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19 ottobre 2012 - 3 Cheshwan 5773
l'Unione informa
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alef/tav
rav arbib
Alfonso
Arbib,
rabbino capo
di Milano
 

 


All'inizio della parashà, Nòach viene definito giusto e integro ma quando Dio si rivolge a lui gli dice "ti ho visto giusto davanti a Me". Solo "giusto" e non "integro". Rashì commenta questo versetto dicendo che, in presenza della persona, si dice soltanto una parte della sua lode mentre quando lo si descrive agli altri si elencano tutte le qualità. L'atteggiamento descritto da Rashì è diametralmente opposto a quello che è alla base del leshon harà'. In questo caso si tende ad adulare la persona in sua presenza e a parlarne male quando è assente.

Laura
Quercioli Mincer,
 slavista



laura quercioli mincer

L’amica Joelle, che insegna filosofia in un liceo parigino, mi dice che, quest’anno, gli studenti islamici oltre a non reagire affatto ad alcun tipo di stimolo la interrompono periodicamente con tono aggressivo: “Ma Aristotele era credente? Ma Platone credeva in Dio? Ma Socrate…” ecc., per poi concludere: “Ma se non erano credenti, perché noi li dovremo studiare?” “E’ una vera fortuna che non sappiano che sono ebrea” mi dice Joelle ridendo, “altrimenti sarebbe un disastro!”. Poi si interrompe un attimo a riflettere: “Ma forse sono solo un’ingenua, e lo sanno perfettamente. Ed è appunto per questo che si comportano così”.

davar
Qui Milano - Storie di sport e coraggio al convegno Ame
Manuela Migliaccio ha 28 anni e gli occhi chiari, chiunque la definirebbe una bellezza. Tre anni fa, in seguito a un banalissimo incidente, una caduta da un muretto mentre scattava una fotografia, Manuela ha perso l’uso delle gambe. Alla serata Sport per tutti, per una migliore qualità della vita, organizzata dall’Associazione medica ebraica, ha regalato un momento di grande commozione alzandosi dalla sedia a rotelle, percorrendo la sala, e raccontando al pubblico la sua storia. In piedi. A rendere possibile quello che può ancora essere considerato un miracolo è una tecnologia medica sviluppata in Israele, il progetto Re-walk, che permette a pazienti con lesione totale del midollo di camminare grazie a una struttura meccanica (un “esoscheletro”) che si integra con il funzionamento del corpo umano. A sperimentarlo in Europa è il centro Centro di Riabilitazione dell’Ospedale Valduce Villa Beretta (Lecco), guidato dal professor Franco Molteni, che ha presentato ieri sera i primi risultati: grazie alla straordinaria risposta di Manuela alle cure, è nata l’idea di lanciare l’iniziativa Maratona: la ragazza ha già partecipato alla Corsa della speranza di Lugano percorrendo un tragitto di cinque chilometri, e intende continuare ad allenarsi. “E’ importante sapere che questa tecnologia non consente di sostituire la carrozzella, ma i margini di miglioramento dell’esoscheletro sono amplissimi” ha sottolineato il dottor Molteni. “Dopo tre anni, oggi so di poter fare una passeggiata e parlare con le persone guardandole negli occhi – ha concluso Manuela – Sono tornata alla mia altezza”.  Non solo Re-Walk al centro del convegno dell’Ame (organizzato con il patrocinio del Comune di Milano e la partecipazione di Comunità ebraica, Fondazione Monte Sinai e Maccabi Italia): un’altra storia di speranza legata allo sport è stata offerta alla platea da Alberto Ceriani, non vedente dall’età di 27 anni in seguito a una malattia genetica, che ha condiviso la sua esperienza ai campionati europei di Paratriathlon svoltisi a Eilat la scorsa primavera: per Alberto oggi l’obiettivo è Rio 2016, quando il Triathlon debutterà per la prima volta alle Paralimpiadi.
Lo sport come chiave per una vita sana, e dunque piena, è stato al centro anche degli interventi più strettamente medici. Il presidente dell’Ame Milano Luciano Bassani, fisiatra, ha spiegato l’importanza della postura corretta nella vita di tutti i giorni così come in quella degli sportivi, Arsenio Veicsteinas, ordinario di Medicina dello Sport all’Università di Milano, ha messo in rilievo come la sedentarietà e l’ingerimento di eccessive quantità di cibo tipiche della quotidianità della nostra epoca rappresentino una violenza sull’organismo umano “born to run”, nato per correre, come definito da un importante studio della rivista Nature. In tema di prevenzione di rischi cardiovascolare il professor Maurizio Turiel ha parlato di prevenzione,  presentando i risultati dei controlli gratuiti del gazebo organizzato dall’Ame a Milano nelle scorse settimane. Hanno portato i propri saluti il presidente della Comunità ebraica Walker Meghnagi, Enrico Mairov dell’Associazione Monte Sinai e i consiglieri comunali Mafredi Palmeri e Ruggero Gabbai, presidente della Commissione Expo “Dopo il 2015, il nostro auspicio è quello di utilizzare le strutture dell’Expo per trasformare Milano nella città dello sport” la promessa di Gabbai.

Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked

La letteratura ebraica al femminile
Proprio nei giorni in cui le ricercatrici delle università di tutta Italia protestano contro la mancata inclusione nel programma del concorso per insegnanti di scuole primarie e secondarie da parte del ministro Profumo di storiche, scienziate, scrittrici (ad eccezione di Elsa Morante, nella foto), filosofe e artiste, così come per la mancanza di qualsiasi accenno ai movimenti femministi e agli studi di genere, l'Università Degli Studi di Milano dedica tre giorni alla scrittura ebraica femminile. Il programma è ricco e intenso, si spazia nel tempo e nella geografia dal medioevo sefardita a quello dell'yiddish antico, dal ghetto di Venezia all'East End londinese, dal secondo dopoguerra tedesco all'Argentina, dalla Vienna degli anni '20 all'Israele di oggi e ancora avanti e indietro nella storia e nei luoghi in un caleidoscopio di nomi, parole, fatti e atmosfere che si compongono, scompongono e ricompongono sotto i nostri occhi via via che relatori e relatrici si susseguono.
Che cosa fa di un testo “letteratura ebraica”? Questa è la domanda sospesa nell'aria cui tutti gli interventi tendono a rispondere. Semplicemente il tema. E' la risposta di Ana Marìa Shua, scrittrice e ricercatrice di folklore ebraico argentina. Un'opera letteraria non è “ebraica” perché lo scrittore è ebreo, ma perché è ebraico il tema. Ci sono poi naturalmente dei casi in cui è quasi impossibile distinguere fra autore e tematiche. E' l'esempio di Kafka: la sua scrittura è troppo influenzata dal fatto che Kafka è "l'ebreo" per eccellenza, e quindi viene per forza letto come ebreo.
E poi, in che cosa il fatto di essere donna, oltre che ebrea, influenza la scrittura, il modo di raccontare il mondo? Freud individuava nelle donne e negli ebrei del suo tempo le stesse psicopatologie: quelle degli esclusi che tentano di conquistarsi un posto nella società.
La serata cinematografica, tre film di registe ebree di ultima generazione raccontati e mostrati da Mino Chamla e Raffaele De Berti, sembra dimostrare la tesi di Freud: le protagoniste dei film Les Chants des mariées di Karin Albou, Cinco dias in Nora di Mariana Chenillo e Lemale' et haKhallal di Rama Burshtein sono tutte donne angelicate, votate e disposte al sacrificio per il bene della famiglia o della società...sempre e comunque di qualcun altro.

Miriam Camerini


Qui Casale - Leo Levi, un ricordo dal Piemonte
C'era anche l'imam Yahya Pallavicini tra i tanti amici venuti ad ascoltare Paolo de Benedetti nel suo secondo incontro con la Comunità ebraica di Casale. Il tema scelto dal teologo, vale a dire la figura del patriarca biblico Noè, ha richiamato una vasta folla interconfessionale di appassionati. A ben ragione, come è stato sottolineato, perché di fatto il diluvio può essere letto come una sorta di ri-creazione del mondo in cui l'Onnipotente stabilisce da capo un patto con il creato. Non solo l'uomo, ha spiegato De Benedetti, ma anche gli animali hanno un posto speciale in questo nuovo accordo. L'iniziativa era pensata anche per rendere omaggio alla singolare mostra realizzata da Carlo Pasini in Sala Carmi: una piccola Arca di Noè rivestita di puntine da disegno.
Domenica intanto la Comunità casalese renderà omaggio alla straordinaria figura di Leo Levi, poliedrico intellettuale, scrittore e musicologo distintosi sia per gli scritti che per l'impegno civile. Con la figlia Yaala Levi Zimmerman interverranno gli storici Alberto Cavaglion e Arturo Marzano. Nel corso dell'incontro, che avrà inizio alle 16, sarà inoltre proiettato il film-documentario Leo Levi. L’uomo con la Nagra e ci si soffermerà su uno dei più preziosi lasciti letterari dello stesso Levi, 'Contro i Dinosauri - Scritti Civili 1931-1971', edizione L’ancora del Mediterraneo.

