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3 aprile 2013 - 23 Nisan 5773
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alef/tav

David
Sciunnach,
rabbino

“L’ottavo giorno avvenne che Moshè chiamò Aron ed i suoi figli e gli anziani d’Israele...”. (Vaikrà 9, 1)  Questa Parashà prende il nome di Sheminì – ottavo, proprio perché descrive gli avvenimenti dell’ottavo giorno del  inaugurazione del Mishkan – Tabernacolo. Questo giorno era il capo mese di Nisan, dal secondo anno dall’uscita dall’Egitto. E da quel momento la Shechinà – presenza Divina, risedette in mezzo al popolo d’Israele. I Maestri hanno detto nel Talmud  (Meghilla 6b): “In quello stesso giorno in cui fu eretto il Mishkan – Tabernacolo vi fu grande gioia dinnanzi al Signore come il giorno in cui fu creato il cielo e la terra”. Cosi come è scritto in questo verso: “Vahi bayiom ha-sheminì – e l’ottavo giorno avvenne ...” è scritto con lo stesso  termine “Vahi” in Bereshìt – Genesi: “Vahi erev vahi boker – e fu sera e fu mattino”.

Davide
Assael, ricercatore



L’“incidente diplomatico” fra Riccardo Pacifici e Beppe Grillo, mi sembra l’occasione per discutere di un problema emerso da tempo. Al di là della smentita di Pacifici, credo che le preoccupazioni da parte ebraica siano del tutto giustificate. Non so se Grillo e Casaleggio leggono questo notiziario, ma vorrei rivolgermi idealmente a loro, immaginando una risposta che possa rassicurare l’ebraismo italiano...
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davar
Yom HaShoah - Un libro in dono. Per non dimenticare
Yom HaShoah (Yom HaZikaron laShoah ve-laG’vurah, il giorno del ricordo della Shoah e dell’eroismo) cade quest’anno il 7 aprile, 28 di Nisan, con un giorno di ritardo rispetto alla data ufficiale, che nel 2013 coincide con uno Shabbat. Per celebrarlo l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane lancia il progetto di distribuire migliaia di libri ai giovani di tutte le Comunità Ebraiche Italiane. “Non possiamo restituire la vita a coloro che furono assassinati, ma oggi vogliamo compiere un gesto per restituire un impulso di vita a quelle pagine che i nostri persecutori vollero gettare nelle fiamme” ha spiegato l’assessore UCEI al Culto Settimio Pavoncello nel numero di Pagine Ebraiche di aprile attualmente in distribuzione.
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Qui Roma - I Consiglieri della componente Hazak
lasciano il governo della Comunità 
I Consiglieri della componente Hazak nel Consiglio della Comunità ebraica di Roma (Massimo Bassan, Guido Coen, Victor Magiar, Giacomo Moscati, Livia Ottolenghi, Emanuele Pace, Dora Piperno, Serena Terracina) hanno deciso di rinunciare agli incarichi di Giunta che erano stati assegnati nel quadro di un accordo di governo unitario della maggiore realtà ebraica italiana emettendo la nota seguente:

"I sottoscritti Consiglieri eletti nella lista Hazak ribadiscono il loro dissenso nei confronti della strategia di comunicazione e della metodologia decisionale attuate dal Presidente in carica della CER, Riccardo Pacifici. Particolarmente grave e intempestivo, in questo delicato momento della vita pubblica italiana, e' l'ultimo episodio, la sua intervista rilasciata ad Haaretz e appresa dai consiglieri solo attraverso i mass media, anche se in parte esprime preoccupazioni condivisibili. Di fronte a questo modo di rappresentare la CER, riteniamo che sia necessario dare le dimissioni da membri di Giunta e dagli incarichi che abbiamo ricevuto dalla Giunta.
Far parte di una Giunta di coalizione vuol dire condividere le modalità di comunicazione delle opinioni e delle preoccupazioni degli ebrei romani, che devono essere sempre concordate, come e' stato ribadito più volte sia in Giunta che in Consiglio CER.
Far parte di una Giunta di coalizione significa che il Presidente non ha la delega a esternare qualsiasi suo pensiero secondo tempi e modalità da lui decise senza un confronto con l'ufficio di presidenza, o con la Giunta o con il Consiglio.
Questo vale soprattutto quando si trattano argomenti che hanno valenza vitale per la vita sociale e pubblica degli ebrei italiani e romani.
L'indubbia tolleranza, da parte del Movimento Cinque Stelle, sulla presenza di commenti sul suo blog di affermazioni antisemite, razziste e xenofobe ci deve spingere tutti a vigilare su questi fenomeni. Siamo in disaccordo con l’allarmismo strategico del Presidente circa l’emergenza di lasciare il nostro Paese, e lo abbiamo ribadito fin dalla sua prima esternazione in proposito, un anno fa. Non è corretto strumentalizzare le recenti aliot, che sono in maggioranza legate alla contingenza economica.
I Consiglieri della lista Hazak continueranno comunque a svolgere costruttivamente il loro ruolo di consiglieri della Comunità Ebraica di Roma, come da mandato elettorale".

