se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai  click qui

20 settembre 2012 - 4 Tishrì 5773
linea
l'Unione informa
ucei 
moked è il portale dell'ebraismo italiano
 
alef/tav
linea
elia richetti Elia
Richetti,
presidente dell'Assemblea rabbinica italiana
 


L’ultima mitzwah che compare nella Torah è quella che stabilisce l’obbligo di ognuno di scrivere un Sefer Torah per se stesso. Delle regole relative a questa mitzwah fanno parte due aspetti: il primo, che non si “esce d’obbligo” possedendo un Sefer Torah ereditato; il secondo, che chi vedesse – mai sia – bruciare un Sefer Torah dovrebbe fare due strappi all’indumento in segno di lutto, uno per la pergamena e uno per lo scritto. Questo dettaglio è un po’ strano. Di primo acchito, diremmo che in un Sefer la cosa più importante siano le parole, e non tanto la pergamena. D’altro canto, se facciamo riferimento al racconto del Talmud nel quale è descritto il martirio di Rabbì Chaninà’ ben Teradyòn, che fu bruciato vivo avvolto in un Sefer Torah, che alla domanda dei suoi allievi rispose di vedere che le pergamene bruciavano ma le lettere volavano in cielo, dovremmo dire che per la scrittura non c’è motivo di lutto, dato che “non viene bruciata”. E se è così, che senso ha fare lutto “per la scrittura”? Si deve quindi concludere che il lutto non è semplicemente per le lettere, ma per il distacco fra queste e la pergamena, ossia per il distacco fra l’oggetto materiale e ciò che ne determina la spiritualità, similmente alla dipartita di una persona, quando si ha il distacco fra il corpo fisico e l’anima, che ne rappresenta la spiritualità. Da qui abbiamo chiaro qual è il compito dell’uomo, che cosa gli viene chiesto quando la Torah gli impone di scriversi un Sefer Torah: l’uomo deve rinnovare periodicamente il legame fra la Torah spirituale ed il mondo materiale, così come ogni giorno deve portare – con le sue azioni – il mondo fisico al livello di santità, attraverso l’osservanza delle mitzwoth. Specialmente in questi giorni di Teshuvà è opportuno soffermarci e domandarci se abbiamo veramente unito lo spirito alla materia o se abbiamo fatto prevalere questa su quello.


Sergio
Della Pergola,
Università Ebraica
di Gerusalemme


Sergio Della Pergola
Il mondo islamico è in subbuglio per il filmetto denigratorio del Profeta Maometto prodotto negli Stati Uniti e per le nuove vignette satiriche apparse in Francia. Il settimanale francese Charlie Hebdo nell'ultimo numero raffigura in prima pagina due personaggi: un arabo col turbante bianco seduto su una carrozzella spinta da un ebreo con le peòt (i riccioli rituali) con cappotto e cappello nero. I due tipi caricaturali dicono all'unisono: C'è poco da ridere. Titolo della vignetta: Gli intoccabili. La sede di Charlie Hebdo è già stata incendiata l'anno scorso da dimostranti musulmani. Questa volta, visto che si tratta di un "intollerabile affronto alla identità" sia arabo-musulmana sia ebraica, forse si potrebbe architettare qualche cosa insieme.

davar
Qui Milano - Scuola, rabbini a confronto
Appuntamento questa sera a Milano per riflettere sul futuro della scuola ebraica in Italia. Alle scuole della comunità si parlerà di scuola, e la serata, intitolata Scuola ebraica o scuola per ebrei? Quale vision e quale mission per una scuola ebraica oggi? vedrà sul palco rav Alfonso Arbib, rabbino capo della Comunità ebraica di Milano, rav Benedetto Carucci Viterbi, preside delle scuole ebraiche di Roma, David Cohenca, direttore delle scuole Yoseph Tehillot di Milano, rav Roberto Colombo, direttore per l’ebraismo delle scuole ebraiche di Roma, rav Igal Hazan, delle scuole Merkos Leyniane Chinuch di Milano, introdotti e moderati dal direttore del dipartimento Educazione e Cultura dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane rav Roberto Della Rocca.

