismo italiano www.moked.it
è impegnata in questi giorni su molti fronti per portare fra la gente e
fra i tanti partecipanti a questi appuntamenti culturali un dossier
ricco di idee e di contenuti realizzato per contribuire in maniera
tangibile alle aspettative e all'interesse che centinaia di migliaia di
italiani rivolgono al mondo ebraico. Lo ha dichiarato il coordinatore
dei dipartimenti Informazione e Cultura dell'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane Guido Vitale presentando a Mantova, in occasione
dell'apertura del Festival Letteratura 2012, il dossier Lingue e
linguaggi curato da Daniela Gross, che Pagine Ebraiche di settembre,
attualmente in distribuzione, propone ai suoi lettori e che la
direzione del festival ha deciso di distribuire fra i partecipanti
della più prestigiosa manifestazione letteraria italiana.
"Ha per noi un grande significato - ha aggiunto Vitale - cominciare
questo itinerario nell'Italia che alla crisi contrappone la cultura per
molti motivi. Questa città, che è la casa di una gloriosa realtà
ebraica, è per noi anche il luogo che ha visto nascere l'esperienza
dell'Osservatorio Articolo 3 contro le discriminazioni, sviluppatosi
attorno alla Rassegna stampa dell'ebraismo italiano che l'Unione mette
a disposizione e costituisce da sempre un laboratorio insostituibile di
lavoro e di confronto fra genti diverse. Ma questa città e il suo
territorio hanno assunto negli scorsi mesi anche il significato
dell'Italia che soffre, che vede minacciati i propri equiIibri non solo
dalla crisi, ma anche da avvenimenti drammatici come il sisma della
scorsa primavera e dell'Italia che si risolleva, del paese che riparte.
Il Festival di quest'anno con centinaia di avvenimenti di primo piano
chiama a raccolta gli italiani che credono nella cultura e nella
rinascita e la redazione si sente con tutti gli ebrei italiani
risolutamente impegnata su questo fronte".
Nelle prossime settimane il dossier, uscito nell'imminenza della
Giornata europea della cultura ebraica che si è tenuta il 2 settembre,
sarà portato a molti altri appuntamenti che vedono la cultura ebraica
in prima fila, dal Festival della letteratura ebraica di Roma alla
grande manifestazione Pordenonelegge che costituisce ormai un punto di
riferimento fondamentale nel calendario italiano, dalla Scuola
superiore di studi avanzati di Trieste dove è atteso a breve Noam
Chomsky alla Biennale architettura di Venezia.
Baricentro del dossier Lingue e linguaggi, che è integrato
dall'intervista del mese al noto cabalista Moshe Idel che parteciperà
assieme al rabbino capo Riccardo Di Segni alla Notte della Cabbala di
Roma il prossimo otto settembre, sono i tre grandi eventi letterari
precedentemente citati. Il viaggio si apre con un'intervista ad Aharon
Appelfeld che della riflessione sulla lingua ha fatto un tema
fondamentale dei suoi scritti per proseguire con Gail Hareven, che
negli Usa ha spuntato il premio per la migliore traduzione. E poi il
linguaggio dei sogni di Tobie Nathan, Eskol Nevo, Marc Scialom, il
rilancio dell’aramaico e dell’yiddish. Senza dimenticare infine la
lingua ebraica, protagonista di una rinascita unica che inizia a
riflettersi perfino nello slang di Hollywood.
Clicca
qui per leggere il dossier Lingue e linguaggi in pdf
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Qui Bologna - Un anno
per il rispetto |
La differenza che c'è fra il
popolo ebraico e gli altri popoli della terra è che, nel celebrare le
proprie solennità, il popolo ebraico si assume anche l'onere di pregare
il Signore per il bene di tutto il Creato.
Questo avviene in ogni periodo dell'anno, ma soprattutto durante i
giorni chiamati Yamim Noraim - giorni severi, che sono Rosh haShanah e
Yom Kippur. Ogni volta in cui, nelle preghiere di queste due grandi
giornate si chiede al Signore il bene, lo si chiede per tutta
l'umanità, affinché nessuno "dalle corna dei montoni fino alle uova di
pidocchio" (tefillà 'al parnassà) degli esseri del Creato possa aver
bisogno di nulla. Nelle Selichot, le preghiere penitenziali che si
recitano la notte (alcuni dal I° di Elul, altri nei giorni precedenti
Rosh haShanah) si chiede al Signore che, per l'anno che sta entrando,
possa riservarci ogni bene, da quello morale a quello materiale, fra
cui quello della pace e dell'amicizia verso il prossimo.
