se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai  click qui

8 novembre 2012 - 23 Cheshwan 5773
linea
l'Unione informa
ucei 
moked è il portale dell'ebraismo italiano
 
alef/tav
linea
elia richetti Elia
Richetti,
presidente dell'Assemblea rabbinica italiana
 


Il Midràsh racconta che Rabbì ‘Akivà’, mentre faceva lezione, si accorse che il pubblico si stava assopendo; per svegliarlo, disse: “Come mai Estèr ha regnato su centoventisette province? Perché la pronipote di Sarà, che ha vissuto centoventisette anni, era opportuno che regnasse su centoventisette province!”. Questo episodio suscita qualche domanda. Innanzitutto, dov’è il legame tra Sarà ed Estèr, al di là della mera discendenza (ma allora il riferimento poteva essere fatto con qualunque donna ebrea)? E poi, come può un giochetto numerico di questo genere avere il potere di ridestare un pubblico insonnolito? La risposta sta nel fatto che in realtà Estèr ha potuto regnare su 127 province proprio grazie agli anni di Sarà. La Torà sottolinea a proposito di Avrahàm e di Sarà che essi “ba’ìm ba-yamìm”, “giungevano ai giorni” previsti per la loro vita; nella spiegazione dei Maestri, ciò significa che tutti quei giorni erano ed erano stati vissuti con pienezza, nessuno di essi era passato inutilmente. Ogni giorno ed ogni ora dei 127 anni della vita di Sarà erano stati sfruttati per mettere in pratica l’ordine divino e compiere la Sua volontà. Questo merito aveva fatto sì che Estèr potesse regnare su 127 province e provvedere così alla salvezza del popolo ebraico, perché senza i 127 anni “pieni” di Sarà non ci sarebbe stato alcun popolo ebraico da difendere. Queste considerazioni sono dunque adatte a risvegliare un pubblico dormiente, un pubblico che va ridestato alle sue responsabilità.


Sergio
Della Pergola,
Università Ebraica
di Gerusalemme


Sergio Della Pergola
La vittoria di Barack Obama alle presidenziali americane è alquanto imbarazzante per quanti in Israele e nella diaspora ebraica hanno svolto un'accanita, amara e perdente campagna di opinione a favore di Mitt Romney. Fra questi, Bibi Netanyahu, il suo grande sostenitore Sheldon Adelson, e una certa parte dalla stampa che si autoproclama filo-ebraica e filo-israeliana. Nonostante l'indubbia erosione nel sostegno elettorale nei confronti di Obama, 69 per cento degli elettori ebrei lo hanno votato (erano il 78 per cento nel 2008). Forse questi ebrei non capiscono nulla del loro paese, gli Stati Uniti, o non capiscono nulla del proprio interesse di ebrei. C'è solo da sperare che il rieletto presidente non sia un tipo vendicativo, altrimenti potrebbe essere grave il danno politico e d'immagine prodotto ai danni d'Israele da chi ha speso una fortuna e non ha risparmiato basse e retoriche analogie a sostegno del rivale repubblicano. A parziale consolazione di costoro: ancora solo quattro anni, e poi Obama se ne andrà a casa.

