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30 settembre 2012 - 14 Tishri 5773
l'Unione informa
ucei 
moked è il portale dell'ebraismo italiano
alef/tav

Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino

 

Siamo intenti a concludere la costruzione della Succah prima dell'inizio della festa: costruiamo l'instabile ed il temporaneo. Buona metafora di ogni nostra costruzione quotidiana.

David Bidussa, storico sociale
delle idee


Tra gli agnostici, gli atei, i non credenti, cresce un’area che ritiene sbagliati queste definizioni della propria identità e preferisce definirsi “amante del pensiero”. La trovo una denominazione interessante, né nominalistica, né banale. Soprattutto indice di un percorso riflessivo su cui vale la pena soffermarsi. Per due motivi: 1) qualcuno si definisce non per ciò in cui non crede  né attraverso un’immagine fondata su una negazione; 2) Il pensare è un’attività in perenne movimento e, soprattutto, è la conseguenza di avere curiosità, di chiedersi e cercare di rispondersi, di mantenere la risposta aperta perché altre risposte diverse dalla precedente, possono presentarsi e avere la possibilità di essere prese in considerazione. Un atteggiamento che indica che l’impegno maggiore è volto a mantenere il tasso più basso possibile di pregiudizi.

OGGI ULTIMO GIORNO UTILE PER DARE LA TUA RISPOSTA

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Media - Giovani giornalisti del Portale e di Pagine Ebraiche
fra i protagonisti nel mondo dell'informazione
Piace alle grandi agenzie di stampa, interessa e viene ripreso, da Tel Aviv, a New York, da Londra a Milano, dai media ebraici e non ebraici più prestigiosi. Il lavoro dei giovani giornalisti della redazione del Portale dell'ebraismo italiano e di Pagine Ebraiche assume un rilievo sempre maggiore nel mondo dei grandi media e viene citato e ripreso sempre più frequentemente da testate prestigiose come Haaretz, Forward, Jewish Chronicle, ma anche dalla Gazzetta dello Sport.
In estate, nuove polemiche riguardanti l’operato di Pio XII durante la Seconda guerra mondiale vengono suscitate dalla decisione del museo di Yad Vashem di cambiare il testo sul pannello dedicato al pontefice. A dare conto del dibattito, animato dallo scambio di corrispondenza tra il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni e gli studiosi di Yad Vashem Dan Michman e Bella Gutterman, rispettivamente capo e direttore dell’International Institute for Holocaust Research,  dibattito che vede l’intervento di molti esponenti di primo piano dell’ebraismo italiano, sono il notiziario quotidiano l’Unione Informa e il giornale Pagine Ebraiche. La vicenda è ripresa dal giornale ebraico londinese The Jewish Chronicle con un articolo di Rossella Tercatin.
Al termine dell’estate, il mondo ebraico italiano è in fermento per preparare l’appuntamento della Giornata europea della cultura ebraica. Coinvolte non soltanto le Comunità, ma anche decine di località in Italia che raccontano con orgoglio come la cultura ebraica sia parte della loro storia passata e presente. Tra queste spicca Finale Emilia, epicentro del devastante terremoto della scorsa primavera, in seguito al quale il mondo ebraico italiano si è mobilitato per portare la propria solidarietà, attraverso una sottoscrizione lanciata dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane per ricostruire la scuola dedicata alla maestra ebrea Elvira Castelfranchi. La storia viene riportata dal newyorkese The Jewish Forward.
È sempre il Jewish Forward, con la sua popolare e ricca sezione Food, a raccontare la storia del parmigiano e del grana padano kasher, spiegando al pubblico americano i segreti dei formaggi italiani più popolari del mondo.
“Roma-Tel Aviv sarà low cost” annuncia in un’intervista a Rossella su Pagine Ebraiche di ottobre in distribuzione in questi giorni il timoniere di Ryanair Michael Cawley. Una notizia che non passa inosservata in Israele e viene ripresa con evidenza dal quotidiano Yediot Ahronot che riporta le promesse della low cost irlandese di portare nello Stato ebraico 2,5 milioni di passeggeri a partire dalla prossima primavera.
Quale località avrà l’onore di aprire il Tour De France 2013? Adam Smulevich racconta la possibile candidatura di Firenze, forte del centenario dalla nascita del leggendario Gino Bartali. Eroe sulle due ruote e nella vita, grazie al suo impegno durante la seconda guerra mondiale quando, a suo rischio e pericolo aiutò a mettere in fuga centinaia di perseguitati politici e religiosi. Da qui il coinvolgimento dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, del Conseil Représentatif des institutions juives de France e della Comunità di Firenze, che hanno fatto pervenire il proprio sostegno all’iniziativa. Una notizia che non poteva lasciare indifferente il giornale che più di ogni altro ha scritto nelle sue pagine in rosa la storia del ciclismo in Italia. “Nel nome di Bartali anche gli ebrei chiedono il Tour a Firenze nel 2014” titola il pezzo sulla Gazzetta dello Sport. Un articolo a tutta pagina appare anche nell'inserto fiorentino del Corriere della Sera.
"Sono affermazioni incoraggianti - commenta il giornalista Guido Vitale, coordinatore dei dipartimenti Informazione e Cultura dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e direttore della redazione - che dimostrano come gli ebrei italiani siano in grado di proporre informazione professionale, efficace e autorevole. Ma soprattutto - aggiunge - sono il risultato di un impegno che ha consentito a molti giovani ebrei italiani di condurre il praticantato giornalistico in redazione, di affermarsi come giornalisti professionisti e di entrare nel mondo dell'informazione a pieno titolo e a testa alta, portando nella loro esperienza professionale i valori e le radici bimillenarie degli ebrei italiani".


