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11 marzo 2013 - 29 Adar 5773
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Adolfo Locci, rabbino capo
di Padova


"…non praticate la magia" (Levitico 19:26) Moshè David Valle (1696-1777), collega l'espressione לא תעוננו (lo te'onènu) alla parola ענן (nube). Questo shabbat abbiamo letto che la nube della Gloria divina ricopre il Tabernacolo ed è un segno cui gli "occhi" dei figli d'Israele devono far riferimento per il loro movimento (Esodo 40:38). Ma quando è l'uomo a crearla, illudendo e afferrando gli "occhi" con il movimento veloce delle proprie mani, la "nube" diventa una cortina di separazione tra noi e il Creatore, tra noi e la realtà in cui siamo stati immersi...

Anna
Foa,
 storica

   
Anna Foa
Mi è capitato di leggere l'intervista di sostegno al governo siriano attribuita a tale Ouday Ramadan e apparsa ieri su un giornale di estrema destra. Non mi soffermerò sulle affermazioni di questo neocomunista italosiriano, così lo si definisce sul web, sia a proposito delle stragi che il governo siriano compie quotidianamente contro il suo popolo, sia a proposito degli ebrei siriani vittime in realtà del sionismo. Quello che mi interessa, e che credo che dovrebbe offrire maggior spazio di riflessione di quanto non faccia, è questa mescolanza di ultrasinistrismo e fascismo, questo riemergere, sulle pagine di un giornale che vi si richiama esplicitamente, del nazimaoismo degli anni Settanta. Se si naviga appena superficialmente sul web intorno a questi personaggi, troviamo l'esaltazione del dittatore Chavez unita al richiamo a Forza Nuova, appelli che potrebbero essere usciti direttamente dalla penna di qualche brigatista rosso dei nostri anni di piombo  misti al sostegno più entusiastico alla Siria e all'Iran con il solito corredo di virulento antiamericanismo e di ancor più virulento antisionismo/antisemitismo. Il riemergere di questa nefasta commistione è significativo in questo momento di perdita di orientamento e di crisi globale della politica e temo che vada osservato con attenzione, al di là del suo immediato valore folclorico.

davar
Yom HaTorah - Studio e consapevolezza
“Non cercate di indovinare il futuro e non fate magia”. Questo il tema della seconda edizione di Yom HaTorah, giornata di studio su scala nazionale promossa dal dipartimento Educazione e Cultura dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Numerose le iniziative che hanno attraversato il paese. Da Merano a Napoli, da Genova a Trieste: comune denominatore la gioia e il piacere del confronto sui testi della tradizione ebraica.
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Libeskind: “I miei edifici che narrano la Memoria”
Si inaugura oggi a Roma, all'Ermanno Tedeschi Gallery, la mostra Disegni architettonici di Daniel Libeskind con esposti numerosi progetti del grande architetto di origine polacca. A Pagine Ebraiche Libeskind spiega il significato e la genesi delle sue opere più significative: da Ground Zero al Museo ebraico di Berlino alla riconversione dell'area fieristica di Milano. Di Roma dice: “Tra i suoi palazzi e le sue fontane, la mia convinzione che l'architettura sia un'arte in piena regola trova una conferma ad ogni passo”.
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Israele si prepara alla visita di Obama
Mentre proseguono i colloqui per la formazione del nuovo governo, Israele si prepara a un altro appuntamento importante, la visita di Barack Obama, la prima da presidente degli Stati Uniti, in programma a partire dal prossimo 20 marzo.
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Adei-Wizo - A Bologna il Premio letterario 2013
Annunciate le opere finaliste della XIII edizione del Premio letterario Adelina Della Pergola organizzato dall’Associazione donne ebree d’Italia, sezione della Women’s International Zionist Organization, che si svolgerà il prossimo 30 ottobre a Bologna con la collaborazione  del Museo ebraico della città.
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pilpul
In cornice - Da Boldini a De Pisis
daniele liberanomeLa prima metà del Novecento è il periodo per eccellenza dell'arte ebraica italiana. Oltre ai grandi nomi, tanti altri hanno creato opere interessanti per poi cadere nel dimenticatoio dopo la morte. Conviene riscoprirli. Per questo andrebbe vista la mostra "da Boldini a De Pisis" allestita alla Galleria d'arte Moderna al Palazzo Pitti di Firenze. E' l'occasione per ammirare delle belle tele di Roberto Melli e in particolare il ritratto di Zoe Lampronti Campagnano. La tragicità della figura è accentuata sia dall'uso di tonalità scure, sia dall'ambiente spoglio, ma soprattutto dall'essenzialità dei tratti con cui Melli dipinse il viso della donna. Evidente è l'influenza dell'arte africana e del suo primo estimatore in Europa, Picasso, ma Melli utilizza quello stile all'interno di un contesto molto più italiano, molto più classico. Per questo quel viso squadrato risalta ancor di più. Da leggere con attenzione anche "Paesaggio biblico" dipinto ormai nel '41 quando le leggi razziste avevano posto Melli ai margini del mondo artistico. La sensazione è molto pesante. Sembra che si siano aperte le acque del Mar Rosso, ma che sulla lingua di terra che si è creata, si stia abbattendo una tempesta di sassi che vengono dall'alto. Melli sopravvisse alla Shoah e si unì ai gruppi di avanguardia romana di sinistra del dopoguerra (Guttuso e altri) continuando a produrre delle tele alcune delle quali sono in visione a Firenze. Nella mostra è poi esposta un'opera di Alberto Pisa, di sapore più da fine Ottocento (del resto l'artista morì all'inizio del Novecento) più divisionista, più imparentato con Previati, del quale si possono ammirare due tele straordinarie. Dopo aver visitato la mostra, non resta che godersi la Galleria d'Arte Moderna stessa, costuita in parte con i lasciti di un maggiorente della Comunità di Firenza, Leone Ambron.

