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 20 febbraio 2013 - 10 Adar 5773
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alef/tav
david sciunnach
David
Sciunnach,
rabbino 


“… inciderai su di essa come si incide un sigillo 'Cosa Sacra a Dio' …” (Shemòt 28, 36). I Maestri approfondiscono così queste parole: sulla lamina d’oro che era posta sulla fronte del Cohen Gadòl, erano scolpite le parole “Cosa sacra a Dio”. Da ciò si trae un insegnamento morale valido per tutti i capi d’Israele di tutte le generazioni: e cioè che ciascuno deve portare a compimento il proprio incarico avendo sempre presente Dio e facendo in modo che ogni sua azione sia “Cosa Sacra a Dio”.

 Davide 
Assael,
ricercatore



Davide Assael
Constato che il giudizio ebraico sul papato di Benedetto XVI è improntato alla cordialità e alla stima reciproca. Al di là delle comprensibili formule di circostanza, credo piuttosto che questo pontificato verrà ricordato più per le recenti dimissioni (gesto di sicuro valore simbolico per la coscienza cattolica) che per il necessario processo riformistico di cui sempre hanno bisogno le istituzioni religiose, per lo meno per declinare il proprio messaggio nel linguaggio del proprio tempo. Mancate riforme, a mio modo di vedere, dovute all’adozione di un impianto teologico tradizionale, quello stesso che sta alla base dell’idea che gli ebrei abbiano bisogno di illuminazione.       

davar
Wjc, leader ebraici a confronto con il ministro Terzi
Incontro alla Farnesina tra il ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant'Agata e i dirigenti del World Jewish Congress con a capo il presidente Ronald Lauder, il presidente del Congresso Ebraico Europeo Moshe Kantor e una delegazione delle Comunità ebraiche italiane guidata dal presidente UCEI Renzo Gattegna. Al suo fianco il vicepresidente dell'Unione Roberto Jarach, i consiglieri Victor Magiar, Scialom Tesciuba e Cobi Benatoff, il vicepresidente della Comunità ebraica di Roma Giacomo Moscati. Presenti all'incontro anche Alessandro Ruben, parlamentare e presidente della sezione italiana dell'Anti Defamation League, la vicepresidente Commissione Affari Esteri della Camera Fiamma Nirenstein e l'ex ambasciatore d'Italia in Israele Sandro De Bernardin. Al centro del colloquio, svoltosi in un clima di grande cordialità, gli scenari della politica internazionale a partire dal voto in Israele, le insidie del programma di rafforzamento del nucleare iraniano e il voto favorevole espresso dall'Italia per il riconoscimento dell'Autorità Nazionale Palestinese come Stato osservatore alle Nazioni Unite. Ma anche l'impegno delle nostre istituzioni per la libertà religiosa e la lotta al razzismo in ogni sua forma. Al termine della riunione il ministro Terzi ha insignito Kantor dell'onorificenza, conferitagli dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, di Cavaliere della Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana, per la sua opera di promozione dei diritti umani, del dialogo interreligioso e la sua lotta contro la xenofobia e l'antisemitismo.

