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20 marzo 2013 - 9 Nisan
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David
Sciunnach,
rabbino
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“Ed il recipiente di
terracotta in cui [il sacrificio] sarà stato sottoposto a cottura,
dovrà esser rotto …” (Vaikrà 6, 21). Il grande commentatore
Rabbì Shlomò Itzhakì, conosciuto con il suo acronimo come Rashì,
sottolinea che, questa mitzwà, e cioè di rompere i recipienti, riguarda
tutti i Kodashim, vale a dire tutti i recipienti consacrati. A questo
punto si domandano i Maestri quale sia l’insegnamento che la Torà vuole
trasmetterci. Il Kelì Yakàr associa l’utensile dove viene cotto il
sacrificio per l’espiazione dei peccati con l’uomo. Così come
l’utensile assorbe nel suo interno il divieto, e non ha riparazione se
non con la sua rottura. Così l’uomo che viene ad espiare un peccato,
che ha assorbito nel suo intimo compiendo quella trasgressione, non ha
riparazione se non con la “rottura” – la lacerazione del proprio cuore.
Solo cosi con il “cuore rotto” l’uomo potrà arrivare al pentimento ed
alla purificazione.
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Davide
Assael, ricercatore
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Fra le
diverse notizie che si susseguono in questo difficile momento, di
particolare rilievo mi pare il rifiuto cipriota al piano di salvataggio
UE, che prevedeva il prelievo forzoso dei conti corrente. Una misura
“economica” che noi italiani conosciamo per esperienza diretta, anche
se qui bisognerebbe moltiplicare la somma per dieci o quindici. Senza i
10 miliardi del fondo salva Stati, Cipro è destinata al fallimento.
Cosa fare, dunque? Semplice, si cercano i soldi altrove. E, dal momento
che Cipro è meta attraversata da molti venti, i pretendenti non
mancano. Tutto, però, ha un costo, così, la Federazione Russa è pronta
a una megaoperazione che porterebbe Cipro nella grande orbita Gazprom,
sottraendo all’Europa, anzi all’Occidente tutto, importanti aree di
influenza. Un buon esempio di come il mondo potrebbe cambiare; in
peggio, per noi. Una domanda dal sapore politico: ad Israele piacerebbe
una Cipro in ottica Russia? Ed ancora, basterà all’Occidente la
“tenerezza” per recuperare il suo ruolo?
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Israele
- Iniziata la missione di Obama
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Obama è sbarcato in Israele
per una storica tre giorni di impegni per il futuro del Medio Oriente.
A Peres e Netanyahu che lo hanno accolto al suo arrivo il presidente
statunitense si è rivolto con una formula di saluto in ebraico.
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Leader
ebraici a colloquio con papa Francesco
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Nuove
idee e nuove iniziative per favorire l'avvicinamento tra ebrei e
cattolici. Questa la proposta formulata dal presidente dell'Unione
delle Comunità Ebraiche Renzo Gattegna a papa Francesco in occasione
dell'udienza svoltasi questa mattina in Vaticano con i rappresentanti
delle diverse religioni. Con il presidente dell'Unione il rabbino capo
di Roma rav Riccardo Di Segni, il presidente della Comunità capitolina
Riccardo Pacifici e numerosi rappresentanti dell'ebraismo europeo e
mondiale. “È stato un incontro caratterizzato da grande cordialità e
interesse reciproco. Ci siamo lasciati con l'idea di un nuovo
appuntamento a breve”, commenta rav Di Segni. Pensieri affidati anche all'intervista uscita oggi su Famiglia Cristiana in merito
alle prospettive e alle sfide più pressanti del dialogo
ebraico-cristiano. “Con la Chiesa esistono ancora tanti problemi.
Alcuni sono da risolvere giorno per giorno, quando si pongono. Altri
invece sono di indirizzo fondamentale. Comunque vedremo. Intanto –
spiega il rav al popolare settimanale cattolico – la cosa più
importante è la buona volontà”. Entusiasmo. È questo il sentimento che
traspare nelle parole di Riccardo Pacifici: “Mi ha molto colpito – dice
– il fatto che in ogni argomento proposto da papa Francesco con forza
emerga il tema della giustizia sociale. Credo che su questo terreno le
cose che potremo fare assieme saranno davvero tante. L'auspicio è
quello di poter instaurare un rapporto di collaborazione sempre più
intenso e consapevole”. Al termine dell'udienza Gattegna ha affermato:
“Le parole di papa Francesco, incentrate sul rispetto tra identità e
culture differenti, sulla responsabilità di ogni essere vivente nella
difesa e nella tutela del creato, sono segnali forti di un modo di
rapportarsi al prossimo che ci auguriamo possa contribuire, in
continuità con quanto fatto dai suoi predecessori, a rafforzare
sentimenti di amicizia e fratellanza tra i popoli”.