davar
Qui Venezia - Il dodicesimo premio Adei Wizo
Grandi libri nel nome di Adelina Della Pergola
Il Premio Letterario Adei-Wizo Adelina Della Pergola giunge quest’anno alla sua dodicesima edizione e festeggia in Laguna. Si terrà infatti nella splendida cornice del Conservatorio Benedetto Marcello a Palazzo Pisani, a poche centinaia di metri da Piazza San Marco, cuore di Venezia, la cerimonia di premiazione (lunedì 12 novembre alle 17.30). Una manifestazione che è oggi al centro della vita culturale italiana, ebraica e non solo, come testimonia il riconoscimento giunto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha manifestato la sua adesione con l’invio di una targa di rappresentanza. Nato nel 2000 da un’idea di Adelina Della Pergola, cui l’iniziativa è stata dedicata dopo la sua scomparsa, il Premio dell’Associazione donne ebree d’Italia, patrocinato da numerosi enti, tra cui l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, la Comunità ebraica di Venezia e il Ministero dei Beni culturali, nel corso degli anni ha portato in varie località della penisola scrittori come Lizzie Doron, Aharon Appelfeld, Eshkol Nevo, ma anche giovani autori emergenti, selezionati dalla giuria presieduta da Maria Modena. “Il nostro scopo è quello di far conoscere meglio il mondo ebraico al vasto pubblico” spiega Patrizia Ottolenghi, insieme a Laura Wofsi organizzatrice e anima della manifestazione. Oltre alla sezione principale, vinta quest’anno dal libro Stazioni intermedie di Vladimir Vertlib, pubblicato dalla Giuntina, grande successo anche per la sezione ragazzi, in cui gli studenti di otto licei (tra le altre di Roma, Milano e Venezia) hanno selezionato come vincitore Per terra e per mare opera prima dello scrittore americano Mitchell J. Kaplan. Vertlib e Kaplan saranno entrambi presenti alla premiazione, insieme a Gabriele Rubini, autore di Generazioni 1881-1907, che ha ricevuto una menzione speciale e a Anatolij Krym che, con il suo Racconti intorno alla felicità ebraica (Spirali 2011), è entrato nella terna finalista. A prendere parte alla cerimonia, condotta dalla giornalista Francesca Vigori, saranno lo storico Simon Levis Sullam, Victor Magiar, invitato permanente alla giunta dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane con delega alla Cultura e Roberto Riccardi, direttore della rivista Il Carabiniere.

Le Stazioni di Vertlib e il suo treno della libertà

“Carissimi, vi scrivo questa lettera, ma spero che quando vi giungerà avrete già ricevuto la notizia della scomparsa di Rahil Solomonovna. Vi esprimiamo le condoglianze nostre e di tutti i parenti e amici, di cui ormai ben pochi sono rimasti... La nonna aveva ottantaquattro anni. Morì nell’autunno del 1993 dopo una lunga malattia e fra grandi sofferenze. La rividi un’ultima volta prima che morisse, in occasione del primo viaggio nella mia città natale, che avevo lasciato da piccolissimo”. Si apre così Stazioni intermedie (La Giuntina, 282 pp.) dello scrittore austriaco di origine russa Vladimir Vertlib: con il racconto del ritorno del protagonista, da adulto, nel luogo che aveva lasciato a cinque anni insieme ai genitori in cerca di una vita lontana dalle persecuzioni. È proprio questo bambino, perennemente in viaggio e intrappolato fra mondi, culture e lingue diverse, il protagonista del libro che ha conquistato la XII edizione del Premio letterario Adelina Della Pergola. Un libro dal forte sapore autobiografico in cui vengono ripercorse le tappe della vita di Vertlib: dalla sua città di nascita, Leningrado, nell’Ex Unione Sovietica, fino a Tel Aviv, passando per Roma, Amsterdam, New York, Boston, fino ad approdare definitivamente in Austria, dove lo scrittore vive ancora oggi dividendosi tra Vienna e Salisburgo. “Il mio libro vuole raccontare come, attraverso l’ironia, sia possibile superare situazioni di grande difficoltà e arrivare a trovare se stessi – spiega Vertlib – Stazioni intermedie è anche un’opera sull’identità ebraica: al centro vi è il destino da perseguire nel microcosmo di una famiglia che fa di tutto per cercare un posto nel mondo, sempre condizionata dal proprio ebraismo”. Tuttavia, nelle varie stazioni intermedie (a ciascuna è dedicato un capitolo), la ricerca di un paese in cui sentirsi a casa, di una patria, è vana, perché ciascun luogo presenta un lato oscuro, in cui trovarsi bene è molto difficile. E tuttavia, lo scrittore tiene a specificare che pur ritraendo situazioni cupe, il suo libro non vuole trasmettere un messaggio pessimista, “anzi l’ironia e l’autoironia diventano un modo attraverso cui è possibile non soltanto sopravvivere, ma anche trovare il proprio posto nel mondo, a dispetto del fato gravante sul popolo ebraico che sembra essere quello di vagabondaggio e persecuzione, almeno fino alla nascita di Israele. Penso che il libro sia ottimista perché nonostante il tocco malinconico e il finale triste che hanno talvolta le storie, ciascuna di esse, ciascuna tappa, insegna al bambino a crescere e ad andare avanti”. Tanti i temi che Vertlib affronta nel volume, che è stato pubblicato per la prima volta a Vienna nel 1999: la difficoltà del viaggio e dell’emigrazione, la separazione dagli affetti, la crudeltà delle burocrazie, le speranze così sistematicamente deluse. Tanti e tali gli intrecci con quella che è stata la vita dell’autore, da rendere inevitabile la domanda su quanto ci sia di autobiografico. “Anche se la storia del protagonista assomiglia innegabilmente alla mia, Stazioni intermedie rimane un romanzo – sottolinea Vertlib – Non tutto quello che racconto è autentico, non tutto quello che racconto mi accadde. Ciò che senz’altro non ho inventato è l’atmosfera di quegli anni e, soprattutto, le mie emozioni di bambino, che rimangono scolpite in modo indelebile nella memoria anche quando ho dimenticato i fatti. E perciò, per quelle situazioni, ho ricreato episodi che ben si accordino con i sentimenti che ricordo perfettamente di aver provato. Perché talvolta un romanzo può essere più reale della verità”.

