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L'Unione informa |
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30 novembre 2008 - 2 Chislev 5769 |
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alef/tav |
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Benedetto Carucci Viterbi, rabbino |
Senza
retorica, ma con tristezza ed orrore, mi sembra giusto oggi ricordare
rav Gavriel e Rivkah Holtzberg, rav Leibish Teitelbaum, Bentzion
Chroman, Yocheved Orpaz e gli altri ebrei uccisi nel Bet Habad di
Mumbai. La selezione programmata delle vittime, operata con
pianificazione, ha colpito persone che si sono occupate e preoccupate
di garantire ebraismo in luoghi lontani e difficili con dedizione ed
entusiasmo. Yehì zikhram barukh. |
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Giovedì
scorso a Gerusalemme David Grossman e Susanna Tamaro hanno discusso di
fede. “Preferisco vivere in un mondo senza mediazione tra me e il caos
e sentire che nulla mi consola se non le cose create da me” Così David
Grossman. “La fede non è affatto passività, è partecipazione alla
pienezza della vita. La protezione non c’entra, io sono esposta: i miei
amici, specie quelli di sinistra, hanno molte più risposte di me”. Così
Susanna Tamaro. Non so da che cosa ciascuno dei due tragga le sue
convinzioni. Non invidio le loro rispettive certezze e dette così mi
sembrano anche poco significative e troppo autocompiaciute. Non mi
sembra né che l’esposizione sia più evidente per chi crede, né che
quelli di sinistra siano più “protetti” degli altri, né che ci
sia possibilità di consolarsi con le cose di cui si è in un qualche
modo creatori. Per chi avesse dubbi, chiuso il capitolo Mumbay è
sufficiente che non si distragga e rivolga lo sguardo dalle parti di
Lagos.
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David Bidussa, storico sociale delle idee |
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rassegna stampa |
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Dopo
la tempesta di sangue su Mumbai la cronaca lascia spazio nel week end
al tempo della riflessione e del commento. La coda polemica non manca.
E la riporta Francesca Paci su La Stampa “L'India
– scrive - non ha gradito le critiche israeliane al blitz di Chabad
House, durante il quale sono morti il rabbino Holtzberg, la moglie e
altre sei persone. Nessuna protesta ufficiale. Ma una fila di
editoriali e interventi tv che accusano Israele di «sollevare dubbi
sull'efficienza dei nostri valorosi commandos»”. “Gli indiani –
prosegue non accettano obiezioni. Specie da chi, ad eccezione di
Entebbe, «ha un saldo negativo nel salvataggio degli ostaggi». Su tutt’altro piano, sul Corriere della sera
, l’editoriale di Angelo Panebianco dal titolo choc “Perché non indigna
la caccia agli ebrei”. Panebianco pone alcune questioni di centrale
importanza sull’atteggiamento degli europei rispetto il terrorismo. A
partire da un quesito fondamentale. “Cosa c'entrano gli ebrei con il
conflitto indo-pakistano? – scrive - Assolutamente nulla. Ma c'entrano
moltissimo con l'ideologia jihadista e con il fanatismo antisemita che
la caratterizza. Il richiamo più immediato è al caso di Daniel Pearl,
il giornalista ebreo-americano rapito e sgozzato in Pakistan nel 2002.