Qui Pordenone - Pagine e autori, medicina anticrisi
Nelle prossime ore, quando la città abbraccerà Aharon Appelfeld, Alain Finkielkraut e i tanti altri in programma, caleranno in centomila. Ma nonostante la pioggia battente e il giorno feriale, Pordenonelegge 2012 ha già messo a segno una prima giornata in grande, con lunghe file di giovani che attendevano di entrare ai primi appuntamenti con gli autori, la lettura e la cultura. Per il giornale dell'ebraismo italiano Pagine Ebraiche è un debutto (il numero di settembre con il dossier Lingue e linguaggi è in distribuzione, ha deciso la direzione del Festival, in tutti i punti informazione e l'assessore regionale alla Cultura del Friuli Venezia Giulia, Elio De Anna, sfogliava come tanti altri il giornale fra la gente), per Pordenonelegge è la replica di un miracolo e l'affermazione di un'Italia che dal centro alla periferia, a tutte le latitudini, alla crisi vuole opporre la cultura. L’inaugurazione ufficiale è arrivata solo a fine pomeriggio, ma già dalla mattinata di ieri il succedersi degli appuntamenti, mai interrotto dalla pioggia battente che ha costretto l’organizzazione a fare i salti mortali per portare al coperto tutti gli incontri, rendeva bene l’idea di una edizione senza precedenti sia per il numero degli appuntamenti che per la qualità degli incontri. In questa tredicesima edizione di Pordenonelegge la prima sensazione è che i curatori, Alberto Garlini, Valentina Gasparet e Gian MarioVillalta, siano riusciti a raccogliere la sfida e a non farsi intimorire dalla crisi. Intanto i numeri: in cinque giornate sono distribuiti nelle quarantacinque sedi più di quattrocento ospiti, duecentocinquanta incontri e dieci mostre. Alle guide al programma si aggiungono anche una app ufficiale, e gli aggiornamenti che arrivano via twitter (l’hashtag è #pnlegge2012). Un programma che cerca di dare conto di un impegno che preferisce il dialogo all’esclusione, che reputa la conoscenza necessaria per poter compiere delle scelte e che pensa che incontrarsi sia già un modo di condividere una passione e forse un atteggiamento nei confronti del mondo.
In mezzo a questa pacifica invasione di idee, parole, autori e lettori fa capolino anche Pagine Ebraiche di settembre, che nel dossier Lingue e linguaggi ospita numerose interviste ai protagonisti dei maggiori festival culturali della stagione. Ancora un'occasione per conquistare nuovi amici.
Alla fine del pomeriggio l’inaugurazione ufficiale, con un Niccolò Ammaniti in trionfo preceduto dalla semplice cerimonia d'apertura, in mezzo a gente che vuole conoscere, leggere, confrontarsi e guardare avanti.

a.t. - 
twitter @atrevesmoked

Nelle immagini: l'assessore regionale alla Cultura del Friuli-Venezia Giulia Elio De Anna legge Pagine Ebraiche in distribuzione nella prima giornata di Pordenonelegge. Il giornale dell'ebraismo italiano in distribuzione nei punti informativi del festival.