Qui Firenze - Nasce l'Associazione Amici di Israele
Si è costituita a Firenze l'Associazione Amici di Israele della Toscana. Scopo dell'iniziativa è quello di organizzare, promuovere e sostenere appuntamenti di carattere culturale e sociale che possano accrescere l'approfondimento della realtà di Israele e della cultura ebraica in Toscana. Alla presidenza è stato nominato Luciano Pallini.
Questo pomeriggio a Firenze, all'Hotel Mediterraneo, prima uscita pubblica con il colloquio-intervista tra Fiamma Nirenstein, giornalista e vicepresidente della Commissione Esteri della Camera, e il direttore del Corriere Fiorentino Paolo Ermini.
Il via ai lavori, in cui si discuterà di 'Israele, le primavere arabe e l'Occidente smarrito', alle 16.30.
"E' nostro intendimento, nei limiti delle nostre capacità e forze, contrastare un'opinione largamente diffusa in questa regione che tende ad ignorare le esigenze di sicurezza che presiedono alle politiche dello Stato di Israele, una vera democrazia - spiega Pallini - e la reale volontà di ricercare intese per la pace secondo gli indirizzi definiti dagli accordi internazionali".

pilpul
L’immagine dell’insegnante
Anna SegreSi è appena concluso il mese di Tishrì con le sue feste e mi ritrovo a domandarmi con un po’ di preoccupazione e un po’ di malinconia come avrò la possibilità di festeggiare l’anno prossimo. La proposta governativa di una cattedra settimanale di 24 ore anziché di 18, infatti, spazzerebbe via tutti i delicati meccanismi che gli insegnanti ebrei nelle scuole pubbliche negoziano di anno in anno, scuola per scuola, a seconda di come ciascun preside interpreta la legge: scambi di ore con colleghi, giornate di assenza recuperate a pezzi, corse dal bet ha-keneset a far lezione un paio d’ore cercando sistemi per non scrivere, ecc. Dall’anno prossimo forse dovremo ripensare tutto da capo, con il rischio di trovarci a scegliere tra rinunciare a quasi tutte le feste o prenderci un numero esagerato di giorni di vacanza danneggiando gli allievi e facendoci detestare (non a torto) dai colleghi, che già ci invidiano il sabato libero.
Naturalmente si tratta di un problema del tutto secondario di fronte alla perdita di migliaia di posti di lavoro, o al paradosso di un orario aumentato del 30% a parità di stipendio, ma non è questa la sede adatta per discutere di questi argomenti, e tra l’altro si dovrà vedere se e come la proposta sarà poi attuata. Mi pare invece che valga la pena riflettere sul fatto che la proposta implica un ripensamento (o forse ne prende atto) sull’idea stessa di cosa sia un insegnante e quali siano i suoi compiti. L’immagine tradizionale presupponeva una persona erudita, estremamente competente, che prepara ogni lezione come se fosse una conferenza, magari documentandosi per ore, organizzando il proprio tempo in modo autonomo; una persona investita di una responsabilità notevole, che può influenzare in modo significativo la vita dei suoi allievi. Oggi sembra prendere piede l’idea un impiegato che timbra il cartellino, sale in classe e per le sue cinque ore quotidiane guida o sorveglia gli allievi mentre svolgono attività con l’ausilio di materiale già pronto, predisposto da esperti esterni. La prima immagine era già in crisi da tempo, e presupponeva un senso di responsabilità individuale che forse non è di tutti. Al di là di come andrà a finire la questione specifica, temo che la seconda immagine sia comunque destinata a imporsi. E nel mondo ebraico? Mi pare che l’idea ebraica di insegnante somigli più al primo che al secondo modello, ma le scuole ebraiche italiane non potranno fare a meno di adeguarsi alle regole comuni. Forse una riflessione sul modello di insegnante che vogliamo potrebbe essere opportuna anche all’interno delle nostre Comunità. E, già che ci siamo, un pensierino sul problema – pur marginale – delle feste ebraiche per gli insegnanti ebrei nelle scuole pubbliche non sarebbe fuori luogo.

Anna Segre, insegnante

notizieflash   rassegna stampa
Qui Cagliari - Tra fede e dialogo   Leggi la rassegna

Il rabbino capo di Roma, Rav Riccardo Di Segni,  a Cagliari per partecipare al convegno "La fede permette il dialogo?", ha incontrato il presidente dell'associazione 'Sardos pro Israele', Mario Carbon, i nell'antica 'Judaria' della città, chiamata 'ghetto degli ebrei'. Rav Di Segni ha ha tenuto una relazione - scrive Libero - "chiara e diretta sul dialogo fra le fedi in un periodo storico segnato dai fatti dell'11 settembre a New York e che hanno cambiato i termini stessi della questione in discussione". Ha poi visitato il luogo nel quale si trovava l'antica Sinagoga che, in seguito alla cacciata degli ebrei, venne trasformata nella chiesa di Santa Croce.


 

L’ex premier israeliano Ehud Olmert sta considerando seriamente l’ipotesi di presentarsi alle elezioni di gennaio alla guida del suo partito Kadima, dopo che la sua condanna per corruzione è stata sospesa dal tribunale rendendolo eleggibile.


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