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24 settembre 2012 - 8 Tishrì
5773 |
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Adolfo
Locci, rabbino capo
di Padova
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Ed Io nasconderò il Mio volto in quel giorno...e ora scrivetevi questo canto ed insegnatelo ai figli d’Israele.
(Devarim 31:18-19) La vicinanza dell’ultima delle 613 mitzwot, quella
di scrivere il Sefer Torah, con l’annuncio di un epoca in cui il
Signore si nasconderà a noi, secondo il “Chafetz Chayym” (Rabbi Israel
Meir HaCohen Kagan 1838 - 1933) insegna che proprio nella Torah
possiamo trovare le risorse necessarie per superare i momenti di
disgrazia. La Torah illumina il nostro cammino anche quando il Signore
sembra averci lasciato nell’oscurità...“Poiché la mitzwà è un lume e la
Torah è luce” (Mishlè 6:23).
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Anna
Foa,
storica
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Confesso che fino a quando la
Colosimo non è incorsa nello sfortunio di essere fotografata sullo
sfondo di un'icona di Codreanu, non pensavo che ci fosse un grande
recupero anche in Italia del pensiero, delle opere e dell'immagine del
leader delle Guardie di Ferro rumene. Così, mi è venuta la curiosità di
navigare sul web, e apriti cielo: siti numerosi, citazioni, edizioni
delle sue opere per la casa editrice di Franco Freda, riprese nei siti
di interviste del 1938 di Evola a Codreanu, fotografie e esaltazioni di
ogni genere. Spicca, evidentemente in un sito molto diverso,
la foto di una sinagoga sefardita di Bucarest distrutta da un pogrom
delle Guardie di Ferro nel gennaio 1941.
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Qui Roma - Nel nome di
Raoul Wallenberg |
Si aprono a Roma questo
pomeriggio alle 16.30, nella sede della Comunità di Sant'Egidio in via
della Paglia, le celebrazioni in ricordo del Giusto tra le Nazioni
Raoul Wallenberg in occasione del centesimo anniversario della sua
nascita. Un denso calendario di appuntamenti, che da oggi fino agli
ultimi giorni di ottobre si soffermerà sulle azioni di salvataggio
degli ebrei ungheresi poste in atto durante il nazifascismo dal
diplomatico svedese e declinerà questo straordinario impegno
rivolgendosi in particolare alle nuove generazioni. Ad aprire la
giornata di studi odierna, intitolata Coraggio di fronte al male, i
saluti dell'ambasciatrice di Svezia presso la Santa Sede Ulla
Gudmundson e del presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane Renzo Gattegna. Seguirà un'introduzione di Valerio De Cesaris
della Comunità di Sant'Egidio che farà da ponte agli interventi di tre
autorevoli ospiti: Bengt Jangfeld dell'Università di Stoccolma, che
traccerà un primo quadro biografico sulla vita dell'ambasciatore (“Chi
era Raoul Wallenberg?”), il professor Frank Vajda da Melbourne, tra i
sopravvissuti, che parlerà di “Budapest 1944 e dopo – Memorie di Raoul
Wallenberg e monsignor Gennaro Verolino”, e infine il germanista
Claudio Magris che disserterà su “Resistenza all'aria del tempo”.
Concluderà l'intenso pomeriggio di studi il panel Quali lezioni per
l'Europa e l'Umanità? cui prenderanno parte, oltre agli ospiti
precedentemente citati, anche la dottoressa Flaminia Giovanelli del
Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e Liliana Picciotto
del CDEC-Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea.
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Rav Sacks e le Lettere per la prossima generazione |
Serata
in parallelo a Roma e a Milano per la presentazione della seconda
raccolta di Lettere per la prossima generazione del rav lord Jonathan
Sacks, rabbino capo del Commonwealth. Un evento con una dedica speciale
alle vittime della strage di Tolosa dello scorso marzo, a Stefano Gaj
Tachè, ucciso durante l’attentato alla sinagoga di Roma di cui cade
quest’anno il trentesimo anniversario, e a Micol Cohen, giovane ebrea
milanese recentemente scomparsa. Numerosi i relatori che hanno
offerto al pubblico le proprie riflessioni sui testi di rav Sacks: per
la Comunità capitolina il rabbino capo Riccardo Di Segni, il presidente
Riccardo Pacifici, rav Benedetto Carucci Viterbi e rav Roberto Colombo,
rispettivamente preside e direttore delle materie ebraiche delle scuole
della Comunità di Roma; a Milano sono invece intervenuti il rabbino
capo Alfonso Arbib, il presidente Walker Meghnagi, il consigliere Gad
Lazarov, Dina Brawer, docente alla London School of Jewish Studies, il
giovane definito da rav Arbib “non addetto ai lavori” Manuel Kanah,
mentre la lettura dei brani è stata affidata alla regista e attrice
Miriam Camerini. A introdurre gli interventi sono stati il consigliere
dell’Unione delle Comunità Ebraiche Claudia De Benedetti e il
giornalista Giacomo Kahn.