Qui Pordenone - Leggere e vincere la dislessia
L’avvio del festival Pordenonelegge 2012 ha riservato molte sorprese e spunti interessanti anche a chi è impegnato sul fronte della scuola, della pedagogia e dell'educazione. All’incontro Come leggere la dislessia è stata particolarmente lunga la coda di persone che speravano entrare nella Sala della Provincia, stracolma di pubblico assiepato in piedi dietro alle poltrone, appollaiato sulle scale e seduto sugli scranni dei consiglieri provinciali. Un pubblico molto eterogeneo convenuto per sentire le parole di Giacomo Stella, uno tra i massimi esperti, autore di moltissime pubblicazioni sull’argomento e professore universitario. L’approccio del professor Stella alla dislessia - un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) che riguarda la capacità di leggere e scrivere in modo corretto – ha aperto per gli ascoltatori alcune possibilità interpretative molto importanti. Dopo una parte esplicativa su come funziona la dislessia (ossia la mancanza dell’automatismo nell’apprendere la transcodifica dei segni) si è passati a cosa sappiamo dei DSA e tramite alcuni efficacissimi esempi il professore ha illustrato le maggiori difficoltà che i bambini con DSA incontrano a scuola. Tra i punti principali toccati anche un ribaltamento di prospettiva: un bambino con DSA è un formidabile indicatore della qualità della scuola che frequenta, perché una scuola che è in grado di adattarsi alle sue necessità e che gli permette di andare volentieri in classe è sicuramente una scuola meravigliosa per tutti i bambini. Altro capitolo importantissimo è quello della percezione di sé, della preoccupazione che lo sguardo degli altri contenga una critica, un giudizio. E ancora: si è parlato della legge 170, arrivata solo nel 2010, che riconosce dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia come disturbi specifici dell’apprendimento e tutela il diritto allo studio dei ragazzi con DSA individuando e puntando soprattutto su nuove forme didattiche, su adeguate modalità di valutazione e su una specifica formazione dei docenti. Stella ha sottolineato però che “la legge riconosce i dislessici ma non favorisce i somari, quelli ci sono sempre e funzionano benissimo.” E anche che “una legge non può cambiare la cultura ma promuove un cambiamento di cultura”. In maggioranza noi siamo di madrelingua scritta e per capire preferiamo leggere, mentre chi è dislessico è di madrelingua orale e per capire preferisce ascoltare ma la cultura, quella, è la stessa per tutti.

a.t. twitter @atrevesmoked

Nell'immagine: molti giovani in fila per accedere ai primi appuntamenti di Pordenonelegge

Libertà d'opinione, cautela d'espressione
La ripresa del lavoro, nella prima giornata che segue i due giorni di Rosh haShana, è stata, come spesso accade nella redazione di una testata quotidiana, piuttosto intensa. Agli impegni di ogni giorno si è sommata la chiusura del nuovo numero dei tre giornali che vanno in stampa ogni mese e il lancio del numero di settembre di Pagine Ebraiche all'inaugurazione di Pordenonelegge, una delle grandi manifestazioni culturali di questa stagione di cui il giornale dell'ebraismo italiano è ospite. Tutto ciò può forse aiutare a spiegare, ma non giustificare, il fatto che nel notiziario quotidiano di ieri l'aleftav di Davide Assael contenesse, al di là della legittima libertà d'opinione di cui gode ogni collaboratore, formulazioni che rischiavano di essere fraintese o di ferire la sensibilità di alcuni lettori. Il compito di questa redazione resta quello di garantire la massima libertà d'espressione a tutte le voci dell'ebraismo italiano, ma anche di aiutare chi firma a esprimersi con le modalità più idonee ed efficaci. E' un delicato esercizio professionale, un lavoro che porta inevitabilmente, su decine di migliaia di articoli pubblicati, a qualche imperfezione. Ma credo che assumersi questo rischio sia anche l'unica strada percorribile per rendere, nell'interesse di tutti, la ricchezza di idee che deriva dalle radici dell'ebraismo italiano e costruire testate giornalistiche utili, vive e partecipate.

gv


Qui Milano - L’Ame in campo per la prevenzione
La gente si mette in coda fin dal mattino: i medici fanno cose semplici, misurano la pressione, prendono il peso, monitorano, con un piccolo prelievo di sangue, il livello del colesterolo e dei trigliceridi. Piccoli accorgimenti che possono rivelarsi però fondamentali per salvaguardare la salute, addirittura la vita, prevenendo le patologie cardiovascolari, che rappresentano la prima causa di morte nei paesi occidentali. È proprio questa la ragione per cui l’Associazione medica ebraica ha deciso, insieme a Teva, azienda israeliana leader mondiale dell’industria farmaceutica, di promuovere un gazebo in Piazzale Bande Nere, che offre ai milanesi la possibilità di un controllo gratuito, come spiega Luciano Bassani, presidente dell’Ame milanese. “Quello di andare sul territorio e offrire servizi alla città è uno dei nostri obiettivi più importanti - racconta il fisiatra - Siamo particolarmente soddisfatti di farlo con Teva, anche per avere l’occasione di mostrare al pubblico un aspetto poco conosciuto di Israele, l’eccellenza nella sanità”.
“Nel caso delle malattie cardiovascolari, la prevenzione è essenziale perché sono patologie silenti fino al momento della loro esplosione improvvisa” spiega il cardiologo Maurizio Turiel, primario all’Istituto ortopedico Galeazzi, al gazebo insieme a Giorgio Mortara, presidente dell’Ame Italia e a tre infermieri. “Questa iniziativa era già stata proposta a Roma lo scorso anno 
sottolinea il dottor Mortara – Il fatto che venga realizzata anche a Milano è significativo. L’accordo che abbiamo da poco rinnovato con Teva ha dei risvolti importanti. Ci consente di offrire delle borse di studio per portare alcuni studenti di medicina a partecipare in dicembre alla World Fellowship International Conference dell’Israel Medical Association”.
A portare il suo saluto al gazebo anche l’assessore regionale alla Sanità Luciano Bresciani.
Nel frattempo la coda si riforma e i primi pazienti si allontanano con una carta del rischio cardiovascolare che traccia una previsione per i successivi dieci anni e qualche consiglio per uno stile di vita più sano. La prevenzione comincia così.

