Si intitola “Geniale”, è edito come sussidiario delle discipline 4 della Casa Editrice Raffaello Scuola. Un’insegnante attenta soprattutto alla correttezza del processo educativo dei suoi allievi delle scuole primarie ci ha voluto segnalare le numerose imprecisioni che caratterizzano le sezioni dedicate agli ebrei. La lettura di quei passaggi è istruttiva soprattutto per gli adulti, perché ne emergono resistenze culturali, pregiudizi radicati, informazioni storiche errate, capriole ideologico-politiche. E infine qualche falsità. Tutto normale, nella società che ci troviamo a vivere, se non fosse che non si tratta di un sito Facebook, bensì di un libro di testo per ragazzi che su di esso si formeranno.
“Lakhen emor hinnenì noten lo et beritì shalom – dunque dì: ecco io concedo a lui il mio patto di pace”.
La parashà di Balak dello scorso Shabbat termina con la grave punizione divina inflitta al popolo, dove muoiono ventiquattromila persone. Pinechas è colui che pubblicamente scatena l’eccidio, colpendo con una lancia l’uomo ebreo e la prostituta midianita, con la quale stava avendo un rapporto sessuale.
Ho appena terminato di leggere La moglie del Rabbino di Chaim Grade, uscito da poco in traduzione italiana per Giuntina. Non intendo qui analizzare dettagliatamente il romanzo, di cui ha già parlato su queste colonne Stefano Jesurum. Vorrei soltanto soffermarmi sull’ambiente descritto. I riferimenti sono volutamente vaghi, ma da alcuni dettagli si può intuire che si tratta della Lituania negli anni tra le due guerre. Un mondo quasi esclusivamente ebraico, di artigiani e commercianti, lacerato da aspre lotte tra sionisti e antisionisti. Insomma, un mondo che sulla carta appare molto lontano dal nostro. Le condizioni economiche e sociali degli ebrei in Italia oggi sono diverse da quelle descritte nel romanzo, così come sono diverse le contese ideologiche: oggi tra gli ebrei italiani nessuno si dichiara antisionista. Eppure ho trovato alcune somiglianze sconcertanti, soprattutto nel modo in cui viene descritta la contesa tra due rabbini e i loro rispettivi seguaci.
Il viaggio per arrivare a Trieste mi suscita sempre una certa emozione. All’altezza della stazione di Monfalcone il treno comincia a curvare e poi a salire, il paesaggio cambia radicalmente, rispetto alla pianura friulana diventa molto più boscoso e roccioso, carsico e mediterraneo. Si vede per la prima volta il mare Adriatico, prima celato, e al di là di questo emerge nettamente il basso litorale che comprende Grado e le lagune che giungono sino a Venezia. Alle spalle il viaggiatore si lascia dunque una terra, la quale non è altro che l’Italia continentale, per incontrarne un’altra.