“Centinaia
di anni fa, i greci condannarono a morte Socrate per la colpa di
insegnare ai giovani a porre domande - le parole che il rav Sacks ha
rivolto alle Comunità ebraiche italiane attraverso un video registrato
per l’evento - Le domande sono una parte centrale dell’educazione
ebraica. Dobbiamo sforzarci di fare incontrare gli interrogativi dei
giovani con le risposte che abbiamo da offrire. Dobbiamo raccontare
loro il significato dell’appartenenza a una comunità. Un sondaggio nel
Regno Unito ci ha mostrato che i ragazzi hanno in media 237 amici su
Facebook, ma se viene chiesto loro su quante di queste persone sanno di
poter contare in un momento di difficoltà, la maggioranza ha risposto
che sono al massimo due, e almeno un terzo ha confessato che non
avrebbe nessuno. Spieghiamo ai giovani che nella comunità troveranno
amici e persone vere, che saranno con loro nel momento del bisogno”.
Tanti i temi affrontati nel corso della serata, ispirati dagli spunti
del rav Sacks: la ricerca della felicità, il ruolo della preghiera e
della lode al prossimo, la dimensione etica dell’ebraismo, ma anche gli
insegnamenti che la minoranza ebraica può e ha la responsabilità di
offrire al mondo “La voce della Torah - recita la Lettera Numero 6 - è
la voce morale della civiltà occidentale. Dice: Ama il prossimo come te
stesso. Dice: Amate lo straniero perché anche voi una volta siete stati
stranieri. Dice: Agisci onestamente, ama la misericordia e cammina
umilmente con il tuo Dio”.
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Rav Bernheim:
"Contrastare l'odio, combattere la stupidità" |
Intervenendo riguardo ai gravi
episodi di odio e intolleranza che hanno contrassegnato queste ultime
giornate e in occasione di queste ore che precedono il Kippur, il Gran
rabbino di Francia Gilles Bernheim ha lanciato un appello all'opinione
pubblica. Eccone il testo:
"Voglio dare il benvenuto agli appelli alla calma, alle opere
costruttive e al rispetto delle leggi della Repubblica che sono stati
lanciati da numerose autorità musulmane. Sono appelli che mostrano come
i musulmani siano capaci di non reagire alle provocazioni delle
caricature. Sono una tappa importante e sono molto promettenti ai fini
della costruzione di una società più unita.
Gli appelli alla calma non devono, per altro, far dimenticare
l’attentato del 19 settembre 2012 contro un supermercato kasher a
Sarcelles, le grida di odio lanciate durante la manifestazione di
sabato 15 settembre a Parigi, così come le aggressioni e le minacce
antisemite che sono proliferate dopo gli assassini di Tolosa e di
Montauban, quando l’orrore avrebbe dovuto, al contrario, farle ridurre.
Accolgo con sollievo la ferma volontà dello Stato, e in particolare del
ministero dell’Interno, di far rispettare l’ordine pubblico e la
sicurezza e di combattere il razzismo e l’antisemitismo.
Nel contesto attuale i tentativi del Fronte Nazionale di dividere e di
distillare l’odio pervertono le idee nobili di laicità e di
uguaglianza. I loro attacchi mirati unicamente all’islam e all’ebraismo
cercano di ridurre i valori della laicità al cristianesimo e non fanno
altro che confermare la coerenza ideologica che caratterizza questo
partito xenofobo.
L’attualità di questi ultimi quindici giorni deve essere messa in
prospettiva e resa prioritaria. Ognuno può al giorno d’oggi creare e
diffondere con poca o tanta abilità, delle immagini belle o brutte,
stupide o intelligenti, degne o indegne d’interesse. Questa possibilità
di creare e diffondere immagini è in Francia una delle libertà
essenziali, dal momento in cui viene esercitata nel rispetto delle
leggi della Repubblica.
In un mondo in cui le immagini circolano alla velocità della luce, il
Gran Rabbino di Francia condanna gli assassini e le violenze commesse
in nome di Dio, della sua gloria o in sua difesa, motivate dalle
caratteristiche denigratorie o offensive di un’immagine. Invita a non
mettere gli assassini e le violenze sullo stesso piano dei pretesti che
li avrebbero provocati – questi pretesti sono tanto pietosi e maligni
quanto il video intitolato “L’innocenza dei musulmani”.
