se non
visualizzi correttamente questo messaggio, fai click
qui
|
6 maggio 2013 - 26 Iyar
5773 |
|
|
|
|
 |
Adolfo
Locci, rabbino capo
di Padova
|
"Conta
il capo di tutta la congrega dei figli d'Israele…bemispar shemot - per
mezzo del numero dei nomi..." (Numeri 1:2) Il censimento con cui inizia
il quarto libro della Torà, deve avvenire contando i nomi. Non è un
caso che l'espressione "bemispar shemot, compaia più di venti volte.
Questa ripetizione indica un concetto importante: quello del valore del
nome. Il nome con cui un individuo è chiamato, ne testimonia la
personalità e le peculiarità. Dietro al nome, dietro ad una persona,
c'è un mondo intero. L'ordine con cui il popolo d'Israele si deve
disporre intorno al Tabernacolo, si può raggiungere se ognuno è
considerato nominalmente, individualmente; perché l'unicità di una
collettività dipende - anche - dalla consapevolezza di essere tutti
parte di un'unica essenza ma composita...
|
|
Anna
Foa,
storica
|
 |
Negli ultimi tempi, abbiamo
assistito ad una forte crescita dell'antisemitismo in due paesi
dell'Unione Europea, l'Ungheria e la Grecia. Casi diversi, differenti i
contesti culturali e sociali, ma comune il problema che ne deriva
all'Europa, che pone per l'ingresso nell'Unione delle pregiudiziali
fondamentali riguardo alla democrazia e all'osservanza dei diritti
umani. Pregiudiziali rassicuranti per noi cittadini dell'Unione, che
pensiamo di essere così garantiti dalla possibilità di derive
autoritarie e minacce razziste e antisemite. Preoccupa in particolare
il caso ungherese, dove la crescita dell'antisemitismo è diventata
esponenziale sotto il premier Orban, accompagnata da spinte autoritarie
e populiste e da crescenti limitazioni delle libertà democratiche.
Ieri, il Congresso Mondiale Ebraico si è aperto a Budapest
accolto dal lugubre sventolare delle bandiere naziste agitate dai
manifestanti del partito di estrema destra Jobbik, che ha ottenuto
quasi il 17% alle ultime elezioni. In un intervento al
Congresso il primo ministro Orban ha promesso tolleranza zero verso
l'antisemitismo, senza tuttavia mai nominare il partito Jobbik e senza
tracciare una chiara linea di separazione fra il suo governo e le
frange dell'ultradestra. Mi sembra che la situazione ungherese
riproponga, se ancora ce ne fosse bisogno, il nesso che lega
l'antisemitismo ai regimi autoritari e illiberali e riaffermi ancora
una volta che la lotta contro l'antisemitismo non può non andare di
pari passo con quella per i diritti umani e le libertà democratiche.
|
|
|
WJC - Lauder e Kantor assieme alla guida
|
Conferma alla presidenza del
World Jewish Congress per il filantropo statunitense Ronald Lauder.
Nella squadra di governo anche il leader del Congresso europeo Moshe
Kantor che ha ricevuto l'incarico di guidare le attività di policy. Tra
le sfide più importanti che attendono l'esecutivo la lotta
all'antisemitismo che proprio in Ungheria ha uno dei suoi snodi
fondamentali. Non convincono intanto le parole pronunciate nel corso
della cena di gala dal primo ministro Viktor Orban.
Leggi
|
|
Israele
- Massima allerta per la situazione in Siria
|
Maggiori dettagli a
proposito del raid aereo con cui nella notte tra sabato e domenica
l’esercito israeliano ha colpito un rifornimento di armi dal dittatore
siriano Bashar Al Assad verso il gruppo terrorista libanese di
Hezbollah si diffondono in queste ore.
Leggi
|
|
Miss
Israele e gli ebrei d'Etiopia conquistano Rai Uno
|
La favola vera di Yityish
Aynaw e della sua vita dai deserti etiopi alla corona di Miss Israele e
all’incontro con Barack Obama conquista il pomeriggio della domenica di
Rai Uno. A raccontare la storia degli ebrei etiopi e della loro alyiah
durante il programma Così è la vita è stato anche Sergio Della Pergola,
docente dell’Università ebraica di Gerusalemme.
Leggi
|
|
Qui
Roma - Adei Wizo progetta il futuro
|
Approvazione unanime del
bilancio 2012 per le associate dell'Adei Wizo riunite in assemblea
generale al Centro Bibliografico Tullia Zevi dell'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane. Molti i temi affrontati in queste ore: politiche di
fund raising, rappresentanza istituzionale, strategie di informazione e
comunicazione.
Leggi
|
|
Qui Roma - Chabad di
Monteverde, festa ai fornelli |
Gastronomia
di qualità. Insegnamenti antichi ma ancora straordinariamente attuali.