Zion Evrony ambasciatore di Gerusalemme in Vaticano
“Sono consapevole che questo incarico è molto più di una consueta missione diplomatica. È una grande sfida, ma è una sfida che accetto con entusiasmo”. Queste le parole con cui Zion Evrony, nuovo ambasciatore dello Stato di Israele presso la Santa Sede, ha presentato le proprie credenziali a papa Benedetto XVI. L’incontro è avvenuto venerdi nella residenza di Castel Gandolfo. Evrony, 63 anni, di origine iraniana, già ambasciatore di Israele in Irlanda (2006-2010) e consigliere speciale per gli Affari accademici del Direttore generale del Ministero degli Affari Esteri, succede nel prestigioso incarico a Mordechai Lewy. Tra i riconoscimenti ottenuti nel corso di una carriera segnata da molti significativi successi il premio d’eccellenza nel servizio diplomatico e servizio civile conferitogli nel 2000 per il proficuo lavoro svolto come console generale a Houston.
“È stato un grande onore e un privilegio incontrare Benedetto XVI e sono grato per l’opportunità che mi è stata data. Durante la seduta – ha commentato il diplomatico lasciando Castel Gandolfo – ho sollevato questioni che interessano Israele e le future relazioni tra Israele e la Santa Sede.  Le relazioni sono buone e si basano sulla fiducia reciproca. Speriamo in una rapida conclusione e firma dell’Accordo Finanziario che spianerà la strada al miglioramento e al rafforzamento delle relazioni in molte aree, tra cui quella accademica, culturale e nella lotta all’antisemitismo”.

Gualtiero Morpurgo (1913-2012)
Lutto nel mondo ebraico e in tutta la società italiana per la scomparsa di Gualtiero Morpurgo. Ingegnere e costruttore delle navi Fede e Fenice a bordo delle quali migliaia di sopravvissuti ai lager nazisti salparono alla volta della Palestina sotto mandato britannico, Morpurgo - con al fianco Mario Pavia - fu uno dei grandi protagonisti dei movimenti di emigrazione ebraica dall'Italia verso il nascente Stato di Israele. Un impegno celebrato dall'ex premier Itzhak Rabin in persona con la consegna di una medaglia d'oro "per il fondamentale aiuto offerto" ad entrambi. Un riconoscimento in questo senso sarebbe poi giunto anche dalla città di La Spezia, porto da cui l'otto maggio del 1946 presero il largo le due navi, con l'assegnazione del premio Exodus alla carriera. Tra le testimonianze piu' significative sulla vita dell'ingegner Morpurgo, lo scritto autobiografico Il violino rifugiato dedicato agli anni delle persecuzioni razziali e pubblicato nel 2007 da Mursia.
Numerosi i messaggi di cordoglio che in queste ore ne ricordano i molti meriti e in particolare l'adesione a un'impresa memorabile come l'Aliyah Bet. "La Spezia - ha affermato il sindaco Massimo Federici in una nota diffusa a mezzo stampa - vuole ricordare Gualtiero Morpurgo e rendere omaggio alla sua straordinaria esperienza umana e professionale che ha contribuito a fare di questa città la Porta di Sion rendendola portatrice di un sempre vivo messaggio di speranza".


