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25 ottobre 2012 - 9 Cheshwan 5773
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elia richetti Elia
Richetti,
presidente dell'Assemblea rabbinica italiana
 


Questa è la prima Parashà in cui ci viene presentato come protagonista Avrahàm. La presentazione comincia con un imperativo d’azione: “Lekh lekhà”, “va’ per te”, vai, agisci. Esaminando gli eventi raccontati dalla Torà ed i personaggi che ne scaturiscono, i Maestri del Talmùd ci forniscono un’informazione alquanto di difficile spiegazione: “la medaglia di Avrahàm mostrava un vecchio ed una vecchia su una faccia, un giovane ed una giovane sull’altra”. Che cos’è la medaglia di cui parlano? Da dove si ricava che Avrahàm l’avesse? E che cosa rappresentano quelle figure? E perché –contro una logica di tipo cronologico– viene descritta prima la facciata in cui compaiono un vecchio ed una vecchia, e solo dopo quella in cui i personaggi compaiono con aspetto giovanile? In primo luogo dobbiamo tener presente che la parola “matbéa‘”, medaglia, ha anche altri significati. La medaglia si chiama così in ebraico in quanto vi viene impresso (“nitbà‘”, dalla stessa radice di “matbéa‘”) un segno o un’immagine identificativa. Non a caso anche la natura di qualcosa, il suo modo di essere, viene indicato col la stessa parola, o con un’altra della stessa radice, “Téva‘”. Ad esempio, il “modulo” caratteristico delle benedizioni è il “matbéa‘” fissato dai Maestri. Quindi la “medaglia” altro non è che la più intrinseca essenza, la caratteristica principale identificativa del personaggio Avrahàm. Tale caratteristica è rappresentata innanzitutto da un vecchio e da una vecchia. Notiamo subito che qui non abbiamo solo la figura maschile: ciò ci dice che Avrahàm da solo non realizza la sua finalità nel mondo, a meno che non sia affiancato da Sarà; ma ci dice anche che la conoscenza di Avrahàm (la vecchiaia è simbolo di conoscenza, secondo il detto dei Maestri che affermano che la parola “zaqèn”, vecchio, è allusiva a colui – “zè” – che ha acquisito – “she-qanà” – conoscenza) non riguarda solo la sua personale realtà, ma una realtà che comprende tutto l’ambiente umano, ossia anche “l’altra parte del cielo”. Dal racconto della Torà sappiamo che questa conoscenza di Avrahàm – quella dell’esistenza di un solo D.o – può esplicarsi solo attraverso un “Lekh lekhà”, un distacco dalle convenzioni e convinzioni del tempo e del luogo; è da questo distacco che Avrahàm comincia ad essere un personaggio. Il punto finale di questo processo – lo leggeremo nella prossima Parashà – è un altro “Lekh lekhà”, un altro muoversi, quello che dovrà realizzarsi nella legatura di Itzchàk. Per comprendere correttamente quest’episodio dobbiamo far mente a come esso viene ordinato ad Avrahàm: “...fallo salire lì per un olocausto...”. Il vero scopo della legatura è quello di fornire un esempio di obbedienza e di fede alle generazioni future, a quel giovane ed a quella giovane che compaiono sull’altra faccia della medaglia. Avrahàm non sarebbe Avrahàm se non puntasse non solo alla conoscenza, ma alla sua trasmissione di generazione in generazione. Questo è il messaggio, l’insegnamento che la vicenda di Avrahàm ci trasmette; insegnamento che è alla base stessa del nostro essere Ebrei.