È l'intreccio che dà sapore al decimo compleanno, festeggiato ieri
pomeriggio negli spazi di Eataly, del centro Chabad di Monteverde.
Special guest dell'evento Laura Ravaioli, chef di Sky Gambero Rosso
Channel, che ai fornelli della sala congressi ha dato spettacolo con
una lezione di cucina accompagnata dalle riflessioni mistiche e
cabalistiche di rav Shalom Hazan sull'alimentazione nello Zohar e nel
Talmud. Al termine della lezione si fa fatica a contenere l'entusiasmo
dei tanti che la circondano per una foto ricordo, un autografo, un
consiglio culinario. Intanto c'è chi stappa i calici e i falafel caldi
di frittura fanno il loro ingresso trionfale. “Cibo per l'anima”,
recita efficacemente il titolo dell'iniziativa. (La fotografia è di Giovanni Montenero)
|
|
Qui
Roma - Conversazioni con il boia
|
In occasione del 70esimo
anniversario dell'insurrezione del Ghetto di Varsavia un nuovo omaggio
artistico al Teatro Vascello di Roma. In scena i dialoghi più
significativi tratti dal libro Conversazioni con il boia del patriota
polacco Kasimierz Moczarski.
Leggi
|
|
|
Oltremare - Primo: non
paragonare
|
Regola aurea per chiunque
lasci un Paese per stabilirsi in un altro. Regola di platino se il
Paese di immigrazione è Israele. Non importa quanto voluta, ideologica,
impellente sia stata l'aliyah, la "salita" in Israele: paragonare
dettagli della vita qui a quelli di qualunque altra vita precedente è
naturale, quanto sconsigliabile.
Vero: certe mattine mi mancano le macine del mulino bianco, o le fette
biscottate, prodotti qui assenti dall'immaginario collettivo, figurarsi
dai supermercati. L'olè chadash che trova, e in fretta, dei biscotti
buoni almeno al minimo sindacale per superare la prima colazione e
passa oltre, apre una porta alla felicità. Quello che si ostina, e
ripete senza sosta agli amici che come il mulino bianco non ce n'è, si
condanna ad un limbo di nostalgia, tossica quanto i pensieri che si
dedicano agli ex. Poi
va bene, il contrabbando spiccio di marron glacé e altre prelibatezze
soprattutto stagionali è del tutto legittimo. Perché è stagionale,
appunto. Il kvetch (yiddish per "lamento") di routine invece, è come
l'acqua cheta che rovina i ponti. Ne sono specialisti inglesi e
francesi, ma anche noi italiani non scherziamo. I formaggi stagionati
che non ci sono, le maniere non proprio da galateo, il chamsin che
toglie il fiato, le strade mai abbastanza pulite, i guidatori avventati
e aggressivi. Esercizi quotidiani di non-paragone: salendo sull'autobus
si saluta
l'autista, che risponde, e quando sale una madre con due bambini
piccoli non ci si scompone se ne mette uno in braccio alla signora più
vicina mentre paga la corsa. Al supermercato si scambiano ricette con
la cassiera. Ogni tanto la pausa pranzo si può fare in spiaggia, tanto
in ufficio nessuno farà caso alla sabbia chiara attaccata ai sandali.
Il nuovo aiuto parrucchiere propone uno shidduch ancora prima di sapere
se sono libera. Il barista del bar dell'angolo sbaglia clamorosamente
il mio caffè ogni giorno, e sorride. Macchiato: non cappuccino; eddài,
te l'ho spiegato ieri, e l'altro ieri, e il giorno prima. Per fortuna
il caffè è italiano e lo fa con una Favorita. Davvero, paragonare è
sconsigliabile.
Daniela Fubini, Tel Aviv – twitter @d_fubini
|
|
In cornice - Da New York a Gerusalemme
|
Lo
scorso 27 Aprile è andata all'asta una delle collezioni più importanti
di judaica; la sala era piena zeppa di collezionisti perchè un evento
simile si ripeterà solo fra diversi anni. I pezzi più preziosi venivano
tutti dall'Italia e sono finiti tutti negli Stati Uniti e in Israele.
Uno splendido volume di fine XV secolo con tutta la seconda parte del
"Mishné Torà" di Maimonide (la prima si trova nella Biblioteca
Vaticana) è ora di proprietà di una cordata costituita dal Metropolitan
di New York e dal Museo di Israele di Gerusalemme. L'acquisizione è
avvenuta ancora prima dell'asta, con l'accordo e il supporto del
proprietario della collezione, quel Michael Steinhard, superesperto in
derivati, generosissimo nei confronti delle istituzioni ebraiche. Al
Metropolitan è finita anche una splendida Attarà (corona) per i rotoli
della Torà, del Settecento veneziano, a sottolineare l'attenzione che
rivolge all'arte ebraica non solo il locale Jewish Museum, ma
l'istituzione culturale più importante della Grande Mela, il
Metropolitan appunto. New York non ha perso il suo carattere di città a
forti radici ebraiche. Peraltro, la collaborazione fra un'istituzione
dal blasone e dal portafoglio immenso come il Metropolitan, con il
Museo di Israele, dà la dimensione degli enormi progressi compiuti da
Israele negli ultimi anni.
