Qui Gerusalemme - Il rav Riccardo Di Segni incontra gli studenti italiani della Yeshivat haKotel |

Incontro
speciale a Gerusalemme con il rabbino capo di Roma, rav Riccardo Di
Segni, che si è lungamente intrattenuto con gli studenti italiani, a
larga maggioranza romani, che studiano alla Yeshivat haKotel. Il rav ha
tenuto una lezione di halakhah e medicina.
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Emanuel Sheffer 1924-2012
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“Il
genio della sua generazione”. Le parole con cui Haaretz ha salutato
Emanuel Sheffer, 88 anni, scomparso nelle ultime ore del 2012,
testimoniano l'immenso debito di gratitudine di Israele verso uno dei
suoi 'padri' sportivi. Il vecchio leone delle battaglie calcistiche
ruggenti, l'unico in grado di traghettare la compagine nazionale verso
la coppa più ambita. Messico 1970, il mondiale di Italia-Germania 4 a 3
e del volo irrispettoso della legge di gravità di Pelè nella
finalissima, ma anche il mondiale del controverso caso Carosio – il
telecronista della Rai rispedito in patria a seguito del polverone
apertosi con l'imputazione di alcune offese razziste che avrebbe
rivolto, ma c'è chi sostiene l'infondatezza della questione, al
guardalinee etiope. Sheffer sedeva in panchina quel giorno. La partita
incriminata era Italia-Israele, ultimo match del girone eliminatorio
dopo gli impegni che avevano visto protagonisti gli Azzurri contro
Svezia e Uruguay. In quella circostanza gli uomini allenati da
Sheffer furono in grado di bloccare sullo zero a zero i futuri
vicecampioni, secondi solo allo strapotere dell'orchestra carioca.
Quelle ore di celebrità hanno più volte fatto capolino sui media
israeliani. Sono stati in molti, tra gli artefici dell'impresa e anche
tra coloro che – sempre guidati da Sheffer – raggiunsero i quarti di
finale del Torneo Olimpico del 1968, a voler omaggiare il loro antico
maestro. “Il più grande allenatore di Israele, la sua influenza sul
gioco e lo sviluppo del calcio nel nostro paese è stata decisiva”, ha
affermato il presidente della Federcalcio Avi Luzon. La biografia
di Sheffer, prima della ribalta, racconta di una passione e di una
tenacia fuori dal comune. Polacco d'origine, sopravvissuto alla Shoah,
aveva iniziato con pochi spiccioli in tasca. Il suo primo lavoro, una
volta fatta l'aliyah, era stato quello di 'maschera' al cinema.
L'ingresso nel mondo del calcio risale a metà degli anni Cinquanta.
Prima come allenatore di club – Hapoel Haifa e Hapoel Kfar Saba –
quindi come coach della squadra giovanile con i colori della Stella di
Davide. Nel 1968 la chiamata in nazionale maggiore, che guiderà in due
differenti periodi: dal 1968 al 1970 e nel biennio 1978-1979. Lavoro,
lavoro, lavoro – il suo motto. Lo ha ricordato, tra le lacrime, Itzhak
Shum, ex calciatore e già allenatore di Beitar Gerusalemme, Hapoel Tel
Aviv e Maccabi Haifa. “Sheffer – ha affermato – è stato un autentico
innovatore e un mostro di professionalità. Tre sessioni di allenamento
al giorno, un carico notevole che molti giocatori moderni non sarebbero
in grado di sopportare. Ci mancherà moltissimo”.
Adam Smulevich - twitter @asmulevichmoked
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Il lavoro in più
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Verso
la fine della parashà di Shemot che leggeremo domani c’è un episodio
che ho sempre trovato straordinariamente attuale: in seguito alla
richiesta di lasciar partire il popolo d’Israele, la prima reazione del
faraone è di non fornire più la paglia per fabbricare i mattoni
pretendendo al contempo lo stesso quantitativo di prima. È un modo per
mettere in cattiva luce Mosè presso gli ebrei, ed è il sistema che è
stato usato per tutta la storia contro ogni leader rivoluzionario.
Oltre a questo, è anche interessante come l’episodio viene narrato,
descrivendo nel dettaglio la catena di ordini, lamentele, spiegazioni e
trattative che vedono coinvolti il popolo, gli ispettori egiziani e i
sorveglianti ebrei, e poi questi ultimi di fronte allo stesso faraone:
in alcuni punti sembra quasi di leggere i resoconti di oggi degli
incontri tra sindacati, imprenditori e governo. Nel caso specifico le
condizioni dei lavoratori non peggiorano per un aumento ufficiale
dell’orario o per una diminuzione dello stipendio, ma perché allo
stesso lavoro nelle stesse condizioni di prima si aggiungono incombenze
nuove, presentate come se fosse ovvio che spettano al lavoratore stesso
e contemporaneamente trattate come se non esistessero (nel senso che
non sono conteggiate nell’orario e non comportano alcun tipo di
compenso). È una situazione che molti lavoratori di oggi vivono spesso
sulla propria pelle. Agli insegnanti, per esempio, spettano tutta una
serie di compiti nuovi (organizzare attività di recupero, certificare
le competenze, reperire e organizzare il materiale per prove scritte
complesse come saggi, articoli, ecc.) che non esistevano al tempo in
cui andavamo a scuola; eppure i professori di una volta erano
considerati figure autorevoli, quelli di oggi sono visti come
fannulloni. “Voi siete oziosi” dichiara appunto il faraone agli ebrei.
Mi sembra quasi di sentire il faraone stesso, o i suoi ispettori,
esaltare la maggiore efficienza raggiunta con il nuovo sistema che
permette di tagliare i costi di produzione e biasimare il
conservatorismo dei lavoratori che, ancorati a logiche superate, non
accettano di buon grado di procurarsi da sé la paglia. Chiedo
scusa per i paragoni fuori luogo: sono deliri generati da una serata
trascorsa fino a notte inoltrata (unico orario in cui il programma
funziona a una velocità accettabile) a mettere voti sul registro
elettronico.
Anna
Segre, insegnante
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notizieflash |
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rassegna
stampa |
Trani - Rinnovo della concessione della sinagoga Scolanova
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Leggi la rassegna |
La
giunta comunale tranese, all’unanimità, ha approvato il rinnovo per
altri quattro anni della concessione della sinagoga Scolanova alla
comunità ebraica, purché resti destinata esclusivamente a luogo di
preghiera e centro di culto ebraico. Il provvedimento perfeziona un
atto d’indirizzo che, approvato a sua volta dall’esecutivo uscente, nel
mese di novembre 2011, disponeva una proroga di cinque anni della
concessione in corso.
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Pagina
su Le Monde interamente dedicata a Francesco Lotoro, tra i protagonisti
del risveglio ebraico meridionale e autore di una vastissima raccolta
sulla musica concentrazionaria che è il baricentro di questo lungo e
interessante articolo intitolato “Le Juif de Barletta”.
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L'Unione
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