Sergio
Della Pergola,
Università Ebraica
di Gerusalemme


Sergio Della Pergola
Noam Chomsky, il controverso attivista, critico politico, intellettuale pubblico, storico, logico, esperto di scienze della cognizione, filosofo e linguista ebreo americano, professore emerito al Massachusetts Institute of Technology (MIT), è arrivato la scorsa settimana a Gaza per partecipare a un convegno all'Università Islamica (IUG). Chomsky ha dichiarato alla televisione palestinese di aver "visto alcune cose che sperava di vedere". Quali siano queste cose viste non è dato sapere. Se ha visto tanta povertà, vuol dire che sperava di vedere tanta povertà. Se invece sperava di non vedere tanta povertà, vuol dire che non ha visto tanta povertà. Avrà visto qualche giovane del Jihad islamico che lanciava un missile kassam contro Israele? Oppure uno che invece di lanciarlo ne smontava i pezzi e li mandava alla rottamazione? Avrà visto dei giovani studenti islamici critici dell'America? O magari soddisfatti dell'esemplare pluralismo accademico dell'Università Islamica? O forse ha visto la gigantografia di quel campione dell'illuminismo libertario caro a Chomsky, l'Emiro del Qatar Sheikh Hamad bin Khalifa Al Thani, che in visita a Gaza ha portato 400 milioni di dollari al governo di Hamas? Una cosa è certa: Chomsky e l'Emiro hanno raggiunto Gaza per via terrestre, e il primo ministro Ismail Haniyeh ha proclamato pubblicamente la fine ufficiale del blocco di Gaza. Senza bisogno di tante imbarcazioni.

davar
Il presidente UCEI Renzo Gattegna a Gerusalemme
in missione con Mario Monti e i suoi ministri
Il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna è oggi in Israele con la delegazione del governo, guidata dal presidente del Consiglio Mario Monti, a Gerusalemme per il terzo summit intergovernativo italo-israeliano. Tra i vari appuntamenti nell'agenda del presidente dell'Unione la visita, a fianco del ministro della Giustizia Paola Severino, al Memoriale e al Giardino dei Giusti dello Yad Vashem, la visita al Museo Yad Ben Zvi per l'inaugurazione della mostra 'Fotografandoci' a cura dell'Ansa, e l'incontro – sempre in compagnia del Guardasigilli – con gli Italkim, la Comunità degli italiani d'Israele.
           

Collegio rabbinico - Una nuova stagione per lo studio
Come da tradizione, la prima domenica dopo Shabbat Bereshit è iniziato il nuovo anno accademico del Collegio rabbinico italiano. Il direttore rav Riccardo Di Segni ha tenuto la lezione inaugurale, in un’Aula magna stracolma di gente, su un passo del Talmud dal trattato Bava Metzi’à. È seguita poi una lezione tratta dal Talmud Berakhot sulla creazione dell’uomo e della donna. Dopo di ciò è stato illustrato il programma di studio per le diverse classi (corso di maskil, corso femminile di bagrut, corso superiore, corsi per adulti, corsi per i liceali che non frequentano la scuola ebraica e per quelli che la frequentano, corso preparatorio per le scuole medie). Se l’anno di studio è iniziato solo da una dozzina di giorni, gli allievi del Collegio sono stati attivi già durante i Mo’adim. Tre giovani maskilim romani di nascita o di adozione si sono recati in diverse comunità d’Italia per assistere nella chazanut, per tenere lezioni e derashot e per svolgere attività varie: Gabriele è stato a Parma per Rosh haShanah e aMilano per Sukkot; Jacov è stato a Torino per Rosh haShanah e a Milano per Kippur; Ariel si è recato a Siena per Kippur. Altri allievi del Collegio hanno collaborato in diversi battè keneset durante le tefillot dei Mo’adim. Le materie che sono oggetto di studio al Collegio rabbinico sono Torah con commenti, Tanakh, Mishnà, Talmud, Halakhà, Midrash, Lingua ebraica, Storia e pensiero. Quest’anno, fra l’altro, saranno studiati i trattati di Sotà e Ketubbot per il Talmud, Bava Metzi’à e Pesachim per la Mishnà, le regole della Kashrut e di Shabbat e Mo’ed per la Halakhà, il libro Mesilat Yesharim di Rabbi Moshè Chaim Luzzatto per il pensiero, i libri di Giosuè, Giobbe e Tehillim per il Tanakh, e molto altro ancora. Come dice l’Haggadà di Pesach, chi ha fame (di studiare) venga e mangi…
Come negli scorsi anni, l’UCEI bandisce quattro borse di studio per studenti che intendano frequentare il Collegio rabbinico, sia residenti a Roma che fuori (per accedere al bando, con scadenza 30 novembre, clicca qui).
Per ulteriori informazioni sul bando e sui programmi, rivolgersi a cri@ucei.it.