Daniele Liberanome, critico d'arte
|
|
Tea for Two - Le donne che
ammiro
|
"Essere una donna non vuol
dir riempire solo una minigonna" disse una volta il mio filosofo di
fiducia Anna Tatangelo. Come darle torto? Qui tra lavori di
manutenzione e nutrimenti per mente e anima è una grande faticaccia.
Proprio per questo in un mio carnet immaginario ho inserito le donne
che ammiro. Quando piove vorrei per esempio assomigliare a
Audrey-pulcino bagnato-Hepburn che stretta nel suo trench chiama a gran
voce il suo gatto prima di essere salvata dal bellone George Peppard.
Ma diciamo la verità, mentre scroscia la pioggia battente assomiglio di
più a Winston Churchill (e non chiedetemi perché). Mi piacerebbe
cantare come Diana Krall in un bar sperduto in qualche sobborgo
americano ed essere Livia Giuggioli per il semplice fatto che si è
sposata con Colin Firth (in ordine di apparizione: Fitzwilliam Darcy,
Mark Darcy, Re Giorgio). E, detto fra noi, mi piacerebbe anche avere la
grazia di una certa principessa disney dell'ebraismo italiano che non
nomino per non fare arrossire. Per un periodo volevo diventare Jill
Abramson, direttrice del New York Times, ma da quanto si mormora la
vedono come un diavolo e non ha neppure la soddisfazione di vestirsi
Prada (Jill, consolati con il tuo golden retriver e qualche premio da
spolverare nella vetrinetta del salone). Rendiamoci conto di una cosa:
se essere una donna è difficile, essere una jewish princess è
praticamente impossibile. Bisogna competere con Natalie Portman che
danza e impazzisce, Drew Barrymore che si converte e Gwyneth Paltrow
che cucina challoth macrobiotiche. Alle volte vorrei essere una signora
Gold-man/-smith/blatt (decidete voi come concludere) qualsiasi ed
essere invitata al Metropolitan Museum come membro onorario, mangiando
bagel in miniatura e rugelach di alta cucina. Ma alla fine mi piace
scrivere e mi piace da morire la scrittura di una certa columnist made
in USA: Rachel Shukert. Sarà che ha la frangetta, la chiave del
successo per ogni donna dalla A di Alexa Chung alla Z di Zooey
Deschanel passando per la S di Sophie Marceau. Sarà che riesce a
declinare le tematiche ebraiche in qualsiasi tipo di salsa pop e chi
non ci crede può leggere la sua rubrica sul Tablet Magazine. Sarà che
ha scritto un libro che si intitola qualcosa come Ma non ti vergogni?
Ma Rachel Shukert è un genio in frangetta. E non vedo l'ora di scoprire
che è sposata con un jewish prince di nome David e che insieme
costruiranno una casa di mattoni rossi con la cucina con l'isola.
Almeno potrò avere un motivo in più per sentirmi una inetta sveviana.
Rachel
Silvera, studentessa – twitter@RachelSilvera2
|
|
notizie flash |
|
rassegna
stampa |
Candidata inglese sospesa per le espressioni antisioniste |
|
Leggi
la rassegna |
Anne Crampton, candidata per
le elezioni municipali di Crowborough nel Sussex, si è resa
protagonista di affermazioni antisioniste piuttosto forti, che
rischiano di costarle non poco ai fini della sua carriera politica.
Sulla propria bacheca Facebook ha scritto di non essere contro gli
ebrei, ma di avercela col sionismo, che dietro agli ebrei si nasconde.
Sospesa dal suo partito, si difende parlando di un attacco pirata.
|
|
Si svolgerà domenica a
Genova, la cerimonia di consegna del Premio internazionale Primo Levi,
alla presenza tra gli altri del presidente dell’Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane Renzo Gattegna. Il vincitore Jacob Finci, premiato
per il suo impegno civile, è una delle figure di maggiore rilievo della
Comunità ebraica del paese e l’attuale ambasciatore bosniaco in
svizzera (Secolo XIX).
|
|
|
L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti
che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono
rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it
Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei
l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere
ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo
e-mail, scrivete a: desk@ucei.it
indicando nell'oggetto del messaggio “cancella” o “modifica”. © UCEI -
Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo
aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione
informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale
di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.
|