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13 maggio 2013 - 4 Sivan 5773
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alef/tav

Adolfo Locci, rabbino capo
di Padova


La lettura della Torà del primo giorno di Shavu'ot, come è noto, narra l'evento straordinario del dono della Torà solennizzato con la promulgazione del Decalogo. È altrettanto noto che la Torà si legge, e si comprende, anche grazie a una serie di segni - Te‘amim - la cui  funzione è: indicare la suddivisione delle frasi o dei periodi per aiutare la comprensione del significato del testo; fissare la cantillazione, per la lettura pubblica, che può essere diversa secondo i vari riti. Però, nei brani in cui si parla del Decalogo (Esodo 20; Duteronomio 4), ci troviamo davanti ad una doppia serie di Te‘amim: una superiore (Ta‘am ‘elion) ed una inferiore (Ta‘am tachton). Il Ta‘am ‘elion determina la divisione del Decalogo in dieci parti, con effetti sul significato analoghi a quelli della moderna punteggiatura. Tale divisione rispetta il "tradizionale" numero dieci, ma provoca una singolare diversità di lunghezza dei versi: 1) I due Comandamenti Lo yhie (non avrai altre divinità) e Zakhor/Shamor et yom hashabbat (ricorda/osserva il giorni dello Shabbat) sono i più lunghi di tutto il TaNaKh; 2) I tre Comandamenti Lo tirtzach (non uccidere), Lo tinaf (non commettere adulterio) e Lo tignov (non rubare) sono i più corti di tutto il TaNaKh. Il Ta‘am tachton determina una divisione più simile a quella che ritrova in tutto il TaNaKh; in particolare, il Comandamento dello Shabbat è diviso in quattro parti e i quattro Comandamenti Lo tirzach (non uccidere), Lo tinaf (non commettere adulterio), Lo tignov (non rubare) e Lo ta‘ané (non fare falsa testimonianza) costituiscono una sola unità. Il Ta‘am tachton, quindi, divide il Decalogo in dodici parti di lunghezza media, dove non c’è più distinzione rigida di significato. Secondo Rabbì S. Z. Hanau (RaZaH 1687-1747), la lettura con il Ta‘am ‘elion indica quello che il Signore, ‘Elion (eccelso), ha detto a Moshè, mentre il Ta‘am tachton riproduce ciò che Moshè, tachton (inferiore), ha riferito al popolo d’Israele. Il Ta‘am ‘elion rappresenterebbe quindi la prospettiva divina, in cui D-o parla con dieci espressioni; il Ta‘am tachton esprimerebbe, invece, la prospettiva umana, per mezzo di Moshè che parla al popolo ebraico con dodici espressioni, quante sono le tribù d’Israele. La Torà si può acquisire e perpetuare nelle nostre Kehillot attraverso la vera capacità di mantenere unite entrambe le prospettive. Mo'adim lesimchà

Anna
Foa,
 storica

   
Anna Foa
28 luglio 1480, diecimila soldati turchi sbarcano presso Otranto, con una grande flotta, prendono la città e ne uccidono quasi  tutti gli abitanti. Sono gli ottocentotredici martiri di Otranto, santificati ieri dal pontefice. Ma, ci racconta Maria Pia Scaltrito nella Gazzetta del Mezzogiorno di ieri, ad Otranto c'era anche una folta comunità ebraica, ricca di una storia e di una cultura secolare. Che fine abbia fatto, lo sappiamo da una relazione del tempo, che ci dice che "li preti et li zudei" furono ammazzati subito. Preti ed ebrei insieme, insomma, ed immediatamente. A confermarlo, un documento ritrovato da uno studioso di grande valore recentemente scomparso, Cesare Colafemmina. È l'università della Giudecca di Lecce che nel 1482  chiede la cancellazione delle tasse che avrebbe dovuto pagare la giudecca di Otranto perché tutti gli ebrei di Otranto erano stati ammazzati dai turchi. Ai medievisti l'approfondimento di un episodio in fondo anomalo, ché solo dodici anni dopo il sultano avrebbe offerto rifugio agli ebrei cacciati dalla Spagna. Ma nel momento in cui i martiri di Otranto diventano santi, ci piace ricordare anche la minoranza ebraica esistente nella città, che della maggioranza cristiana ha quel giorno condiviso la sorte.

davar
Qui Torino - Lavorare insieme, lavorare in rete
In occasione del quinto anniversario dalla prima uscita del notiziario quotidiano la redazione del portale dell'ebraismo italiano si riunisce a Torino per festeggiare e mettere a fuoco nuovi progetti di futuro. Nel pomeriggio, al ristorante Alef, un brindisi aperto a chiunque volesse unirsi a giornalisti e collaboratori.
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Qui Genova - Jakob Finci, l'eroe normale
Consegnato il Premio Levi 2013 al filantropo di origine bosniaca Jakob Finci. Ad essere premiato l'impegno profuso nell'assistenza a migliaia di cittadini di ogni etnia, cultura e religione durante l'assedio di Sarajevo e l'azione costante finalizzata alla riappacificazione delle diverse anime e identità della regione.