r.t. twitter @rtercatinmoked

           

European Jewish Council - Kantor resta al timone
Nel nuovo Consiglio anche Claudia De Benedetti 
Conferma al vertice dell'European Council of Jewish Communities per Moshe Kantor. L'uomo d'affari e filantropo russo, presentatosi all'Assemblea Generale di Bruxelles con lo slogan 'A strong autonomous European Jewish Congress', ha prevalso sullo sfidante, il medico francese Richard Prasquier, con il 73 per cento dei voti dei delegati. Tra i punti programmatici del suo mandato la lotta all'antisemitismo a fianco di Israele, la sicurezza delle Comunità ebraiche, la difesa dei diritti religiosi e della Memoria, lo sviluppo di programmi culturali, divulgazione e di assistenza, la sensibilizzazione dell'opinione pubblica sulle insidie del nucleare iraniano. La linea guida, afferma, è quella di “continuare a lavorare con profitto insieme alle istituzioni e ai governi in un'Europa unita in cui la voce degli ebrei è sempre più ascoltata”.
Nel nuovo Consiglio a 15 anche Claudia De Benedetti, consigliere dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Un conseguimento prestigioso per l'ebraismo italiano, rappresentato a Bruxelles dal presidente UCEI Renzo Gattegna e dal vicepresidente Roberto Jarach, e con la partecipazione tra gli altri all'assemblea del tesoriere del World Jewish Congress Cobi Benatoff. Parallelamente all'impegno dei delegati, tra le varie iniziative, uno strategic forum riservato a giovani da tutta Europa con la presenza, per l'Italia, di Alan Naccache.
“Sono molto orgogliosa di questo risultato che arriva dopo due giorni di lavoro caratterizzati da grande impegno e produttività. In un contesto sempre più allargato e realmente rappresentativo di tutte le realtà d'Europa, il mio ruolo – afferma De Benedetti – sarà quello di agire da vaso comunicante tra Unione delle Comunità e Congresso permettendo che esista un dialogo costante e rispettoso delle autonomie. La sfida è quella di proseguire sulla scia del lavoro svolto in questi ultimi anni che hanno portato l'Italia ebraica, pur piccola numericamente, a godere di grande stima e prestigio in virtù di vari elementi che ci vengono riconosciuti: l'autorevolezza del nostro rabbinato, le specifiche competenze sul patrimonio storico e culturale, l'esperienza unica in Europa della raccolta dell'Otto per Mille”.