Qui Bologna - DafDaf, una mostra per raccontare
l'ebraismo attraverso le immagini e i contenuti
Ada li chiama i suoi “ragazzi”. Sono gli straordinari disegnatori che ogni mese, prestando la loro opera a titolo gratuito, contribuiscono a fare di DafDaf, il giornale per bambini edito dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, un appuntamento molto atteso da adulti e piccini. Ieri, al Museo ebraico di Bologna, l'inaugurazione della mostra 'DafDaf, l'ebraismo illustrato per piccoli e grandi lettori' che ripercorre trenta numeri del giornale, due anni e mezzo di appassionato impegno che hanno visto collaborare a stretto contatto con la redazione nomi illustri del fumetto italiano – da Enea Riboldi a Paolo Bacilieri, da Vittorio Giardino a Giorgio Albertini – e molti giovani (e giovanissimi) in rampa di lancio. La mostra, curata da Ada Treves, è realizzata in collaborazione con due prestigiose rassegne internazionali del settore – BilBolBul e Children's Book Fair – che a partire da queste ore fanno di Bologna, per oltre un mese denso di incontri e iniziative, la capitale del fumetto europeo. Ad accompagnare il pubblico negli spazi espositivi, a raccontare come è nata la sfida di DafDaf e i segreti di una ricetta che ha tra i suoi ingrendienti di base il supporto di un formidabile comitato scientifico, sono la stessa Treves e Guido Vitale, coordinatore del Dipartimento Informazione e Cultura dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Con loro anche Franco Bonilauri, direttore del Museo ebraico bolognese, che ha ricordato come l'idea di dedicare uno spazio a DafDaf fosse da tempo un suo pallino. Domani alle 17.30 un nuovo incontro su 'Comics & Jews: illustrazione, fumetto e cultura ebraica', sempre al Museo ebraico, con interventi – oltre a Bonilauri, Treves e Vitale – dei disegnatori Giorgio Albertini e Vittorio Giardino. La copertina del numero 30 di DafDaf in distribuzione, immagine simbolo della mostra, porta proprio la firma di quest'ultimo, padre di eroi indimenticabili del Novecento ebraico come Max Fridman e Jonas Fink cui BilBolBul rende quest'anno omaggio con una grande mostra personale.
Per leggere l'intervista sul numero di marzo di Pagine Ebraiche in distribizione in cui Vittorio Giardino, all'interno del dossier Leggere per crescere, racconta i libri della sua infanzia, da Rudiard Kypling a Topolino, clicca qui

a.s – twitter @asmulevichmoked

Fondazione Beni culturali, si raccolgono le candidature
C'è tempo fino a domenica 31 marzo per segnalare la propria disponibilità a far parte del Consiglio o del Comitato scientifico della Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia. Lo ha deciso la Giunta dell'Unione delle Comiunità Ebraiche in Italia assumendo determinazioni che sono riassunte in questo documento e corredate della modulistica che i candidati possono utilizzare. Tra i requisiti richiesti per la carica di consigliere la profonda conoscenza delle tecniche di tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale immobiliare e mobiliare; la capacità di reperimento di fondi da fonti di finanziamento private e pubbliche; la capacità di intrattenere relazioni e comunicare con istituzioni nazionali ed internazionali. Gli interessati al ruolo di membro del Comitato scientifico devono invece essere “illustri e riconosciute personalità del mondo dei beni culturali”.
Le domande possone essere inviate all'indirizzo segreteria@ucei.it.

Israele - Tzipi Livni entra nel Governo Netanyahu
La leader di Hatnua Tzipi Livni è il primo capo di partito ad accettare ufficialmente di entrare a far parte del prossimo Governo di Benjamin Netanyahu. A Livni verrà assegnato il ministero della Giustizia e sarà chiamata a occuparsi dei problemi legati alla diplomazia e alla sicurezza. Obiettivo dichiarato anche il rilancio dei negoziati con i palestinesi. All’indomani dell’annuncio Livni ha tenuto a sottolineare che la sua scelta non costituisce un tradimento nei confronti dei suoi elettori, né un rinnegamento delle sue scelte passate (nel 2009, come leader di Kadima, che aveva ottenuto 28 seggi alla Knesset contro i 27 del Likud, Livni rifiutò di entrare nel governo di Netanyahu, che ebbe così Yisrael Beytenu di Avigdor Lieberman come principale partner di governo). “Le mie critiche nei confronti della precedente amministrazione non sono diminuite, la questione era scegliere se oggi è possibile o meno portare avanti le politiche di cui abbiamo discusso con Netanyahu” ha dichiarato. Livni guiderà anche i negoziati con i palestinesi, e ha spiegato che del suo operato in quest’area risponderà solo e direttamente al primo ministro.
La decisione arriva dopo che la settimana scorsa Yair Lapid con Yesh Atid e Naftali Bennett con Habayit Hayehudi avevano rifiutato le proposte di Netanyahu per entrare nel suo governo. Proseguono i colloqui per portare invece nella maggioranza il partito sefardita religioso Shas. Il suo leader Eli Yishai, attuale ministro degli Interni, ha dichiarato che sono stati compiuti progressi e ha previsto novità in questo senso entro la fine della settimana.

