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14 settembre 2012 - 27 Elul 5772
l'Unione informa
ucei 
moked è il portale dell'ebraismo italiano
alef/tav
rav arbib
Alfonso
Arbib,
rabbino capo
di Milano 
 

 


Uno dei nomi meno conosciuti di Rosh Hashanà è Yom Hakèse, giorno della copertura, riferendosi alla copertura della luna. Rosh Hashanà infatti è l'unica festa che capita all'inizio del mese con luna coperta. Ma il significato potrebbe essere più profondo. A Rosh Hashanà siamo chiamati a fare teshuvà, a pentirci di ciò che abbiamo fatto di sbagliato e a prendere un impegno per il futuro. Il pentimento però non deve riguardare solo le azioni ma anche l'atteggiamento mentale e le motivazioni psicologiche che hanno determinato queste azioni. Agire solo sulle azioni è come curare i sintomi di una malattia. È necessario capirne le cause profonde, scavare nelle nostre menti e nei nostri cuori, andare a cercare ciò che è nascosto e che, a volte, vorremmo che rimanesse tale.

Laura
Quercioli Mincer,
 slavista



laura quercioli mincer

Boruch Gorin, portavoce dell’Unione delle Comunità Ebraiche Russe, ha recentemente sostenuto che le Pussy Riot, le ragazze moscovite condannante a due anni di lavori forzati per un happening di 40 secondi in una chiesa deserta, se avessero fatto lo stesso in una sinagoga sarebbero state, giustamente, fucilate sul colpo. Come mai una soluzione tanto drastica? Il cappuccio che indossavano, sostiene, è un chiara citazione di quelli usati dai terroristi palestinesi a Monaco. Putin le accusa di aver distribuito anni fa in un supermercato un video razzista e antisemita. Al tempo stesso la stampa nazionalista russa (e la sua longa manus in vari paesi, nostro non escluso) sostiene che le Pussy Riot siano una provocazione ebraica, additando fra l’altro l’origine dei loro più noti difensori: Michail Chodorkovskij, che le sostiene dal carcere, lo scacchista Garri Kasparov, ovviamente George Soros e, perché no? Luise Ciccone ovvero Madonna.

davar
Qui Roma - Un anno per il rinnovamento
La radice da cui deriva la parola shanà, l'anno, ha significati diversi e talvolta opposti. C'è l'idea della ripetizione (shnaym significa due) e quindi dello studio (da qui Mishnà); ma c'è anche il concetto di differenza (shinnuy); " hu shonè"  può significare che "lui è diverso" o che "lui studia, ripete, riferisce insegnamenti". Shnaym, due, in matematica è il doppio di uno; ma per Qohelet (4:9) "è meglio di uno", la prospettiva etica supera la ripetizione delle cose uguali. La shanà può essere quindi ripetizione e/o rinnovamento. Che questo Rosh Hashana sia l'inizio di una ripetizione di cose buone, o di un rinnovamento, se le cose buone non ci sono state .

Riccardo Di Segni, rabbino capo della Comunità ebraica di Roma

Qui Roma - Un anno per il rispetto reciproco
Come consuetudine ho il privilegio scrivere tra gli ultimi per gli auguri, oramai tradizionali, su www.moked.it. Un'idea simpatica che fa onore al nostro direttore. Non riesco però a trattenermi dal leggere in molti casi troppa retorica, ottimismo e buonismo che non ci aiuta a presentare ai nostri lettori e ai nostri iscritti ciò che ci succede realmente intorno.
Non voglio anticipare su questo righe il mio intervento e saluto che farò agli ebrei romani per Rosh Hashana, ma sento la necessità condividere con voi ciò che rispecchia il dibattito tra nostri colleghi in Europa e Israele. Sono reduce da Yerushalaim al primo Congresso dell'Israeli Jewish Congress nel corso del quale mi è stata data l'opportunità di intervenire in uno dei panel della Plenary Session. In quella cornice ho sostenuto la tesi che è giunto il momento ripensare radicalmente la nostra missione e, se Rosh haShanah non può essere solo momento di bilanci ma anche di promesse e intenti, ho ricordato che siamo le guide di Comunità che non sono più quelle di 70, ma nemmeno 10 anni fa.
Intorno a noi il mondo sta cambiando, ci sono grandi opportunità ma anche tante tragedie. La crisi economica, il terrorismo, soprattutto il rischio di una guerra nucleare. Tutto ciò dovrebbe imporci interrogativi su cosa fare e su come affrontare tali situazioni se tutto dovesse precipitare. Noi leader comunitari non siamo gli stessi che gestivano le Comunità con l'avvento al potere di Mussolini e Hitler. All'epoca non vi erano né internet né la TV Live. Non c'erano cellulari né smartphone. Sopratutto non c'era lo Stato d'Israele.
Oggi, se ci fosse un rischio vero sapremmo dove andare d avere certezza essere accolti. Ma Israele non può essere visto solo come uno Stato rifugio per noi ebrei, bensì è il luogo dove investire per i nostri figli. Non è solo la terra del terrorismo e delle guerre, ma è il faro fra le nazioni, causa del progresso e benessere, pur con tutte le sue fisiologiche contraddizioni. Dobbiamo quindi augurarci come gestire questa trasformazione epocale del sionismo moderno.
Noi italiani cosa discutiamo invece ancora fra di noi? Su piccole, medie e grandi Comunità. Su ebrei "laici" e "religiosi". Se siamo ancora di sinistra e antifascisti o se filo berlusconiani, con sterili e patetiche accuse reciproche, figlie spesso della gelosia. Io penso che siamo fuori rotta e se non la invertiamo saremo destinati a guardare solo a una gestione egoistica e decadente delle nostre Comunità.
Il mio augurio sincero è che si faccia tutti insieme e uniti una sincera Teshuvà. Che i propositi scritti si accompagnino ai fatti. Non può esserci aspirazione di convivere in pace e pretendere rispetto con chi ci odia se prima non impareremo ad amarci e rispettarci dentro Am Israel.
Questo è l'augurio che mi viene dal cuore. Shanà Tovà

Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica di Roma 

Qui Milano - Inizia la rivoluzione tablet
Con la consegna dei tablet agli studenti delle prime superiori comincia oggi una nuova fase di digitalizzazione alla scuola della Comunità ebraica di Milano, già pioniera dell'uso delle Lavagne multimediali nelle classi. "Si può dire che quella di oggi sia una vera rivoluzione - ha sottolineato la preside Esterina Dana - I tablet avranno molte funzioni diverse, conterranno una parte dei libri di testo, potranno integrarsi con le Lim, consentiranno l'accesso a internet, rigorosamente protetto".
Quella di dotare gli studenti di tablet in comodato d'uso è stata un’idea proposta in partenza dalla Fondazione scuola che ha anticipato così l'impegno del ministro dell'Istruzione Francesco Profumo a favore dell’innovazione tecnologica.
Rispetto all'intenzione iniziale di fornire i tablet solo ai ragazzi delle prime liceo, il progetto è stato poi allargato grazie al bando Generazione Web di Regione Lombardia. Bando che la scuola ebraica ha vinto,confermandosi istituto leader dell'innovazione.
"Siete fra i primissimi a Milano e in Italia a ricevere i tablet. Usateli con cura, traetene tutto il profitto che potete" l'augurio del presidente della Fondazione Marco Grego.

rt -  twitter @rtercatinmoked


Qui Roma - Brindisi per il nuovo anno al Museo ebraico
Sale del museo ebraico gremite per il consueto brindisi di Rosh Hashana organizzato dall'Ambasciata di Israele a Roma con la collaborazione della Comunità ebraica e rivolto agli addetti militari, alle forze armate e ai diplomatici di stanza nella Capitale. Un modo per festeggiare in compagnia l'ingresso ormai imminente del nuovo anno ma anche l'occasione per salutare un amico che si appresta a concludere il proprio mandato in riva al Tevere, l'addetto militare di Israele Yehu Ofer.
 Ieri pomeriggio sono stati in molti a rivolgergli un 
augurio speciale. A prendere la parola tra gli altri, per un breve indirizzo di saluto, l'ambasciatore Naor Gilon, il presidente della Comunità ebraica Riccardo Pacifici e il rabbino capo rav Riccardo Di Segni. In sala anche il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna (nella foto in basso con il comandante Ofer) e numerosi rappresentanti delle forze armate e del governo tra cui il sottosegretario di Stato alla Difesa Filippo Milone. Ad allietare il palato dei tanti ospiti la degustazione delle delizie gastronomiche di Lebonton in un percorso di sapori che ha toccato i pilastri della cucina giudaico-romanesca, alcune prelibatezze mediorientali e piatti dolci tipici della festa di Rosh Hashana.