Mi dolgo anche delle deboli reazioni suscitate dalla decisione iraniana
del 16 settembre di aumentare di 500mila dollari la taglia sulla vita
dello scrittore Salman Rushdie, così come l’assenza di condanne per il
fatto che alcuni canali televisivi del Medio Oriente abbiano trasmesso
dei film e delle serie tv – per esempio i 41 episodi di “Un cavaliere
senza cavallo” - che diffondono l’odio per gli ebrei, senza parlare
delle numerose ulteriori offese da loro portate all’ebraismo.
Nel calendario ebraico il periodo attuale, compreso fra Rosh haShanah
(il giorno del giudizio) e Yom Kippur (il giorno del perdono), è
chiamato dei “giorni importanti” o dei “giorni terribili” (in ebraico
yamim noraim). Durante questo periodo di propositi per il futuro mi
appello a ognuno, credente o non credente, perché si mobiliti per
contrastare l’ignoranza, la stupidità, l’odio e la barbarie".
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Qui Pordenone - Le
Pagine di Aharon Appelfeld
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Un
successo senza precedenti. L’edizione 2012 si è chiusa ieri con un
bilancio straordinario: più di 120 mila persone hanno affollato,
nell’arco di cinque giorni, gli incontri con l’autore, le maratone
letterarie e gli stand in piazza. Una vera e propria folla di
appassionati ha accolto gli autori più amati, da Peter Cameron a Ian
McEwan, da Jonathan Coe a Alain Finkielkraut, da Claudio Magris a Paco
Ignacio Taibo, una delle star che hanno contrassegnato la giornata
conclusiva della kermesse dedicata ai libri e alla cultura che
quest’anno ha visto debuttare anche Pagine Ebraiche, distribuito negli
Infopoint della manifestazione. A coronare quest’edizione di
Pordenonelegge l’incontro in serata, nella magnifica cornice del
Convento di San Francesco, con Aharon Appelfeld (nell'immagine). Il
grande autore israeliano ha ripercorso, in un appassionante dialogo con
il giornalista Pietro Spirito, la genesi e le ragioni della sua opera. La
maturazione della sua identità negli anni della fuga solitaria dalla
persecuzione nazista, da bambino, nella foresta ucraina. Poi l’arrivo
in Israele, la conquista della lingua ebraica e il senso della
scrittura. “Un modo – ha detto – per condividere con gli altri la mia
esperienza e dare un senso al dolore che ho vissuto. La sofferenza può
renderci profondamente tristi e concentrati su noi stessi, ma può anche
regalarci un nuovo sguardo sul mondo e rivelarsi un veicolo per
trasmettere e sviluppare l’amore per gli altri”.
Daniela Gross - twitter @dgrossmoked
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In cornice - Varsavia, la Memoria trascurata |
Raramente
mi è capitato di entrare in un Museo così trascurato come quello di
Varsavia sull'Olocausto nella città. Le aspettative erano tutt'altre
perché è lì che si trova l'archivio di Emanuel Ringelblum sulla vita
degli ebrei di Varsavia sotto i nazisti. Si tratta di un insieme di
documenti unici, sepolti prima della rivolta del ghetto per sfuggire
alla distruzione e riscoperti dopo la guerra. E poi, non mancano certo
oggetti di culto, fotografie, video, per creare e continuamente
rinnovare un percorso espositivo all'altezza. Invece, all'entrata si è
accolti da una particolare macchina per creare la forma delle matzot –
ma completamente arrugginita; da un computer su cui ricercare notizie
su persone e comunità scomparse – ma il software è vecchio e la
stampante non funziona; i custodi sono tanti – ma del tutto
incompetenti e disinteressati, vestiti in modo a dir poco trasandato.
Nelle sale si trovano quasi solo vecchi pannelli espositivi ingialliti,
attaccati a una tappezzeria verde superconsunta. I pochi oggetti o
quadri esposti, sono privi di qualsiasi didascalia, anche se ho potuto
distinguere due quadri di Mauricy Gottlieb. Per ironia, è possibile
vedere qualche estratto del famoso archivio Ringelblum, ma all'interno
di una sorta di film senza sonoro che gira a una velocità eccessiva per
comprenderne alcunché. Insomma, si respira un'aria da vecchio museo
dell'era comunista, che però si è conclusa più di 20 anni fa. Adesso le
autorità polacche stanno costruendo un nuovo, grande e moderno museo
che aprirà il prossimo anno. E perché in questi 20 anni non hanno
potuto neanche manutenere in modo accettabile quel che c'è? Così si
onora la memoria dei trucidati? E non è che il progetto del nuovo
megamuseo sia stato pensato per compiacere qualche non-polacco?
