Ada li chiama i suoi
“ragazzi”. Sono gli straordinari disegnatori che ogni mese, prestando
la loro opera a titolo gratuito, contribuiscono a fare di DafDaf, il
giornale per bambini edito dall'Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane, un appuntamento molto atteso da adulti e piccini. Ieri, al
Museo ebraico di Bologna, l'inaugurazione della mostra 'DafDaf,
l'ebraismo illustrato per piccoli e grandi lettori' che ripercorre
trenta numeri del giornale, due anni e mezzo di appassionato impegno
che hanno visto collaborare a stretto contatto con la redazione nomi
illustri del fumetto italiano – da Enea Riboldi a Paolo Bacilieri, da
Vittorio Giardino a Giorgio Albertini – e molti giovani (e
giovanissimi) in rampa di lancio. La mostra, curata da Ada Treves, è
realizzata in collaborazione con due prestigiose rassegne
internazionali del settore – BilBolBul e Children's Book Fair – che a
partire da queste ore fanno di Bologna, per oltre un mese denso di
incontri e iniziative, la capitale del fumetto europeo. Ad accompagnare
il pubblico negli spazi espositivi, a raccontare come è nata la sfida
di DafDaf e i segreti di una ricetta che ha tra i suoi ingrendienti di
base il supporto di un formidabile comitato scientifico, sono la stessa
Treves e Guido Vitale, coordinatore del Dipartimento Informazione e
Cultura dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Con loro anche
Franco Bonilauri, direttore del Museo ebraico bolognese, che ha
ricordato come l'idea di dedicare uno spazio a DafDaf fosse da tempo un
suo pallino. Domani alle 17.30 un nuovo incontro su 'Comics &
Jews: illustrazione, fumetto e cultura ebraica', sempre al Museo
ebraico, con interventi – oltre a Bonilauri, Treves e Vitale – dei
disegnatori Giorgio Albertini e Vittorio Giardino. La copertina del
numero 30 di DafDaf in distribuzione, immagine simbolo della mostra,
porta proprio la firma di quest'ultimo, padre di eroi indimenticabili
del Novecento ebraico come Max Fridman e Jonas Fink cui BilBolBul rende
quest'anno omaggio con una grande mostra personale.
Per leggere l'intervista sul numero di marzo di Pagine Ebraiche in
distribizione in cui Vittorio Giardino, all'interno del dossier Leggere
per crescere, racconta i libri della sua infanzia, da Rudiard Kypling a
Topolino, clicca qui
a.s
– twitter @asmulevichmoked
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C'è
tempo fino a domenica 31 marzo per segnalare la propria disponibilità a
far parte del Consiglio o del Comitato scientifico della Fondazione
Beni Culturali Ebraici in Italia. Lo ha deciso la Giunta dell'Unione
delle Comiunità Ebraiche in Italia assumendo determinazioni che sono
riassunte in questo documento
e corredate della modulistica che i candidati possono utilizzare. Tra i
requisiti richiesti per la carica di consigliere la profonda conoscenza
delle tecniche di tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio
culturale immobiliare e mobiliare; la capacità di reperimento di fondi
da fonti di finanziamento private e pubbliche; la capacità di
intrattenere relazioni e comunicare con istituzioni nazionali ed
internazionali. Gli interessati al ruolo di membro del Comitato
scientifico devono invece essere “illustri e riconosciute personalità
del mondo dei beni culturali”. Le domande possone essere inviate all'indirizzo segreteria@ucei.it.
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Israele - Tzipi Livni entra nel Governo Netanyahu
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La
leader di Hatnua Tzipi Livni è il primo capo di partito ad accettare
ufficialmente di entrare a far parte del prossimo Governo di Benjamin
Netanyahu. A Livni verrà assegnato il ministero della Giustizia e sarà
chiamata a occuparsi dei problemi legati alla diplomazia e alla
sicurezza. Obiettivo dichiarato anche il rilancio dei negoziati con i
palestinesi. All’indomani dell’annuncio Livni ha tenuto a sottolineare
che la sua scelta non costituisce un tradimento nei confronti dei suoi
elettori, né un rinnegamento delle sue scelte passate (nel 2009, come
leader di Kadima, che aveva ottenuto 28 seggi alla Knesset contro i 27
del Likud, Livni rifiutò di entrare nel governo di Netanyahu, che ebbe
così Yisrael Beytenu di Avigdor Lieberman come principale partner di
governo). “Le mie critiche nei confronti della precedente
amministrazione non sono diminuite, la questione era scegliere se oggi
è possibile o meno portare avanti le politiche di cui abbiamo discusso
con Netanyahu” ha dichiarato. Livni guiderà anche i negoziati con i
palestinesi, e ha spiegato che del suo operato in quest’area risponderà
solo e direttamente al primo ministro. La decisione arriva dopo
che la settimana scorsa Yair Lapid con Yesh Atid e Naftali Bennett con
Habayit Hayehudi avevano rifiutato le proposte di Netanyahu per entrare
nel suo governo. Proseguono i colloqui per portare invece nella
maggioranza il partito sefardita religioso Shas. Il suo leader Eli
Yishai, attuale ministro degli Interni, ha dichiarato che sono stati
compiuti progressi e ha previsto novità in questo senso entro la fine
della settimana.
