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18 marzo 2013 - 7 Nisan 5773
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alef/tav

Adolfo Locci, rabbino capo
di Padova


E (l'Eterno) chiamò Mosè…" (Levitico 1:1). Il Nachmanide (Moshe ben Nahman Girondi 1194-1270) spiega che siccome le azioni umane sono compiute attraverso il pensiero, la parola e l'atto, il Signore ha comandato che colui che commette una trasgressione presenti un sacrificio, imponga su di lui le proprie mani (per l'azione), reciti la confessione dei peccati (per la parola) e bruci nel fuoco le interiora (luogo del pensiero e del desiderio). Rav Ya'akov Arièh Neiman (Sefer Darchè Musar) sottolinea che dalle parole del Nachmanide si deduce il concetto fondamentale che c'è dietro l'offerta di un sacrificio: l'umiltà. Soltanto un "cuore affranto e umiliato" (Salmi 51:19) vede la sua offerta accettata. La Torà, attraverso la parola "ויקרא Vaikrà-e chiamò" scritta con la alef ze'irà (una alef א più piccola rispetto alle altre lettere), allude al fatto che l'acquisizione della qualità dell'umiltà sia il principio primo per avvicinarci a D-o e agli individui. In tempi in cui questa qualità si riscopre, quasi con un certo stupore, rav Ya'akov Arièh Neiman intende affermare come la Torà insegni - da sempre - che l'umiltà è la dote fondamentale per offrirsi ed essere graditi...

Anna
Foa,
 storica

   
Anna Foa
Sono in questi giorni settantacinque anni dal grande bombardamento di Barcellona effettuato dall'aviazione italiana nel corso della guerra civile spagnola: dal 16 al 18 marzo 1938 migliaia di bombe si rovesciarono sulla città, uccidendo un migliaio di persone e scatenando il panico nella popolazione che si diede alla fuga. Lo ricordano in contemporanea il Corriere della Sera di ieri e lo spagnolo La Vanguardia, sottolineando anche come, dopo l'attacco del 1937 su Guernica da parte dell'aviazione nazista, fosse la seconda volta che la guerra contro i civili, tanto tipica del Novecento, si operava dall'alto, attraverso i bombardamenti. Un tragico preludio a quello che sarebbe successo, prima ad opera dell'aviazione tedesca sull'Inghilterra, poi ad opera dell'aviazione anglo-americana sulle città tedesche, nella successiva guerra mondiale. Tali bombardamenti in effetti non colpivano i civili solo come conseguenza indesiderata ed inevitabile delle operazioni militari, ma li colpivano appositamente per demoralizzare il nemico e spingerlo alla resa. Quanto al bombardamento di Barcellona, fu il primo momento  di quell'attiva partecipazione, da parte italiana, allla guerra portata da Hitler all'Europa intera, che avrebbe visto l'Italia di nuovo schierata accanto ai nazisti e che avrebbe visto tanti episodi terribili di guerra contro i civili, dal cielo e dalla terra. I "buoni italiani" però non hanno mai chiesto scusa di quel bombardamento, a differenza della Germania, dove nel 1997 il presidente tedesco si è scusato formalmente per il bombardamento di Guernica. Forse, sarebbe il caso di farlo ora. Meglio tardi che mai.

davar
Israele si prepara alla visita di Obama
Oggi il voto di fiducia al nuovo governo Netanyahu, mercoledì l'arrivo a Gerusalemme di Barack Obama. Nodi irrisolti, speranze condivise, una storica amicizia da rinsaldare: in gioco il futuro del Medio Oriente.
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Hannaleh e l'innocenza di Israele
L'infanzia e le emozioni di Israele in uno straordinaria mostra visitabile fino al prossimo 31 dicembre a Gerusalemme. Ad essere esposte le illustrazioni di Eva Itzkowitz, autrice delle tavole che hanno reso celebre in tutto il mondo le avventure della piccola Hannaleh.
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Qui Milano - Il bisogno di credere
Si apre domani sera a Milano la quarta edizione del ciclo di incontri Frontiere della Psicanalisi. A confronto sui valori ebraici il presidente emerito dell'Assemblea rabbinica italiana rav Giuseppe Laras e lo studioso Sisto Vecchio.
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pilpul
Tea for Two - Ebraismo al curry
Aprire la pagina del New York Times delizia le mie giornate e rinvigorisce la mente, oramai debilitata dalla tesi e altri affanni. Mi piace la sua auctoritas, è il punto di riferimento di numerose e interessanti tipologie umane. Della serie: dimmi che sezione del numero domenicale leggi e ti dirò chi sei. Lungi dall'essere snob, parla di tutto senza però creare strani miscugli grotteschi come fanno molti giornali italiani. Probabilmente solletica la pigrizia, ma è bello aprirlo e vedere che qualcuno ha già fatto il lavoro al posto mio. Un cappello celebrativo necessario per raccontare l'ultima piccola gustosa scoperta: l'inviata Joan Nathan è volata nella speziata India alla scoperta di cibo ebraico-indiano, una fusione che farebbe impallidire persino i severissimi giudici di MasterChef. Partita durante Channukkah, la nostra Joan si è imbattuta nel Menorah Restaurant e ha conosciuto anche una donna ebrea di origine irachena, Queenie, che cucina piatti memorabili nati da tre tradizioni diverse. La confortante Queenie le racconta che i preparativi per Pesach a Kochi iniziano addirittura da gennaio (e pensare che noi iniziamo a tremare solo dopo Purim). L'India che incontra la tradizione ebraica è qualcosa di favoloso, un cortocircuito colorato e in movimento: immagino Sarit Hadad che duetta con Panjabi MC e Gad Elmaleh accompagnato da Aishwarya Rai in un film che culmina in balli variopinti. Anche se alla fine, abbiamo imparato (e il New York Times conferma) che l'incontro migliore avviene davanti a una tavola.

Rachel Silvera, studentessa – twitter@RachelSilvera2


notizie flash   rassegna stampa
Padova - Bibbia a tre dimensioni   Leggi la rassegna

Si chiuderà domani a Padova, nella Sala dello studio teologico della Basilica, il ciclo di cinque incontri la Bibbia a tre dimensioni. L'ultima serata, con ospiti il rabbino capo rav Adolfo Locci e il presidente della Coreis Abd al-Wahid Pallavicini, verterà sul versetto di Isaia “Dio è sempre con noi”. Moderatore dell'incontro il responsabile per l'ecumenismo della diocesi patavina don Giovanni Brusegan.

 

Sarà corposa la rappresentanza ebraica domani mattina in San Pietro per la cerimonia di inizio del ministero petrino di papa Francesco. Presenti tra gli altri, come ricorda il Corriere, il presidente UCEI Renzo Gattegna, il rabbino capo di Roma rav Riccardo Di Segni e il leader comunitario Riccardo Pacifici oltre a una rappresentanza del World Jewish Congress, dell'Anti Defamation League e al direttore generale del Gran rabbinato di Israele Oded Wiener.
 


















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