a.s -
twitter @asmulevichmoked


Qui Roma - La complessità della Memoria
Farsi carico della diversità di approcci che negli ultimi 60 anni hanno caratterizzato il dibattito e la memoria della Shoah cogliendo la complessità del fenomeno e prefiggendosi di reperire criteri metodologici adeguati per la sua trasmissione. Questa la sfida del ciclo di conferenze 'La Shoah tra memoria e storia' realizzato dal Centro Cardinal Bea per gli Studi Giudaici della Pontificia Università Gregoriana in collaborazione con la direzione del Master Internazionale di II livello in Didattica della Shoah dell’Università Roma Tre e con l’Ufficio per la Pastorale scolastica del Vicariato di Roma. Primo appuntamento ieri pomeriggio nell'Aula Magna della sede di Piazza della Pillotta per l'incontro La tragedia della Shoah: una sfida per la Memoria con ospiti lo psicologo David Meghnagi e lo scrittore e saggista Frediano Sessi. La conferenza, svoltasi alla presenza di numerosi docenti e studenti universitari, è stata l'occasione per tracciare un primo profilo delle varie tematiche che verranno sollevate nei prossimi mesi. “Si può arrivare alla complessità di Auschwitz anche da dettagli apparentemente molto piccoli”, ha affermato Sessi nel corso della sua lezione, intitolata Auschwitz oggi e suddivisa in vari filoni: Auschwitz vista quindi attraverso il suo museo, la sua storia, le sue memorie e i suoi monumenti, ma anche nella sua dimensione archeologica e nel suo racconto – dal cinema alla letteratura per arrivare fino ai viaggi della Memoria. E poi, ancora, l'obiettivo puntato su Auschwitz “vista fuori da Auschwitz”. Di notevole interesse anche le parole del professor Meghnagi, direttore del Master sulla Shoah di Roma Tre, che ha evidenziato i vari approcci storiografici sul tema dello sterminio succedutisi dal primo dopoguerra fino ai giorni nostri. Un processo, segnato da grande dinamicità e ancora estremamente fluido, che ha portato a una dilatazione e centralità temporale sempre più significativa della Shoah nelle vicende del Novecento europeo. Distribuiti fino a metà maggio, gli incontri proseguiranno il 21 novembre con la lezione di Alberto Cavaglion e Piero Boitani su “La Shoah nella Letteratura”. In agenda, tra gli altri, anche un intervento di Claudia Hassan su “La Shoah nel cinema” (5 dicembre), di rav Benedetto Carucci Viterbi e rav Roberto Della Rocca su Il pensiero ebraico di fronte alla Shoah” (16 gennaio) e della professoressa Irene Kajon su “La Shoah nella filosofia” (10 aprile).

pilpul
Obama visto da questa sponda
Non intendo dare un giudizio sulla rielezione di Barak Obama, ognuno legittimamente giudicherà cosa, a parer suo, sarebbe stato meglio per gli Stati Uniti d’America e per il resto del mondo. C’è un aspetto curioso che però vale la pena sottolineare. Tra i tanti che hanno speso parole d’elogio verso il Presidente americano mi sembra che vi sia una larga parte che, nel proprio paese, non condividerebbe minimamente la sua azione politica. In un certo senso credo che questo sia avvenuto anche in una fetta dell’ebraismo italiano. Sostenitori acritici di Obama per il solo fatto che fosse democratico, e da anni in prima fila per imporre un giudizio più equilibrato su Israele e la questione mediorientale (anche all’interno dell’ebraismo stesso), non si sono accorti che, sull’argomento Israele, forse Obama la pensava differentemente da loro e che, se le stesse parole fossero state pronunciate da qualcun altro qui in Italia, forse si sarebbero addirittura indignati. La fermezza sul nucleare iraniano, il parere negativo al riconoscimento dello Stato della Palestina all’Unesco o il pubblico supporto mai venuto meno ad Israele sono delle prese di posizione chiare e nette rimproverate talvolta anche all’altra parte dell’ebraismo italiano. Non sta a me dire se questo sia giusto o sbagliato, ma se si ritiene realmente che le posizioni di Obama sulla politica estera siano le più corrette, è forse  troppo aspettarsi che gli stessi pretendano la stessa linea su Israele anche dai partiti di riferimento? Purtroppo penso di sì e non per colpa dei partiti.