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Qui Roma - Purim e il
potere delle donne |
Non
sono mancati gli uomini alla lezione dedicata alle donne che si è
svolta al Tempio Bet Michael nel quartiere Monteverde Vecchio. Tra gli
ospiti il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici.
Purim e il potere delle donne, questo il titolo dell'incontro che ha
visto il rabbino capo rav Riccardo Di Segni (nella foto) argomentare
per due ore sulla figura femminile e sulla sua capacità di influenzare
e condizionare gli eventi. Il rav si è soffermato su “triangoli” di
donne citate nella Meghillat Ester e nella Torah, ma anche su
personaggi dei nostri tempi. Così dalla ribelle regina Vashtì alla
apparentemente passiva Ester e alla perfida Zeresh prototipo della
cattiveria, si è passati al secondo triangolo nel quale sono state
confrontate le figure di Sara, moglie di Abramo, della regina Ester e
di Batsheva, moglie del soldato Urià e poi del re David. Un riferimento
quindi alle due mogli di Iahacov, Leah e Rachel e a donne del Novecento
come Edith Stein, Margherita Sarfatti e Monica Levinsky. In conclusione
la proiezione del discorso-lezione di Talmud tenuto negli scorsi giorni
alla Knesset, il Parlamento israliano, dalla deputata centrista Ruth
Calderon.
le
twitter @lefratimoked
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Ticketless - Tempesta
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Un romanzo mi ha fatto
dimenticare di essere in treno. Infatti è la storia di un salvataggio
in mare. S’intitola “Tempesta” (Nutrimenti editore lo ha tradotto per
la collana di Filippo Tuena). L’autore è Roger Vercel. Sul finire di
“Se questo è un uomo”, Levi racconta di avere trascorso le ore che
precedono la sua liberazione leggendo questo romanzo lasciatogli in
dono da un medico greco. Le storie di libri (e uomini) salvati mi
appassionano più delle storie di uomini (e libri) sommersi. Il romanzo,
come il film che ne è stato ricavato (con Jean Gabin) ha influenzato
Levi, che inserirà Vercel nell’antologia personale, La ricerca delle
radici. Lo racconta Andrea Cortellessa in una nota (p. 236) che mi ha
suggerito il Ticketless di questa settimana, politicamente più
scorretto del solito, quasi maleducato. Mi scuso in anticipo con i
lettori se farò una cosa per molti di loro inaccettabile. Racconterò la
storia di un Bravo Italiano (nella foto qui a fianco lo si riconosce
dal maglione bianco). Nel primo libro che
ho scritto, tanti anni fa avevo raccolto la testimonianza del tenente
Federico Strobino, in forza alla IV armata che occupava il Nizzardo.
Dopo l’8 settembre 1943 portò in salvo due ragazze di origine russa
Rimma e Vera Levin. Ho conosciuto Vera Levin Dridso quando era
segretaria di redazione da Einaudi. Non ricordavo che fosse stata lei a
tradurre le pagine di Vercel inserite ne La ricerca delle radici.
Quanto Levi si sentisse “straniero” dentro la casa editrice torinese
dimostra la sua amicizia con Vera, come con l’inglese Malcolm Skey che
si occupava di fantasmi nella letteratura inglese. Qualcuno dovrà un
giorno raccontare la storia “nascosta” di Levi e la sua casa editrice.
Oggi si sente “straniero” in Italia chiunque racconti di un Bravo
Italiano. Vera Dridso ha tradotto per Einaudi molti classici della
letteratura russa, fra cui “Il maestro e Margherita” di Bulgakov, ma la
sua storia di “salvata” si specchia nel salvataggio del capitano
Renaud. Per lei era un sosia del tenente Strobino, che quando era
bambina la guidò attraverso i colli alpini fino a Borgosesia, dove la
fece crescere e amare l’Italia.