Rossella Tercatin - twitter @rtercatinmoked

pilpul
Relativismo
Ho già scritto la scorsa settimana che le provocazioni verso l’Islam sono oltre che stupide, intollerabili. La difesa della sensibilità religiosa deve essere un principio fondamentale di una società democratica e tollerante. La vicenda del film su Maometto e delle nuove vignette uscite in Francia dimostra però che da parte di un certo Islam la sensibilità sia a senso unico. E non penso neanche alle vignette che ironizzano sulla Shoah e sulla sensibilità del mondo ebraico (di cui nulla gli interessa), ma al fatto che sono negli stessi Stati dove oggi vengono bruciate ambasciate e uccisi ambasciatori a verificarsi le violazioni più gravi nei confronti delle altre fedi religiose. Per questo che oggi certe lezioni di civiltà appaiono inappropriate e che i governanti di paesi in cui vige la legge islamica dovrebbero quantomeno garantire ciò che pretendono anche nei confronti delle minoranze presenti nei loro paesi. Cosa che purtroppo non avverrà e così, mentre l’Europa e l’America saranno incapaci di porre rimedio a questa situazione, le Chiese continueranno ad essere attaccate e i cristiani a essere massacrati. Nel nome di un relativismo che non conosce ragione.

Daniel Funaro, studente

Porta Pia
Ogni anno, a noi irriducibili del XX Settembre, viene immancabilmente chiesto, con scetticismo, se questa ricorrenza abbia ancora una sua validità. Se da ebrei, in verità assai tiepidamente, ce la caviamo in genere con il grato ricordo dell'apertura delle porte dell'ultimo ghetto d'Italia, appunto quello di Roma, credo che le tragiche cronache internazionali di questi giorni, aggiunte alle tante e ancora irrisolte contraddizioni sul tema della società italiana, rendano non solo attuale ma addirittura necessario rinforzare il ricordo di Porta Pia, azione che dovrebbe vederci in prima fila, quali ebrei, perché solo una vera società laica ha la forza di garantire a ciascuno il proprio diritto alla fede o al non credere, senza che nessuno si senta di poterlo mettere in discussione, in una sana separazione tra sfera pubblica e sfera religiosa (quale sia la sua declinazione). Insomma, Porta Pia da esportare.

Gadi Polacco


notizieflash   rassegna stampa
Bologna - Libri e generazioni   Leggi la rassegna

Proseguono gli appuntamenti di Artelibro, il grande festival del libro d'arte di Bologna. Questo pomeriggio alle 16, al Museo Ebraico di via Valdonica, inaugurazione della mostra "Katùv Midòr Ledòr. Libri di generazione in generazione". L'ingresso è gratuito.
 

 

Grande spazio, sulla stampa italiana e internazionale, per le vignette satiriche di Charlie Hebdo e per le violente manifestazioni di protesta che continuano a infiammare il mondo arabo. Tensione alle stelle, come riportano i quotidiani in edicola analizzando il fenomeno da diverse prospettive e angolature, ma anche un interessante dibattito sulla libertà d'espressione che entra nel vivo non solo sui giornali ma anche sulla rete.














L'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it  Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio “cancella” o “modifica”. © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.