Adam Smulevich twitter - asmulevichmoked
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Qui Milano - L’ebraismo tra fede e dialettica |
Fede
nella tradizione ebraica e spirito critico della psicoanalisi. Questo
il tema di un incontro svoltosi a Milano con la partecipazione del
presidente emerito dell'Assemblea rabbinica italiana rav Giuseppe Laras.
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Antonio Manganelli
(1950-2013) |
Il presidente dell'Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha affermato:
L'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane vuole esprimere profondo
dolore e cordoglio per la scomparsa di Antonio Manganelli. Appassionato
e infaticabile servitore dello Stato, Manganelli ha svolto un ruolo
fondamentale nella messa in sicurezza delle nostre istituzioni e nella
costruzione di rapporti solidi e duraturi nel tempo tra Comunità e
forze dell'ordine. Verso il mondo ebraico nutriva curiosità, affetto,
un sentimento di vicinanza che manifestava apertamente e che ogni volta
ci emozionava. Era inoltre un sincero amico di Israele, paese che aveva
visitato in più di una circostanza e per il quale provava grande
ammirazione. Siamo vicini alla famiglia e a quanti, in queste ore
difficili, ne piangono la scomparsa. Che il suo ricordo sia di
benedizione.
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La dialettica talmudica
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Se per arrivare a una
elaborazione sviluppata filosoficamente del concetto della pluralità di
opinioni nella storia della filosofia occidentale dobbiamo attendere
fino al 1700, gli ebrei, nel Talmud, almeno due millenni prima, avevano
già individuato la pluralità come principio fondamentale di tutta la
Torah. La Dialettica, in quanto far leva sulle contraddizioni latenti
in una certa tesi, può farsi risalire ai paradossi di Zenone di Elea;
ma come arte del dialogo e della discussione (dialéghesthai, da cui la
parola 'dialettica', significava in greco antico 'discutere',
'dialogare'), volta non solo a un esito critico e demolitore di
determinate teorie, essa fu valorizzata da Socrate e da
Platone.
Paolo
Sciunnach, insegnante
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Antisemiti in Parlamento
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E così, dopo la Grecia e
l’Ungheria, un altro Paese europeo – molto più grande e importante -
ospita, nel suo Parlamento, un partito (pardon, movimento) apertamente,
violentemente antisemita. Un partito che ha raccolto addirittura il 25
per cento dei suffragi, e che, in ragione delle forti contrapposizioni
tra le altre forze politiche, tiene in mano le sorti della legislatura
e del Paese, giocando con gli altri soggetti politici, e con le
istituzioni, come il gatto col topo.
Francesco
Lucrezi, storico
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Squilibri di attenzione |
Sarà una fissa da ebreo e
liberale, ma la pressante, talvolta spasmodica, attenzione prestata
dalla leadership ebraica italiana alle vicende vaticane, ben oltre il
dovuto ma riservato rispetto che a mio parere sarebbe d'uopo, mi appare
inversamente proporzionale all'attenzione prestata a problematiche
quotidiane del mondo ebraico nazionale.
Gadi
Polacco
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notizie flash |
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rassegna
stampa |
Le 80 candeline di
Philip Roth
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la rassegna |
Ha compiuto 80 anni Philip
Roth, uno degli intellettuali più prolifici e leggendari della
letteratura americana del dopoguerra. Lo scrittore, nato nel New Jersey,
non donerà ai suoi lettori un nuovo capolavoro, lo scorso novembre, ha
annunciato infatti il suo addio alla scrittura. Per rendergli omaggio
la cittadina del New Jersey dove è nato, Newark, ha organizzato una
kermesse a base di seminari, mostre fotografiche e visite guidate nei
luoghi della sua infanzia, con un party finale per pochi intimi nel
Museo più grande della città. Il New York Magazine gli ha addirittura
dedicato un numero speciale.
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Attenzione dei media ancora
fortemente proiettata sulla messa inaugurale del ministero petrino di
papa Francesco. La stampa cattolica in testa, Osservatore Romano e
Avvenire,
mette in rilievo la presenza a piazza San Pietro delle
massime rappresentanze ebraiche italiane e internazionali. Su Famiglia
Cristiana l'intervista al rabbino capo di Roma rav Riccardo
Di Segni,
che si dice “pronto a collaborare”.
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