Gianfranco Di Segni, coordinatore del Collegio rabbinico italiano


Da Parigi a Torino, sulle tracce del gusto kosher
Chiude i battenti oggi a Parigi il Salon International de l'Agroalimentaire, una delle più importanti rassegne dedicate al settore agroalimentare, con 5900 espositori da più di cento paesi e 140 mila visitatori provenienti di 200 nazionalità.
La manifestazione funge ovviamente anche da fucina e cassa di risonanza delle ultime tendenze in fatto di gusto e alimentazione e ha proposto in questa edizione, per la seconda volta nella sua storia, una serie di percorsi tematici. Così non stupisce il fatto che, accanto ai prodotti biologici, al commercio equo e solidale, al cibo take-away, ai visitatori sia stata offerta una ricca incursione nel mondo del kosher con decine e decine di espositori scrupolosamente elencati nell’opuscolo dedicato: “Oltre alla domanda originata dalle comunità ebraiche, la tracciabilità della provenienza del cibo garantita dai controlli delle autorità certificatrici riassicurano anche il resto dei consumatori: il mercato cresce ogni anno del 10 per cento”, la spiegazione fornita per il grande interesse del Sial nei confronti del cibo preparato secondo i dettami della legge ebraica. Grande interesse da parte dei visitatori anche per lo stand dello stato d’Israele nel padiglione dedicato alle esposizioni nazionali. Il testimone passa adesso al Salone del Gusto di Torino inaugurato ieri sera, un appuntamento imperdibile per gli appassionati di enogastronomia nel segno della qualità e della sostenibilità.
“Torino, a tutti gli effetti, è una delle capitali mondiali delle politiche che riguardano il futuro del cibo” ha ricordato il presidente di Slow Food Italia Roberto Burdese. Un’affermazione ulteriormente rafforzata dalla fusione tra Salone del gusto e Terra Madre, l’organizzazione che “riunisce tutti coloro che fanno parte della filiera alimentare e vogliono difendere l'agricoltura, la pesca e l'allevamento sostenibili, per preservare il gusto e la biodiversità del cibo”, come si legge nella sua presentazione.
E in effetti la ricchissima offerta di eventi, conferenze e momenti di degustazione del Salone torinese si declina secondo un unico comun denominatore: quello di coniugare la straordinaria tradizione culinaria italiana, nella sua diversità regionale, con il concetto di solidarietà, e sviluppo sostenibile a livello globale. Tra le tante iniziative paradigmatiche, le bancarelle dei “Mercati della Terra”, che offrono prodotti da tutto il mondo, tra cui spicca il Farmer’s Market di Tel Aviv, che inaugurato nel 2008, ogni settimana offre i migliori prodotti locali, dall’olio al formaggio, dall’humus, agli ortaggi. Il tutto secondo la filosofia che Salone del Gusto e Terra Madre promuovono: acquistare prodotti unici, ma soprattutto “ascoltare il racconto di chi ha coltivato, allevato o trasformato il cibo, di chi è impegnato a promuovere metodi di produzione rispettosi dell’ambiente, attenti alle risorse naturali, alla conservazione della biodiversità, alla giustizia sociale”.

Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked

pilpul
Qui Roma - Assieme ai Testimoni
Molte le cerimonie che si sono susseguite nella scorsa settimana dedicate al 16 ottobre 1943, data tristemente nota come il "sabato nero" in cui avvenne la razzia dal Portico d'Ottavia di 1024 ebrei, di cui solo sedici fecero ritorno strappati dalle proprie case, imprigionati nei treni e deportati ad Auschwitz. Molti gli eventi in agenda: dalla consegna alla Comunità Ebraica di Roma dei documenti ritrovati nell’archivio di Bad Arolsen che riguardano i trecentocinquanta bambini ebrei deportati da Roma fra il 16 ottobre 1943 e il giugno 1944, alla marcia silenziosa organizzata assieme alla Comunità di Sant'Egidio cui ha partecipato il Presidente del Consiglio Mario Monti accolto poco prima nel Tempio Spagnolo dai vertici comunitari, il rabbino capo di Roma rav Riccardo Di Segni e il presidente Riccardo Pacifici assieme al presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, per citarne solo alcuni. A tutti hanno partecipato i testimoni della Shoah, ritratti in questa foto-collage che Fabrizio Pavoncello ha gentilmente concesso alla redazione.

Roma e Israele
La notizia della mancata ricandidatura di Silvio Berlusconi alle prossime elezioni impone, a chi si interessa di politica, delle evidenti riflessioni.  La giornata di ieri è stata forse per molti un momento per ripensare ai risultati ottenuti dal Cavaliere negli ultimi vent’anni. Da parte mia il giudizio negativo sui risultati ottenuti è fuori discussione; la mancata rivoluzione liberale e quelle riforme sempre promesse e mai compiute non possono lasciare alcun dubbio. Su un aspetto però, come ebreo italiano, credo che a Berlusconi debba essere riconosciuto un grande merito: l’amicizia con Israele. Seppur con talune ambiguità, dalla nascita dello Stato d’Israele, non avevamo mai avuto un Presidente del Consiglio così vicino allo Stato ebraico. Abituati alle politiche filo palestinesi dei governi precedenti, Berlusconi è stato il primo Presidente a prendere pubblicamente certe posizioni su Israele, contribuendo a modificare il clima di ostilità che si respirava precedentemente in questo paese. Ripeto, lo ha fatto con le ambiguità che caratterizzano la politica estera di ogni Stato, ma la verità è che almeno su questo aspetto gli dobbiamo tanto. Grazie a lui oggi in Italia possiamo affermare con orgoglio di essere vicini a Israele. So che a molti costerà ammetterlo, ma non è poco e per questo, almeno su questo, penso che un riconoscimento a Berlusconi sia più che dovuto.

Daniel Funaro, studente

notizieflash   rassegna stampa
In Israele le start-up italiane   Leggi la rassegna

L’Italia porta in Israele le proprie start-up high tech e presenta a livello internazionale il nuovo sistema di sostegno elaborato dal Governo. Si svolge al porto di Jaffa la giornata italiana dedicata alle start-up e all’high tech, organizzata dagli attori del Sistema Italia presenti a Tel Aviv nell’ambito della Conferenza Digital - Life - Design, che rientra a sua volta tra le iniziative del Festival Internazionale DLD  dedicato ai media e giunto alla sua seconda edizione. Evento, aperto dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Francesco Profumo, in Israele per partecipare al vertice intergovernativo italo-israeliano con il Presidente del Consiglio Mario Monti e i Ministri dello Sviluppo Economico Corrado Passera, degli Esteri Giulio Terzi, della Giustizia Paola Severino e della Difesa Giampaolo Di Paola. 
 

Ancora spazio sui giornali alla vicenda dei raid fascisti nei licei romani. A raccontare la reazione degli studenti del Giulio Cesare è Repubblica Roma, che riferisce anche del contro-flashmob organizzato dai ragazzi “La scuola è il futuro e il futuro non si tocca”, così come l’Unità che porta la notizia in prima pagina, unendola a quella delle proteste contro i tagli alla scuola.














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