Alberto Cavaglion
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Il voto, la rappresentanza,
gli interrogativi
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In un lucido, alquanto
sconsolato articolo, apparso sul numero di febbraio di Pagine Ebraiche
– con i cui contenuti mi dichiaro d’accordo al 100% -, Sergio Della
Pergola esprime il disagio di un elettore italiano che, nell’esprimere
il proprio suffragio, intenda difendere la propria identità ebraica
contro quelle che possano apparire, in vario modo, forme di minaccia –
più o meno latenti o immediate – contro la stessa. L’offerta, secondo
la sintetica panoramica offerta da Della Pergola, non appare
particolarmente allettante, in quanto tristemente oscillante – secondo
la triste domanda posta al demografo da sua figlia – tra gli
‘antipatizzanti’ degli ebrei e gli ‘antipatizzanti’ di Israele. Chi
preferire? Si può “chiudere un occhio” per chi riabilita apertamente il
fascismo, e dargli comunque fiducia, in nome della proclamata amicizia
per Israele? O meglio tenere ferma la pregiudiziale antifascista, e
sostenere chi resta sempre seraficamente indifferente di fronte alle
piogge di missili da Gaza, per poi saltare sulla sedia alla risposta
israeliana (con in mano la bilancia utile a pesarne l’esatta
‘proporzionalità’)? Si può votare per chi vuole cacciare a calci tutti
gli extracomunitari, o per chi sponsorizza o organizza le Flotillas?
Seguiamo l’indicazione dei vescovi, o i proclami e le invettive di chi
insulta e deride gli anziani per l’“handicap” dell’età, rivaluta Bin
Laden e usa la parola ‘ebreo’ come un insulto? Davvero un panorama un
po’ desolante…
Inutile dire che tali dubbi, se impensieriscono un elettore ebreo,
turbano anche la serenità di chi, da non ebreo, consideri di importanza
prioritaria la lotta al pregiudizio, all’inciviltà, all’intolleranza,
in tutte le forme. Non voglio dire, naturalmente, che tutte le opzioni
si pongano sullo stesso piano, ma solo che, se alcune scelte appaiono
precluse da irrinunciabili pregiudiziali morali, anche le altre, pur
praticabili, non entusiasmano. Soprattutto, rattrista constatare,
pressoché ovunque, una scarsa attenzione sul piano dei diritti civili,
dell’integrazione, della promozione della pace, della cooperazione e
del dialogo tra i popoli. I temi del razzismo negli stadi, della
diffusione sul web dei siti neonazisti, dell’accoglienza agli
extracomunitari, delle condizioni di vivibilità nei CIE, dei
respingimenti in mare sono pressoché completamente assenti dalla
campagna elettorale, così come le questioni di politica estera: quanto
si è parlato di Siria, Iran, Mali, Africa, Medio Oriente, Corea ecc.
ecc.? Davvero tutti gli italiani si interessano soltanto di soldi e di
tasse?
Della Pergola, alla fine del suo pessimistico articolo, invita,
nonostante tutto, a scegliere, rifuggendo da tentazioni “aventiniane”
ed esercitando secondo coscienza il proprio diritto di voto. Sono
d’accordo anche su questo. Lo farò, come sempre, anche se con ancora
minore entusiasmo delle altre volte. Per superare le mie resistenze, mi
sono creato una nuova concezione, ‘riduttiva’ e ‘minimalista’, del
voto. Contribuirò a mandare qualcuno in Parlamento, in adempimento di
un mio preciso dovere civile, ma non lo considererò mio rappresentante.
D’altronde, la stessa Costituzione chiarisce che gli eletti agiscono
“senza vincolo di mandato”. Guarderò con rispetto al nuovo Parlamento e
a tutti i suoi componenti, ma nella triste consapevolezza che la mia
persona, per quel che vale, non sarà, in quelle aule, rappresentata.
Francesco
Lucrezi, storico
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Maccabi Tel Aviv all’ultimo respiro
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Non
capita tutti i giorni di vincere una partita al 99esimo minuto di
gioco. Anche perché è fatto assai raro, anche nei casi più estremi, che
un arbitro conceda un recupero di questa portata. L'insolito
avvenimento si è verificato in Israele nel corso dell'incontro
dell'ultimo turno di campionato tra Bnei Yehuda e Maccabi Tel Aviv.
Autore dell'impresa il 22enne Moshe Lugasi la cui realizzazione,
oltretutto di notevole fattura tecnica, ha permesso agli ospiti di
imporsi con il risultato di 2 a 1.
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"Credibilità. Ipocrisia. Sono le parole che elencano i commentatori,
più preoccupati dalla sincerità di un leader che dalle sue abitudini
private (e passate)” così Davide Frattini sul Corriere della Sera riporta le
reazioni in Israele all’ostinazione con cui Yair Lapid continua a
negare di avere fumato qualche spinello.
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