pilpul
Sukkot - Il mese delle occasioni
Osservando le festività del mese di Tishrì con uno sguardo d’insieme, notiamo come esse siano racchiuse fra due inizi. La prima ricorrenza, Rosh haShanah (Capodanno), segna l’inizio di una nuova annata sul calendario, con tutte le speranze e aspettative che ogni novità porta con sé. Ma anche l’ultima delle giornate festive, Simchat Torah (Gioia della Legge), segna un inizio: qui si tratta di ricominciare daccapo la lettura pubblica del Sefer Torah, con tutto lo Studio che l’accompagna. Colpisce senz’altro il fatto che i due inizi, del Calendario e della Lettura, non coincidano. Contro ogni logica apparente: sarebbe stato appropriato che il capitolo della Creazione del mondo (Bereshit) venisse letto il giorno di Rosh haShanah, anniversario della Creazione medesima.
Eppure, i Maestri hanno voluto diversamente. C’è chi spiega la dilazione come un doveroso atto di riguardo per il Sefer Torah: non sarebbe stato dignitoso cominciare una lettura per poi interromperla subito a causa dei Mo’adim. Ma c’è chi dà un’interpretazione diversa. Lo Studio della Torah deve essere intrapreso con gioia, perché la Torah stessa è gioia. Per questo occorre attendere la festa di Sukkot, avere prima sperimentato l’atmosfera gioiosa della Sukkah, il tripudio festoso del Lulav, per poi iniziare il nuovo ciclo di Parashot. Lo Shofar di Rosh haShanah, i Giorni penitenziali e il digiuno di Kippur, con il loro carattere austero, ci richiamano invece il rigore del comportamento. Rigore dell’Azione e Gioia dello Studio sono i due principi fondamentali dell'ebraismo: non a caso essi vengono riaffermati al principio di ogni anno. Rosh haShanah e Yom Kippur vengono prima di Sukkot e Simchat Torah: se non vi è Gioia non vi può essere Studio, ma se non vi è Rigore non vi può essere Gioia. Il mese di Tishrì è chiamato nella Tradizione Yerach ha- Etanim “mese dei Saldi” (I Re 8), cioè dei forti perché, come spiega il Talmud “in esso sono nati i Saldi del Mondo” (Trattato Rosh ha- Shanah 11a), i Patriarchi che sostengono il mondo con i loro meriti. Ma la parola italiana “saldi” può paradossalmente essere intesa anche nel suo significato più quotidiano. I Maestri dicono che Tishrì è “un’occasione” da non perdere per riavvicinarsi a D. Se nel corso dell’anno la Provvidenza non ci manca, pur tuttavia in questo mese Egli è più vicino all’Uomo: “cercate il S. mentre si trova” (Isaia 55). Il duplice inizio di cui abbiamo parlato vuole rinsaldare la nostra fede e il nostro impegno ebraico. Prendiamo l’abitudine di guardare ad ogni cosa con l’ottimismo che caratterizza qualsiasi novità: come se tutti i giorni dell’anno fossero altrettanti inizi! Come è noto, la nostra tradizione riconosce l’esistenza di due Torot, la Torah scritta, ovvero la Bibbia propriamente detta, consegnata a Moshè sul Monte Sinai e nella Tenda della Radunanza e da lui messa immediatamente per iscritto, e la Torah Orale. Quest’ultima raccoglie tutte le interpretazioni della Torah scritta che Moshè tramandò oralmente ai suoi discepoli.
Tali interpretazioni furono a loro volta messe per iscritto in un’epoca molto successiva, allorché si cominciò a temere che le persecuzioni avrebbero potuto privarci di questa eredità spirituale qualora non la si fosse consegnata alla carta. Nacque così la stesura della Mishnah e del Talmud. Naturalmente, il nostro approccio alla Mishnah e al Talmud ha regole e modalità assai diverse da quello verso la Bibbia. La qedushah del Sefer Torah consiste nei canoni fissi attraverso i quali noi tramandiamo la Scrittura: è quindi una qedushah oggettiva. La Torah orale, invece, “santifica il pensiero umano, il cuore dell’uomo e spalanca orizzonti nuovi all’ispirazione della qedushah” ed è dunque una qedushah del soggetto. Non c’è dubbio che la qedushah della Torah scritta, in quanto fatto oggettivo, preceda quella della Torah orale per importanza: il Sefer Torah incarna la qedushah stessa della Parola di D. Ma è anche vero che, su un piano strettamente metodologico, si può pervenire alla qedushah della Torah scritta soltanto se prima si è passati attraverso quella della Torah orale: in pratica, attraverso la Mishnah e il Talmud il cui studio richiede, come si è detto, attenta analisi e riflessione. Sembra che l’andamento delle festività autunnali voglia in qualche modo richiamarci questo principio fondamentale dell’ebraismo. Alla qedushah del Sefer Torah si perviene soltanto alla fine, festeggiando Simchat Torah. Prima si deve affrontare un attento studio di noi stessi, nel lungo periodo penitenziale segnato da Rosh ha-Shanah e Kippur. Questa preparazione è paragonabile ai meccanismi mentali dello studio della Torah orale, fatti di domande e risposte. Non a caso la tradizione adopera lo stesso termine, Teshuvah, per indicare tanto il “pentimento” che la “risposta”. Ma per giungere alla qedushah, occorre anche la ‘anavah, l’umiltà. Se la Teshuvah misura la nostra vicinanza a D., come dice il Profeta: “invocateLo quando è vicino” (Isaia 55, 6), la ‘anavah ci aiuta invece a capire quanta strada dobbiamo ancora affrontare per arrivare a D.
La ‘anavah, ben inteso, non è autoannullamento, accettazione passiva di una presunta nullità; la ‘anavah è consapevolezza attiva della propria finitezza. La ‘anavah è rinuncia ai limiti di un tetto (la dimora nella Sukkah) e tensione verso l’alto (agitazione del Lulav). Le iniziali di queste tre virtù, Teshuvah, Qedushah e ‘anavah, formano la parola tèqa’, con cui si indica il suono dello Shofar: teqà’ be-shofar gadol le-cherutenu, “suona il grande Shofar della nostra Redenzione”. Le-Shanim Rabbot, Tovot u-Mtukkanot.