Possa essere quello che sta entrando, un anno all'insegna della pace
fra gli uomini e del rispetto per ogni essere vivente. Takhel shanà u
virkotea.
Rav Alberto
Sermoneta, rabbino capo di Bologna
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Qui Modena - Un anno di
speranza
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Finisce l'anno 5772, molto
difficile per la nostra regione e in particolare per la nostra
provincia. Il terremoto non ha rispettato né le abitazioni, né le
industrie, né i luoghi di Culto, né i luoghi della Memoria. Il nostro
Tempio ha resistito alle scosse del terremoto, la nostra piccola
comunità ha reagito con forza continuando la sua attività sia religiosa
che civile.
Ci auguriamo che il 5773 sia foriero di gioia e felici eventi per noi e
per tutti gli ebrei del mondo. Shanah tovah ve Hag sameach.
Sandra
Eckert, presidente della Comunità ebraica di Modena
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Qui Parigi - Ebrei e
musulmani insieme per i diritti religiosi |
Insieme contro l'odio e per
affermare la diffusione di valori inalienabili quali pace, fratellanza
e rispetto delle diversità. Grande partecipazione ieri a Parigi
all'avvio della due giorni di lavoro congiunta rivolta a leader ebrei e
musulmani d'Europa indetta per fare il punto sui fenomeni di
estremismo, odio e intolleranza religiosa. L'evento, organizzato sotto
l'egida dello European Jewish Congress e in collaborazione con la
Grande Moschea di Parigi e la Fondazione per la comprensione etnica, ha
visto affluire dirigenti e guide spirituali delle due religioni
monoteiste da ben 18 paesi. A rappresentare l'Italia ebraica il
consigliere UCEI Claudia De Benedetti e il rabbino capo di Firenze rav
Joseph Levi. Per il mondo musulmano tra gli ospiti l'imam Yahya
Pallavicini della Coreis. Molto significative le parole pronunciate dal
presidente EJP Moshe Kantor in apertura di riunione. “Quando in Europa
si colpiscono i diritti religiosi – ha affermato – dobbiamo essere
uniti nel protestare e prendere consapevolezza che un attacco contro
uno di noi è un attacco contro tutti noi. In quanto leader abbiamo il
potere e la responsabilità di creare un cambiamento nelle nostre
sinagoghe, nelle nostre moschee, nel veicolare i messaggi più giusti e
opportuni. Impegnamoci in questo senso”. Rinnovato impulso alla
reciproca comprensione e alla condivisione di esperienze è giunto tra
gli altri da Senaid Koblica, presidente del Consiglio islamico di
Novergia. “Condividiamo molti valori comuni e spesso siamo vittime di
episodi di razzismo non dissimili nelle dinamiche. Insieme – ha detto
Koblica – dobbiamo quindi rivolgerci ai leader europei facendo presente
che ci aspettiamo la loro protezione e quella delle persone che
rappresentano come è giusto che avvenga in ogni paese democratico”. Tra
i temi al centro del dibattito lo studio di strategie sinergiche per
rispondere ai recenti attacchi verso due pilastri normativi comuni:
circoncisione e macellazione rituale. "Se vi è un fatto positivo in
questi episodi – ha spiegato Kantor ottenendo un lungo applauso
dall'aula – sta nel fatto che sono riusciti ad avvicinare ulteriormente
le nostre comunità. E questo è un bene perchè soltanto l'uno al fianco
dell'altro saremo in grado di far capire ai nostri nemici che non
potranno mai cambiare la nostra cultura, i nostri precetti, le nostre
religioni”.
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La sua Chiesa |
La scomparsa di Carlo Maria
Martini priva l’Italia e il mondo di una figura di intellettuale e
pastoredi rara levatura culturale e morale, di una persona che ha speso
l’intera esistenza a favore della promozione umana, della carità,
dell’integrazione, dell’incontro. La sua Chiesa è stata sempre non
quella dell’imposizione, del giudizio, della condanna, ma quella
dell’ascolto, della sollecitudine, dell’umiltà, della concreta
vicinanza – giorno per giorno, ora per ora – agli ultimi, gli
abbandonati, i dispersi. La sua è stata una parola mite, inerme, che,
unicamente per la propria intrinseca forza di persuasione, è riuscita a
valicare enormi distanze, a raggiungere menti e cuori altrimenti fuori
dalla portata di ogni altra voce ecclesiale. Ed è certo un dato
significativo che una figura così eterodossa e inusuale, spesso scomoda
e controcorrente, nel panorama generale della dominante cultura
clericale, abbia potuto raggiungere e conservare una posizione di
assoluto prestigio nell’istituzione ecclesiastica, godendo, in una
sorta di dorata solitudine, della stima e dell’ammirazione anche di
tanti uomini fuori dalla Chiesa (se non contro di essa), senza che ciò
potesse essere mai visto da nessuno come un elemento di confusione o
ambiguità valoriale.
