Qui Gerusalemme - Il presidente Monti: "Gli italiani e questo governo ammirano molto Israele"
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"Sono
venuto con un team di ministri che ha avuto opportunità di dialogo con
i rispettivi omologhi, oltre all'opportunità di parlare di proposte
concrete e risultati futuri da ottenere. Gli italiani e questo governo
sono ammirati molto da Israele, da ciò che rappresenta e dai successi
raggiunti negli ultimi anni". Così il presidente del Consiglio Mario
Monti in occasione della fine dei lavori del terzo summit
intergovernativo Italia-Israele di Gerusalemme, il primo a svolgersi
sotto il suo mandato. Numerosi i ministri che hanno preso parte
all'incontro, significativamente declinato su tre grandi tematiche –
crescita, scienza, cultura – e impreziosito dalla stipulazione di
accordi di comune impegno con benefici nel breve e nel medio-lungo
termine. Il tutto nel paese della ricerca e delle start up per
eccellenza. La “start up nation”, come è universalmente conosciuto
Israele per la sua capacità di essere incubatore di nuove idee e nuovi
stimoli per il mercato. Nel corso dei colloqui si è anche parlato
anche della lotta senza quartiere ai fautori dell'odio, della minaccia
subdola e strisciante rappresentata dai nemici della Memoria. “Ogni
tentativo di negazionismo della Shoah è inverosimile e l'Italia resterà
sempre vigile nei confronti di cose che possono sembrare sparite”, ha
ribadito Monti. Ad accompagnare la delegazione governativa il
presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna.
Tra i vari appuntamenti cui ha preso parte la visita al Memoriale dello
Yad Vashem in compagnia del Guardasigilli Paolo Severino, la visita a
Fotografandoci, prestigiosa rassegna fotografica curata dall'Ansa e
ospitata al Museo Yad Ben Zvi, e l'incontro con gli Italkim, la
Comunità degli italiani di Israele. “A nome di tutti gli ebrei
italiani – ha affermato Gattegna – ringrazio il presidente del
Consiglio per le parole di vicinanza, così dense di significato,
pronunciate per rimarcare il nesso indissolubile che lega Italia e
Israele. Due paesi amici, accomunati da aspirazioni e ideali
straordinari, che credono e assiduamente si impegnano per un futuro di
pace, progresso e democrazia a beneficio dell'intera collettività
umana”.
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Qui Livorno - I primi 50 anni del Tempio |
Gli
ebrei livornesi si apprestano, domenica prossima, a festeggiare i primi
50 anni della sinagoga ricostruita, su progetto dell'architetto romano
Angelo Di Castro, sulle macerie del maestoso Tempio seicentesco che fu
per secoli orgoglio della Nazione ebraica. Le celebrazioni, suddivise
in vari appuntamenti di grande significato, saranno aperte a tutta la
cittadinanza nella migliore tradizione di incontro e dialogo che da
sempre caratterizza questa realtà. Molteplici le attività previste:
dalla cerimonia ufficiale in sinagoga all'inaugurazione di una mostra
fotografica ad hoc alla Goldonetta, dalla presentazione del volume Un
Tempio Nuovo per una Fede Antica della professoressa Funaro al concerto
conclusivo del Coro Ernesto Ventura. Tra i momenti più attesi
l'introduzione di un nuovo Sefer Torah tra i rotoli custoditi in piazza
Benamozegh: il Sefer, dedicato alla memoria di Benjamin, Moise e Flora
Yerushalmi, farà il suo ingresso in tarda mattinata. Prenderanno tra
gli altri la parola, assieme alle massime autorità cittadine, il
presidente della Comunità ebraica Vittorio Mosseri e il rabbino capo
Yair Didi. “Imposterò il mio discorso sulla gioia e sull'importanza di
esserci ancora malgrado le avversità. Il Tempio di Livorno – spiega
Mosseri – è un luogo cardine di questa città speciale che non ha mai
avuto un Ghetto e in cui le vicende della realtà ebraica si intrecciano
indissolubilmente con quelle di tutta la popolazione. Domenica sarà
pertanto una grande festa di tutti”. Parallelamente ai
festeggiamenti per il Cinquantenario, Livorno renderà omaggio alla
figura di un suo illustre cittadino ebreo, Giuseppe Emanuele
Modigliani. Fratello maggiore del celebre pittore Amedeo, Modigliani si
rivelò una figura fondamentale nella storia sociale e politica
livornese. Parlamentare, antifascista viscerale, fu tra coloro
dall'esilio prepararono il ritorno alla democrazia repubblicana
nell'Italia del dopoguerra. L'occasione per approfondire i suoi meriti
sarà data dal convegno Giuseppe Emanuele Modigliani 1872-1947: il ruolo
dei socialisti nella costruzione della democrazia in Italia in
programma al Museo di Storia Naturale del Mediterraneo in occasione del
140esimo anniversario della sua nascita.