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Israele - Verso l’approvazione della legge di bilancio
Prevista per oggi l’approvazione della legge di bilancio 2013-2014 da parte del governo di Benjamin Netanyahu. Un passaggio cruciale, considerando che proprio l’impossibilità di raggiungere un accordo sul punto aveva provocato, lo scorso autunno, lo scioglimento anticipato della Knesset, ma cruciale anche per le proteste di piazza che ha suscitato.
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Qui Milano - “Il viaggio più lungo” presentato alla città
“Un’emozione incredibile” così Ruggero Gabbai descrive la sensazione di presentare il momento finale di un progetto rincorso e costruito in lunghi mesi al Museum of Jewish Heritage di New York. È stata propria lacapitale della cultura ebraica della Diaspora ad ospitare l’anteprima de “Il giorno più lungo”, pellicola dedicata alla deportazione degli ebrei di Rodi durante la seconda guerra mondiale, arrivata in Italia in questi giorni. Dopo la presentazione di Roma, stasera l’appuntamento è al Cinema Orfeo di Milano alle 20.30. Oltre al regista Gabbai, discuteranno del documentario Sami Modiano, la cui testimonianza rappresenta uno dei momenti chiave, il direttore del Museo della Shoah di Roma Marcello Pezzetti, la storica del Centro di Documentazione ebraica contemporanea e consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Liliana Picciotto, in un dibattito moderato dal direttore del Corriere della Sera e presidente della Fondazione Memoriale della Shoah.
La proiezione è patrocinata da Comune di Milano, Keren Kayemeth LeIsrael, Keren Hayesod, Adei Wizo, Fondazione Corriere della Sera, Fondazione Scuola ebraica di Milano, Comunità ebraica di Milano.

Qui Venezia - L'ambasciatore Evrony visita la Comunità
Missione a Venezia per l'ambasciatore d'Israele presso la Santa Sede Zion Evrony. Dopo la visita al museo ebraico e alla sinagoga, accompagnato dal presidente della Comunità lagunare Riccardo Calimani, dai consiglieri e dal rabbino capo Rav Ghili Benyamin, denso momento d'incontro nelle sale comunitarie: tra i temi trattati durante i colloqui l'organizzazione dell'annunciata visita di papa Francesco in Israele.

pilpul
Shavua Tov - Ah, le donne
Hillary e Bill, finalmente soli, in vacanza sulle strade dell'Arkansas. Dopo tante ore di viaggio fra gli indimenticabili paesaggi della loro gioventù, ecco un benzinaio. Ma durante il rifornimento una sorpresa imbarazzante: il gestore è una vecchia fiamma di gioventù dell'attuale Segretario di Stato americano. Bill le sfiora la mano, e di nuovo alla guida, per superare l'imbarazzo, dice una stupidaggine: "Se fossi rimasta con lui, oggi avresti una stazione di servizio tutta tua...". "No amore - ribatte lei - se non ci fossimo lasciati, lui oggi sarebbe alla Casa Bianca".
Ieri in viaggio per una lietissima occasione, al di là dell'emozione e dei sentimenti per i festeggiati la mia attenzione era attratta da una situazione apparentemente marginale: in sala era schierato un numero impressionante di componenti di quello che è considerato il rabbinato più autorevole d'Europa. Come se la sarebbe cavata il giovanissimo e bravissimo rav Rafi Garson, recentemente sbarcato da Gibilterra e oggi alla guida della sinagoga Ohr Israel di London Borehamwood di fronte a tanti illustri colleghi cui aveva da poco distribuito le Sette Benedizioni? Se l'è cavata egregiamente, e in più ha regalato una nuova occasione di comprendere quanto siano importanti, determinanti le nostre donne.
Appena pochi giorni fa ho ricevuto l'alto onore di essere invitato a parlare dei problemi e delle strategie dell'informazione ebraica all'assemblea nazionale dell'Associazione Donne Ebree d'Italia. Ne sono uscito senza risposte certe, ma con un bagaglio di stimoli ed emozioni che continua a farmi pensare. Sebbene siano temi che solitamente appassionano molti interlocutori, devo dire di non aver mai visto un uditorio più attento, di aver ascoltato domande più pertinenti, di aver trovato maggiore voglia di fare, di aver apprezzato migliore capacità di andare avanti nel rispetto delle inevitabili differenze. Grazie alle amiche dell'Adei, grazie a Rebeca Coriat, che mi ha invitato alla sua giornata di sole sotto il grande cielo di Londra, grazie alle nostre donne, alle colleghe della redazione, alle collaboratrici. A tutte le donne, che ci indicano pazientemente la strada e ci aiutano a vedere quello che altrimenti ci sarebbe celato. Senza la loro pazienza, il loro intuito e la loro determinazione, saremmo forse perduti.