Il fatto che egli fosse ebreo ebbe una parte decisiva nel suo
assassinio”. “Per quanto riguarda noi europei – prosegue
Panebianco - di singolare nei nostri atteggiamenti verso il terrorismo
islamico c'è l'indifferenza che spesso mostriamo per un aspetto che
all'interno della sua ideologia dovrebbe, a rigore, apparirci
ripugnante: l'antisemitismo. (…) La stessa Europa che ricorda
l'olocausto e si commuove davanti al film Schindler's List non prova
particolare sdegno per l'antisemitismo diffuso nel mondo arabo, e
musulmano in genere, di cui la ‘caccia all'ebreo’ da parte dei
jihadisti (anche a Mumbai) è una diretta conseguenza. (…) C'è l'idea
che solo se neghiamo l'evidenza, ossia i veri caratteri dell'ideologia
jihadista, solo se spieghiamo le sue manifestazioni violente come il
frutto esclusivo di circostanze specifiche in luoghi lontani da noi,
possiamo sperare di essere lasciati in pace”. Il tema dell’antisemitismo torna nell’intervento di Bernard Henri Levy, sempre sul Corriere della sera, dedicato
al ruolo delle leggi contro il negazionismo e nello specifico alla
legge contro la negazione del genocidio armeno che ha suscitato le
resistenze di alcuni storici. Henri Levy delinea la specificità
del caso armeno, che vede in campo addirittura uno Stato. “Non si
tratta di un negazionismo di setta –scrive - ma di Stato, che dispone
dei mezzi di pressione, intimidazione, ricatto di un grande Stato. Gli
armeni, in altri termini, si trovano nella situazione in cui si
troverebbero gli ebrei se la Germania, dopo Hitler, non avesse fatto
quel lavoro di memoria e di lutto al quale si è virtuosamente
sottoposta”. In tema di cronaca italiana valgono invece una
menzione gli slogan contro Israele e il sionismo scanditi ieri a Roma
nel corso di un corteo in occasione del sessantesimo anniversario della
Giornata internazionale della Palestina, sancita dall'Onu, di cui dà
notizia tra gli altri il Messaggero. Ampia, come sempre la domenica, la pagina culturale. Si segnalano in particolare sulla Stampa l’intervista
di Alain Elkann a Claudio Magris, in Israele nei giorni scorsi per
l’iniziativa dei dialoghi letterari con gli scrittori israeliani
promossi dall’Istituto italiano di cultura in occasione della visita di
Napolitano e l’intervento di Giulio Busi sul Sole 24 ore dedicato al gusto italiano per la qabbalah.
Daniela Gross
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Strage di Mumbai:Olmert accusa estremisti islamici Gerusalemme, 30 nov - Gli
attentati di Mumbai ''rientrano nei tentativi dell'Islam estremista di
seminare distruzione e morte ovunque al mondo''. I terroristi ''si
prefiggevano di colpire, fra l'altro, anche istituzioni ebraiche'': lo
ha affermato il premier israeliano Ehud Olmert, aprendo la seduta
settimanale del Consiglio dei ministri. Nell'attacco al centro ebraico
Chabad nel Nariman House di Mumabi sono rimasti uccisi nove israeliani
ed ebrei, di cui solo sei sono stati per ora identificati. Olmert ha
negato che Israele abbia offerto in alcuna fase assistenza di tipo
militare per far fronte alla situazione. Israele - ha aggiunto -
coopererà comunque con le autorità indiane allo scopo di proteggere gli
israeliani in quelle zone''. Da parte sua il ministro degli esteri
Tzipi Livni ha reso omaggio ''alla freddezza e alla determinazione''
dei dirigenti indiani nella loro lotta contro il terrorismo.
Strage di Mumbai: attentatore catturato svela obbiettivi Mumbai, 30 nov - I
terroristi che hanno attaccato Mumbai avevano l'obiettivo specifico di
uccidere israeliani per vendicare le «atrocità contro i palestinesi». È
quanto ha detto agli inquirenti indiani Amir Kasab, l'unico degli
attentatori catturato dalle forze indiani. Secondo quanto riporta il
Times of India il 21enne pakistano ha detto che alcuni dei terroristi
erano stati nel Chabad center della Nariman House in precedenza, per
studiare l'obiettivo. «Avevano affittato delle stanze presentandosi
come studenti malesi» avrebbe detto il terrorista, mentre la polizia
indiana sta verificando se al centro ebraico erano soliti affittare
stanze a turisti non ebrei. Nell'interrogatorio, Karab ha anche fornito
nomi ed indirizzi di almeno cinque persone di Mumbai che avrebbero
fornito aiuto ed assistenza nei preparativi dell'attacco.
Israele rilascia 250 detenuti palestinesi Gerusalemme, 30 nov - Il
governo israeliano ha approvato il rilascio di 250 militanti
palestinesi. Lo ha riportato la Radio israeliana, ricordando che il
premier uscente Ehud Olmert aveva promesso la misura durante l'incontro
di due settimane fa a Gerusalemme con il presidente palestinese Mahmoud
Abbas. Altre volte nei mesi passati Israele ha adottato queste «misure
di buona volontà» tese a rafforzare il sostegno per il presidente
palestinese in contrasto con il movimento estremista Hamas. Finora sono
stati scarcerati sempre membri del movimento di Abbas Fatah. |
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L'Unione
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