Qui Roma - Purim e il potere delle donne
Non sono mancati gli uomini alla lezione dedicata alle donne che si è svolta al Tempio Bet Michael nel quartiere Monteverde Vecchio. Tra gli ospiti il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici. Purim e il potere delle donne, questo il titolo dell'incontro che ha visto il rabbino capo rav Riccardo Di Segni (nella foto) argomentare per due ore sulla figura femminile e sulla sua capacità di influenzare e condizionare gli eventi. Il rav si è soffermato su “triangoli” di donne citate nella Meghillat Ester e nella Torah, ma anche su personaggi dei nostri tempi. Così dalla ribelle regina Vashtì alla apparentemente passiva Ester e alla perfida Zeresh prototipo della cattiveria, si è passati al secondo triangolo nel quale sono state confrontate le figure di Sara, moglie di Abramo, della regina Ester e di Batsheva, moglie del soldato Urià e poi del re David. Un riferimento quindi alle due mogli di Iahacov, Leah e Rachel e a donne del Novecento come Edith Stein, Margherita Sarfatti e Monica Levinsky. In conclusione la proiezione del discorso-lezione di Talmud tenuto negli scorsi giorni alla Knesset, il Parlamento israliano, dalla deputata centrista Ruth Calderon.

le twitter @lefratimoked

pilpul
Ticketless - Tempesta
Un romanzo mi ha fatto dimenticare di essere in treno. Infatti è la storia di un salvataggio in mare. S’intitola “Tempesta” (Nutrimenti editore lo ha tradotto per la collana di Filippo Tuena). L’autore è Roger Vercel. Sul finire di “Se questo è un uomo”, Levi racconta di avere trascorso le ore che precedono la sua liberazione leggendo questo romanzo lasciatogli in dono da un medico greco. Le storie di libri (e uomini) salvati mi appassionano più delle storie di uomini (e libri) sommersi. Il romanzo, come il film che ne è stato ricavato (con Jean Gabin) ha influenzato Levi, che inserirà Vercel nell’antologia personale, La ricerca delle radici. Lo racconta Andrea Cortellessa in una nota (p. 236) che mi ha suggerito il Ticketless di questa settimana, politicamente più scorretto del solito, quasi maleducato. Mi scuso in anticipo con i lettori se farò una cosa per molti di loro inaccettabile. Racconterò la storia di un Bravo Italiano (nella foto qui a fianco lo si riconosce dal maglione bianco). Nel primo libro che ho scritto, tanti anni fa avevo raccolto la testimonianza del tenente Federico Strobino, in forza alla IV armata che occupava il Nizzardo. Dopo l’8 settembre 1943 portò in salvo due ragazze di origine russa Rimma e Vera Levin. Ho conosciuto Vera Levin Dridso quando era segretaria di redazione da Einaudi. Non ricordavo che fosse stata lei a tradurre le pagine di Vercel inserite ne La ricerca delle radici. Quanto Levi si sentisse “straniero” dentro la casa editrice torinese dimostra la sua amicizia con Vera, come con l’inglese Malcolm Skey che si occupava di fantasmi nella letteratura inglese. Qualcuno dovrà un giorno raccontare la storia “nascosta” di Levi e la sua casa editrice. Oggi si sente “straniero” in Italia chiunque racconti di un Bravo Italiano. Vera Dridso ha tradotto per Einaudi molti classici della letteratura russa, fra cui “Il maestro e Margherita” di Bulgakov, ma la sua storia di “salvata” si specchia nel salvataggio del capitano Renaud. Per lei era un sosia del tenente Strobino, che quando era bambina la guidò attraverso i colli alpini fino a Borgosesia, dove la fece crescere e amare l’Italia.