Guido Vitale, giornalista

Oltremare - Secondo: resettare il calendario  
Da inizio maggio i cartelloni pubblicitari in città e in autostrada sono letteralmente presi d'assalto da Gad, Tnuva e tutti i produttori di latticini del paese. Si avvicina Shavuot, festa nella quale è uso mangiare di latte – l'opposto di ogni altra festa e di ogni shabbat dell'anno. Nei supermercati impazzano gli sconti su tutti i latticini, e molti prodotti vengono venduti con allegate ricette. Come dire: visto che non si cucina mai di latte, ecco qualche suggerimento. Vivere in Israele significa anche resettare il calendario. E acquisirne uno tutto nuovo; perchè è vero che tutti anche in diaspora sanno quando viene Rosh HaShana (Capodanno religioso), e Pesach (Pasqua Ebraica). Ma tanto per capirci qui dopo le feste autunnali si segna il capomese di Cheshvan (ottobre-novembre) dicendo poverino, è un mese senza Chag, senza festa!  Infatti, ci stai ancora a pensare che già arriva il mese di Kislev e porta le luci di Channukkà, le pubblicità di olio per fare le frittelle migliori, e le vacanze invernali delle scuole. Meno di un mese e già tutti a piantare alberelli a Tu Bi-Shvat e a fare offerte per il KKL; ti volti e arriva Purim: travestimenti e festival in tutta Israele. Da Purim a Pesach è un soffio: lo sa ogni buon ebreo che le pulizie non si iniziano mai troppo presto, ma qui si è bombardati dalle pubblicità degli imbianchini, perchè tutti danno il bianco prima di Pesach; dagli sconti sugli elettrodomestici, perché tutti comperano aspirapolvere e lavatrici nuove prima di Pesach; e da offerte 3x2 ai supermercati, azzime e biscotti kasher per Pesach che poi non li finisci prima di luglio. Appena finito di mangiare azzime partono le pubblicità di diete post-abbuffate, e subito è già il turno della micidiale triade delle lacrime: Yom HaShoah, Yom HaZikaron e Yom HaAtzmaut – che per fortuna finisce in festa grande: barbecue nei parchi e nei terrazzi, e relativa impennata nelle vendite di sedie da giardino e di carne da hamburger. Poi, come adesso, tempo di riprendersi ed è già passato anche Lag Baomer (e i falò hanno bruciato mezza Israele con buona pace del KKL di cui sopra), e siamo a un passo dalla indigestione di latticini di Shavuot. Insomma un tour de force: fermate il calendario, voglio scendere.

Daniela Fubini, Tel Aviv – twitter @d_fubini

Tea for Two - Life happens
Da quando Titi è diventata la nuova Miss Israele, la comunità etiope ha ricevuto la patina scintillante che meritava da parecchio tempo. Mentre facevo ricerche su di lei mi sono imbattuta in una cantante nata a Gerusalemme di origine etiope: Ester Rada. Ne sono totalmente rimasta affascinata. Ester Rada, non ha mai nascosto la difficoltà con la quale ha dovuto scontrarsi e incontrarsi, la diversità, eppure è riuscita ad armonizzare la sua doppia identità nella musica. Life happens, la canzone della quale è appena uscito il video ufficiale è un inno alla vita. Mescolando suggestioni orientali e dando forza alla sua voce Ester è una nuova regina d'Israele. Nella serie tv Ally McBeal ad un certo punto l'analista Tracy dice ad Ally di trovare una sigla personale da azionare nella propria testa nei momenti di difficoltà. Life happens è decisamente diventata la mia sigla personale. La critica l'ha già accostata a Nina Simone e Erykah Badu. Ora che ha debuttato anche negli Stati Uniti non potete perdervela per nulla al mondo.

Rachel Silvera, studentessa – twitter@RachelSilvera2

notizie flash   rassegna stampa
L'europarlamentare Provera
in visita ufficiale in Israele
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A distanza di poco più di un anno dalla missione ufficiale durante la quale aveva parlato alla Knesset, l'europarlamentare Fiorello Provera, vicepresidente della commissione Affari esteri a Bruxelles, si è recato in Israele, invitato dal governo dello Stato ebraico, per incontrare le autorità e approfondire temi di interesse comune con l'Unione europea. "Una visita fruttuosa dal punto di vista delle relazioni istituzionali". Ha dichiarato al suo ritorno Provera. "Il Medio Oriente è una zona strategica per le sorti del mondo, la sua stabilità è fondamentale per l'Europa e per l'Italia, anche per la nostra economia".


 

“È sempre una questione di fede”. Così Corriere Economia titola la panoramica dedicata all’Otto per Mille. Alla Chiesa cattolica nel 2012 (redditi 2009), sono andate l’83 per cento delle firme (in costante calo). L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane riceve lo 0,38 per cento delle firme. Tra gli impieghi dei fondi citati, il sostentamento delle Comunità e iniziative nel sociale, come la ricostruzione della scuola di Finale Emilia.
 


















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