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2 novembre 2012 - 17 Cheshwan 5773
l'Unione informa
ucei 
moked è il portale dell'ebraismo italiano
alef/tav
rav arbib
Alfonso
Arbib,
rabbino capo
di Milano
 

 

La parashà comincia con una rivelazione di Dio ad Avrahàm ma subito dopo Avrahàm si occupa di tre ospiti capitati là da lui. Rashì dice che Avrahàm chiede a Dio di avere un attimo di pazienza perché deve occuparsi degli ospiti. L'interpretazione di Rashì è paradossale, ricevere la rivelazione divina dovrebbe teoricamente essere la più elevata aspirazione spirituale ma Rashì dice che la hakhnassàt orchìm - l'accoglienza degli ospiti - ha la precedenza.
Sono state date moltissime interpretazioni di questo paradosso. Rav Shlomo Wolbe per esempio dice che la creazione è il conseguimento di un risultato. Occuparsi degli ospiti è un atto di servitù e la massima aspirazione dell'uomo non deve essere il risultato ma la capacità di essere servo di Dio. Alla fine della Torà, di Moshè si dice che è stato e sarà il più grande dei profeti ma Moshè muore come eved hashem - servo di Dio. Ma forse il messaggio più semplice di questo midrash è che spesso siamo chiamati a scegliere non fra il bene e il male ma fra due tipi di bene.

Laura
Quercioli Mincer,
 slavista



laura quercioli mincer

Durante l’insurrezione del ghetto di Varsavia dell’aprile 1943, vi fu un giovane polacco che d’improvviso decise di unirsi alla rivolta ebraica. Si chiamava Stefan Sawicki, era biondo e aveva gli occhi azzurri, e  veniva da una famiglia di salde tradizioni socialiste e filosemite. Morì nel ghetto, con le armi in mano, a 17 anni. Da una figura così potevano nascere canti e leggende. Ma Stefan non è diventato un eroe né degli ebrei né dei polacchi. A quanto pare su di lui è stato scritto un solo articolo, che appare oggi nel portale dedicato alla tradizione della sinistra democratica polacca.

davar
Qui Lucca - I grandi del fumetto con Pagine Ebraiche
I grandi del fumetto italiano protagonisti d'eccezione alla presentazione di Comics & Jews, terzo dossier di Pagine Ebraiche dedicato al rapporto tra cultura ebraica e mondo del graphic novel. Nella splendida cornice del Lucca Comics & Games, tra le più importanti rassegne sul fumetto a livello internazionale, il grande illustratore italiano Vittorio Giardino, i fumettisti Luca Enoch, autore di La banda Stern in uscita in questo giorni, e Walter Chendi, che due anni fa conquistò il pubblico di Lucca con La porta di Sion, l'autrice e illustratrice Cinzia Leone, Giorgio Albertini, disegnatore ed esperto di illustrazione storica, si sono confrontati sul tema del rapporto tra storia e fumetto. Presente in sala anche David B., autore de Il Mio Miglior Nemico (Rizzoli Lizard).
A introdurre il dibattito il direttore dei dipartimenti informazione e cultura dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Guido Vitale, coadiuvato da Ada Treves, coordinatrice di Comics & Jews.
Può il fumetto raccontare la grande Storia? Ancora di più, può il fumetto raccontare la storia di personaggi realmente esistiti, senza incorrere nel rischio di divulgare inesattezze e interpretazioni che, non provenendo da storici di professione, possono creare storture? Queste le domande al centro del confronto, che ha preso spunto in particolare dall'opera di Enoch dedicata alle controverse vicende del gruppo che scelse di combattere l'occupazione britannica del futuro Stato d'Israele con ogni possibile mezzo. Ricordando sempre che quando si tratta di approfondire episodi di storia ebraica novecentesca se è vero che gli spunti non mancano, l'autore dovrà tuttavia prestare ancora più attenzione per evitare di cadere in stereotipi e banalizzazione, hanno concordato i relatori. Perché, come ha ricordato Vittorio Giardino, "il compito del fumetto non è quello di avvalorare cliché e consolare il lettore, bensì quello di instillare dubbi".

Rossella Tercatin - twitter @rtercatinmoked

Qui Vercelli - Una giornata per ritrovarsi
Una giornata speciale per la Comunità ebraica di Vercelli. Approfittando della festività nazionale, diverse decine di persone provenienti da Milano e Torino, si sono unite ai vercellesi per esplorare la città e la sua tradizione ebraica, oltre per un pomeriggio di studi. A guidarli alla scoperta dell’antico ghetto e dell’imponente sinagoga risalente al 1878 è stata il presidente della Comunità Rossella Bottini Treves, mentre ad animare gli studi hanno pensato il direttore del Dipartimento educazione e cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane rav Roberto Della Rocca e il rabbino Alberto Somekh. “La giornata è iniziata verso mezzogiorno: la gente proveniente da Milano accompagnata da rav Della Rocca ha visitato Vercelli ed è rimasta molto colpita dalle sue bellezze – racconta Bottini Treves – Dopo pranzo ci siamo ritrovati tutti in Tempio. È stata una grande opportunità per pregare e trascorrere del tempo insieme al di fuori delle feste solenni o delle cerimonie ufficiali in cui la sinagoga viene anche aperta al pubblico: un momento speciale, come non ci accadeva da anni”. A partecipare alla giornata sono stati anche i nipoti del rav Gustavo Calò, l’ultimo rabbino capo di Vercelli. Per l’occasione il rav Somekh ha intonato un Kaddish per la moglie del rabbino secondo il particolare rito vercellese. Il resto del pomeriggio è stato dedicato allo studio nella sala dell’ex collegio Foa. Rav Della Rocca ha tenuto una lezione dal titolo “Non c’è Torah senza etica”, mentre rav Somekh si è intrattenuto sul tema del voto alle donne nella legge ebraica, tracciando un paragone tra la tradizione ashkenazita e quella sefardita. Dopo un rinfresco è arrivato il momento dei congedi: solo un arrivederci ha tenuto a sottolineare il presidente. L’appuntamento a Vercelli è infatti per uno shabbaton del Dec la prossima primavera. “È stata una giornata intima e piacevole, penso siano rimasti tutti molto contenti” conclude il presidente.