Qui Roma - Fascismo, antisemitismo e razzismo di Stato
Presentato ieri a Roma, presso la Sala Mostre e Convegni Gangemi Editore, l'ultimo volume degli Annali pubblicati dalla Fondazione La Malfa per i tipi di Cangemi. L'opera, dedicata a vari e significativi momenti di storia nazionale, presenta una vasta sezione monografica incentrata sul tema del fascismo e dell'antisemitismo. Un argomento su cui sono stati chiamati a dibattere tre ospiti illustri: il giornalista Arrigo Levi e gli storici Anna Foa (nella foto) e Mario Toscano. Con loro anche il presidente della Fondazione Giorgio La Malfa, che ha coordinato la riunione. Tra le finalità dell'incontro una corretta collocazione dei fenomeno dell'antisemitismo nello sviluppo storico delle moderne società europee con particolare riferimento all'esperienza fascista e alla trasversalità di matrici e correnti che sfociarono nel razzismo di Stato.
La sezione monografica di Storia e Politica nasce dagli interventi proposti al Convegno della Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea (SISSCO) svoltosi a Forlì dal 22 al 24 settembre dello scorso anno. Il lavoro si apre con una riflessione di Francesco Germinario sulle specificità dell'antisemitismo fascista nel contesto europeo, prosegue con un approfondimento di Olindo De Napoli dedicato al rapporto tra razzismo coloniale e entisemitismo, con un intervento di Valerio De Cesaris sul nodo della reazione cattolica alla campagna d'odio perpetrata dal regime per concludersi con uno scritto di Annalisa Capristo in cui si analizza il contributo dato dal mondo della stampa alla creazione degli stereotipi.

Il partigiano con le stellette conquista il Premio Fiuggi
Doppio prestigioso riconoscimento per il giornalista e scrittore Mario Avagliano. Il partigiano Montezemolo, suo ultimo lavoro uscito nelle librerie la scorsa primavera con Dalai Editore, si aggiudica infatti il Premio Fiuggi Storia 2012 promosso dalla Fondazione Levi Pelloni e il premio Gen. Div. Amedeo De Cia dell'istituto bellunese di ricerche storiche e culturali. Un risultato molto significativo che testimonia il valore di un'opera che ha contribuito a far emergere dall'oblio un protagonista della Resistenza a lungo dimenticato come il colonnello Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo.
A Mario Avagliano, che i lettori conoscono grazie anche agli interventi che ogni settimana regolarmente appaiono a sua firma su questo notiziario, un sincero e affettuoso mazal tov da parte di tutta la redazione del portale dell'ebraismo italiano.

pilpul
Anno nuovo
Anna SegreSiamo abituati a seguire il calendario civile e ad attribuire alla data ebraica in molti contesti (per esempio su questa newsletter) essenzialmente un valore simbolico (peraltro importante). Eppure a pensarci bene la nostra società (non solo quella ebraica) gira secondo gli anni ebraici. Più di tutti il mondo della scuola, con gli anni che iniziano a metà settembre e le cariche annuali (rappresentanti di classe, capi dipartimento, ecc.) che si rinnovano tra settembre e ottobre. La scuola, influenzando la vita delle famiglie, trascina con sé tutto il resto: si torna dalle vacanze e si ricomincia da capo; l’impressione “anno nuovo, vita nuova” è per tutti molto più forte a settembre che a gennaio. La memoria ha meccanismi diversi per ciascuno, ma sarei pronta a scommettere che la maggior parte della gente ripensando a un evento della propria infanzia o giovinezza lo collocherebbe più facilmente nell’anno scolastico che nell’anno civile. Qualcuno si stupisce quando dico che il nostro Capodanno sarà tra pochi giorni; io credo di aver sempre provato una sorta di segreto stupore per questo stupore, per quella strana ostinazione a far festa a fine dicembre mentre è evidente che tra dicembre e gennaio non cambia nulla per nessuno. In realtà, lo sanno tutti, è questo il momento dei bilanci, dei propositi, dei programmi, delle novità da introdurre, delle speranze, dei sogni. A scuola e non solo.
Un felice 5773 a tutti!

Anna Segre, insegnante

notizieflash   rassegna stampa
Ottanta ragazzi insieme
nel nome della pace
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Ottanta ragazzi fra i 13 e 16 anni; 2 compagnie teatrali e due orchestre: ebrei, arabi, drusi e cristiani. Giovani trentini e ragazzi di Nazareth e del kibbutz Sasa hanno lavorato insieme sulla valorizzazione delle differenze. Un  gemellaggio per la pace che ha coinvolto i giovani dell’orchestra “Fuori Tempo” di Martignano, i ragazzi del gruppo Bakim Baum Compay (quelli dell’associazione teatrale “Portland” di Trento) con i ragazzi ebrei, musulmani drusi e cristiani, del gruppo “Arcobaleno” della Fondazione “Beresheet LaShalom” e l’ensamble “Lauda” di Jezreel Walley di Nazareth, che hanno lavorato insieme, nel kibbutz di Sasa, in Galilea, dando vita a un grande laboratorio di convivenza creando una performance di musica e teatro dal titolo “Tu cresci con la musica” che ha riempito un teatro nella città di Maalot-Tarshiha, entusiasmando il pubblico.

 
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