Daniel Funaro, studente

"Destre neofasciste, la passività è un rischio"
Si susseguono le prese di posizione nell'opinione pubblica italiana affinché le autorità intervengano per vietare il corteo delle destre europee in programma sabato 10 novembre a Roma. Tra i vari interventi quello del consigliere dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Vittorio Pavoncello, il cui appello è stato recentemente riportato dall'Huffington Post assieme alle parole del presidente uscente dell'Ugei Daniele Regard.

Giuliano Castellino, irrequieto e inesauribile animatore della destra romana, ha estratto dal suo cilindro, un nuovo numero a sensazione: un raduno, a Roma, della Destra Europea, sotto la sigla del rinato Movimento Sociale per l'Europa. Ha invitato tutti i maggiori gruppi che si richiamano all'ideologia fascista e nazista, sul territorio nazionale e sparsi in Europa, per sabato 10 novembre a Roma, in un luogo che è un simbolo per i neo fascisti: Piazza Risorgimento. In Piazza Risorgimento, Mikis Mantakas, giovane greco, appartenente al Fronte Universitario d'Azione Nazionale, fu ucciso il 28 febbraio 1975, dal fuoco di un attivista della sinistra romana dell'epoca, Alvaro Lojacono. Giuliano Castellino, è da poco fuoriuscito dalla Destra di Storace, dopo aver militato in quasi tutte le maggiori formazioni che richiamano ad una certa ideologia, non ultima il Popolo di Roma, di cui era il presidente.
Il Popolo di Roma ha svolto un'intensa attività a Roma negli ultimi anni, come un novello Pasquino per il sindaco di Roma Gianni Alemanno, prima del clamoroso divorzio. Il Popolo di Roma è stato sempre pronto e tempestivo a tappezzare la città con costosissimi manifesti, per difendere le scelte del primo cittadino, oppure a ribattere le iniziative politiche degli avversari di Alemanno, il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, in testa.
Il Movimento Sociale per l'Europa di Castellino, ha chiamato a raccolta tutti i gruppi della galassia romana della destra dura e pura ed europei tristemente noti. Tra le varie sigle invitate, spiccano i greci di Eoniko Metano o gli spagnoli del Movimento Sociale Repubblicano o i belgi di Nation che si richiamano a un idolo dei giovani fascisti e nazisti sparsi nel mondo, Leon Degrelle.
Roma non ha bisogno di raduni nostalgici, Roma ha già provato, sulla propria pelle, il significato di tale ideologia, Roma, Medaglia d'oro per la Resistenza, è stufa di saluti romani. Non si può, non si deve permettere un corteo di questo tipo. In Italia esiste la Legge Scelba, quella Mancino che, se applicate, vieterebbero di fatto una manifestazione di tale genere.
Lancio un appello alle istituzioni, a tutte le forze politiche, perché Roma non venga ulteriormente profanata. Abbiamo ancora negli occhi e negli orecchi, le farneticanti dichiarazioni dei partecipanti alle varie commemorazioni della Marcia su Roma, con tanto di messa a suffragio recitata da un prete ultrà a Predappio, città natale di Benito Mussolini. Non possiamo permettere questo raduno a Roma, noi che nel Lazio abbiamo, ad Affile, poco distante da Roma, un Mausoleo che ricorda un assassino di italiani, un criminale di guerra, condannato, come Rodolfo Graziani. Una vergogna nazionale.
Credo sia sufficiente.

Vittorio Pavoncello, consigliere dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane


notizieflash   rassegna stampa
Al via la missione in Israele
dei parlamentari italiani
  Leggi la rassegna

È partita questa mattina alla volta di Israele una delegazione composta da 18 deputati e senatori di diversi schieramenti. La missione, al quarto appuntamento nel corso dell'attuale legislatura, rientra nel quadro delle attività dell'Associazione Parlamentare di Amicizia Italia-Israele e seguirà un intenso programma di incontri e visite dal grande significato. Ad accogliere la delegazione, questa sera a Tel Aviv, l'ambasciatore d'Italia in Israele Francesco Talò.

 

I giornali quotidiani danno ancora molto spazio all’esito delle elezioni americane. Occhi puntati sulle reazioni del mondo alla riconferma del presidente Barack Obama.














L'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it  Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio “cancella” o “modifica”. © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.