Rav Alberto Somekh, Pagine Ebraiche, ottobre 2012

notizieflash   rassegna stampa
Israele - Scoperti disegni di Hesse
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Il quotidiano Haaretz riferisce che una quindicina di disegni dello scrittore tedesco Hermann Hesse saranno esposti fra due settimane dalla Biblioteca nazionale israeliana di Gerusalemme dove sono stati scoperti dopo un lungo periodo di oblio. Secondo il giornale, nel 1932 Hesse dedicò il volumetto a un ebreo tedesco di nome Menachem Weitz.  Nel 1943 la favola di Hesse raggiunse la Biblioteca di Gerusalemme: là fu registrata a matita, ma non catalogata. Solo di recente è stata recuperata da un ricercatore specializzato in letteratura tedesca e sarà esposta nel cinquantesimo anniversario della morte del celebre scrittore. Haaretz aggiunge che altri disegni sconosciuti di Hesse (datati 1927) sono stati intanto ritrovati in Israele nell'archivio del filosofo Martin Buber.


 

Günter Grass non molla, anzi, semmai raddoppia. Dopo le accese polemiche originate dalla non innocente poesiola «quello che deve essere detto»,  pubblicata sulla Süddeutsche Zeitung, con la quale attaccava Israele indicandola come la principale minaccia per la pace mondiale, adesso nel volume intitolato «Eintagsfliegen» nobilita la figura di Mordechai Vanunu, il tecnico nucleare che nel 1986 era stato condannato da una corte israeliana per avere rivelato segreti di Stato.

Claudio Vercelli


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