Amedeo Mortara (1922-2013)
Profondo cordoglio nel mondo ebraico per la scomparsa di Amedeo Mortara, grande protagonista della rinascita del dopoguerra e della vita comunitaria negli anni a venire, mancato durante l’ultimo giorno di Pesach a Milano all’età di 91 anni. A darne l’annuncio la moglie Luisella e la figlia Raffaella Mortara. Ai famigliari l'affetto e l'amicizia di tutta la redazione.
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Calcio - Lotito: “Di Canio non rispettava i valori in cui credo”
“Ho trovato che il suo atteggiamento non rispecchiasse i valori in cui credo e che sto cercando di proiettare in tutto l’ambiente calcistico. Così, pur consapevole di inimicarmi una parte della curva, ho preferito non dilatare ulteriormente la sua avventura alla Lazio”. Con queste parole il presidente della Lazio Claudio Lotito descriveva Paolo Di Canio in un’intervista a Pagine Ebraiche negli scorsi mesi. Parole che tornano a costituire uno spunto di riflessione importante all’indomani delle polemiche scatenate dalla nomina dell’ex calciatore ad allenatore della squadra inglese del Sunderland.
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pilpul
I cinque saggi
Pesach è appena finita, ma la memoria di tutti i suoi riti ci circonda ancora. La lettura della haggadà inizia con un celebre racconto, quello di Rabbì Eliezer e altri illustri rabbini, i maggiori del momento, che passano la notte a Bne Beraq a discorrere dell'uscita dall'Egitto fino a che gli allievi non vengono ad avvisarli che è arrivato il momento di leggere lo Shemà' del mattino. Episodio enigmatico, sul quale sono state fatte tante ipotesi. Ma con uno sguardo un po' distaccato alla realtà di oggi, lo si potrebbe comprendere meglio pensando che era una commissione di cinque saggi, che si riuniva discretamente in un momento di gravissima crisi politica con la perdita dell'autorità statale e sotto la pressione minacciosa di una potenza occupante. I saggi infervorati nella discussione persero la nozione del tempo tanto da dover essere richiamati dagli allievi. Speriamo che almeno questo non succeda da queste parti.

Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma

Noi donne e i porporati
Ho letto con molto interesse su questo numero di Pagine Ebraiche il dialogo tra Anna Foa e Lucetta Scaraffia in merito all'elezione di Papa Francesco, una personalità sicuramente nuova e carica di promesse per il soglio di Pietro. Da femminista non credente, appassionata di spiritualità e religione, mi viene però da chiedere: ma davvero dovremmo restare affascinate, invidiare addirittura, come dice Scaraffia (alla quale peraltro mi legano amicizia e stima), quel corteo di vegliardi, abbigliati come nel Medioevo, tutti inesorabilmente uomini, tutti simboli di un potere maschile che ha escluso le donne per secoli, e continua a escluderle, dalla gestione del sacro e del religioso, che ha deciso per loro cosa era giusto e cosa era sbagliato, che decide ancora del mio destino come donna? No, a me quelle immagini, così vetuste e ripetitive, quei cortei che evocano una storia millenaria dove le donne hanno avuto piccola, e spesso tragica, parte, hanno rinnovato una sorta di ripugnanza, una sfiducia su qualsiasi possibilità di rinnovamento profondo della Chiesa cattolica. Perché sono il simbolo visibile dell'esclusione delle donne e senza le donne io non credo che ci potrà essere mai un vero cambiamento, e questo vale non solo per la chiesa cattolica, ma per tante altre tradizioni religiose. E non bastano gli affreschi di Michelangelo e la sfilata di anziani porporati, né le folle adoranti pronte a dimenticare l'invito all'amore non appena girano l'angolo, a conferire fascino a un rito che mi rimanda simboli così consumati.

Matilde Passa, giornalista
 

Ticketless - Case e cose (più) leggere
Questo Ticketless è diventato troppo malinconico. Sentendo il bisogno di cose più leggere ho fatto tappa a Milano per visitare una mostra che prende il nome da una raccolta di Saba, “Cose leggere e vaganti”. Vengono esposti materiali inediti provenienti dall’archivio di Anita Pittoni, la fondatrice delle triestine edizioni Zibaldone. La cosa per me non leggera è che la mostra sia ospitata nel cuore di quella “Milano in mano” cara a Guido Lopez.

Alberto Cavaglion  

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Il cielo e la terra
Non c’è dubbio, come è stato sottolineato in molti contesti, e, più volte, anche sulle pagine di questo notiziario quotidiano, che l’elezione di papa Francesco lasci ben sperare sul piano del dialogo interreligioso e, segnatamente, delle relazioni ebraico-cristiane. Pur provando un’istintiva perplessità di fronte al clima di universale, entusiastica agiografia che sempre circonda la persona del Sommo Pontefice, in particolare in occasione della cerimonia dell’elezione, condivido l’unanime sentimento di fiducia e simpatia nei confronti del nuovo Vescovo di Roma.

Francesco Lucrezi, storico

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notizie flash   rassegna stampa
MO - John Kerry ad Ankara   Leggi la rassegna

Il segretario di stato americano John Kerry sarà in Turchia domenica per una breve visita alle autorità di Ankara. Fra i contenuti dell'agenda del Segretario di Stato americano: l'escalation della crisi siriana e la ripresa dei rapporti diplomatici tra Ankara e Israele.

 

“Israele si libera dalla schiavitù del gas d’Egitto” è il titolo, quanto mai azzeccato alla fine di Pesach, con cui su Il Giornale Fiamma Nierenstein racconta che da qualche giorno dalla riserva marina di Tamar fluiscono enormi quantità di gas naturale verso il porto di Ashdod.  
















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