Alberto Cavaglion

Il voto, la rappresentanza, gli interrogativi
Francesco LucreziIn un lucido, alquanto sconsolato articolo, apparso sul numero di febbraio di Pagine Ebraiche – con i cui contenuti mi dichiaro d’accordo al 100% -, Sergio Della Pergola esprime il disagio di un elettore italiano che, nell’esprimere il proprio suffragio, intenda difendere la propria identità ebraica contro quelle che possano apparire, in vario modo, forme di minaccia – più o meno latenti o immediate – contro la stessa. L’offerta, secondo la sintetica panoramica offerta da Della Pergola, non appare particolarmente allettante, in quanto tristemente oscillante – secondo la triste domanda posta al demografo da sua figlia – tra gli ‘antipatizzanti’ degli ebrei e gli ‘antipatizzanti’ di Israele. Chi preferire? Si può “chiudere un occhio” per chi riabilita apertamente il fascismo, e dargli comunque fiducia, in nome della proclamata amicizia per Israele? O meglio tenere ferma la pregiudiziale antifascista, e sostenere chi resta sempre seraficamente indifferente di fronte alle piogge di missili da Gaza, per poi saltare sulla sedia alla risposta israeliana (con in mano la bilancia utile a pesarne l’esatta ‘proporzionalità’)? Si può votare per chi vuole cacciare a calci tutti gli extracomunitari, o per chi sponsorizza o organizza le Flotillas? Seguiamo l’indicazione dei vescovi, o i proclami e le invettive di chi insulta e deride gli anziani per l’“handicap” dell’età, rivaluta Bin Laden e usa la parola ‘ebreo’ come un insulto? Davvero un panorama un po’ desolante…
Inutile dire che tali dubbi, se impensieriscono un elettore ebreo, turbano anche la serenità di chi, da non ebreo, consideri di importanza prioritaria la lotta al pregiudizio, all’inciviltà, all’intolleranza, in tutte le forme. Non voglio dire, naturalmente, che tutte le opzioni si pongano sullo stesso piano, ma solo che, se alcune scelte appaiono precluse da irrinunciabili pregiudiziali morali, anche le altre, pur praticabili, non entusiasmano. Soprattutto, rattrista constatare, pressoché ovunque, una scarsa attenzione sul piano dei diritti civili, dell’integrazione, della promozione della pace, della cooperazione e del dialogo tra i popoli. I temi del razzismo negli stadi, della diffusione sul web dei siti neonazisti, dell’accoglienza agli extracomunitari, delle condizioni di vivibilità nei CIE, dei respingimenti in mare sono pressoché completamente assenti dalla campagna elettorale, così come le questioni di politica estera: quanto si è parlato di Siria, Iran, Mali, Africa, Medio Oriente, Corea ecc. ecc.? Davvero tutti gli italiani si interessano soltanto di soldi e di tasse?
Della Pergola, alla fine del suo pessimistico articolo, invita, nonostante tutto, a scegliere, rifuggendo da tentazioni “aventiniane” ed esercitando secondo coscienza il proprio diritto di voto. Sono d’accordo anche su questo. Lo farò, come sempre, anche se con ancora minore entusiasmo delle altre volte. Per superare le mie resistenze, mi sono creato una nuova concezione, ‘riduttiva’ e ‘minimalista’, del voto. Contribuirò a mandare qualcuno in Parlamento, in adempimento di un mio preciso dovere civile, ma non lo considererò mio rappresentante. D’altronde, la stessa Costituzione chiarisce che gli eletti agiscono “senza vincolo di mandato”. Guarderò con rispetto al nuovo Parlamento e a tutti i suoi componenti, ma nella triste consapevolezza che la mia persona, per quel che vale, non sarà, in quelle aule, rappresentata.

Francesco Lucrezi, storico

notizie flash   rassegna stampa
Maccabi Tel Aviv all’ultimo respiro   Leggi la rassegna

Non capita tutti i giorni di vincere una partita al 99esimo minuto di gioco. Anche perché è fatto assai raro, anche nei casi più estremi, che un arbitro conceda un recupero di questa portata. L'insolito avvenimento si è verificato in Israele nel corso dell'incontro dell'ultimo turno di campionato tra Bnei Yehuda e Maccabi Tel Aviv. Autore dell'impresa il 22enne Moshe Lugasi la cui realizzazione, oltretutto di notevole fattura tecnica, ha permesso agli ospiti di imporsi con il risultato di 2 a 1.
 

"Credibilità. Ipocrisia. Sono le parole che elencano i commentatori, più preoccupati dalla sincerità di un leader che dalle sue abitudini private (e passate)” così Davide Frattini sul Corriere della Sera riporta le reazioni in Israele all’ostinazione con cui Yair Lapid continua a negare di avere fumato qualche spinello. 



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