Qui Firenze - Giovani ebrei d'Italia a Congresso
Ad aprire i lavori un intervento del sindaco Renzi
'"18 anni e non li dimostra”. Questo lo slogan del 18esimo Congresso ordinario dell'Unione Giovani Ebrei d'Italia in programma nel fine settimana a Firenze con ospite d'onore il sindaco Matteo Renzi. Riuniti nelle strutture della Comunità ebraica per tre giorni di lavoro, dibattito ma anche divertimento oltre 180 ugeini da tutta Italia. Un'edizione da record, sottolinea il presidente Daniele Regard: "Ci troviamo di fronte a numeri estremamente significativi che ci riempiono di orgoglio - afferma - e che sono il suggello ideale a un anno di impegno e progettualità. Sono molto soddisfatto". Il Congresso si aprirà questo pomeriggio, dopo l'inizio di Shabbat, con i saluti delle autorità, la seduta plenaria, l'elezione del presidente del Congresso e le relazioni di Regard e del tesoriere sull'anno di governo che va concludendosi. Domani invece lavoro suddiviso in commissioni, formulazione di nuove proposte operative e incontro con il presidente di Equality Aurelio Mancuso per parlare di minoranze, diritti, democrazia. La sera festa elegante in una nota discoteca fiorentina e domenica, di buon mattino, inizio delle operazioni di voto relative alle mozioni dell'assemblea oltre alla nomina del Consiglio Esecutivo e del Collegio dei Garanti per l'anno 2013.

pilpul
Rottamare o riciclare
Anna SegreMi permetto di tornare sul tema già toccato ieri da Daniel Funaro da una prospettiva un po’ diversa. Non è mia intenzione esprimermi a favore o contro l’uno o l’altro personaggio della politica italiana, né è questa la sede per farlo. Devo dire però che trovo la metafora della rottamazione profondamente inquietante. Si parla di personaggi politici con la loro storia, le loro idee, le battaglie che hanno portato avanti, le cariche che hanno ricoperto. Dietro alla metafora della rottamazione c’è l’idea che si possa semplicemente prenderli e buttarli via, che sia opportuno eliminarli completamente dalle nostre vite come se non fossero mai esistiti. Un’immagine che va molto al di là di una generica, e tendenzialmente condivisibile, esigenza di cambiamento e rinnovamento. Esigenza sentita anche nell’UCEI e nelle nostre Comunità: è giusto e utile, infatti, che nei Consigli non siedano sempre le stesse persone, che, pur con la loro competenza e con i loro meriti, finiscono inevitabilmente dopo alcuni anni per cadere nell’abitudine e affrontare i problemi in modo stanco, statico, senza la capacità di immaginare soluzioni originali. L’arrivo di altre persone, con idee e competenze nuove, può rappresentare indubbiamente un’opportunità; a condizione, beninteso, che non si voglia buttare via per principio quanto di buono è stato fatto nel passato. Il problema a mio parere non è la persona in sé ma la persona sempre nello stesso posto. Se proprio si volesse una metafora legata all’idea degli scarti (che in sé non mi piace), più che di rottamazione si potrebbe parlare di riciclaggio: chi ha dato prova di onestà e competenza in un contesto potrebbe fare altrettanto in contesti diversi (politica locale, libri, giornali, fondazioni, ecc.) e non vedo perché si dovrebbe auspicare la sua completa sparizione, seppur metaforica. In particolare nel mondo ebraico, con i nostri piccoli numeri, nessuno si sognerebbe di “rottamare” le persone; ciascuno iscritto è troppo prezioso e gli incarichi sono molti: archivi e biblioteche, commissioni cultura o culto, gestione di centri sociali, visite guidate alle sinagoghe, interventi nelle scuole, attività per Israele e chi più ne ha più ne metta; è praticamente impossibile che un ex Presidente o Consigliere che abbia voglia di lavorare sia costretto a starsene con le mani in mano. Al di là delle metafore, chi ha lavorato in passato per la collettività non dovrebbe essere considerato un paria da evitare ma, anzi, una risorsa da sfruttare: una società che considera aver ricoperto una carica pubblica un marchio d’infamia dimostra di essere profondamente malata.

Anna Segre, insegnante

notizieflash rassegna stampa
A Palazzo Vecchio per parlare
di patrimonio ebraico europeo
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Torna l'appuntamento con settimana della cultura e dell'arte Florens (3-11 novembre). Tra gli incontri di maggior interesse una tavola rotonda sulla tutela e sulla valorizzazione del patrimonio ebraico europeo che si aprirà domenica 4 novembre alle 17 nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio. L'incontro, promosso dall'Opera del Tempio Ebraico di Firenze, sarà moderato da Wlodek Goldkorn e vedrà la partecipazione di numerosi ospiti del mondo della cultura e delle istituzioni ebraiche nazionali.
Clicca qui per la presentazione



 

Lotta senza quartiere all'antisemitismo. A ribadirlo, nel corso di un incontro svoltosi ieri a Parigi, il presidente francese Hollande e il suo omologo israeliano Netanyahu (...).



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