Daniele
Liberanome, critico d'arte
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Tea for Two - Buoni propositi |
L'arrivo
di un nuovo anno mi ha sempre riempito la testa di ottimismo e
prospettive. Quasi come se fosse possibile 'resettare' gli errori
passati e portare con sé quanto si è costruito di buono. Un po' come
credere agli oroscopi solo quando danno liete novelle. Per prima cosa
il parrucchiere mi ha convinta a dare un taglio bello netto alla
chioma, assicurandomi che avrebbe purificato la mia anima. Il passo
successivo è stato quello di accordarmi davanti allo specchio sui buoni
propositi per l'anno 5773. Quelli passati mi hanno sempre fatta
sembrare una emula di Bridget Jones, che promette a se stessa si
smettere di bere e fumare mentre in una mano tiene una coppa di
champagne e con l'altra stringe risolutamente una sigaretta. Ma questo
anno deve essere diverso, lo devo a me stessa e sopratutto al mio
parrucchiere. E il Festival della Letteratura Ebraica, protagonista
della capitale qualche settimana fa, mi ha dato un mucchio di idee.
Yarona Pinhas ha suggerito di smettere di guardare la 'buccia' nel
prossimo, ma di cercare la scintilla. Allora da qualche giorno saluto
con un candido sorriso pacificatore chiunque mi passi sotto tiro ed
evito quello sguardo nefasto e pestilenziale che mi segue
dall'adolescenza. Poi, può sembrare un controsenso, dopo aver sentito
parlare Shalom Auslander ed aver letto Il lamento del prepuzio, ho
deciso di 'auslanderizzarmi'. Questo non significa che diventerò
arrabbiata con i piani alti o che smetta di credere. Auslander mi ha
colpito per la sua vis, che lo porta alle volte a fare scelte azzardate
e di cattivo gusto e lo fa essere il conte del turpiloquio
intellettuale. Mentre lo sentivo parlare, mentre ne diceva di cotte e
di crude davanti al pubblico romano stupito, a volte divertito, altre
spaventato, avevo l'irresistibile voglia di arrabbiarmi con i suoi
genitori e di gridare loro: "Perché avete fatto in modo che un uomo
così intelligente odiasse così tanto la propria religione, perché avete
basato tutto sulla logica della punizione?" Allora ho cercato e credo
di aver trovato la scintilla di Auslander oltre la sua buccia. Così tra
riflessioni, ripensamenti e sorrisi, mi preparo per questo anno nuovo:
una incognita eccitante e spaventosa, ricca di libri che inizierò e
lascerò a metà e di quelli che finirò di notte al lume di una candela
fingendo di essere una Jane Austen 2.0. Ci saranno giorni nei quali
vorrò vivere semplicemente nella banalità di un libro di Fabio Volo,
altri nei quali rimpiangerò il 5772. Per il momento mi godo il nuovo
inizio con i miei piccoli, ingenui buoni propositi.
Rachel Silvera, studentessa – twitter@RachelSilvera2
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notizie flash |
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rassegna
stampa |
In
Israele una ciotola di 7000 anni
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Leggi
la rassegna |
Ritrovata vicino a Ein
Zippori una ciotola di pietra risalente a 7000 anni fa contenente oltre
200 grani di pietra forati. Secondo gli archeologi gli oggetti hanno
viaggiato per centinaia di chilometri e appartenevano a esponenti della
civiltà Wadi Rabbah, chiamata così per via del sito vicino Tel Aviv in
cui furono per la prima volta scoperte tracce di questa antica
popolazione.
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La morte
dell’ambasciatore americano in Libia Christopher Stevens occupa ancora
le pagine dei quotidiani italiani. L’attenzione oggi è focalizzata sul
diario dell’ambasciatore, rinvenuto dalla troupe della Cnn. Stevens
scriveva di essere da tempo nel mirino di Al Qaeda, annotandone le
minacce ricevute, come spiega Maurizio Molinari su
la Stampa,
sottolineando poi l’imbarazzo del Dipartimento di Stato americano, che
ha sempre evitato di avvalorare la matrice terrorista dell’attentato,
con il Segretario Hilary Clinton che ha puntato il dito contro
l’emittente televisiva per la decisione “indifendibile” di non
restituire il diario alla famiglia.
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L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti
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