Daniele Liberanome, critico d'arte

Tea for Two - Leo, Erich e la lunga strada da percorrere
C'è un preciso e rarissimo istante nel quale capisco che senso ha frequentare la facoltà di Lettere: quando, dalla seggiola vicino ai miei colleghi, mi viene una voglia immotivata di piangere. Non è un pianto di chi sente un carco di dolore dantesco su di sé e nemmeno un pianto di gioia; sono lacrime dense, piene di emozione. Il professore parla, gioca e disegna ghirigori con le parole ed in quel preciso istante vorrei alzarmi, scendere le scale, correre verso la cattedra ed abbracciarlo prima di essere catturata e buttata fuori di peso da qualche studente smilzo simile ad un giunco che si piega e non si spezza. Il corso si chiama storia della critica italiana e il professore è un Fiorello del mondo accademico. Ci descrive un pudico Manzoni che corregge la descrizione troppo ardita di Gertrude, un petite Marcel amico dell'alta società e si immagina Petrarca scandalizzato dal turpiloquio dell'Inferno. Decide di parlarci di due tipetti che al quarto anno di Lettere sono oramai parte della famiglia: Erich Auerbach e Leo Spitzer. Uno tedesco, uno austriaco. Entrambi ebrei, vanno in Turchia per sfuggire alla persecuzione. Entrambi geni da jewish pride alle stelle. Mi piacciono per la loro attenzione alla corporeità. Non sono una così brava con l'astratto. Spitzer durante la Prima guerra mondiale è incaricato dall'esercito austriaco di censurare le lettere dei prigionieri italiani. Leggendo le missive si rende conto che la fame che sentono influenza il loro modo di scrivere; si trova di fronte infatti ad un singolare uso del lessico, prettamente mangereccio (Lettere di prigionieri di guerra italiani). Da questo primo studio ne trarrà poi fuori la critica stilistica. Auerbach invece lo conosciamo per il capolavoro Mimesis, lo studio del realismo nella letteratura dalla Bibbia in poi. Davvero molto ebraico occuparsi di realtà, di nutrimento, di quotidiano. Ascolto e penso quanto sia ancora lunga la strada da percorrere. E vorrei dare un bacino a Leo e uno ad Erich ringraziandoli per tutto questo cibo ancora da assaggiare.

Rachel Silvera, studentessa – twitter@RachelSilvera2


notizie flash   rassegna stampa
Venezia - Zaia ringrazia Luzzatto   Leggi la rassegna

“Alla vigilia dell'elezione del suo successore voglio ringraziare di cuore il professor Amos Luzzatto per lo straordinario servizio reso in questi anni e per il grandissimo contributo intellettuale, morale e umano che ha saputo dare alla crescita non solo delle nostre comunità veneziana e veneta ma di tutto il paese”. Così il presidente della Regione Veneto Luca Zaia nelle ore che precedono la nomina del nuovo presidente della Comunità ebraica di Venezia.



 

Dal carcere Mirko Viola, tra gli estremisti di destra arrestati lo scorso novembre nell’ambito delle indagini su Stormfront, offende in alcune lettere il sopravvissuto Shlomo Venezia, da poco scomparso, e il pubblico ministero Tescaroli.
 


















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