Uomo del dialogo per antonomasia, Martini ha sempre visto nell’incontro
tra le diverse religioni non già (come tanti sembrano intendere) una
forma di semplice conoscenza culturale, o di reciproca ‘cortesia’ da
buon vicinato, né, tanto meno, di ‘trattativa’ tra ‘potenze’, ma come
un’esigenza intrinseca allo stesso sentimento religioso, che avrebbe in
sé stesso una naturale tendenza a uscire dai propri confini, alla
ricerca di nuovi orizzonti e approdi, nel segno di una continua,
feconda inquietudine spirituale. Con tale spirito, è stato anche, per
decenni, animatore della famosa ‘Cattedra dei non credenti’,
‘scandalosa’ già nel nome, in quanto volta a dare visibilità e
dignitàperfino a tale bizzarra categoria di soggetti (i non credenti,
appunto) che, quantunque composta da decine di milioni di persone
(forse la maggioranza degli italiani), risulta, ufficialmente, fatta
diinvisibili ‘fantasmi’, sconosciuti a qualsiasi statistica.
Specificamente riguardo al rapporto con l’ebraismo, il contributo di
Martini al dialogo ebraico cristiano è stato di straordinaria
importanza. La radice ebraica del cristianesimo era per lui non
qualcosa di astrattamente teologico e dottrinale, confinato nella
lontana lettera delle Scritture, ma una sorgente viva, continua e
inesauribile di senso: non solo fondamento sotterraneo, ma visibile
architrave portante della sua fede cristiana. Martini ha studiato,
coltivato e amato un ebraismo vivente, moderno, incarnato in uomini di
oggi, e non solo in patriarchi veterotestamentari, e la sua presa di
distanza dall’antisemitismo cattolico è stata netta e senza appello.
Certo, per il rispetto che dobbiamo alla sua persona, non possiamo
tacere che proprio l’ultimo libro da lui scritto, Le tenebre e la luce,
sembra rappresentare, rispetto a tutto il suo precedente percorso(come
avemmo a segnalare, su queste colonne, il 10 febbraio del 2010), una
sorta di arresto, se non di retromarcia, laddove il Cardinale scrive
che le tradizioni religiose non dovrebbero essere considerate dei
“monoliti immutabili”, ma dovrebbero accettare la possibilità di una
propria decadenza, in nome di una nuova vivificazione, per arrivare
alla conclusione che, al momento attuale, “il nostro cammino
interreligioso deve consistere soprattutto nel convertirci radicalmente
alle parole di Gesù, e, a partire da esse, aiutare gli altri a compiere
lo stesso percorso”. Parole che non possono non suscitare perplessità e
amarezza, nel momento che sembrano chiaramente rinviare a una
concezione del dialogo che definimmo, a suo tempo, da “piano
inclinato”, atta a fare scivolare (sofficemente, insensibilmente,
dolcemente) i dialoganti verso improbabili “equilibri più avanzati”. E
parole pesanti, soprattutto, per l’altissima voce da cui provengono: se
perfino Martini la pensava così, potrà mai esistere un dialogo
“semplice”, senza secondi fini, neanche nascosti, su un “piano
orizzontale”?
È una domanda che resta aperta, con il grande rimpianto che il grande
testimone non potrà rispondere.
Onore alla sua memoria.
Francesco
Lucrezi, storico
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Israele
- Terzi: "Sicurezza di Israele
inscindibile da quella dell'Italia"
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la rassegna |
"La sicurezza di Israele e il suo diritto alla vita sono parte
inscindibile della sicurezza dell'Italia e dei suoi valori
esistenziali". Ad affermarlo il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, in
una intervista rilasciata al quotidiano Yediot Ahronot di Tel Aviv in
occasione della sua visita oggi in Israele. "Non possiamo immaginare
un'offensiva o, peggio ancora, un appello alla distruzione di Israele
senza temere per la nostra stessa sicurezza - ha precisato Terzi -.
Quando trattiamo e discutiamo il programma nucleare militare iraniano
lo facciamo sapendo che si tratta di un argomento delicato anche per la
nostra sicurezza".
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Roberta Zunini svela
finalmente ai lettori del Fatto Quotidiano certe realtà
sempre tenute nascoste da una certa sinistra (e non solo): a Gaza “ci
sono tanti soldi, ma solo per pochissimi”.
Emanuel Segre Amar
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