a.s – twitter @asmulevichmoked
(Nell'immagine un momento della cerimonia di inaugurazione, avvenuta il 23 settembre del 1962)
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Qui Genova - Adei a porte aperte |
Tempo
di novità in casa Adei Wizo, l’Associazione donne ebree d’Italia,
affiliata alla Women International Zionist Organization: a partire da
questo autunno Adei ha deciso di aprire le proprie porte anche agli
uomini istituendo, all'interno dell'associazione, il gruppo Amici
dell'Adei Wizo. Un'esperienza inedita nel nostro paese, spiega la
presidente Ester Silvana Israel , “ma che non è nuova nel panorama
delle federazioni Wizo internazionali”. Presentazione ufficiale del
progetto la prossima domenica 28 ottobre nella location messa a
disposizione a Genova da Elena Maruffa Hayon e con gli interventi di
Esther Mor, capo dipartimento della raccolta fondi mondiale della Wizo,
di Roberta Nahum, che analogo compito svolge per l'Adei, e della
presidente Israel. Presente ai lavori anche Grazia Sciunnach,
vicepresidente nazionale.
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Elezioni in piccolo |
Periodo
di elezioni nelle scuole superiori: i ragazzi sono chiamati a scegliere
i propri rappresentanti di classe e d’istituto; per quest’ultimo nella
mia scuola, forse a causa di un sistema elettorale che potremmo
definire“minoritario” (volto a favorire l’elezione di rappresentanti di
liste diverse) si confrontano più liste di due o tre candidati
ciascuna, con programmi molto simili tra loro, tutte concentrate su
proposte pratiche (comunicazione interna, feste, specchi nei bagni,
ecc.) e programmaticamente neutrali dal punto di vista politico.
Inevitabilmente gli eletti prima o poi si troveranno a prendere
decisioni in qualche modo ideologiche, fosse anche semplicemente
scegliere se fare una festa più o meno costosa in una discoteca più o
meno chic; eppure in campagna elettorale le discussioni ideologiche
sembrano bandite. È una caratteristica dei giovani d’oggi? Non direi,
visto che abbiamo assistito a fenomeni per ceri versi analoghi nelle
nostre elezioni comunitarie o per l’UCEI; qui i meccanismi elettorali
hanno determinato a volte una tendenza opposta (liste unitarie formate
da persone con opinioni molto distanti tra loro su temi anche
rilevanti), ma l’effetto in fondo è simile: le elezioni non sono più un
momento di confronto tra diverse opinioni, e il dibattito ideologico
avviene in altre sedi, dove parteciperanno solo le persone interessate.
Le elezioni invece coinvolgono tutti, (non si scappa, anche non votare
è una scelta), più o meno vicini e più o meno politicizzati: quale
occasione migliore per un ampio confronto tra diverse opinioni? Perché
sprecarla? Forse in entrambi i casi (la scuola e il mondo ebraico) si
tende a pensare che il contesto sia troppo ristretto - non si scomodano
le ideologie per poche centinaia di voti. A me pare invece che proprio
i piccoli numeri dovrebbero rappresentare un incentivo: se un voto o
due possono fare la differenza ciascuno sa di essere rilevante e sente
il peso di questa responsabilità; a maggior ragione dunque dovrebbe
aver voglia di esprimere la propria opinione e non limitarsi a scrivere
un nome o fare una crocetta delegando il dibattito agli “addetti ai
lavori”. Anche così, comunque, le elezioni “in piccolo” sono utili,
perché costituiscono una sorta di palestra che aiuta ad allenarsi per
quelle “grandi”: questo è vero per elezioni scolastiche, dove i ragazzi
imparano la democrazia, ma in fin dei conti è vero anche per le nostre
Comunità, dove i piccoli numeri forse una volta tanto possono essere in
parte un vantaggio.
Anna
Segre, insegnante
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notizieflash |
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rassegna
stampa |
Legge Mancino - Naziskin austriaco consegnato alla Digos di Bolzano |
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Leggi
la rassegna |
Consegnato
dalle autorità austriache alla Digos di Bolzano un naziskin condannato
per violazione della Legge Mancino contro l'istigazione all'odio
razziale. Oezer Tomboli, 39 anni, residente a Innsbruck, nel 2005 aveva
patteggiato un anno e sette mesi di reclusione oltre a un risarcimento
in solido destinato alla Comunità ebraica di Merano, costituitasi parte
civile.
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La
visita del primo ministro israeliano Mario Monti in Israele
(accompagnato tra gli altri dal presidente dell’Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane Renzo Gattegna) e i colloqui con il premier
israeliano Netanyahu vengono ripresi da molte testate.
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